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09 luglio 2007

I Confidi sono pronti a divenire delle Banche


All’Assemblea Federconfidi di questo mese è stato annunciato il progetto di fusione tra Unionfidi Piemonte, Confidi Province Lombarde e Confidi Sardegna, dando così vita, entro l'autunno, al più grande Confidi privato Italiano e uno tra i maggiori d’Europa. Il nuovo Confidi avrà più di 16.000 associati ed un patrimonio di 90 milioni di euro, nonché un monte di garanzie in essere per oltre 1,6 miliardi di euro, a fronte di finanziamenti per circa 3 miliardi e mezzo di euro. Il 'Super Confidi' diventerà inoltre molto più di una semplice realtà consortile in quanto sarà iscritto all'elenco degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d'Italia ai sensi dell'art.107 del Testo unico bancario, per poi divenire una struttura molto simile alle Banche popolari. Per tale motivo, sono le stesse Banche che vedono in tale fusione la creazione di una struttura che presto potrebbe entrare a far parte di quello che è il Mercato alternativo dei capitali (MAC).
Sono state così gettate le basi per la costruzione di una sorta di mercato di capitali dedicato alle piccole e medie imprese, dando loro come fonte di finanziamento una sorta di mercato di investitori e risparmiatori, oltre che una base per le garanzie, attraverso la struttura dei Confidi.

In particolare, il Confidi è un Consorzio che nasce presso le amministrazioni regionali o le strutture camerali, con lo scopo di assistere, agevolare e favorire le aziende consorziate nelle operazioni di finanziamento bancario, mediante garanzie collettive o con l' abbattimento del tasso di interesse. Rappresenta dunque un consorzio volontario di diritto privato tra piccole e medie imprese, operanti eventualmente nel medesimo settore, che mediante i contributi pubblici erogati dalla Regione e le convenzioni con le banche, concede garanzie ai soci su finanziamenti bancari, concorda condizioni e tassi con le banche convenzionate ed eroga i contributi stanziati dalla Regione. In generale, va a sostenere le piccole e medie imprese nelle attività di reperimento del capitale di rischio, fungendo inoltre da consulente e da struttura di riferimento per la pianificazione finanziaria, per le attività di sviluppo e di analisi delle opportunità di finanziamento, per l'intermediazione con gli enti bancari e Istituzionali.

Per la tipologia di attività svolte e per il tipo di organizzazione che presentano - consortile e basato sui principi di mutua assistenza tra i consorziati - i Confidi sono oggi delle valide strutture di crescita per le piccole e medie imprese, e per certi versi, anche di lotta all'usura perché cercano di agevolare l'accesso al credito e di prestare le eventuali garanzie richieste. Vista la loro potenzialità di mercato, anche dal punto di vista della base di associati su cui possono contare, il sistema bancario vuole trasformarli per poi inglobarli. Le Banche oggi hanno il loro mercato proprio nel numero di utenti su cui possono contare, e per tale motivo investono soprattutto in quei progetti che possono portare il maggior numero di clienti. Anche le stesse dinamiche di concentrazione in atto nel sistema bancario hanno questo scopo, in quanto l'economia della banca non si basa sulla capitalizzazione, ma sul bacino di utenza.

Il "super Confidi" di Piemonte, Lombardia e Sardegna, presenteranno sul mercato degli intermediari finanziari ben 16.000 imprese, che oggi chiedono al consorzio di "trattare" con le Banche in loro nome, ma domani chiederanno un finanziamento, potendo contare sempre su quella struttura consortile che agevola l'accesso al credito. Il mercato di cui stiamo parlando è importante e molto grande se si pensa che sono sempre le piccole imprese le protagoniste della struttura economica italiana.
Questo le Banche lo sanno benissimo, e per tale motivo associano la creazione del consorzio con il Mercato Alternativo dei Capitali, che è un sistema di scambi organizzati di azioni riservato agli investitori professionali, in cui verranno "quotati" i titoli delle piccole e medie aziende con una struttura di Spa. L'impresa, rivolgendosi allo "sponsor", una Banca inclusa nel circuito, potrà entrare in un canale di finanziamento alternativo rispetto a quello delle Borse valori, e studiato per il rafforzamento patrimoniale delle PMI. Sarà creata una società di gestione con il compito di decidere sull'ammissione alla negoziazione delle imprese mentre Borsa Italiana avrà il compito di gestire l'infrastruttura che regolerà gli scambi, basata sostanzialemnte su di una forma d'asta telematica con periodicità settimanale . In linea teorica, le imprese potranno trovare qui il finanziamento dei progetti di crescita, potranno riequilibrare la struttura finanziaria ed partecipare ad un fondo di private equity.

Il nuovo business del sistema bancario sono proprio le piccole e medie imprese, su di esse scommettono i più grandi gruppi bancari, perché le grandi società sono crollate sotto i colpi delle privatizzazione e della nuova economia. Se questi, dunque sono i nuovi progetti di sviluppo delle Banche, occorre che anche le imprese prendano le loro contromisure in modo da divenire delle controparti e non dei semplici utenti. In questa partita, gioca un grande ruolo proprio l'associazionismo tra le imprese, mediante la creazione di consorzi in qualche modo indipendenti, proprio per evitare di essere risucchiati in un circuito in cui si è solo un utente.