La crisi mediorientale è giunta a limiti non sostenibili, ed è ormai pronta ad espandersi sino ai confini dell'Iran, passando attraverso la Siria. Tutto si sta svolgendo sotto lo stretto controllo degli Stati Uniti, che usa come braccio di guerra Onu e Israele, e la Russia, che in silenzio tesse le sue relazioni in Asia Centrale. Anche lei, come altri stanno cercando di creare il Nuovo Ordine Mondiale, con la differenza sostanziale che questo viene tacitamente appoggiato, o comunque concepito perché viene visto come l'alternativa al regime assoluto statunitense. In realtà, una volta che la rete sarà costruita del tutto, non potranno facilmente uscire dalla trappola del ragno, perché lui ha stabilito nel frattempo le regole e i premi del gioco.
Quello che nessuno sa è che il vero potere della Russia non sta nel Gas o nel Petrolio, che è stato solo uno strumento per perfezionare il piano, bensì è nell'organizzazione delle sue relazioni. Con il tempo questa nazione si è sollevata dalle sue ceneri, e ha tracciato tra le nazioni una rete con un sistema a celle, arrivando ad essere ovunque e da nessuna parte, come una macchina che invisibile avanza per creare la sua zona di influenza.
Per far questo si fece strada nel potere mondiale una intelligenza che salì al governo grazie ad un'azione che potremmo quasi definire di "ammutinamento".
Boris Eltsin, all'indomani degli accordi di Rambouillet del 1999, aveva deciso di opporre resistenza all'invasione da parte della Nato dell'intera Jugoslavia, in nome dell'antica amicizia che legava la Russia alla Serbia. Ciò che mai fu detto dai media e dagli stessi rappresentanti delle forze diplomatiche, è che Milosevic rifiutò dei patti di Rambouillet la clausola che dava il diritto alla Nato di invadere incondizionatamente tutto il territorio della Jugoslavia per un motivo che direttamente coinvolgeva un solo stato. Eltsin fu però costretto dagli infami ricatti della Carla del Ponte che offrì a Clinton interessante materiale che lo accusava di squallidi traffici illeciti tra Banca del Gottardo e il governo russo. Il grande servigio prestato alla "democrazia" le viene lautamente ricompensato con la nomina di procuratore generale presso in tribunale internazionale dell'Aja: insomma una gloriosa fine per una lavandaia dalla carriera sfolgorante, a furia di scandali e arresti d'eccellenza.
Behjget Pacolli, marito di Anna Oxa, riceve dalla magistratura una specie di certificato in bianco per il resto dei suoi giorni, mentre Eltsin si dimise, ma fu sostanzialmente obbligato a lasciare la sua carica: preso da una crisi di pazzia e alcolismo prese il controllo delle chiavi e dei codici atomici. L'8 giugno 1999, ultimo giorno di guerra, Eltsin è così indebolito da perdere il controllo delle truppe d'assalto, che giungono a Pristina, capitale del Kosovo, prima delle stesse truppe Nato. La comunità internazionale creò allora un casus belli dal nulla, non esisteva alcuna pretesa dell'Albania verso il Kossovo, né esisteva quel mito che i media definivano la "grande Albania". La forza politica emergente di allora era quella di Rugova, filo-russa che aderiva alla politica internazionale impostata da Milosevic, ossia quella che vedeva il Kossovo pienamente inserito nella federazione jugoslava. Tra i kosovari e gli albanesi non è mai scorso buon sangue, né sono mai esistite floride relazioni economiche, e tra le altre cose gli unici contatti tra i due si risolvevano in dichiarazioni alla stampa, e gli stessi rappresentati dei due governi si sono incontrati sporadicamente e mai in eventi ufficiali. L'Albania non ha mai voluto il Kossovo, voleva energia, voleva l'elettricità, perché senza, la sua economia era completamente messa in ginocchio.Ad avvalorare la tesi di questo conflitto la Cia creò l'UCK, una guerriglia, fatta di contadini e trafficanti di droga, la cui unica funzione era quella di firmare a favore dell'invasione del Kosovo da parte della Nato.
