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03 aprile 2009

Berisha : il Kosovo ed Io


Il Primo Ministro Sali Berisha rilascia per il quotidiano Gazetës Express un'intervista in esclusiva, nella quale esprime tutte le sue più profonde osservazioni sulla questione del Kosovo e su quanto ha inciso sulla sua vita politica. "Da quando mi ricordo, nella mia casa si è sempre parlato del Kosovo. Il regime di Enver Hoxha era il suo più grande nemico. Gli albanesi di Ramiz Alia, desideravano uccidere Ibrahim Rugova e me, nel 1991 - afferma Berisha . In politica sono entrato per due ragioni: i diritti dell`uomo e la causa del Kosovo". Il Primo Ministro Berisha non ha mai avuto tante critiche in rapporto al Kosovo, ma anche quelle che ci sono state, non sono state considerate dall`opinione pubblica del Kosovo, perché lo hanno amato quando era Presidente dell`Albania, quando è stato il leader dell`opposizione, e continuano ad amarlo anche di più nel ruolo di Primo Ministro, al di là delle tematiche che si aprono in Albania. Resta pur sempre un rapporto molto particolare, perché passa da un estremo all'altro, che ben si addice ad un uomo che è nato a soli tre chilometri da confine del Kosovo, a Tropoja, e fino ad oggi ha visitato il Paese solo due volte, durante il 2006.
Nel 2000, anche se partì verso il Kosovo, fu costretto a tornare indietro al confine, perché il capo della Unmik, Bernard Kouchner, inventò una ragione per ostacolarlo, affermando che non aveva presentato preventivamente la richiesta di permesso ad entrare. Così il Primo Ministro ha aspettato giorni migliori per realizzare la sua visita, anche se qualche volta la storia sa giocare sporco, e Berisha fu costretto a mettere piede in Kosovo in occasione della morte di Rugova. Con il Presidente del Kosovo, Ibrahim Rugova, condivideva ricordi più buoni che cattivi, per oltre 16 anni. Oggi, il Kosovo lo accoglie sempre con una grande calore, mentre il Primo ministro albanese ha promesso che prima del 30 giugno di quest`anno romperà i "bjeshke" e avvicinerà i kosovari agli albanesi come mai prima nella storia.

Express: Tra i politici dell`Albania, Lei è senza dubbio il più popolare in Kosovo. L'hanno vista con simpatia anche quando era Presidente, poi leader dell`opposizione, e ora anche come Primo Ministro. Cosa vuol dire per Lei il Kosovo?
Berisha: Il luogo dove sono nato è a soli due-tre chilometri lontano dal Kosovo. Ho vissuto vicino a Ponashec, Morina e altri villaggi, che si trovano dall'altra parte del confine. Il Kosovo, forse, è stato l`unica tematica politica su cui abbiamo sempre parlato. Non ho degli stretti legami familiari con il Kosovo, ma tanti altri della mia regione ce li hanno. Io ho seguito con grande interesse gli sviluppi della regione negli anni `60. Un ruolo negativo su questa direzione lo svolgeva il regime comunista albanese, che quasi ufficialmente ha chiesto all'élite politica in Kosovo di non accettare lo status della Repubblica, perche non dovevano esistere due Stati albanesi. La verità era molto diabolica. Il regime in Albania sapeva che una Repubblica del Kosovo, con maggiori diritti, lo avrebbe danneggiato molto in Albania. Normalmente, questa tesi, andava a favore dei serbi. Ma, ciò non vuol dire che non è esistita una tesi che è stata posta alla discussione delle autorità del Kosovo e quelle dell`Albania negli anni `70.

Express: Esiste da qualche parte la testimonianza del fatto che le autorità del Kosovo e dell`Albania hanno parlato su questa tema?
Berisha: Gli incontri si sono tenuti qui a Tirana. Alla Facoltà di Storia.

Express: Chi è la prima persona del Kosovo che ha conosciuto?
Berisha: Non ricordo chi è stato il primo. Ma, la regione nella quale sono nato mi conosce come Malesia di Gjakova. Ho avuto degli amici in Kosovo.

