L'Unione Europea stila un rapporto sulla mancanza d'acqua, prevendendo il rischio di una pericolosa siccità che può compromettere l'ecosistema economico dell'Europa. A tale rapporto fa eco la proposta della Commissione Europea di intraprendere un dibattito all'interno degli organi europei, al fine di studiare e stilare un programma per l' economia dell' acqua e l'utilizzazione razionale di questa risorsa. La Commissione Europea annuncia dunque la necessità di un approccio integrato nel campo delle risorse idriche, che guidi gli Stati nazionali nelle politiche di razionamento delle risorse tra agricoltura, industria, e uso quotidiano.
Secondo l'Unione Europea, la mancanza di acqua risulta da un squilibrio a lungo termine causato dall'utilizzo dell'acqua superiori alle risorse idriche disponibili. Nel libro verde sull'adattamento al cambiamento climatico, ci tiene infatti a precisare i rischi di un peggioramento della situazione dell'Europa se le temperature continuano ad aumentare e se non viene adottata nessuna strategia di ben coordinata a livello europeo . Per questo la Commissione ha definito una prima serie di opzioni strategiche da adottare ai livelli europei, nazionali e regionali per rimediare al problema della mancanza d' acqua e della siccità, basato su un approccio integrato di diversi provvedimenti. Innanzitutto viene prevista la fissazione di un prezzo standard , il rafforzamento del principio "chi inquina-paga" qualunque sia la provenienza dell'acqua. È essenziale inoltre intensificare gli sforzi per porre in essere dei programmi obbligatori per misurare il consumo d'acqua, incentivare l'uso razionale, per porre un rimedio ad una prassi che porta a fare di tale risorsa uno spreco eccessivo. Secondo le stime, l'Europa spreca intorno al 20% delle sue risorse in acqua, percentuale che potrebbe alzarsi fino al 40% nei prossimi anni, anche questi margini di spreco è già presente in Paesi come l'Italia, tra i primi citati come Stati a rischio. La Commissione inoltre suggerisce che si vada ad agire anche sulle riforme per modificare il modo di cui l'acqua è distribuita agli utenti ed il modo per utilizzarla mediante una ripartizione adeguata dell'acqua tra i settori economici. Si suggerisce così di elaborare una gerarchizzazione dei settori che possono accedere all'utilizzo dell'acqua, nonché una politica efficace di tariffazione dell'acqua e delle misure economicamente vantaggiose per migliorare la gestione dei bisogni in acqua prima di optare per la costruzione di nuove infrastrutture di approvvigionamento dell' acqua supplementare. Perciò, la durata delle risorse idriche dovrà essere completamente regolamentata con il razionamento delle risorse che ognuno dispone, e con un costo ben preciso che riesca a misurare il corretto utilizzo.
Il fatto che l'Europa si schiera in maniera così incisiva nei confronti delle politiche di gestione delle risorse idriche, implica che vedremo ben presto una qualche interferenza comunitaria all'interno delle decisioni degli Stati. Tuttavia, la fissazione di principi standard per Paesi che presentano caratteristiche differenti, potrebbe trasformarsi in un grave problema. E' già in atto infatti un processo di privatizzazione degli acquedotti e delle reti idriche, proprio in nome dei principi di razionamento delle risorse e di riduzione degli sprechi. Ci si aspettava una contro-tendenza, che andasse a cautelare le risorse idriche degli Stati per impedirne il furto da parte di multinazionali e società che operano nel settore energetico, essendo loro quelle che maggiormente ambiscono all'acquisizioni delle fonti. Tuttavia, l'avanzare della siccità e dell'emergenza idrica, nonchè il peggiorare della situazione finanziare degli acquedotti, già in parte privatizzati, porterà gradualmente all'introduzione di norme sempre più stringenti e invasive, su un bene vitale.