Come da copione, infatti, il Pentagono decide di sospendere l'esecuzione del contratto a nome della AYE Inc. perché soggetta ad un'investigazione criminale, che ha smascherato una società costituita da poco più 8 persone e gestita da un ragazzo di 22 anni. Il Pentagono invalida il contratto perché la AEY sembra abbia venduto munizioni "made in Cina", contravvenendo al dettato del contratto secondo cui il governo non può comprare direttamente o indirettamente munizioni da una società militare cinese, o da alcuna entità che è parte dell'industria di difesa della Cina. Secondo le fonti, la Difesa statunitense non aveva chiesto ancora la sospensione perché aspettava la conclusione delle ispezioni, ma divenuto l'affare di dominio pubblico, occorreva ricorrere alla sospensione immediata.
Allo stesso modo, il contratto viene invalidato anche nei confronti del Governo albanese, perché ha violato le clausole stabilite. Tirana, dal canto suo si difende affermando che la spedizione delle munizioni era stata precedentemente certificata dall'Ambasciata Statunitense a Tirana. Così, scoperta la truffa cadono le pedine più scoperte per coprire i veri organizzatori della complessa operazione di riciclaggio di armi.
Infatti, ciò che non viene ben messo in evidenza dal reportage, miope e dalla ristretta visuale, che lo scandalo delle munizioni dell'Albania non si riduce a due o tre società private, dalla struttura quasi inesistente, con due o tre sedicenti rappresentanti. Il New York Times si guarda bene dal coinvolgere in maniera diretta il Pentagono o il Governo degli Stati Uniti come responsabili dell'appalto e della commercializzazione delle munizioni, considerando che, al di là di ogni particolare intreccio politico, il Ministero della Difesa degli Stati Uniti ha concesso un contratto ad una società amministrata da un certo Efraim Diveroli, che risulta essere un ragazzo di 22 anni che fa il massaggiatore. A questo occorre aggiungere che la AEY INC. , posseduta dall'israeliano Heinrich Thomet, è in qualche modo collegata alla società di Cipro, la Edvin Ltd. , sulla quale si è scatenato un vero e proprio giallo in seno al Governo albanese.
Tirana ha infatti sottolineato più volte che fu la società americana a chiedere l'intermediazione della ditta di Cipro, seppure le intercettazioni sembrano incolpare la Meico, che, per volere del direttore Yili Pinari, esclude la partecipazione all'affare della società albanese XHOI di Kosta Trebicka per inserire la Edvin Ltd. che viene rappresentata a Tirana da un certo Herni Tomei. Henri Tomei è un cittadino svizzero, indagato per traffico d`armi a livello internazionale, e possiede varie società che trafficano armi, come la la “Brugger & Thomet AG” e la “BT International Ltd”. Questo personaggio svizzero, individuato anche dal New York Times, nell'ambiente è conosciuto da sui partner in affari anche come Heinrich Thomet, che risulta essere azionista di maggioranza anche della “Brugger & Thomet AG” e della “BT International Ltd”. Se questo dettaglio è vero, allora il cerchio si chiude, e possiamo senza dubbio affermare che il Governo di Tirana è stato manipolato in qualche modo da una rete di personaggi ambigui che dicevano di operare per il Governo Americano, per fantomatiche società svizzere, e quant'altro.
Pubblichiamo dunque le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche delle conversazioni avvenute tra Efraim Diveroli, che si presenta come Presidente della AYE INC. - contractor del Pentagono per il commercio di armi - e Kosta Trebicka, proprietario della società albanese XHOI, che opera nel settore dell'imballaggio. Nel corso delle conversazioni, Diveroli spiega chiaramente che Ylli Pinari, direttore della Meico, vuole escludere dall'affare, la Xhoi di Trebicka, per inserire la società di "Henri".
AUDIO : Intercettazione n.1 Trebicka-Diveroli
TREBICKA: Cosa succede con il tuo amico Pinari?
DIVEROLI: Non so, me lo puoi dire tu. Hai fatto qualche accordo con lui per le casse?
TREBICKA: Non voglio fare accordi con lui, tu lo sai che è spazzatura. Me l`hai detto tu, prima, che lui e` un uomo della mafia, o no?
DIVEROLI: Penso che lo sia, penso che e` della mafia o la mafia lo sta controllando. In tutti e due i casi lui e` un problema. Il problema è che io non ho scelta. Devo fare un accordo con lui. Il Governo Americano aspetta i prodotti. Non ho nessuna decisione da prendere. Sei tu che devi prendere una decisione.