Express: Lei non è stato in Kosovo fino alla fine della guerra...
Berisha: Mai. Non sono stato neanche uno volta. I miei colleghi venivano, ma non ho mai fatto nessun sforzo, perché forse ci sarei arrivato. Lo seguivo da qui.

Express: Dopo il rovesciamento del Comunismo, il Parlamento dell`Albania ha riconosciuto l`indipendenza del Kosovo. Lei credeva davvero, allora, che un giorno sarebbe divenuto uno Stato, o questo era solo per dire agli albanesi che stavano facendo il massimo?
Berisha: Io, prima di decidere definitivamente di entrare in politica, ho parlato di questo con i miei studenti. Ero combattuto dal dilemma se dovevo lasciare la professione di medico o entrare in politica. Alla fine, decisi per la politica per due ragioni: i diritti dell`uomo e la questione del Kosovo. Il regime di Ramiz Alia, a quel tempo, aveva sciolto tutti i rapporti con Slobodan Milosevic. Era una situazione complicata per il Kosovo. Unità meta-terroristiche in Albania desideravano uccidere Ibrahim Rugova nel 1991.

Express: Chi desiderava uccidere Rugova?
Berisha: Gli albanesi di Ramiz Alia. Esistono documenti su questo. Volevano uccidere lui e me, nella villa ( in cui ci siamo incontrati) nel 1991, nella convinzione che stavamo tramando contro Enver Hoxha.

Express: Come è stata possibile una cosa del genere? Nel 1991 Ramiz Alia aveva permesso ai giovani albanesi di arrivare in Albania ed esercitarsi per la guerra. Un gruppo si era esercitato qui. Vi era un accordo...
Berisha: Il primo gruppo che giunse in Albania per esercitazioni in quel periodo, finirono in carcere quando tornarono in Kosovo. Tutti furono arrestati nella stessa notte. Qualcuno, da qui (Albania), inviò le liste alle autorità serbe. Prepararono tutto in modo che cadessero tutti nelle mani della polizia segreta serba. Si può controllare negli archivi. Caddero tutti e mi rattristai molto.

Express: Colpevolizza quindi il Governo di Ramiz Alia?
Berisha: Ma chi, chi devo colpevolizzare? Come sono arrivati loro? Si esercitarono in Albania e andarono poi tutti in Kosovo, caddero uno dopo l`altro. Li hanno torturati nella maniera più disumana. So tutto, perchè li seguivo. Il motivo ve lo dico io. Questo regime di Tirana, per 45 anni, ha considerato i kosovari come dei nemici, erano titisti. Basta vedere le carceri, se si confronta la percentuale dei detenuti politici in Albania e la percentuale dei kosovari in Albania, la prima è senz'altro più alta. La dirigenza politica di Tirana aveva una albano-fobia verso gli albanesi del Kosovo. Alle dimostrazioni dell`81 (a Pristina) non potettero fare niente, perché inizialmente erano totalmente contro loro.

Express: Ma, per queste dimostrazioni, il regime di Tirana poi cambiò. Reagì dopo una settimana...
Berisha: Venne Bije Vokshi, lei portò il messaggio di queste dimostrazioni. La sua parola fu accreditata perché avevano fiducia in lei. I primi giorni, la Tirana ufficiale, non ha dato nessuna dichiarazione per il movimento. Tacque per una settimana perché non riuscì a continuare (a mantenere il silenzio) in quanto le dimostrazioni continuarono. Questa è la loro realtà. Il regime comunista aveva creato un clima sfavorevole per il Kosovo. Da quel momento questa clima continuò. L`idea era che il Kosovo "ci sta danneggiando". Ma i fatti non andarono in questo modo, si trattava di una questione nazionale, il Kosovo non era una questione di politica estera, era una questione di ogni albanese. Ho incontrato questi del Movimento Popolare per il Kosovo (LPK) in Svizzera prima del mio mandato: mi dispiaceva per loro, volevo bene loro. Avevano una tale dedizione, non posso negarlo. Li ho visti vivere in condizioni miserabili, ma con una dedizione totale. Era gente appassionata.

