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08 settembre 2006

Wikipedia e "il grande fratello"


Il progetto Wikipedia nasce come creazione di un'enciclopedia, in cui inserire l'universalità del sapere umano mediante la raccolta delle informazioni da parte di tutti gli utenti. L'obiettivo di base era donare un grande strumento per costruire l'enciclopedia del popolo, quella libera e accessibile a tutti, modificabile da chiunque esterno al progetto, demandando al responsabile della pagina il controllo delle modifiche apportate. Sebbene siano state dettate delle regole per l'inserimento delle informazioni, molteplici sono stati i casi di abuso del progetto, in quanto se da una parte non viene controllato il contenuto degli articoli, dall'altra ci sono stati episodi si censura e di eliminazione di informazioni più o meno rilevante.
Come non ricordare, per esempio, la lacuna spesso segnalata dell'assenza della voce che spiega il "signoraggio", una cosa questa molto incoerente per una enciclopedia che dice di voler fare informazione dal basso, partendo dal popolo stesso. Altri invece hanno segnalato il grave problema della creazione dei forum di discussione agli articoli inseriti con false identità, con l'esclusivo scopo di creare confusione su di un argomento, o, peggio, creare una certa persuasione su di un determinato argomento. Considerando che, innanzitutto, chiunque può inserire informazioni e può facilmente modificarle, la pubblicazione di un post a cui segue il forum, riesce alla fine a manipolare il pensiero, a barare sulle regole della percezione e della elaborazione dei dati, perché dà credito a ciò che è stato scritto.
Wikipedia, come anche Indimedia, è un progetto dei servizi segreti per controllare la propaganda e pilotare la controinformazione, dando poi la convinzione che la verità si trovi scritta proprio sulle sue pagine. In realtà, l'univa verità che si può incontrare è che Wikipedia ha fatto, in questi anni una vera razzia delle informazioni che le persone hanno inserito lì, è uno strumento altamente democratico, ma senza una regolamentazione diventa anarchico, confusionario e crea nelle persone smarrimento e rabbia, dinanzi alla quale le persone rinunciano a riflettere con la propria mente.

In ogni caso, è stata fatta una vera manipolazione dei dati inseriti e dunque dello strumento stesso, tant'è che si può parlare addirittura di un caso di reato informatico. Quello che sta avvenendo nel campo informatico, a tutti un po' sconosciuto, è il perpetuarsi di un crimine dovuto all'assenza di leggi o di prassi che condannano certe "commissioni" o "omissioni" da parte delle società produttrici di software. Per un periodo di tempo il software delle banche hanno calcolato interessi su interessi e pochi alzarono una mano per difendere le imprese. Alcuni hanno notato che il software di una banca fatturava la voce dell'operazione in base a quante righe venivano occupate, in modo che la Banca guadagna soldi per commissioni che non sono mai esistite. E' un errore questo, o una reale intenzione di imbrogliare?

Gli errori non sono casuali, sono vuoti all'interno del programma che volutamente creano distorsioni, manomissioni e rapine. Le fasi di creazione del software non vengono controllate, e si demanda alla saggia "morale" della casa produttrice, o alle esigenze meramente tecniche, dimenticando invece l'eticità che deve ispirare la costruzione del programma e le sue fasi di utilizzo. Siamo invece in una situazione in cui, non solo non esiste un vero "reato informatico" per i danni e gli imbrogli causati, ma non esiste alcuna eticità che regolamenta il modo di trattare dati, di diffondere il software, o lo stesso obiettivo che intende raggiungere.
Questa è la nuova era che ci troviamo ad attraversare, questa è la nuova guerra, in cui colui che possiede lo strumento, le chiavi e i codici sorgente, può cambiare dall'oggi al domani le regole del gioco e imporre agli altri la nuova realtà. Nessuno avrà la possibilità di influire su tale processo, e gli utenti in particolar modo, perché quando utilizziamo un software o qualsiasi altro servizio sulla rete ci chiedono di accettare incondizionatamente delle clausole, che non possono essere cambiate né possono essere ignorate, pena la non concessione del servizio.
Chi installa un programma, o creare un account o qualsiasi casella postale, deve assolutamente approvare il contratto che gli si chiede di visionare, e in caso contrario, gli viene tolto il diritto di utilizzarlo. Allo stesso modo, se quel servizio comincia per noi essere un mezzo di primaria importanza, per ampliare le proprie vedute o per lavorare, a lui non possiamo rinunciare, e volentieri firmiamo per la manipolazione dei dati delle nostre informazioni.

Non possiamo oggi decidere di fare una rivoluzione, di creare una organizzazione che voglia cambiare il sistema senza un software che dia il coordinamento delle azioni, non possiamo portare la democrazia se prima non scriviamo un codice che regolamenti le attività di informatiche. L'Internet non va controllato, ma va amministrato in maniera leale, mentre ora è manipolato dal ragno sulle informazione. Solo alla fine, dopo che ci saremo liberati di questi ostacoli la creazione di una società equa ed egualitaria avverrà.