TREBICKA: Tu vuoi...io posso dimenticare i miei soldi, quelli che ho investito lì... non ho nessun problema... non posso combattere con questo governo, non posso combattere con Pinari. Certamente ora è nelle tue mani, non nelle mie. Se Pinari vuole continuare a giocare con te, se lui metterà la gente della mafia...
AUDIO : Intercettazione n.2 Trebicka-Diveroli
DIVEROLI: Che succede con tutto quest`affare di merda qui...(parte indecifrabile di discorso su Pinari). Okey, l`azienda che sta preparando le casse potrebbe voler comprare il tuo materiale di imballaggio.
TREBICKA: Okey, molto bene, molto bene.
DIVEROLI: Io romperò l`accordo, quel che non va bene per te, non va bene neanche per me.
TREBICKA: Quale società c'è ancora? Quella di Delijorgji, di Mihal Delijorgji? E questa la compagnia?
DIVEROLI: Non ho nessuna idea. Noi stiamo aspettando che Pinari ci dia i dettagli della società. Io rimanderò questa vendita così importante, la rimando fin quando non prendi i tuo materiale...
AUDIO : Intercettazione n.3 Trebicka-Diveroli
DIVEROLI: (Discorso non ben decifrabile, facendo riferimento ai soldi che Trebiska deve a Diveroli per un carico di merce che deve partire, si tratta di una cifra di 2.5 milioni di dollari) Io sono al 100% con te. Non ti ho escluso io da quell'affare. Lo capisci? Non c'entro con questo. Anche se Pinari me l`ha chiesto, e lui mi sta obbligando a farlo, io non l`ho mai appoggiata questa decisione. Sono molto, molto seccato. Sono molto preoccupato.
TREBICKA: Lui sta ancora lavorando con Henri Tomei?
DIVEROLI: Penso che stia lavorando ancora con Henri. Io sto lavorando ancora con Henri. Devo lavorare con Henri, sto lavorando con Henri.
AUDIO : Intercettazione n.4 Trebicka-Diveroli
DIVEROLI: C`e` una cosa che deve capire Pinari: io non sono amico di Henri... non posso fare un commercio di scimmie con la mafia e Delijorgji e con tutta quella gente di merda in Albania. Io sono un'azienda diretta, io lavoro per il governo, tutti mi stanno osservando. Pinari vuole persone come Henri in mezzo che si “occupano” di lui e della sua gente, ma questo non è affar mio. Io non ne voglio sapere di questa storia. Io voglio parlare solo del business legale. Questa è la mia impressione sulla situazione. Questa è una mia idea, una mia opinione.
DIVEROLI: Come stanno le cose per te per il momento?
TREBICKA: Le cose sono okey, sono tranquillo, hai capito? Sto lavorando bene, ho altri business di cui occuparmi e il mio business quotidiano e` okey, non ho problemi.
AUDIO : Intercettazione n.5 Trebicka-Diveroli
TREBICKA: (Alcune frammenti di discorso sulla visita del Presidente Bush in Albania) Pinari è un bene per lui, per il vostro Presidente. Alex è felice. Lui mi ha detto che Pinari dirà a te per il volo di mercoledì, se si farà o meno. È nelle tue mani, lo sai. Io posso aiutarti se vieni incontro a qualche altro problema. Mi dici e ti aiuterò, ma penso che con Pinari, con la sua gente di mafia, Delijorgji e Henri, sarà più difficile per te continuare ad andare avanti, perchè loro ti daranno tanti problemi. Ma tieni presente che, qualsiasi cosa accada, in qualsiasi momento che ne avrai bisogno, fammi una telefonata. Ci sono tante possibilità che io venga chiamato a Washington D.C dalla gente della CIA e dai miei amici lì. Tra due settimane verrò in Florida per incontrarmi con te e discutiamo sugli altri accordi.
DIVEROLI: Mi piace. La facciamo questa cosa.
AUDIO : Intercettazione n.6 Trebicka-Diveroli
TREBICKA: Per il momento ho un ottimo accordo in Serbia per il quale posso avere bisogno di un po' di finanziamenti per ...
DIVEROLI: Ho un'idea, forse puoi finire l`imballaggio delle munizioni martedì. Per esempio puoi finire l`inscatolamento di due milioni e mezzo che mi devi.
TREBICKA: Si. Si
DIVEROLI: Pinari e Delijorgji vedranno il tuo lavoro che si sta muovendo tranquillamente e non vorranno bloccarlo. Così vorranno comprare materiale da te. Perchè non hanno motivo di spostare ciò che sta lì attualmente. Non hanno motivo di girarci attorno, viaggiare in Macedonia, e girare ancora. Possono dare a te i soldi. Forse questa e` una buona idea, credo. Pensi che Pinari lo farà questo lavoro?
TREBICKA: Io posso farlo, posso continuare il lavoro.