Express: Ha provato a convincere il regime di Enver Hoxha?
Berisha: Aspetta, aspetta... Quando si creò lo Stato albanese, io dissi al defunto Presidente Rugova che doveva incontrarsi con loro (con gli uomini dell'LPK). C`erano delle persone malvagie tra di loro, questa è un'altra cosa, però loro erano gente che si sacrificavano. Affluivano da tutta l`Europa per riunirsi a Ginevra. Quei club o quelle organizzazioni che avevano, le utilizzavano sempre in funzione del Kosovo. Appena vinsi le elezioni, li ho accolti e ho chiesto anche a Rugova che si integrassero nella vita politica. Questo è vero. La loro fiducia su Enver Hoxha era sbagliata, ma la loro dedizione per il Kosovo era da prendere in considerazione.

Express: Dopo gli arresti in Kosovo, durante la Sua Presidenza si è interrotta anche ogni attività tra di loro. Perche avete fatto finta di non vedere, Lei aveva un obbligo verso la Comunità Internazionale?
Berisha: Non proprio. Non si è interrotto. Non ho avuto il controllo su di loro, ma non si è interrotto. Ci è dispiaciuto molto del loro arresto, quando furono catturati sulla base di quella lista.

Express: Quando ci fu il vostro primo incontro con Ibrahim Rugova, qual era il suo pensiero sul regime?
Berisha: Come principale esponente politico kosovaro, era totalmente a favore del movimento democratico. Naturalmente, fin quando il regime era al potere, era cosciente che doveva parlare anche con il regime, ma non fu ambiguo nel sostenere il movimento democratico. Anche per questo lo volevano eliminare lì nella villa.

Express: Negli anni 1992-1996, il Presidente Rugova, in tutte le visite fatte fuori dal Kosovo, si è fermato a Tirana. Lì ha avuto un ampio spazio mediatico. Con Lei vi è stata una straordinaria collaborazione, ma poi i rapporti si raffreddarono. Perchè?
Berisha: Le cose vanno viste nella loro complessità. Rugova era colui che incarnò, in una sola persona, il politico e il missionario, nel vero senso religioso e mistico della parola. Per la sua carriera politica e la sua personalità ha dei meriti irrepetibili nella storia della nazione albanese, non solo per il Kosovo. Un esempio per tutti, è che lui presentò il più credibile per l`albanese, il Ghandi. Totalmente fuori dalla nostra filosofia. Centinaia di volte ho pensato "come è possibile che ha trovato tutta questa pazienza". Prese il Kosovo dalle baracvhe, dove vi era anche la sede della Lega Democratica, e lo portò alla Casa Bianca, presso l'Ufficio di Bill Clinton. Mi chiedevo, "cosa sarebbe successo se ci fosse stato qualcun altro al suo posto?" Vi era un periodo in cui Belgrado si alzò in piedi per rovesciare Milosevic, nel 1996. Io consideravo Milosevic come il male maggiore. Dunque, è stato in questo periodo in cui ho pensato, "visto che si è alzata Belgrado contro Milosevic, si doveva alzare anche il Kosovo", ma non ho avuto nessun altro problema con Rugova.

