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30 giugno 2006

La lotta per la corruzione a difesa dei criminali


Il Ministero delle Infrastrutture Antonio di Pietro, ha presentato denuncia presso la Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Roma il C.d.a. dell'Anas per falso in bilancio e false comunicazioni societarie, chiedendo inoltre che l'impresa sia commissariata fino alla nomina dei nuovi amministratori. L'Anas è accusata di aver riutilizzato le riserve e le eccedenze per finanziare opere nuove senza pagare le precedenti e per le strane consulente pagate ai vecchi amministratori. Cerca di difendersi come può l'Anas, ricordando che dall'inizio di quest'anno che il Tesoro ha interrotto il trasferimento di fondi, e che per lungo tempo si è dovuto ricorrere all'indebitamento corrente e alle eccedenze in cassa. Questo stato di fatto condurrà inevitabilmente alla chiusura dei cantieri, e le accuse di Di Pietro finiranno inoltre per indebolire la credibilità dell'Anas, in un momento in cui l'Anas cerca di esercitare tutta la sua influenza per impedire la fusione Autostrade-Abertis o quanto meno per evitare uno stravolgimento della proprietà, che finirà inevitabilmente in mano spagnole.
Consapevoli del fatto che l'Anas non avrebbe mai permesso quella fusione, muovendo la questione dinanzi all'Autority, stanno cercando ora di indebolirla sia economicamente che politicamente, per sbaragliare gli ultimi ostacoli, visto che il governo ha pienamente approvato la fusione. A dire il vero Di Pietro non ha un bel nulla tra le mani, non ha prove concrete, ma il suo straparlare basta a diffondere tra i media l'impressione che i bei tempi di tangentopoli siano tornati, ancora una volta quando vi sono decisioni importanti da prendere.
Il suo intervento è ora molto prezioso, e ancora una volta il nostro caro ex pubblico-ministero si lascia manipolare, infondendo poi tutta la sua enfasi per fare un gran spettacolo [Bettino Craxi, l’ultimo uomo di Stato ]. Evidentemente disse bene Licio Gelli che poco tempo fa dichiarò che Di Pietro non è questo non ha saputo né il Magistrato né il politico, e questo perché è un povero illuso, che è stato manipolato nel 1992 e lo è ancora, con o senza una sua consapevolezza. Ora che ha assaggiato l'ebbrezza della poltrona non la vuole più lasciare, lui e il suo pool di Milano non hanno neanche avuto il coraggio di prendersi le responsabilità delle proprie azioni, del genocidio che è stato perpetrato ai danni di imprenditori e di un'intera classe politica. Oggi come allora, si è cercato di eliminare coloro che non volevano sottostare al dictat dei poteri alti, e per far questo ci sei è serviti della magistratura, delle tangenti e della stampa del gettare il panico e screditare la voce che diceva no a Maastricht e alla svendita dell'Italia.


Ma gli strafalcioni del Ministro non finiscono qua, perché nel suo infinito egocentrismo non sta facendo altro che accelerare il processo di vendita, e finirà per gettare Autostrade in pasto ai leoni, nella brace dei commissari europei. Ha voluto così precisare che per portare a termine la fusione occorre una prioritaria autorizzazione ministeriale alla modifica del titolare della concessione statale. Autostrade però ribatte che il veto del ministero sarà richiesto solo dopo che le assemblee avranno deliberato la fusione perché l'autorizzazione è solo formale. E poi se verrà fatta un'ostruzione da parte del governo, gli azionisti di Schema28 e Abertis non esiteranno a muovere il caso dinanzi la Corte di Giustizia perché sarebbe una discriminazione verso i non residenti, o un'ingerenza come aiuti di Stato. La richiesta di Autostrade sarà senz'altro accolta perché intanto l'Italia è stata deferita dinanzi alla Suprema Corte proprio per eliminare la golden share, ultima clausola di riserva che lo Stato ha per fermare le privatizzazioni o le vendite di ex imprese statali all'estero. La legge del 1994 della golden share concedeva allo Stato poteri speciali in società ormai privatizzate, come Eni, Finmeccanica e Telecom, quali la facoltà di nominare uno o più amministratori, e un potere di gradimento, ossia il diritto di veto sulle decisioni di fusione e di straferimento all'estero, nel caso che il socio privato avesse una partecipazione rilevante. Parte di questi poteri sono stati già da tempo smussati, perché il diritto di gradimento è stato sostituito con un potere di opposizione motivato, tra l'altro, e solo in casi si estremo pericolo. Il governo Berlusconi non ha voluto cedere ulteriormente alle pressioni della Ue, e avrebbe redatto, come compromesso, una norma salva-Pil contro le scalate ostili da parte di utenti esteri. Charlie McCreevy - Commissario Europeo al mercato interno

I Commissari Europei hanno dunque deciso che il potere dello Stato di decidere sulle imprese, tra l'altro operanti in settori strategici per l'economia statale come le telecomunicazioni e l'energia, va del tutto cancellato. Il rispetto della normativa, condurrà inevitabilmente ad un una completa privatizzazione, nella quale lo Stato non potrà più intervenire per vigilarne la gestione.
A questa gente ormai non importa più niente dello Stato e non rappresenta più il popolo, sono solo delle marionette, attori della grande finanza. Allora, cosa fanno , la magistratura e le associazioni? Stanno combattendo contro la corruzione e intanto vendono ogni cosa. I servizi segreti invece sono degli uomini piccoli, tutti pieni di sé, convinti sapere tutto e di controllare ogni cosa, ma sono impiegati che raccattano uno stipendio, gente ricattabile e ricattata, nulla facenti. Siete tutti complici del sistema, responsabili dello stato attuale della nostra economia, così impegnati nelle truffe da quattro soldi di Vanna Marchi, di scandali di sesso e droga.

Oggi chi doveva essere un arbitro è stato un giocatore, così invece di difendere gli italiani continua a fare le lotte per la corruzione, ben sapendo che combatte per i Banchieri, mentre vende la pelle dei suoi cittadini e degli italiani nel mondo. L'emigrazione è stata una vergogna, un crimine contro l'umanità. Il genocidio che questa gente sta commettendo è inverosimile,la proprietà popolare viene saccheggiata, e contribuisce ad una frammentazione del paese e delle nostre risorse.