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08 aprile 2009

La mole del Sistema Italia in Russia


È stata una vera missione epocale quella del "Sistema-Italia" in Russia: 500 aziende, 900 imprenditori, 12 gruppi bancari e 39 entità, tra associazioni industriali ed Enti, chiamati a rappresentare l'Italia nella missione in Russia fortemente voluta dal Governo, Ice, Confindustria e Abi. Vi sono stati più di 5000 incontri "business to business", che hanno portato alla firma di importanti contratti. Viene suggellata la cooperazione Eni-Gazprom nel settore del gas, mentre Finmeccanica, Enel e Maire Tecnimont ottengono accordi di investimento e commesse estere. (Foto: Putin al Forum Ecomico Russia-Italia )

È stata una vera missione epocale quella del "Sistema-Italia" in Russia, concepita proprio con lo scopo di portare a Mosca l'economia italiana in tutte sue sfumature, e dare un forte segnale al rischio della recessione. Al seguito di una delegazione istituzionale, seppur con la grande assenza del Premier Silvio Berlusconi, vi erano 500 aziende, 900 imprenditori, 12 gruppi bancari e 39 entità, tra associazioni industriali ed Enti, a rappresentare l'Italia nella missione in Russia fortemente voluta dal Governo, Ice, Confindustria e Abi. Il Ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha guidato la delegazione imprenditoriale in assetto strategico per il rilancio economico del Paese; con lui Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, Umberto Vattani, Presidente dell’Ice e Corrado Faissola, Presidente dell’Abi. Una missione di tale mole avrebbe meritato un grande spettacolo mediatico, ma avuto solo una marginale citazione da parte della carta stampata, a causa della tragedia dell'Abruzzo che ha offuscato l'imponenza del sistema economico italiano "in movimento", senza però smentire la grande capacità di slancio e di prontezza degli italiani dinanzi a qualsiasi situazione di difficoltà. L'assenza del Premier Berlusconi ha ricordato a tutti i presenti il motivo per cui il mondo e l'Italia si è fermata , nonostante la vita continui ad incredibili velocità, soprattutto in periodi come questi.

A rigor di cronaca, la 24sima missione di Ice-Confindustria-Abi (ma la più grande che sia stata mai realizzata) ha avuto un'agenda da task-force, con una prima tappa a Mosca, seminari e incontri d’affari tra aziende italiane e russe a San Pietroburgo, Krasnodar, Novosibirsk ed Ekaterinburg, capitale della Regione di Sverdlovsk, dove è prevista la visita della centrale elettrica controllata dall’Enel, per un totale di 5000 incontri "business to business" . Un percorso accelerato per focalizzare, in brevi istantanee di cinque seminari, le opportunità di investimento per aziende italiane e russe, gli strumenti finanziari e di sostegno pubblico all’internazionalizzazione e dello sviluppo del turismo; altri quattro workshop tematici saranno dedicati ai settori dei beni di consumo, della meccanica, dell’agroindustria e delle infrastrutture. La giornata di oggi ha avuto in primo piano il "Forum Economico Italia - Russia", durante il quale sono intervenuti il Ministro Claudio Scajola, Emma Marcegaglia, Corrado Faissola, il Segretario Generale della Farnesina, Giampiero Massolo e, per parte russa il Ministro delle Finanze, Alexei Kudrin e il Ministro dell’Industria e del Commercio, Viktor Khristenko, con la chiusura a margine di Vladimir Putin. Nel pomeriggio la delegazione di imprenditori è stata ricevuta al Cremlino dal Presidente Dmitri Medvedev, per poi continuare la pioggia di incontri business to business tra le aziende italiane e russe, per oltre 3.000 confronti tra le due realtà imprenditoriale. Sono stati protagonisti non solo i grandi gruppi, ma anche le piccole e medie imprese, che possono cooperare per lo sviluppo dei distretti industriali nelle Zone economiche speciali che la Russia ha istituito nel 2005, con l'opportunità di stabilire alleanze strategiche durature con partner russi e sfruttare appieno le enormi potenzialità di questo mercato, come affermato da Emma Marcegaglia. Notevole anche la presenza del sistema bancario italiano - da notare, uno dei più solidi a livello europeo e mondiale - con l’ampia partecipazione delle banche italiane presenti con dodici dei principali gruppi, che rappresentano il 75% dell’intero sistema, proprio a sottolineare la grande attrattività del mercato russo e l'interesse per nuovi scenari di investimento.