Express: Lei considera affrettata questa Sua tendenza a partecipare alle dimostrazioni per il rovesciamento di Milosevic nel 1996, cosa che venne contestata con forza da Ibrahim Rugova?
Berisha: La verità è che, in quegli anni, Milosevic aveva rafforzato il suo potere fuori misura, perchè aveva acquisito potere dopo la sottoscrizione dell`Accordo di Dayton. Non posso dire cosa sarebbe successo se si fosse alzato il Kosovo, ma io ero contro qualsiasi altro legame tra il Kosovo e la Serbia, tranne nel caso in cui si fossero organizzate delle dimostrazioni pacifiche. Con le proteste, ho pensato, si poteva far vacillare Milosevic, ma di fatto Rugova ebbe ragione, perchè più tardi si vide che quelle manifestazioni non diedero i risultati che ci si attendeva. Milosevic è riuscito in maniera diabolica a trovare una soluzione politica e ad usarla per se stesso. Al defunto Djindjic diede Belgrado, ma poi lo rovesciò. Era un'altra situazione. Il altri casi siamo stati simili a Rugova. Varie volte sono venuti da me bosniaci e croati che chiedevano di inviare un nuovo fronte di guerra in Kosovo. Pensavano che se si apriva un fronte anche in Kosovo, si sarebbe abbattuta la Serbia. Io ero contrario, Rugova era contrario, abbiamo avuto le stesse idee. Rugova era un leader unico. Lui fondò il primo partito anti-comunista nei Balcani, e riuscì a portare avanti la sua idea. Ibrahim Rugova era anche contrario alla guerra e all'UCK, ma il fatto che il mio amico non tradì mai se stesso, lo ha reso un uomo straordinario. Era convinto della sua linea pacifica. Nessuno non lo può biasimare. Un uomo convinto di sé. Era unico, riuscì ad opporsi alla guerra e sarebbe stato eletto con un plebiscito se si fossero tenute le elezioni per il Presidente dopo la guerra. Che successe? Gradualmente si trasformò in simbolo di fiducia e mai rinunciò all`indipendenza.

Express: Lei , in quegli anni, aveva legami con Adem Demaci. Anche lui in qualche modo era per le proteste nel 1996, e venne persino in Albania per sostenervi nel cambiamento della Costituzione in Albania.
Berisha: Demaci era mio amico. Lui all`inizio venne in Albania, e sì penti di aver sbagliato a trattare i rapporti con Enver Hoxha. Non solo io, anche coloro che stavano combattendo per la libertà del Kosovo, gli diedero una posizione molto importante. E questa non era una cosa senza vantaggio, perchè avevamo bisogno di personaggi importanti. Ho avuto l'impressione che lui non era ciò che si aspettava da se stesso. Il motivo non lo so.

Express: Quando iniziò la guerra in Kosovo, nel 1997, lei era all'opposizione e lo Stato albanese era vicino al collasso. Secondo alcune tesi, la guerra del Kosovo e le sommosse in Albania hanno un legame. Si aprirono gli arsenali delle armi e la maggior parte di esse giunsero in Kosovo. Lei crede che ci sia un legame tra questi due eventi?
Berisha: Le armi sarebbero entrate in Kosovo, con o senza arsenali, non c`è alcun dubbio. Ma che c'era lo 'zampino' di Belgrado negli schemi finanziari piramidali, lo confermano le miei informazioni. Per quanto riguarda le armi, non sono un problema di una guerra così complessa...

Express: Com'è possibile, Sig. Berisha, che quando iniziò la guerra, il confine Kosovo-Albania fu attraversato 'a piedi' da migliaia di persone, mentre la Serbia non intraprendeva nessun passo per ostacolare l`arrivo delle armi in Kosovo. Più tardi, è diventato quasi impossibile. Dunque, perchè lo Stato serbo inizialmente ha permesso che le armi arrivassero in Kosovo?
Berisha: In tutto quel periodo, Milosevic aveva come obiettivo la divisione del Kosovo. Non ha mai pensato di avere tutto il Kosovo. Riteneva che una divisione, se vi fosse stata, sarebbe stata molto dolorosa e fatale per gli albanesi. Milosevic pensò che attraverso un processo, avrebbe realizzato questa cosa. Perciò l`attacco degli albanesi in quel momento, non dico che lo accolse bene, ma neanche accolse tanto male. Lui credeva che il Kosovo si poteva dividere solo con la guerra. Per interi anni cercò di farlo, ad ogni costo, mobilizzando anche molte entità internazionali. I documenti andavano e venivano. Così pensò che attraverso la creazione di un fronte poteva dividerlo. Ma fece una strategia fatale.

