La crisi dei mutui seguito dallo "scandalo dei derivati" ha inferto un duro colpo alle grandi Banche che devono così recuperare miliardi di dollari andati in fumo con il crollo del loro castello di carte. Per molto tempo centinaia di titoli collaterali virtuali sono stati registrati all'interno degli assets bancari nonostante non avessero alcun valore e, in alcuni casi estremi, fossero falsi, al solo fine di gonfiare i bilanci e permettere scalate o finanziamenti di multinazionali.
Il mercato bancario continua a vacillare sotto i colpi dei mutui subprimes, riportando così allo scoperto i crediti in sofferenza e le perdite sui miliardi di dollari di capitalizzazione andati in fumo. I rapporti ufficiali parlano di crisi del credito statunitense, ma i controlli effettuati dagli Organismi di vigilanza evidenziano all'interno dei bilanci una grande presenza di "collateralized debt obligations (CDOs) " rivelatisi successivamente in perdita, ma sui quali sono state strutturate operazioni di finanziamento, di ricapitalizzazione e di investimento di piccole e grandi imprese.
Grande vittima della cd. crisi dei subprimes è proprio la UBS - seguita poi da Merrill Lynch, Citigroup, Northern Rock e Deutsche Bank - che ha registrato in questo terzo trimestre una perdita lorda di 726 milioni di franchi, una perdita di 4,2 miliardi di franchi per svalutazioni dei titoli, oltre ad aver annunciato il licenziamento del dirigente dell’Investment banking, Huw Jenkins, ed il direttore finanziario Clive Standish, e il licenziamento di 1500 persone. Da non dimenticare che dal 31 luglio 2007 UBS Limited è stato cancellato dall'elenco degli operatori market maker , in qualità di Primary Market Maker, sul contratto di opzione su molteplici azioni di società italiane quotate in Borsa Italiana , come Alleanza Assicurazioni, Assicurazioni Generali, Banca Monte dei Paschi di Siena, Capitalia, Enel, Eni, Fiat, Finmeccanica, Intesa San Paolo, Mediaset, Mediobanca, Mediolanum, Pirelli & C., Snam Rete Gas, STMicroeletronics, Telecom Italia, UniCredito Italiano .
Questi dati evidenziano senz'ombra di dubbio che la UBS è stata tra le prime Banche a subire in maniera così evidente la crisi speculativa dei subprimes, proprio perché eccessivamente esposta con il suo portafoglio di titoli. Attualmente, gli scandali che vedono protagonista la UBS continuano, in quanto è la principale protagonista di operazioni su titoli collaterali definiti dalla società emittente "senza alcun valore" e per tale motivo non possono essere oggetti di alcuna negoziazione. Stiamo parlando dei Bond Petrobras, con data di emissione al 3 ottobre del 1959, registrati al momento a nome di un intermediario e depositati presso le security della UBS Bank. Tali titoli sono stati definiti, con una dichiarazione ufficiale da parte della Petrobras S.A. non fruttiferi e non esigibili, e tale motivo non potrebbero essere imputati a bilancio di alcuna entità giuridica. D'altronde è praticamente impossibile che la UBS non sia a conoscenza della vera natura e del reale valore dei titoli, per cui vi sono evidenti indizi che dimostrano la costruzione di una truffa mascherata da speculazione finanziaria.
I titoli in questione, infatti, non solo sono supportati da differenti certificazioni di validità da parte dei periti del tribunale, ma anche da una sentenza del Tribunale Superiore di Giustizia Brasiliano. Inoltre, gli stessi Bonds, sono stati regolarmente registrati, dal 2003 al 2007, all'interno della dichiarazione dei redditi dell'intermediario. Quest'ultimo, che opera in qualità di broker - o meglio di procacciatore dei titoli - ha poi stipulato un contratto con UBS Bank che funge così da advisor nelle operazioni di vendita dei collaterali Petrobras.
Le indagini effettuate hanno portato alla scoperta di un contratto di vendita a nome dello stesso intermediario di Buoni del Tesoro Brasiliano con data di emissione del 1970 ( Letra Tesouro Nacional) , e in particolare di 22 LTN dal valore nominale di US$ 10.000.000 , di 3 LTN dal valore nominale di US$ 1.200.000.000, con un' importante multinazionale. Advisor di tutta l'operazione risulterebbe essere sempre UBS BANK, Sede di Zurigo.
I titoli che vi mostriamo rappresentano due LTN che fanno parte del pacchetto già venduto da un intermediario attraverso la UBS BANK. La massa monetaria che questi titoli sono in grado di mobilitare è enorme, considerando che al momento della rivendita del collaterale viene effettuata una rivalutazione che triplica il valore di partenza. Secondo le fonti che ci hanno inviato la documentazione, siamo sempre di fronte a titoli che nei fatti non hanno alcun valore e che, per tale motivo, rischiano di compromettere non solo la credibilità del Tesoro Brasiliano, ma anche l'attuale e futura stabilità del mercato finanziario del Brasile. Qualora infatti una tale mole di denaro venisse movimentata da Banche e società, per poi rivelarsi non coperta da alcuna garanzia alla base - essendo il titolo non fruttifero - si avrebbe un distruttivo effetto domino sul mercato interbancario.
Attendiamo, a questo punto, un'immediata risposta e una presa di posizione da parte della UBS Bank e dello stesso Tesoro Brasiliano, affinchè si chiarisca la provenienza e la natura dei titoli, in modo da scongiurare l'ennesima speculazione che sacrifica investitori e imprese.
Sulla base delle informazioni raccolte non possiamo essere certi che la UBS Bank ha realmente posto in essere questa operazione e per tale motivo chiediamo maggiore chiarezza e delle risposte supportate da documenti. Si tratta in ogni caso di un'inchiesta molto delicata che ha sicuramente inferto un grandissimo danno alla UBS, tuttavia è nostro diritto, nonché dovere, proteggere la nostra gente dai Banchieri.
Ricordiamo che le cifre di perdite annunciate in questi ultimi giorni dalle grandi banche internazionali lasciano di stucco: circa 20 miliardi di dollari nel giro di un mese, senza considerare che le banche centrali del mondo intero hanno inietta centinaia di miliardi di Euro nel sistema finanziario mondiale per tentare di recuperare la situazione che sembrava disperata. Bisognerà forse aspettare molto tempo prima che tutti riescano a capire la reale gravità della situazione, in cui la crisi dei subprimes è solo l'iceberg della truffa dei collaterali. Si pensi a cosa potrebbe accadere se si scoprisse che anche i Bond del Tesoro degli Stati Uniti sono in parte dei collaterali "non esigili" : considerando che circa il 30% del debito americano è detenuto da operatori privati e da Banche, assisteremmo alla più grande depressione economica .