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17 febbraio 2009

La fine del diritto internazionale


Il Professore Antonio Cassese, importante docente di Diritto Internazionale e primo Presidente della Corte del TPIY, in un'intervista rilasciata per AP-COM, analizza in che modo la "dichiarazione di indipendenza del Kosovo" si inserisce nel quadro del Diritto Internazionale. La sua analisi rivela, tuttavia, le evidenti contraddizioni esistenti sul caso, e così anche nell'istituzione del Tribunale penale internazionale dell'Aja.

Proprio ieri, il giorno prima dell'anniversario per l'indipendenza del Kosovo, l'ex-presidente del TPI, il primo Presidente del tribunale creato ad hoc per giudicare i crimini di guerra commessi nell'ex-Jugoslavia, ha rilasciato un'intervista riportata da AP-COM Europa Nuova. E' da premettere che il Prof. Antonio Cassese è un importante docente di Diritto Internazionale, che ha più volte ricoperto incarichi rilevanti per conto dell'ONU e ci si aspetterebbe quindi un parere imparziale ed obiettivo. Nell'intervista gli è stata chiesta una sua opinione o meglio una previsione riguardo il giudizio che la Corte Internazionale di Giustizia dovrà esprimere riguardo l'indipendenza del Kosovo. La prima risposta data è assolutamente in linea con i principi del Diritto Internazionale in quanto l'intervistato, che è sicuramente uno dei massimi esperti in materia, si limita a riportare dei principi basilari universalmente riconosciuti. Le cose iniziano a cambiare con le risposte successive.

Le sue affermazioni si possono riassumere nei seguenti punti:
1)Il diritto indica delle direttive come il rispetto dell'integrità territoriale degli Stati, quindi l'unica cosa che indica è l'obbligo per gli stati di non interferire nelle attività interne di altri stati per promuoverne, sollecitarne, o fomentarne la disgregazione.
2)Se in uno stato una parte della popolazione decide di staccarsi e ha la forza di farlo (quindi senza l'aiuto di paesi terzi per il punto precedente), questo non è contrario al diritto internazionale.
3)Anche se la Corte avesse dato il suo parere a caldo, uno o due mesi dopo la dichiarazione indipendenza, questo parere non avrebbe comunque avuto un impatto notevole sulla situazione reale del Kosovo.
4)La Corte dovrà vedere se per caso alcuni Stati, ad esempio gli Usa e alcuni Paesi europei, hanno violato i loro obblighi di non interferenza negli affari interni di uno stato sovrano come la Serbia, provocando la secessione del Kosovo.
5)Politicamente USA ed UE erano a favore del distacco del Kosovo dalla Serbia e l'hanno favorito, ma non è che abbiano fatto alcunché di illecito.
6)L'indipendenza è stata resa possibile dalla presenza di un'amministrazione in Kosovo dal 1999 (cioè da quando i Serbi sono stati cacciati con i bombardamenti e la pulizia etnica), che de facto ha staccato il Kosovo dal controllo politico-amministrativo di Belgrado.
7)Per ovvi motivi politico-psicologici, la Corte dovrà naturalmente ribadire il principio d'integrità territoriale degli Stati; tutte le solite cose che si dicono insomma.
8)La Corte è competente e deve dire se quest'indipendenza è stata o meno conforme al diritto internazionale. A suo parere, non potrà non concludere che è stata conforme al diritto internazionale e poi ripeto, per ovvi motivi di carattere politico-giuridico e morale, dovrà affermare che restano saldi i principi che regolano i rapporti internazionali.
9)Sull'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud gli stati occidentali, che erano contrari a queste indipendenze, hanno avuto il buon senso di non rivolgersi alla Corte perché sanno che l'intervento della Corte non serve a nulla.
10)Probabilmente (i Kosovari) diranno che la secessione è un fatto: non è un illecito internazionale a meno che sia stata provocata da Stati che hanno interferito nella sovranità della Serbia. A suo parere, questo non è avvenuto, aggiungendo che "se fosse avvocato di Pristina", direbbe che è una cosa del tutto conforme al diritto internazionale. "Non è necessario essere esperti di logica per capire che ci sono enormi contraddizioni in quanto affermato", conclude.