Express: E` vero che un certo convoglio di armi è passato attraverso il Kosovo dalla vostra casa a Tropoja?
Berisha: La verità è che la casa in cui sono nato, con la mia approvazione, si è trasformata in base dell'UCK.

Express: Era più facile stare all'opposizione in quel periodo?
Berisha: No, no. A quel tempo venne Paddy Ashdown, come rappresentante di Tony Blair, e tra l`altro mi disse: "Le posso chiedere una cosa in maniera riservata: è lei il comandante dell`UCK?". Io dissi "no". Mi chiese, allora, "ma la vostra casa si è trasformata nello Stato maggiore dell`UCK". Io dissi che la casa era aperta per amici, che l'ospitalità era nelle nostre usanze e costumi. Poi mi chiese cosa avrebbe dovuto dire al Primo Ministro Blair. Io risposi: "Gli dica che aiuti l'UCK per quanto può".

Express: E` vero che Lei non era molto ottimista nei confronti della sottoscrizione dell`Accordo di Rambouillet?
Berisha: No, la verita è che durante una conferenza stampa affermai che i russi hanno presentato un documento e non c'è una albanese che lo può sottoscrivere…

Express: Lei ha avuto contatti con la delegazione di Rambouillet?
Berisha: Continui...

Express: E...?
Berisha: E... io dichiarai che ogni uomo che avrebbe firmato quel documento, sarebbe stato accusato di tradimento nazionale. Poi, non so che successe, e il documento fu ritirato. Ma, che succese poi? Ideologicamente e non, venni proclamato come l'uomo che rimandò la sottoscrizione. Ma, quel documento era un tradimento nazionale. Se lo avessi firmato, era come firmare la mia capitolazione. Reclamai, e naturalmente ho accusato l`ambasciatore russo.

Express: Il partito socialista, che è il secondo partito più grande in Albania, non riuscì a vincere la simpatia dei kosovari. Anche se, vi fu un Primo Ministro dell`Albania, durante il periodo della guerra, Pandeli Majko, che fu visto con simpatia in Kosovo. Come valuta il ruolo di Majko durante la guerra?
Berisha: Totalmente positivo. Inizialmente gli argomenti erano vari. Esistevano varie fobie, ma considerando che era Primo Ministro, l'immagine che avevano era la più positiva a cui aspiravano. Cercarono di propormi varie tesi comuni della guerra, con le quali all'inizio non avevo concordato, visto che esprimevano certi punti di vista contro l'interesse della nazione. Più tardi, con loro, abbiamo firmato una dichiarazione comune, presso l'Hotel Rogner.

Express: La Sua fortuna in Kosovo non l`ha avuta Fatos Nano. Era riuscito ad avere un incontro, nel 1997, con Slobodan Milosevic a Creta. Forse è anche il principale responsabile, visto che i socialisti albanesi e i loro leader non sono mai riusciti a conquistarsi la simpatia del Kosovo? Come pensa Lei di quell'incontro? Secondo Lei, aveva espresso anche una dichiarazione avventata?
Berisha: Si, sono d`accordo. Fu una dichiarazione avventata influenzare gli altri. Se Fatos Nano si fosse incontrato con Milosevic con l`approvazione della dirigenza politica del Kosovo, vi sarebbe stato sicuramente un cambiamento. Incontrarsi con lui senza questa approvazione è stato uno sbaglio. Senza dubbio, è stato uno sbaglio.
Express: Ricordiamo la Sua visita in Kosovo nel 2000, mai realizzata. Allora, Lei è stato bloccato per motivi sconosciuti finora. Si dice che responsabile del fermo era il Ministro dei Esteri della Francia, Bernard Kouchner, che a quel tempo era Capo dell'Amministrazione Onu del Kosovo. Quando ha avuto in incontro con Kouchner, avete discusso questa questione insieme?
Berisha: Kouchner è un vecchio amico. L`ho incontrato e lo incontro, ma non ho mai discusso di quel problema. L`ho incontrato molto amichevolmente. Bernard Kouchner rimane tra gli amici più noti della nazione albanese, è un mio amico. Lui lavorò con il Kosovo con tanti sentimenti, con tanto amore. Fu un momento di congiuntura e fu qualcuno a chiedere il fermo. E' possibile che sia stata Tirana, perchè avevano molta paura. E` molto probabile che gliel`abbia chiesto il Governo di Tirana, ma questo non ha cambiato i miei sentimenti verso di lui, perchè fu una grande fortuna che fu lui il primo inviato dell`Occidente in Kosovo. Chiuse con tanto onore la sua missione.