L'allora governo italiano si è reso diretto responsabile di quella guerra perché il Ministro Dini non volle assolutamente credere alla posizione di Rugova, e pretendeva che Rugova in persona si recasse in Italia per confermare tale dichiarazione, temendo come fosse stato forzato da Milosevic. Questi sono i nostri politici, i nostri servizi segreti, la nostra nazione è in mano a questi personaggi, che invece di fare gli interessi dell'Italia la hanno massacrata nel 1992. Vorremmo che allora ci spiegassero perché Gardini si è suicidato, mentre stava curando un progetto per portare in Italia le coltivazioni dell'olio di colza? Mentre in Albania si stava facendo la "vera guerra", loro hanno distrutto il futuro dell'Italia.
Con le nostre stesse mani abbiamo lasciato che i Baroni entrassero in Albania e facessero razzia delle terre, per controllare poi il passaggio dei gasdotti e il dominio delle multinazionali. Al loro arrivo hanno prima di ogni cosa, infatti, incendiato gli archivi di stato e il catasto, impedendo in maniera irreparabile di ricostruire i confini e i perimetri delle terre allora esistenti: hanno creato il caos e da questo hanno profittato per curare gli interessi delle proprie ditte. Abbiamo assistito alla ripetizione di ciò che è stato in Italia, con la creazione del Regno d'Italia, perché al passaggio de "i mille" si susseguivano falò e poi deliberate rapine da parte dei ladroni.
La comunità internazionale ha creato fatti e reati senza che i diretti interessati abbiano preso parte alla crisi di guerra. Le loro parole sono state manipolate e strumentalizzate, sono state contestualizzate in modo che il messaggio da trasmettere sia un altro, e quando non hanno potuto cambiare le parole hanno chiuso i media. Questo deve far capire il perché non hanno mai concesso a Milosevic di rilasciare dichiarazione ai media, e perché oggi Putin non si pronuncia sulla questione dell'Iran e preferisce fare i fatti e i veri accordi.
Mentre Boris Eltsin era al potere, la Russia mise su un servizio segreto ortodosso, che non aveva nulla a che vedere con la religione, essendo un servizio parallelo che aveva come esclusivo obiettivo quello di far valere la legge dei "dissidenti". Muovendosi in maniera invisibile, raccolse nel tempo notizie, dossier e informazioni sui nemici che intendevano colpire: individuavano una preda e la seguivano in ogni sua mossa per avere materiale sufficiente da utilizzare per abbattere un governo e crearne un altro. Filmano politici con minorenni e raccolgono materiale compromettente, entrano nelle loro case e lasciano denaro o droga, in modo da incriminarli per riciclaggio, fanno di tutto e non hanno regole.
Questa macchina dei servizi dissidenti si va poi ad inserire in un contesto come quello degli anni '90 con la guerra nei Balcani. Ciò che non molti sanno è che il sistema finanziario e bancario della Jugoslavia era stato organizzato mediante un meccanismo di compensazioni reciproche. Milosevic non era solo il Presidente della Jugoslavia, era stato in passato il Presidente della Banca Centrale Jugoslava, che gestiva le transazioni dell'intera federazione di Stati eseguendo delle compensazioni tra gli scambi. Era un banchiere scomodo , e quella Jugoslava era una delle poche nazioni allora esistenti che non lasciava uscire dai confini nazionali le entità economiche, avendo poi creato un software mediante il quale realizzare questa enormità di operazioni. Per la sua struttura politica, la Jugoslavia aveva già un sistema distributivo, ogni struttura governativa era stata decentrata e resa indipendente. Anche prima della guerra, era già una nazione divisa, ma allo stesso tempo era unita e ben gestita da un potente sistema informatico e un circuito bancario chiuso all'interno della Federazione. Quando oggi sentiamo parlare di "ribalcanizzare" gli Stati, si intende far riferimento ad una struttura frammentata ma sicuramente unita, molto più funzionale di un sistema federalistico come lo conosciamo noi. Milosevic ebbe il grande merito di gestire un sistema che aveva già attraversato ben 50 anni di sperimentazioni e verifiche: era perfettamente collaudato e si sarebbe reso applicabile in qualunque altro Stato.
Quando Putin riorganizzò il servizio ortodosso riuscì ad apprendere tale sistema e a farselo proprio, per poterlo poi applicare all'interno della Federazione Russa. Non a caso, la Russia ha sempre appoggiato Milosevic, prestato assistenza durante il processo, la stessa moglie si trova ora in Russia; a lui hanno dedicato un'importante strada dopo pochi giorni della sua morte.