È difficile stimare con esattezza quanti e quali accordi o contratti di cooperazione siano stati firmati, molti dei quali hanno interessato imprese come Finmeccanica e Sukhoj, tra ENI, ENEL, e le principali società energetiche russe RAO/Ues, Rosneft, Transneft e Storytransgas. In particolare, Enipower, società elettrica di Eni, e Inter Rao Ues hanno firmato un accordo per analizzare progetti congiunti in Russia e Paesi terzi. Eni ha invece siglato con Rosneft un protocollo di collaborazione nei settori upstream e della raffinazione in Russia e all'estero, e una serie di accordi di collaborazione in Russia e all'estero con le principali società energetiche russe (Inter Rao Ues, Rosneft, Transneft e Stroytransgas) con riferimento a vari ambiti del settore energetico. Importante l'accordo di 4,2 miliardi di dollari raggiunto tra Eni e la russa Gazprom, la quale ha esercitato l'opzione per riacquistare il 20% di Gazprom Neft detenuta dalla società petrolifera italiana, guadagnando il 9% sulla somma pagata nell'aprile del 2007 per acquistarla. Sempre con riferimento alla russa Gazprom, Scajola ha annunciato che entro aprile verrà ratificato il contratto che prevede l'ingresso di Gazprom in Articrussia, detenuta dalla holding Severenergia con sede in Russia, controllata a sua volta da Enel (40%) ed Eni (60%) che si ridurranno così al 20 e al 30%. Gazprom potrebbe entrare, inoltre, in possesso di una quota del maxigiacimento Elephant (che ha una produzione di 140 mila barili al giorno), attualmente controllato in maniera paritetica al 50% dalla compagnia di Stato libica Noc, e al 50% dalla stessa Eni , mentre la società russa, in contropartita, darà la quota pari a un terzo del pozzo petrolifero nel deserto del Sahara. Tale accorso sembra essere stato rinviato ad un incontro congiunto tra Berlusconi e Medvedev, come pure l'intesa per l'ingresso di Gazprom in Artic Gas, la società in cui vi sono gli asset della ex Yukos. Con tale operazione si potrebbe mettere in discussione la posizione di Enel ed Eni, che al momento dell'acquisto degli asset ex Yukos hanno pagato circa 2 miliardi, il doppio di quanto dovrebbe pagare Gazprom per rilevare il 51% della holding.

Mosca e Roma collaboreranno nel campo dell'efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili, in conformità con il memorandum firmato dal Ministro russo dell'Energia Sergei Chmatko e il Ministro italiano dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Entrambi i paesi volgeranno i loro sforzi a migliorare l'efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili di energia , progetti comuni di ricerca e di investimento in Russia, in Italia e in paesi terzi. La cooperazione verterà anche sullo scambio di informazioni e dati statistici, studi economici per creare metodi di ottimizzazione energetica, soprattutto con riferimento al settore del gas. In tale settore, l'Italia e la Russia sono strettamente legate nella realizzazione del gasdotto South Stream, il quale potrebbe essere rafforzato ampliando la capacità di trasporto da parte di Eni, a cui dovrebbe corrispondere una maggior offerta di gas da parte di Gazprom, fino a circa 47 miliardi di metri cubi di portata anziché dei 31 previsti inizialmente, con un incremento del 50%. Per il momento, tuttavia, la ratifica dell'accordo di start definitivo è stata rinviata al prossimo incontro tra Berlusconi e Medvedev. Secondo quanto riportato da Russia Today, l'Italia potrebbe avere una partecipazione del gasdotto Blue Stream che, inabissandosi nel Mar Nero, raggiunge la Turchia e poi la Grecia: i dirigenti delle società energetiche hanno così ipotizzato l'ampliamento della conduttura, che potrebbe giungere sino in Italia.