Express: Un altro momento interessante è l'anno precedente alla proclamazione dell`indipendenza. La visita del Presidente Bush nel 2008. Un altro grande regalo per lei. Arriva il Presidente degli Stati Uniti e accontenta tutti coloro che hanno sempre pensato che l`Albania ha avuto un ruolo sulla questione del Kosovo. Arriva e annuncia l`Indipendenza del Kosovo, a Tirana...
Berisha: L`indipendenza del Kosovo si stava complicando. Penso che l`Albania riuscì a giocare il suo ruolo, difendendosi in maniera inflessibile.

Express: Lei era amico anche di Bush Senior...
Berisha: Lui ha iniziato per primo le negoziazioni sul Kosovo...

Express: Gliene ha parlato quando l'ha incontrato per la prima volta?
Berisha: Quando ho incontrato il Presidente Bush Senior, nel luglio del 1992, ha iniziato a parlarmi del Kosovo, e non per l`Albania. Prese il mappamondo e mi disse: "Dimmi com'è la storia con il Kosovo?". Gli spiegai che la Serbia ha un obiettivo verso il Kosovo, e questo scopo è fatale per gli albanesi. Gli dissi che bisogna fare qualsiasi cosa affinchè rimangano nelle loro case. Dopo, Bush Senior, pose a Milosevic un limite, ossia che se fosse sceso l`esercito jugoslavo in Kosovo, si sarebbe dovuto confrontare con i caccia da guerra, oltre che con la bomba nucleare.

Express: E l`incontro con il George W.Bush, cosa ha avuto di speciale? Le diede delle indicazioni su quando si sarebbe proclamato il Kosovo, e perché fu tenuta segreta questa cosa?
Berisha:Il momento più importante fu quando mi disse: "Voglio il tuo parere. Vuoi due settimane o quanto tempo per la proclamazione dell`indipendenza del Kosovo?". Il suo staff,che era lì, rimase interdetto. Io dissi, "prendi il tuo tempo, quanto serve".

Express: Ha trasmesso poi questo messaggio al Kosovo?
Berisha: Si, ho incontrato i vertici di Pristina.

Express: Che rapporti ha con il Primo Ministro Hashim Thaci?
Berisha: Molto buoni, assolutamente molto buoni. Anche con il Presidente.

Express: E` passato solo un anno da quando il Governo del Kosovo è riuscito ad avere dei poteri più completi, visto che dopo la guerra è stata posta sotto l`amministrazione della UNMIK. Quale strada deve seguire il Kosovo, come nuovo Stato, secondo Lei?
Berisha: Penso che il Governo del Kosovo sta rispondendo positivamente allo stadio in cui si trova. Penso che stanno mostrando maturità e temperanza straordinaria, che è indispensabile. Penso che stanno facendo seri sforzi per attrarre investimenti, per valorizzare le risorse che esistono. Mi è stato detto che esiste una disciplina doganale e una disciplina fiscale. Subiscono la pressione dei riconoscimenti, ma questo è normale, anche per andare avanti. Tuttavia, è necessario essere realisti, fin quando la Russia blocca il Consiglio di Sicurezza ONU, la strada è ancora lunga ma è irreversibile. È necessario che tutti noi siamo attivi, sia il Governo del Kosovo che dell`Albania, ma è un cammino irreversibile.