Putin, con la sua intelligenza e diplomazia, ha fatto fare alla Russia il grande salto di qualità, e senz'ombra di dubbio ha fatto gli interessi della sua nazione, cercando di sostenere un determinato regime e di appropriarsene a tempo debito. La Federazione Russa già si presta ad essere collaudata con questo sistema, mentre la nazionalizzazione del gas è servita poi ad ottenere il mezzo più immediato per legare l'Europa. Oggi tanto si parla di convertibilità euro-rublo nello scambio del gas: anche se verrà realizzata, dopo, Signori, cosa accadrà prima? Un attentato forse?
Quello che nessuno sa è che il vero potere della Russia non sta nel Gas o nel Petrolio, che è stato solo uno strumento per perfezionare il piano, bensì è nell'organizzazione delle sue relazioni. Con il tempo questa nazione si è sollevata dalle sue ceneri, e ha tracciato tra le nazioni una rete con un sistema a celle, arrivando ad essere ovunque e da nessuna parte, come una macchina che invisibile avanza per creare la sua zona di influenza.
Per far questo si fece strada nel potere mondiale una intelligenza che salì al governo grazie ad un'azione che potremmo quasi definire di "ammutinamento".
Boris Eltsin, all'indomani degli accordi di Rambouillet del 1999, aveva deciso di opporre resistenza all'invasione da parte della Nato dell'intera Jugoslavia, in nome dell'antica amicizia che legava la Russia alla Serbia. Ciò che mai fu detto dai media e dagli stessi rappresentanti delle forze diplomatiche, è che Milosevic rifiutò dei patti di Rambouillet la clausola che dava il diritto alla Nato di invadere incondizionatamente tutto il territorio della Jugoslavia per un motivo che direttamente coinvolgeva un solo stato. Eltsin fu però costretto dagli infami ricatti della Carla del Ponte che offrì a Clinton interessante materiale che lo accusava di squallidi traffici illeciti tra Banca del Gottardo e il governo russo. Il grande servigio prestato alla "democrazia" le viene lautamente ricompensato con la nomina di procuratore generale presso in tribunale internazionale dell'Aja: insomma una gloriosa fine per una lavandaia dalla carriera sfolgorante, a furia di scandali e arresti d'eccellenza.
Behjget Pacolli, marito di Anna Oxa, riceve dalla magistratura una specie di certificato in bianco per il resto dei suoi giorni, mentre Eltsin si dimise, ma fu sostanzialmente obbligato a lasciare la sua carica: preso da una crisi di pazzia e alcolismo prese il controllo delle chiavi e dei codici atomici. L'8 giugno 1999, ultimo giorno di guerra, Eltsin è così indebolito da perdere il controllo delle truppe d'assalto, che giungono a Pristina, capitale del Kosovo, prima delle stesse truppe Nato. La comunità internazionale creò allora un casus belli dal nulla, non esisteva alcuna pretesa dell'Albania verso il Kossovo, né esisteva quel mito che i media definivano la "grande Albania". La forza politica emergente di allora era quella di Rugova, filo-russa che aderiva alla politica internazionale impostata da Milosevic, ossia quella che vedeva il Kossovo pienamente inserito nella federazione jugoslava. Tra i kosovari e gli albanesi non è mai scorso buon sangue, né sono mai esistite floride relazioni economiche, e tra le altre cose gli unici contatti tra i due si risolvevano in dichiarazioni alla stampa, e gli stessi rappresentati dei due governi si sono incontrati sporadicamente e mai in eventi ufficiali. L'Albania non ha mai voluto il Kossovo, voleva energia, voleva l'elettricità, perché senza, la sua economia era completamente messa in ginocchio.Ad avvalorare la tesi di questo conflitto la Cia creò l'UCK, una guerriglia, fatta di contadini e trafficanti di droga, la cui unica funzione era quella di firmare a favore dell'invasione del Kosovo da parte della Nato.
L'allora governo italiano si è reso diretto responsabile di quella guerra perché il Ministro Dini non volle assolutamente credere alla posizione di Rugova, e pretendeva che Rugova in persona si recasse in Italia per confermare tale dichiarazione, temendo come fosse stato forzato da Milosevic. Questi sono i nostri politici, i nostri servizi segreti, la nostra nazione è in mano a questi personaggi, che invece di fare gli interessi dell'Italia la hanno massacrata nel 1992. Vorremmo che allora ci spiegassero perché Gardini si è suicidato, mentre stava curando un progetto per portare in Italia le coltivazioni dell'olio di colza? Mentre in Albania si stava facendo la "vera guerra", loro hanno distrutto il futuro dell'Italia.