AUDIO : Intercettazione n.7 Trebicka-Diveroli
TREBICKA: Ho trovato dei buoni partner e penso che posso continuare l`affare. Non lo so se va bene per Pinari, Delijorgji e la loro gente di mafia, se vogliono lavorare ancora con me. Ma per me va bene, non ne voglio parlare. Non aprirò bocca, faro tutto quello che mi dici di fare.
DIVEROLI: Capisco, ma ti dico che : io difendo te, e tu difendi le mie cose. Lasciami parlare con Pinari. Pinari sa cosa fare con l`imballaggio. Perchè lui si sta allontanando da te, dalla posizione che hai. Se lui non colma questa divisione nel modo giusto, ci sarà una montagna di guai per tutti. Così lui si può innervosire per Delijorgji, che non può saper fare il suo lavoro, comunque. Questa è l'occasione migliore, questo è il mio sogno.
AUDIO : Intercettazione n.8 Trebicka-Diveroli
DIVEROLI: Noi dobbiamo rimandare la vendita del materiale, così almeno tu non sarai esposto e io non sono esposto. Giusto, o no?
TREBICKA: Hai ragione. Hai ragione al 100%.
DIVEROLI: Adesso c'è l`opzione A e l`opzione B. Noi andremo su una di esse, ma semplicemente non siamo sicuri su quale. Perchè non provi ora a baciare ancora una volta il culo di Pinari. Prendi il telefono, pregalo, bacialo, qualsiasi cosa. Mandagli una delle tue prostitute, che lo fa felice. Forse ti dà una chance di fare il lavoro. No?
TREBICKA: Ok, ok.
DIVEROLI: Forse lui non è organizzato, forse si innervosisce. “Beh, tu lo sai che se non faccio il lavoro, allora perdo il business di munizioni”. (Immagina cosa dovrebbe dire Trebicka) Forse diventerà nervoso e noi possiamo giocare con la sua paura. “Pinari, dai allora. Dammi un' altra possibilità”. (Continua a suggerire a Trebicka) Dagli un po' di soldi, dagli qualcosa per le sue tasche. Non prenderà molto. Prenderà solo 20 mila dollari da te...
AUDIO : Intercettazione n.9 Trebicka-Diveroli
DIVEROLI: Non posso vivere con questa. Mi capisci?
TREBICKA: Si ti capisco.
Diveroli: Fammi sapere domani. Parliamo questa sera o domani e decidiamo se scegliere la variante A o B? Parlo con Pinari, tu parli con Pinari e prendiamo una decisione. Poi passiamo ad un altro accordo. Hai qualche altra soluzione?
AUDIO : Intercettazione n.10 Trebicka-Diveroli
DIVEROLI: Di più, di più. La questione è andata più in alto del Primo Ministro e di suo figlio. Questo e`... questa mafia e` troppo forte per me. Non la posso combattere questa mafia. E` diventata troppo grande. Gli animali sono appena usciti fuori dal controllo. Troppi giocatori...
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28 marzo 2008
I grandi business del Pentagono
Scoppia negli Stati Uniti il caso del contractor del Pentagono da 300 milioni di dollari che ha organizzato un'operazione su scala internazionale di riciclaggio di armi. Il New York Times pubblica il suo grande reportage del traffico d'armi dall'Albania all'Afghanistan, ma si guarda bene dal coinvolgere in maniera diretta il Pentagono o il Governo degli Stati Uniti. Intanto continua il giallo sull'organizzazione dell'operazione di riciclaggio di armi. Pubblichiamo qui le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche delle conversazioni avvenute tra Efraim Diveroli, che si presenta come Presidente della AYE INC. - contractor del Pentagono per il commercio di armi - e Kosta Trebicka, proprietario della società albanese XHOI, che opera nel settore dell'imballaggio.
Il New York Times ha finalmente pubblicato il servizio sul traffico di armi che giunge in Afghanistan dopo aver attraversato i Balcani e l'Europa Orientale, con l'Albania a fare da centro nevralgico (Supplier Under Scrutiny on Arms for Afghans) . Come anticipato dalla nostra redazione più volte, citando le parole del Premier Berisha dinanzi al Parlamento a pochi giorni dalla strage di Gerdec, il quotidiano americano preparava da tempo un reportage sulla connessione dell'Albania ad un traffico di armi internazionali, sottolineando che dietro una fantomatica società della Florida, vi era il Ministero della Difesa Statunitense. Non appena il servizio viene pubblicato, tutti i media statunitensi lo rilanciano, e si preparano, come ha fatto per esempio il Financial Times, a pubblicare altri reportage sul caso delle "munizioni albanesi", sino a creare un'onda mediatica contro il Governo e le mafie albanesi.