Le forti pressioni da parte della Russia per annullare la costruzione di un sistema d'intercettazione dei missili balistici (ABM) a ridosso dei confini del suo territorio, potrebbero decretare il trasferimento del progetto all’interno di un altro Paese. Gli Stati Uniti potrebbero infatti istallare gli intercettori all’interno del Mediterraneo, e come possibile base viene considerata l`Albania, assieme a Turchia, Bulgaria e Romania . Tale ipotesi - non così azzardata come si possa pensare - è stata avanzata dal quotidiano "International Herald Tribune", affermando che Albania, Turchia, Bulgaria e Romania potranno costituire "la striscia di sicurezza", dove installare il sistema di difesa missilistica, come " risposta alla minaccia nucleare dell`Iran". Come rilevato anche dal quotidiano britannico "The Guardian" , per ammorbidire la rabbia di Mosca sarà rimandata l`adesione dell'Ucraina e della Georgia nella NATO, e lo stesso piano dell`amministrazione di Bush per la difesa missilistica in Polonia e nella Repubblica Ceca, definito come "una perdita di tempo che deve essere abbandonata al più presto". Una tesi che potrebbe far parte della nuova politica del Presidente Barack Obama, che rinuncerà ad istallare l’ABM su Polonia e Repubblica Ceca, scegliendo un’altra regione europea che non costituisca motivo di preoccupazione per la Russia. In tale ottica, l’Albania sembra essere la più quotata, per il suo chiaro atteggiamento pro-americano senza riserve, ma anche per la sua posizione strategica all’interno del Mediterraneo.
La scelta dell’Albania come Paese destinatario di questo tipo di progetto è avvalorato anche dall’avvicinamento tra i due blocchi del passato, che renderebbe i Balcani una terra di confine quasi neutrale. In questa regione confluiscono rotte commerciali ed energetiche di interesse per entrambe le parti, tale che è in queste terre che continuerà ad oltranza lo scontro tra Russia ed Occidente per la conquista del Mediterraneo. Uno scontro che coinvolge anche l’Italia e il Caucaso, essendo entrambe delle basi militari per eccellenza. Tuttavia, rappresenta sempre un confronto che viaggia sul filo del rasoio, fatto di guerre silenziose e compromessi diplomatici che stanno cambiando la configurazione delle zone di influenza e, di conseguenza, anche delle organizzazioni internazionali che detengono il potere. L’Alleanza del Nord Atlantico (NATO) è la prima che verrà riformata all’indomani del cambiamento delle zone di influenza. Questo l’esito della Conferenza della sicurezza tenutasi a Monaco, durante la quale è lo stesso Segretario Generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer, ad affermare che "l'Occidente deve rafforzare le sue relazioni con la Russia", così come "Stati Uniti ed Europa" devono raggiungere un nuovo equilibrio. "Tutte le parti devono essere disposte al compromesso", afferma Scheffer, mentre per il presidente francese Nicolas Sarkozy " la Russia non è una minaccia per l'Unione europea e l'Alleanza atlantica", definendo così anacronistico che l’Europa tema un’aggressione militare da parte di Mosca. Allo stesso modo, il Presidente Dmitri Medvedev ha proposto la discussione di un nuovo quadro della sicurezza, in cui siano rimessi in discussione anche gli antichi ruoli attribuiti dall’eredità della seconda guerra mondiale.
Lo scenario della sicurezza è destinato ad essere stravolto, perché oggi è diverso il ruolo che ha ogni singolo Stato, ogni regione e ogni ente sovranazionale, proprio perché l’economia, cambiando, ha dato un nuovo volto alla politica. La crisi economica globale è stata un semplice pretesto per ricreare delle zone di influenza economica, che non saranno tracciate più dalle etnie ma dalla distribuzione della ricchezza. Allo stesso modo, la paura della recessione è un modo per coinvolgere quanti più Stati possibili ad accettare prestiti e linee di credito delle organizzazioni finanziarie internazionali, indebitando di nuovo le economie per far partire la macchina pianificata con Bretton Woods. In un certo senso stiamo combattendo una Guerra fredda diversa. I russi hanno già lanciato il loro sistema, ed è il premier Russo Vladimir Putin ad aver mosso le pedine, e questa volta non saranno missili, né carri armati, ma le armi di una "guerra invisibile", ossia i software più avanzati che permettono di agire all'interno della rete senza lasciare traccia. Ad esempio, Putin ha già detto che la Russia ha bisogno delle sue agenzie di rating, in quanto quelle occidentali non sono più capaci di comprendere "le specificità del mercato russo". "Ovviamente siamo interessati ad avere delle agenzie nazionali di rating che siano capaci di tenere in considerazione in maniera completa le specificità del mercato russo nel loro rating e che offrano qualità e termini accettabili non solo per le grandi compagnie ma anche per le imprese di media grandezza", ha dichiarato Putin, spiegando che la procedura di accreditamento dovrà essere "volontaria, trasparente e il più semplice possibile".
Oggi esistono le zone di influenza transnazionali, un nuovo sistema di rete internet e nuove società di rating: tutto questo viene dalla Russia, che sta usando una forza invisibile, operazioni clandestine economiche, per dare alla propria economia, e quella degli Stati correlati, un nuovo sistema. Tramite agenti commerciali che si nascondono dietro le strutture delle camere di commercio, vengono create nuove finanziarie, mentre i collegamenti con società di Voip sono diventate delle vere basi clandestine economiche. Il tutto viene gestito attraverso protocolli non accessibili alla rete normale. Ed è proprio grazie a tali schemi invisibili che i russi stanno prendendo sempre maggiori posizioni all’interno dei Balcani. Finanziano tutti i partiti di opposizione, i piccoli crepuscoli, creando delle false diaspore all’interno delle quali far confluire denaro, come donazioni, tramite operazioni di rating , che poi sono operazioni di riciclaggio di denaro. Dunque, da oggi in poi, lo scenario politico nei Balcani sarà sempre più instabile, trascinato da una parte dalla falsa riga della crisi economica, e dunque dell’indebitamento dei confronti del FMI e della Banca Mondiale, e dall’altra dall’avanzata russa. Non bisogna dunque cadere nel solito errore di credere nella propaganda della recessione globale e della "guerra fredda" dei blocchi, perché si rischia di perdersi lo spettacolo della vera guerra.