Ancora, Finmeccanica rafforza la sua presenza in Russia con due nuovi accordi nei settori della sicurezza e del segnalamento ferroviario, con la ratifica da parte del Gruppo di Guarguaglini l'acquisizione, attraverso la controllata Alenia Aeronautica, del 25% piu' un'azione della Sukhoi Civil Aircraft, che produce il Sukhoi Superjet 100. La Sistemi Integrati, sempre controllata di Finmeccanica, ha firmato un memorandum di intesa con due aziende del gruppo a controllo statale Russian Technologies, per la costituzione di un consorzio per la progettazione e la realizzazione di sistemi per la gestione della sicurezza di grandi eventi e la protezione di infrastrutture sensibili. Il Gruppo Maire Tecnimont ha firmato, presso il World Trade Center di Mosca, un contratto con Novy Urengoy Gas Chemical Complex (“NUGCC”), società controllata dal Gruppo Gazprom, per un investimento di 15 milioni di euro, con la fornitura di servizi di ingegneria di dettaglio e servizi tecnologici per l’ampliamento di un impianto di polietilene a bassa densità (LDPE) a Novy Urengoy (Siberia occidentale) sino a 400 mila tonnellate annue.

Per quanto riguarda il settore bancario, le banche italiane hanno messo a disposizione 3,7 miliardi di euro di plafond per le imprese che vogliono esportare o investire in Russia, come rileva l'Abi sottolineando che parte di esso è già stato utilizzato per progetti e iniziative nel mercato locale, mentre il 38% restante è disponibile per finanziare i nuovi progetti per il mercato russo. Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha già annunciato la concessione alla Safwood, società che opera nel settore del legname e di prodotti derivati presente in Russia dal 1991, di due contratti di finanziamento per un importo complessivo di circa 80 milioni di euro - parte devoluto dal Governo locale con una quota qualificata del 25% e parte dal supporto di Simest e Sace - che sarà strumentale per la costruzione di un impianto per la produzione di pannelli in legno nella repubblica di Komi. Inoltre, ben 5 gruppi bancari hanno stipulato accordi di collaborazione con le principale banche russe, per assistere reciprocamente la clientela e agevolarne l'ingresso nei rispettivi circuiti finanziari. Ricordiamo che il Gruppo Intesa Sanpaolo e Unicredit , sono presenti già con una rete di 170 filiali, mentre Ubi banca, Banca Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Unicredit e Banco Popolare sono presenti in Russia con sei uffici di rappresentanza, mentre Banca Carige ha un ufficio di mandato; Bnl, Cariparma e Friuladria operano nel mercato russo attraverso le filiali delle holding estere Bnp Paribas e Credit Agricole.

Questo potrebbe essere solo l'inizio di una lunga serie di investimenti garantiti dall'apertura del mercato russo alle PMI italiane, le quali potrebbero essere inseriti in programmi di investimento diretto all'interno delle zone economiche speciali russe, soprattutto in quelle dedicate ad alta tecnologia, come sottolineato dallo stesso Premier Vladimir Putin, ritenendo fondamentale lo sviluppo della cooperazione nelle piccole imprese. "Le autorità russe hanno intenzione di incoraggiare gli investimenti esteri - ha affermato Putin al Forum economico Russia-Italia, aggiungendo - "migliorare il clima imprenditoriale e il drenaggio degli investimenti diretti, in particolare, è una priorità per il governo russo. Vediamo questi sforzi come un fattore importante per la modernizzazione dell'economia nazionale e continuerà a perseguire una politica d'incoraggiamento degli investimenti esteri ". Il Premier Putin ha così ribadito il grande ruolo della cooperazione tra Russia e Italia, nella quale viene così posta la fiducia di condurre entrambi i Paesi e concepire il sistema impresa all'interno di uno spazio integrato senza confini, all'interno del quale l'aiuto reciproco detta le regole di nuovi scenari di forza e solidarietà.