Con le nostre stesse mani abbiamo lasciato che i Baroni entrassero in Albania e facessero razzia delle terre, per controllare poi il passaggio dei gasdotti e il dominio delle multinazionali. Al loro arrivo hanno prima di ogni cosa, infatti, incendiato gli archivi di stato e il catasto, impedendo in maniera irreparabile di ricostruire i confini e i perimetri delle terre allora esistenti: hanno creato il caos e da questo hanno profittato per curare gli interessi delle proprie ditte. Abbiamo assistito alla ripetizione di ciò che è stato in Italia, con la creazione del Regno d'Italia, perché al passaggio de "i mille" si susseguivano falò e poi deliberate rapine da parte dei ladroni.
La comunità internazionale ha creato fatti e reati senza che i diretti interessati abbiano preso parte alla crisi di guerra. Le loro parole sono state manipolate e strumentalizzate, sono state contestualizzate in modo che il messaggio da trasmettere sia un altro, e quando non hanno potuto cambiare le parole hanno chiuso i media. Questo deve far capire il perché non hanno mai concesso a Milosevic di rilasciare dichiarazione ai media, e perché oggi Putin non si pronuncia sulla questione dell'Iran e preferisce fare i fatti e i veri accordi.
Mentre Boris Eltsin era al potere, la Russia mise su un servizio segreto ortodosso, che non aveva nulla a che vedere con la religione, essendo un servizio parallelo che aveva come esclusivo obiettivo quello di far valere la legge dei "dissidenti". Muovendosi in maniera invisibile, raccolse nel tempo notizie, dossier e informazioni sui nemici che intendevano colpire: individuavano una preda e la seguivano in ogni sua mossa per avere materiale sufficiente da utilizzare per abbattere un governo e crearne un altro. Filmano politici con minorenni e raccolgono materiale compromettente, entrano nelle loro case e lasciano denaro o droga, in modo da incriminarli per riciclaggio, fanno di tutto e non hanno regole.
Questa macchina dei servizi dissidenti si va poi ad inserire in un contesto come quello degli anni '90 con la guerra nei Balcani. Ciò che non molti sanno è che il sistema finanziario e bancario della Jugoslavia era stato organizzato mediante un meccanismo di compensazioni reciproche. Milosevic non era solo il Presidente della Jugoslavia, era stato in passato il Presidente della Banca Centrale Jugoslava, che gestiva le transazioni dell'intera federazione di Stati eseguendo delle compensazioni tra gli scambi. Era un banchiere scomodo , e quella Jugoslava era una delle poche nazioni allora esistenti che non lasciava uscire dai confini nazionali le entità economiche, avendo poi creato un software mediante il quale realizzare questa enormità di operazioni. Per la sua struttura politica, la Jugoslavia aveva già un sistema distributivo, ogni struttura governativa era stata decentrata e resa indipendente. Anche prima della guerra, era già una nazione divisa, ma allo stesso tempo era unita e ben gestita da un potente sistema informatico e un circuito bancario chiuso all'interno della Federazione. Quando oggi sentiamo parlare di "ribalcanizzare" gli Stati, si intende far riferimento ad una struttura frammentata ma sicuramente unita, molto più funzionale di un sistema federalistico come lo conosciamo noi. Milosevic ebbe il grande merito di gestire un sistema che aveva già attraversato ben 50 anni di sperimentazioni e verifiche: era perfettamente collaudato e si sarebbe reso applicabile in qualunque altro Stato.
Quando Putin riorganizzò il servizio ortodosso riuscì ad apprendere tale sistema e a farselo proprio, per poterlo poi applicare all'interno della Federazione Russa. Non a caso, la Russia ha sempre appoggiato Milosevic, prestato assistenza durante il processo, la stessa moglie si trova ora in Russia; a lui hanno dedicato un'importante strada dopo pochi giorni della sua morte.
Putin, con la sua intelligenza e diplomazia, ha fatto fare alla Russia il grande salto di qualità, e senz'ombra di dubbio ha fatto gli interessi della sua nazione, cercando di sostenere un determinato regime e di appropriarsene a tempo debito. La Federazione Russa già si presta ad essere collaudata con questo sistema, mentre la nazionalizzazione del gas è servita poi ad ottenere il mezzo più immediato per legare l'Europa. Oggi tanto si parla di convertibilità euro-rublo nello scambio del gas: anche se verrà realizzata, dopo, Signori, cosa accadrà prima? Un attentato forse?