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27 febbraio 2009

La Polonia non riceve conferme da USA sullo scudo, attenzione sui Balcani


Il segretario di stato Usa Hillary Clinton incontra il capo della diplomazia polacca, ma il colloquio durato quasi un'ora non ha dato nessuna conferma circa l'installazione dello scudo antimissilistico in Polonia. Clinton non ha voluto definire quando Washington prenderà una decisione in merito, mentre si fa sempre più reale l'ipotesi che salti anche la nomina del Ministro Sikorski come Segretario Generale della NATO. Allo stesso tempo diventa sempre più viva la questione sulla creazione dello scudo nei Balcani anziché in Polonia, e, dopo il nulla di fatto del capo della diplomazia polacca a Washington, tale ipotesi è ancora più reale.

Non emergono risposte concrete per la Polonia dall'incontro odierno del ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski con il segretario di stato Usa Hillary Clinton. La Clinton nel colloquio durato quasi un'ora non ha dato nessuna conferma circa l'installazione dello scudo antimissilistico in Polonia, limitandosi a ribadito la volontà da parte dell'amministrazione Obama di perseguire obiettivi per un piano di difesa efficace. Tuttavia, non ha voluto definire quando Washington prenderà una decisione in merito allo stazionamento prima temporaneo e poi definitivo della batteria di missili Patriot sul territorio polacco. Il Segretario di Stato ha riferito che " gli Stati Uniti sono interessati a stabilire una proficua collaborazione militare con la Polonia", ma non sono stati presi ancora degli accordi definitivi. Identica segretezza viene mantenuta sull'appoggio, da parte degli Stati Uniti, di una possibile elezione di Sikorski a nuovo Segretario Generale Nato, il quale si è semplicemente limitato a dire che l'elezione della nuovo dirigente non è stato oggetto del colloquio con la Clinton. Il quotidiano tedesco "Sueddeutsche Zeitung" ha però scritto ieri che Washington non è in grado di sostenere il Ministro polacco, poichè gli americani temono che egli non sia gradito a Mosca, e che quindi renderebbe ancor più difficili le relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia.

La notizia più significativa, trapelata da fonti diplomatiche, è che durante l'incontro Sikorski ha chiesto se il Premier polacco Donald Tusk sarà in linea diretta con il Presidente Barack Obama, considerando che la possibilità di chiamare la Casa Bianca in caso di necessità è attualmente una prerogativa solo dei più importanti capi di governo, fra i quali il Premier britannico, il cancelliere tedesco e il Presidente francese. Senza dubbio, tali informazioni non sono trapelate sui media occidentali, che hanno distorto quanto accaduto, dando sempre un'immagine di serenità e toni distesi, che non gettino ombre sulle "ottime" relazioni tra Washington e i Paesi dell'Europa centro-orientale. Allo stesso tempo, diventa sempre più viva la questione sulla creazione di uno scudo missilistico nei Balcani anziché in Polonia, e - dopo il nulla di fatto del capo della diplomazia estera polacca a Washington - sorge anche il dubbio se il Primo Ministro polacco avrà una linea diretta con il Presidente americano, così come altri grandi Premier nel mondo. Ciò che può aver spinto i Polacchi a chiedere una definitiva conferma, può essere stato proprio il chiaro sentore che gli accordi di Washington presi in passato possano cambiare. Anche perché cominciano ad essere sempre più accreditati i pareri degli esperti secondo i quali non sarà facile dimostrare l'efficacia della strumentazione dello scudo al 100%, mentre lo stesso Obama ha dichiarato che ha bisogno di verificare bene la fattibilità del progetto, in quanto condizione necessaria per la realizzazione dovrà essere la dimostrazione della sua efficacia ed efficienza.

È invece chiaro che la credibilità degli americani è diminuita notevolmente, sopratutto con la reggenza del Dipartimento di Stato da parte di Hillary Clinton, la cui campagna elettorale ha messo in evidenza i tanti punti oscuri della diplomazia americana, fatta anche e soprattutto di superficialità, di falsità e manipolazione. In questi anni abbiamo avuto conferma che, della parola degli americani, non si può avere fiducia, perché non esiste una chiara linea diplomatica che viene seguita: lo ha dimostrato l'Iraq, l'Afghanistan, la Jugoslavia. Stati i cui Governi sono stati spalleggiati e finanziati, per poi essere dimenticati, mentre gli accordi presi sono stati sommersi con una campagna militare massiccia. Oggi si rischia di commettere lo stesso errore, in quanto l'attuale amministrazione Obama preannuncia una politica estera che avrà un legame, senza soluzione di continuità, con l'ex amministrazione Clinton. Ritorna infatti l'ex first lady, minacciata da fantomatici cecchini a Tuzla nel 1995, ma anche Richard Holbrooke che, dopo aver fatto parlare di sé per l'accordo con Radovan Karadzic, viene proposto come inviato per l'Afghanistan. La stessa propaganda di "militarizzazione" e di blindatura di Polonia e Repubblica Ceca attraverso uno scudo missilistico, si sta sfaldando lentamente per spostare la propria attenzione sui nuovi punti strategici, con i quali si gioca la spartizione delle zone di influenza. Così, mentre Obama dirà ai cittadini americani ed europei che lo scudo missilistico non si farà per dare priorità ad altri progetti più utili, le vecchie volpi dei Balcani concluderanno nuovi accordi per creare nuove basi militari tra l'Albania e il Kosovo. Il focus si sposterà gradualmente nel Mediterraneo, e così sulle coste della Turchia, dei Balcani Occidentali, del Mar Nero e del Mar Caspio, sino a spingersi nel cuore del Caucaso e ancora una volta del Medioriente.