Il concetto espresso nei punti 1 e 2 dice chiaramente che il Kosovo, per raggiungere l'indipendenza, avrebbe dovuto avere la capacità militare e politica di combattere e vincere contro la Serbia senza l'aiuto di paesi estranei. Nel caso qualche paese avesse aiutato il Kosovo a raggiungere l'obiettivo dell'indipendenza in qualsiasi modo, questa sarebbe stata una palese violazione del Diritto Internazionale secondo il punto 1. Anche senza voler fare riferimento alle prove esistenti riguardanti gli aiuti che la CIA ha dato all'UCK prima del '99, è lo stesso Cassese che nel punto 5 afferma che l'Europa e gli USA erano favorevoli all'indipendenza e l'hanno favorita, contraddicendo quanto affermato dal punto 1. Il giudice rincara poi la dose di incoerenza affermando, nei punti successivi, che l'indipendenza del Kosovo è avvenuta secondo il Diritto Internazionale perché nessun paese è intervenuto a favorire ciò. Dice inoltre che già dal '99 le autorità di Pristina si erano de facto staccate da Belgrado, dimenticando “l'insignificante” dettaglio che a quell'epoca i Serbi erano già stati cacciati dal Kosovo. É veramente deludente sentire certe affermazioni da parte di una persona che sicuramente conosce la storia balcanica meglio di quanto traspare dalle risposte date durante l'intervista. Cassese sicuramente ricorda cosa è successo nel '99. A seguito dei continui disordini in Kosovo, la Serbia intervenì con mano pesante per ristabilire lo stato di diritto, sicuramente esagerando in alcuni casi, ma gli stessi incresciosi episodi provocati dai militari NATO che adesso vengono definiti “danni collaterali”, venivano classificati come stragi e genocidi se compiuti dai Serbi .
La storia, tuttavia, ci ricorda che a seguito dell'intervento serbo in Kosovo, la NATO iniziò ad effettuare dei “bombardamenti umanitari” con lo scopo di fermare i Serbi e costringerli ad accettare delle proposte di pace indecenti. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU emise la risoluzione 1244 nella quale si ribadiva l'integrità territoriale della Serbia. L'amministrazione ONU sarebbe dovuta essere solo temporanea, in realtà, l'UNMIK prima e l'EULEX in seguito, ha guidato il Kosovo all'indipendenza con il patrocinio degli USA e dell'UE, in aperto contrasto con la risoluzione 1244.

Se i bombardamenti, gli aiuti economici e militari mirati, il supporto politico internazionale non sono in contrasto con quanto detto dal Giudice Cassese, allora vuol dire che le parole, i trattati, i principi giuridici e morali - sui quali si sono regolati i rapporti tra gli Stati - non servono più a nulla. Se si inquadrano le dichiarazioni di Cassese all'interno della situazione che sta attraversando il TPIY in questo momento, forse si può dare a quelle parole un senso compiuto. Bisogna ricordare che Milosevic è morto (in modo alquanto anomalo) senza che il tribunale riuscisse a dimostrarne la colpevolezza, e adesso Seselj si trova sul punto di essere probabilmente liberato perché anche il processo a suo carico si è rivelato un fiasco al punto da essere stato sospeso a tempo indeterminato. Lo stesso processo contro Karadzic vede la formulazione di due soli capi d'accusa - per i crimini di guerra commessi in Bosnia-Erzegovina nel 1992 e per la strage di Srebrenica - mentre il Procuratore ne aveva annunciati sei. I giudici hanno escluso dal capo d'imputazione le accuse di complicità nell'atto di genocidio e di gravi violazioni della Convenzione di Ginevra, e hanno ridotto i casi di crimini di guerra e contro l'umanità di cui è accusato Karadzic, cioè 27 municipalità della Bosnia invece delle originarie 41. Il Tribunale ha respinto altre tre capi di accusa di omicidio presentate dall'accusa, sostenendo che mancavano prove indiziarie sufficienti. Non vi sono dubbi, dunque, che l'andamento dei processi al TPIY mette il rilievo le contraddizioni e le discordanze tra gli stessi giudici, che si trovano a dover protrarre dei processi senza prove e con accuse montate ad hoc, solo perché alcune persone incriminate non possono essere liberate altrimenti ciò dimostrerebbe l'assoluta inutilità del TPI e l'infondatezza delle accuse contro il popolo Serbo. L'inutilità del giudizio di una Corte Internazionale ricorre più volte nelle parole del Cassese, a dimostrazione del fatto che forse egli stesso si rende conto che ormai il Diritto ha ceduto il passo alla Diritto della Forza.

Forse sarebbe ora di cambiare mestiere.... tanto i giudici non servono più.

Rinascita Balcanica