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24 ottobre 2007

Una ragnatela per la UBS Bank


L'inchiesta sullo scandalo dei collaterali da parte della Etleboro continua, portando alla luce elementi che dimostrano, con pochi margini di dubbio il coinvolgimento di importanti Banche di Investimento internazionali. Da una prima analisi della documentazione, possiamo affermare con certezza che è in corso una delicata operazione che avrà un forte impatto sullo scenario internazionale.

Da una delicata inchiesta condotta grazie al coordinamento dei collaboratori della Tela, è emerso che un significativo numero di titoli collaterali, denominati Bonds Petrobras, vengono negoziati dai brokers, per raccogliere capitali su di un mercato parallelo a quello finanziario. Una rete di studi notarili e legali assistono i brokers redigendo le dovute certificazioni per comprovare che si tratta di titoli veri, e, nel momento in cui viene individuato il compratore o l'investitore di turno, entrano in scena le Banche d'Affari, che sono allo stesso tempo mandanti e mandatarie dell'operazioni. Infatti il broker, essendo fondamentalmente una pedina libera di muoversi all'interno di quello che è stato definito il mercato di sottobosco, agisce da prestanome per le Banche che possono poi introdursi nell'affare per utilizzare il titolo e il capitale raccolto come garanzia di capitalizzazioni societarie, per creare società ad hoc o assets bancarie per effettuare dei finanziamenti.
Quello che al momento vede coinvolta la società petrolifera Petrobras è una operazione di compravendita di bonds tra un privato cittadino brasiliano, che fa così da prestanome, e una importante multinazionale. Al centro della ragnatela, e dunque al cuore dell'intera operazione, vi è la potente banca svizzera, la UBS Bank con sede a Zurigo, che fa advisor mettendo a disposizione i propri conti bancari e le security per la consegna dei titoli e il versamento del capitale raccolto. Siamo infatti in possesso di documenti ufficiali della Ubs Bank che dimostrano il suo diretto coinvolgimento, in un affare che ha l'obiettivo principale di raccogliere centinaia di miliardi di dollari. Se questo dovesse andare in porto, si tratterebbe di una delle più grandi operazioni finanziarie con fini speculativi, che ricordano molto lo stile dirompente di George Soros e dei grandi speculatori finanziari. Ovviamente, non è solo una speculazione la posta in gioco, in quanto i proventi dell'operazioni andranno investiti in progetti ben più importanti, dal mero riciclaggio di denaro, al finanziamento di terrorismo, false rivoluzioni, e di guerre. Molto spesso, gli stessi attori riescono a reperire capitali mediante la richiesta di finanziamento di progetti umanitari o sociali, presentati da importanti organizzazioni, la maggior parte delle quali sono collegate alle grandi fondazioni bancarie. Non è un caso infatti che le fondazioni bancarie investano parte del loro capitale in progetti di utilità pubblica e umanitari, proprio perché questi rappresentano il giusto veicolo mediante il quale camuffare grandi movimenti di denaro senza richiamare molta attenzione.
Non a caso, molte delle rivoluzioni "arancioni" a cui abbiamo assistito in questi anni sono state finanziate da importanti fondazioni, si pensi alla guerra in Bosnia combattuta dai mercenari mujahedin finanziati mediante la Quantum Fund, e ancora alla disgregazione della Jugoslavia grazie alle Organizzazioni di George Soros.
Vista dunque, l'estrema delicatezza della situazione, con un contesto storico-politico molto critico, abbiamo già informato la società brasiliana del rischio che dei bonds Petrobras vengano utilizzati in operazioni non lecite, ma soprattutto pericolose per l'intera collettività.
Dopo molteplici e ripetute sollecitazioni del management e degli organi addetti alla sicurezza del mercato, siamo ora in attera di ricevere una conferma o una smentita della bontà dei titoli. Infatti la Petrobras ancora non risponde alle nostre richiesta di prendere una posizione ufficiale sui bonds in questione, al fine di togliere qualsiasi dubbio su un suo probabile coinvolgimento. Qualunque sia l'esito dell'inchiesta, le autorità competenti brasiliane e le istituzioni internazionali coinvolte dovranno essere informate di quanto sta accadendo.