Motore di ricerca

09 aprile 2009

L'oscurantismo della scienza ufficiale


Un direttore del Centro Nazionale di Ricerche aggredisce un semplice studioso di fenomeni sismici, senza fermarsi a capire quali siano i risultati delle sue ricerche portate avanti. Il caso Giuliani, alimentato dalla polemica sulla prevedibilità o meno dei terremoti, è il classico caso che ci conferma l'oscurantismo in cui continuiamo a vivere.

La storia si ripete. Come da sempre ormai, la comunità scientifica dei "professoroni" apre un dibattito sui metodi ufficiali della ricerca e della scienza. Il caso Giuliani, alimentato dalla polemica sulla prevedibilità o meno dei terremoti, è il classico caso che dimostra la grande estraneità della "noblesse" scientifica alla realtà, senza mai provare a mettersi in discussione e provare a verificare se una teoria sia falsa oppure vera, o verificabile con una seria sperimentazione. Che il Dottor Giampaolo Giuliani abbia ragione oppure meno, non cambia la realtà, ossia che lo snobismo della comunità scientifica è sempre la stessa, nonostante la storia abbia dimostrato che la ricerca è in continua evoluzione e non esiste una verità assoluta che non possa essere ridiscussa. Quando questo caso smetterà di far discutere, con il tempo e una volta che la tragedia sarà metabolizzata dagli italiani, possiamo assicurarvi che tutto resterà come prima, le telecamere si spegneranno e i professoroni continueranno a fare i loro seminari,i loro viaggi e i loro banchetti. Tali episodi ci lasciano sconcertati, in quanto è evidente che la scienza non esiste se sono pronti a vendere le anime della gente all'usura, perchè chi decide sulla ricerca o sull'apertura di una sperimentazione ha le chiavi del nostro progresso.

Vivendo nell'egoismo, parlando di scienza con tecnicismi a proprio piacere, solo per non far capire ad altri "le cose stupide" che dicono, e affrettandosi a spargere la voce che vi sono pazzi ciarlatani, non fanno altro che confermarci l'oscurantismo in cui continuiamo a vivere. Non occorre certamente essere un professorone per umiliare un semplice ricercatore, che lavora per lo Stato, semplicemente per non rispondere a dei seri interrogativi. Ma tutti noi possiamo sentirci in qualche modo umiliati da questa gente, superficiale e arrogante dinanzi anche le più assurde tragedie, che interviene solo per snocciolare perle di sapere e poi tornare ad addormentarsi sulle loro lucidissime scrivanie. Dinanzi a tanta indifferenza, possiamo recuperare un bagliore di speranza in chi, nonostante tutto, esce allo scoperto e ha il coraggio di dire qualcosa, sbagliata o giusta che sia: almeno spende la sua vita per dimostrare qualcosa, e non per proteggere un castello di carte e di menzogne. Un direttore del Centro Nazionale di Ricerche aggredisce un semplice studioso di fenomeni sismici, affermando che non esiste metodo per prevedere i terremoti, senza fermarsi a capire quali siano i risultati delle sue ricerche portate avanti in lunghi anni di osservazione ed elaborazione di dati statistici dei rilevamenti.

Non vogliamo né accreditare né screditare qualcuno, ma solo dire che questo mondo scientifico, fatto di falsi Baroni, di figli di ex ladri e schiavisti, non cambierà mai se non ci si ferma a rispondere ad una domanda, ad una qualsiasi provocazione. Il nocciolo della questione non è dare "falsi allarmi" alla popolazione e diffondere il panico, bensì la scelta di prendere in considerazione il lavoro svolto in un'aperta inchiesta, per capire cosa vi è di giusto o di sbagliato in una nuova teoria, e da lì partire per un suo perfezionamento. Si tratta dunque di sedersi ad un tavolo, e discutere con i dati alla mano, sulle teorie dedotte. Umiliare o deridere il proprio avversario è un atteggiamento da codardi, perché così non si fa altro che fuggire dinanzi al confronto. La scienza è un concetto creato dagli uomini per porre dei limiti e segnare un tracciato da seguire, per creare valore aggiunto di generazione in generazione. Al contrario, oggi vediamo delle persone che semplicemente si nascondono dietro la Comunità Scientifica, sostenendo teorie sulle quali non c'è neanche un accordo unanime. La discussione e il contraddittorio si creano spontaneamente se non si è ancora raggiunta una soluzione ad un problema. La tragedia dell'Abruzzo ha svelato così l'anima nera della scienza ufficiale, che non ha un'etica né rispetto per chiunque si adoperi per il bene della collettività, andando contro alle regole imposte "dalla certezza scientifica". In realtà non esiste alcuna certezza, ma solo controllo da parte di lobbies e circoli intellettuali, che privano di dignità ogni persona che tenti di rompere il muro di silenzio e cominciare una ricerca su diversi basi.