Motore di ricerca

09 dicembre 2008

Mi chiamo Popov, Dusko Popov


Per molti anni ci siamo chiesti se il personaggio di James Bond fosse solo frutto della fantasia di uno scrittore inglese o se fosse esistito veramente. A queste domande troveranno una risposta nella vita dell'agente Dusan Popov, un cittadino serbo nato in Jugoslavia nel 1912, vissuto a cavallo della seconda guerra mondiale e del dopoguerra. Un super agente segreto, con qualità al di sopra della media, intelligente e affascinante, con tutte le capacità per poter entrare nel mondo dell’alta diplomazia. Il suo nome in codice era "triciclo", perchè lui era per le intelligences la "tripla fonte".

"Nessuno vi potrà imporre nulla, dovete accettare tutto da soli. Forse vi sembrerà che contraddico me stesso quando dico che non credo nei segreti, dato che sono stato un agente segreto. Ma io davvero non ci credo nell'esistenza dei segreti e della necessità che esistano, sopratutto quando si tratta dei segreti di Stato. A volte la funzione dei segreti è proprio quella di lasciar fare un lavoro nel migliore dei modi, ma tutti devono essere classificati come ‘non duraturi’. Ogni uomo ha diritto di essere informato, sia per rispetto ai diritti e alla dignità umana, che per altre situazioni, ma ognuno deve sapere da che cosa dipende il proprio destino. Oggi nella maggior parte degli Stati esistono delle leggi che definiscono la scoperta dei segreti un crimine. I segreti a volte nascondono dei crimini, mentre altre volte la burocrazia prolunga la loro vita anche dopo la scadenza dei tempi per la loro esistenza". Queste le parole di Dusko Popov, uno dei più importanti agenti del servizio segreto britannico MI5, tratte dal suo libro "Spia contro spia pubblicato nel 1974", la cui diffusione tra il pubblico è stata a lungo ostacolata dalla CIA. Popov non fu un agente come tutti gli altri, e la sua fanstastica vita è divenuta fonte principale di ispirazione per i romanzi dei Ian Flaming, che ha dato vita al famoso personaggio di James Bond. Un super agente segreto, con qualità al di sopra della media, intelligente e affascinante, con tutte le capacità per poter entrare nel mondo dell’alta diplomazia: questo il personaggio del più famoso ciclo di letteratura che, dopo oltre 50 anni, continua a produrre film e fare il giro del mondo.

Per anni molti si sono chiesti se il personaggio di James Bond fosse solo frutto della fantasia di uno scrittore inglese o se fosse esistito veramente, ma queste domande troveranno una risposta nella vita dell'agente Dusan Popov, un cittadino serbo nato in Jugoslavia nel 1912, e vissuto così a cavallo della seconda guerra mondiale e del dopoguerra. Ewen Montagu, amico di Popov, lo descrive come una persona incredibilmente felice, sorridente, con il dono del coraggio e di grande sangue freddo. Spesso ha criticato i colleghi degli altri servizi segreti dicendo: “Non devono credermi e dire che io sono "OK" perchè sono britannico, ma nel loro sospetto sono davvero stupidi e incapaci. Mi hanno circondato di microfoni, ma in maniera così ridicola che li potrebbe trovare anche un bambino. Questi G-man sono muscolosi e hanno un corpo eccezionale, ma quando si tratta di pensare, fanno davvero pietà". Dusko Popov aveva un corpo scultoreo, dopo aver praticato diversi tipi di sport come un vero professionista, ma allo stesso tempo il suo pensiero elaborava concetti come delle mappe mentali, rendendo invisibile ogni tipo di segreto all’interno della vita quotidiana, senza che nessuno si accorgesse che fossero esistiti. Chi potrebbe mai credere che grazie a Dusko Popov si avrebbe potuto salvare centinaia di migliaia di vite nell’operazione "Pearl Harbour", se avessero ascoltato ciò che diceva. Non lo ha ascoltato neanche J.Edgar Hoover, allora capo della CIA, che non poteva credere alle parole di un "uomo balcanico", come non poteva credere che i giapponesi sarebbero stati in grado di attaccare in maniera massiccia la base americana nel Pacifico. Dopo l’attacco, Hoover ha capito di aver sbagliato, e lui e Popov non si sono mai più incontrati.

La carriera di spia del giovane studente serbo inizia quando decide di continuare gli studi con un master presso la prestigiosa Università di Freiburg. Anche se è sempre stato dedito ai suoi studi, non mancava a nessuna festa organizzata dai suoi colleghi studenti. Niente di nuovo per Dusko, che comunque frequentava le feste sia a Dubrovnik che a Belgrado, dove ha vissuto nella sua giovinezza. Gli piacevano le belle donne, le macchine lussuose, le feste con champagne e caviale, e tutto quello che una bella vita e delle origini benestanti potevano offrirgli: ad un figlio di ricca famiglia, che gestiva grandi affari, non sono mai mancati i soldi. Anche durante i suoi studi, ha avuto la possibilità di vivere in un appartamento tutto suo, cosa davvero rara per quei tempi, e fu proprio il suo stile di vita ad attirare l’attenzione dei giovani nazisti, nati da pochi anni come organizzazione. Dusko è sempre stato aperto e sempre pronto a dire tutto quello che pensava, ma le sue idee non sono mai piaciute alla Gestapo che lo ha arrestato, cacciato dall'Università e poi deportato dal Paese. Se non fosse stato per l’intervento di un suo amico, Johan Jebsen, sarebbe stato sicuramente rinchiuso in uno dei campi di concentramento della Germania. Fu proprio allora che comincia la storia di "uno dei più importanti agenti segreti della Seconda guerra mondiale che lavorava per la Gran Bretagna", come lo ha definito lo scrittore inglese Graham Green.