Express: Dunque, Lei pensa che il Governo del Kosovo sta seguendo la retta via?
Berisha: Sì, secondo il mio parere si. Anche il Kosovo sta andando sulla retta via, in generale, così come l`opposizione.

Express: Molto presto si inaugurerà l'autostrada che lega il Kosovo con l`Albania. Che impatto economico avrà?
Berisha: Io penso che avrà un'influenza straordinaria, non solo economica, ma su tutti gli aspetti. Essa dà all'Europa accesso al Kosovo. E` una cosa straordinaria. Ha una grande importanza non solo per il Kosovo, ma anche per l`Albania.

Express: Lei ha detto che costruirete anche un'altra strada?
Berisha: Assolutamente si. Ho promesso che accorcerò gli assi stradali, se gli albanesi mi confermeranno per un altro mandato. Così la distanza Tirana-Skopje sarà di 100 chilometri più corta. Sara la strada della riva di Drin da Fierza a Koman, che accorcerà di 120 chilometri il Kosovo Occidentale. Avvicinerà Saranda di 100 chilometri e poi con Tirana...

Express: La costruzione di una linea di interconnessione elettrica, la costruzione del porto per il Kosovo, sono dei contributi straordinari per il Kosovo...
Berisha: Sì, si sta sciogliendo il Muro di Berlino tra gli albanesi.

Express: Verrete quando si inaugurerà la strada per il Kosovo?
Berisha: Sì, senza discussione. È ciò che sto aspettando.

Express: Finalmente l`Albania entra nella NATO. Noi sappiamo cosa vuol dire per l`Albania, ma cosa vuol dire questo per il Kosovo?
Berisha: L`anima della nazione e` una. Non si divide con nulla. E` una vittoria storica per ogni albanese.

Express: Ora che l`indipendenza è stata raggiunta, il dibattito sull`identità continua. Che cosa pensa su questo?Avete problemi a capire, ad esempio, la lingua che parlano i kosovari?
Berisha: Creare l`identità nazionale è stato un tentativo dei serbi, ma hanno fallito...E` assolutamente indispensabile che venga riesaminato il problema della lingua, perche la lingua si sta impoverendo, stanno uscendo delle parole non usate, ad alta velocità. Case in disuso il vocabolario dalle cornici troppo strette, è stata esclusa totalmente la lingua tradizionale, che e` l`albanese fluido (scorrevole). Devono avere coraggio. Hanno dato un grande contributo al Paese con l`ortografia, non lo nego. Non è importante se è, o meno, un dialetto... Se si parla invece del "gege", la lingua degli aristocratici, allora questa è solo di Scutari. L'importante è che si aprano i canali di comunicazioni. Io non sostengo che si debba imporre o meno il dialetto scutarino, ma, ci siamo allontanati totalmente dalla tradizione. Non c'era motivo per cui allontanarsi da esso, si dovevano prendere delle posizioni positive. Vai in una chiesa e ascolta la lingua che si parla li, è molto bella, suona bene. Sono state invece introdotte tante cose assurde. Bisogna correggere gli errori.

Express: Chi farà questo?
Berisha: Gli accademici.

Express: Gli albanesi del Kosovo hanno un complesso, che quando parlano non si capiscono bene...
Berisha: No, no, si capiscono molto bene. Non vedo perché si devono complessare. Ma, il problema della riesamina di certe norme standard sulla lingua e` indispensabile, perchè la nostra lingua si sta rimpoverendo, ma è invece una lingua molto ricca. Qui è tutta la questione.

Express: Vi allontanerete dalla scena della politica, se perderete le prossime elezioni?
Berisha: Rispetterò sicuramente il verdetto degli albanesi. Ma, come mi suggerisce il mio istinto e come ho detto anche in Parlamento, che si preparino al fatto che Sali Berisha rimarrà per altri 35 anni in politica, se non mi chiama l`Onnipotente. Gli albanesi hanno intenzione di darmi il mandato ancora una volta.