Così, dopo essere stato espulso dalla facoltà, Popov ritorna a Belgrado ma con la promessa che sarebbe accorso in aiuto del suo amico, in qualsiasi momento ne avesse avuto bisogno, per ripagare così il gesto che gli aveva salvato la vita. Tutto cominciò nel bar di Belgrado "La corona serba", dove incontrò di nuovo, dopo tanti anni, Jebsen, che gli racconta di essere diventato un agente per i servizi segreti tedeschi e gli propone di divenire un suo collaboratore. Non potendo rifiutare, accetta, portando così con sé un'angoscia che cresceva giorno dopo giorno, vedendo che quel regime per cui lavorava stava distruggendo il suo Stato, bruciando le case e uccidendo il suo popolo. A quel punto, decide di recarsi presso l'ambasciata britannica e di confessare cosa gli avevano proposto i tedeschi. Diventa così un agente di controspionaggio per la Gran Bretagna fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.Come copertura, svolgeva la professione di avvocato presso un'azienda navale che esportava merce dalla Jugoslavia in Gran Bretagna. Il nome codice per il servizio segreto britannico era "triciclo", mentre per i tedeschi era semplicemente Ivan. Durante la collaborazione con Sir Stewart Menzies, capo dei servizi segreti britannici che dipendeva soltanto dal Presidente Winston Churchill, lavora contemporaneamente per due dipartimenti, MI5 e MI6. Un fatto davvero eccezionale per quel periodo, e solo per lui hanno creato il Comitato CC.

Tra spionaggio e diplomazia, Dusan Popov è stato un vero personaggio, come testimoniato dai suoi colleghi, lavorando con leggerezza e divertimento, nessuno è riuscito a corromperlo, i soldi non gli interessavano perchè li aveva da sempre.Le amicizie e le conoscenze che aveva presso le famiglie di conti e di re diventarono una carta in più per poter portare a termine il suo lavoro nel migliore dei modi. I suoi collegamenti presso i alti livelli diplomatici sono stati parte del suo "albero genealogico" mentre la sua forma fisica lo ha aiutato a riuscire nelle situazioni più pericolose in cui si è trovato. Era il prototipo ideale dell'agente segreto, con la sua intelligenza, la sua capacità di ascoltare nei dettagli più sottili di ogni discorso, ma soprattutto con il suo sguardo profondo, ipnotizzava ogni persona, in particolar modo le donne. Alcuni dicevano che la Gestapo lo ha arrestato non per le sue idee avanzate, ma perché è stato trovato a letto con la figlia di un generale nazista. Che sia vero oppure no, la verità è che durante la sua carriera come agente, è riuscito a costruire la sua immagine da play boy, sempre ricercato dalle donne, tra cui anche l’attrice Simon Simon. Tra le sue passioni vi era anche il gioco, e anche in questo ha ispirato uno dei romanzi di Ian Flaming, e poi il film Casino Royal. Ebbe infatti la missione di trasportare 80.000 dollari, che aveva avuto dai tedeschi destinati ad una operazione in America, ma decise di giocare quella somma sulla roulette. Flaming e gli altri presenti, scioccati alla vista di una tale somma di denaro, si sono subito tirati indietro dal gioco e Popov, giocando sempre con il suo stile impeccabile, ha potuto aumentare il proprio capitale.
La sua carriera di agente si è protratta fino alla Seconda Guerra Mondiale, dopodichè si è ritirato ad affari privati, firmando contratti per le grandi compagnie del commercio di acciao, carbone e rame tra due Paesi Europei. Diventa così - come conferma anche suo figlio - il primo Segretario Generale di un’organizzazione che in futuro si chiamerà Unione Europea, nata proprio da un accordo post-bellico sul carbone e l’acciaio.

Tutto questo accadeva oltre cinquant’anni fa, quasi anni luce dall’attuale diplomazia serba. Tutti i servizi segreti al mondo sanno bene che diplomazia significa intelligenza, ma i diplomatici serbi non sono stati capaci di sfruttare al massimo le proprie forze. La Serbia ha regalato alla storia grandi menti come Nikola Tesla, Mileva Maric, Mihailo Pupin e tanti altri. Una vera e propria tempesta si è abbattuta sul popolo serbo, da una generazione all'altra e sempre si sta allargando quell’abisso dell’ignoranza in cui cade l'intera nazione. Purtroppo, anche per questo alcuni diplomatici serbi sono convinti di essere dei veri James Bond, ma in realtà sono immaturi e impreparati ad affrontare certe situazioni, affidandosi alle informazioni passate dalle donne a cui interessa solo viaggiare e i "passeggeri per caso", dimenticando il concetto della propria intelligenza, e danneggiando così un intero popolo. Tanti di loro assumono come consiglieri vecchi diplomatici ammalati di alzheimer, che non ricordano neanche i loro nomi, figuriamoci fatti di massima importanza nazionale. Alcuni pensano che basta essere giovane ed avere "idee fresche" per andare avanti, senza avere degli obiettivi prestabiliti. In questa situazione, le rare intelligenze non riescono a far fronte agli auto-proclamati James Bond.
Dusko Popov invece è riuscito a portare avanti una politica parallela nel periodo più difficile della storia mondiale, destreggiandosi tra diplomatici e uomini di Stato con grande abilità, senza essere un indottrinato accademico ha intuito subito di cosa si parlava nel mondo.