È stato decretato lunedì in California lo stato d'allerta per la scarsezza di elettricità, dopo un blackout di tre giorni, rischiando di far salire la domanda a livelli record. Si tratta di un allarme di secondo livello che obbliga gli utenti a diminuire il consumo di energia dopo che gli inviti alla riduzione dei consumi non sono bastati a non sovraccaricare la rete. Tale evento segnala una crisi energetica in atto da tempo annunciata, e che ora tuttavia sta peggiorando, non tanto per la crisi mediorientale, come si vuole far intendere, quanto per il fallimento del sistema capitalistico statunitense, molto parassitario. L'America oggi rischia una vera rivoluzione civile se l'energia mancherà nelle case e nelle imprese, che già soffrono la recessione economica, l'indebitamento e l'alta inflazione. Questa scintilla potrebbe estendersi fino al punto di portare ad una crisi della liquidità, con file interminabili dinanzi agli sportelli bancari per ritirare titoli e bond, e gonfiare il portafoglio dei poveri consumatori americani.
Quello statunitense è uno Stato allo sbando, è un giocatore che come una malattia chiede credito per poter continuare a giocare alla roulette e recuperare quanto ha perso, per questo è una minaccia per l'intero pianeta. Nessuno ormai gli fa credito, persino il Giappone, perché a causa della sua politica monetaria rischia il fallimento quanto l'America, e gli stessi cittadini americani che si rifiutano di comprare debito pubblico statunitense, nonostante gli appelli all'ottimismo di Bush e di Bernanke .
Le borse asiatiche sono infatti in deciso ribasso, proprio perché se il dollaro dovesse crollare i primi paesi a trascinare con sé sarebbero proprio i paesi dell'Estremo Oriente. Queste economie sono agganciate al dollaro, perché le loro bilance commerciali sono in attivo, grazie all'avanzo di esportazioni, e sono ricche di dollari. Se il dollaro dovesse perdere quota, anche la loro economia perderebbe valore a causa della svalutazione delle partite correnti dello Stato, tale da scoraggiare gli investimenti e spingere gli investitori a liquidare i fondi e i titoli. A parte le speculazioni, che non mancano mai, il crollo del dollaro causerebbe sicuramente un crollo delle borse asiatiche, e il loro ribasso è un primo campanello di allarme della disfatta dell'America. A questo punto occorre aspettare e vedere se questa è una tendenza o se si stabilizza intorno ad un calo patologico- Ciò potrebbe nuocere anche alla Cina, che essendo un'economia in continua crescita, non ha avuto la possibilità di diversificare le sue valute, detenendo più euro e meno dollari, come invece hanno fatto i Principi arabi. La Cina probabilmente non venderà mai sul mercato i suoi titoli in dollari, perché oltre a far cadere l'America danneggerebbe anche sé stessa. Ha bisogno più di ogni altra cosa di energia, e per tale motivo si affianca alla Russia in ogni sua decisione, nei cui confronti è fortemente dipendente come per l'Iran. America e Cina non si faranno mai la guerra in maniera diretta, non conviene a nessuna delle due perché questo significherebbe sono dilaniarsi a vicenda senza soluzione.
L'unico protagonista forte, quasi irriducibile, è la Russia che nel silenzio ha ricostruito la sua forza facendo leva sul maggior punto debole delle economie occidentali e orientali in questa congiuntura di transizione, che precede l'avvento della fusione nucleare: il gas. La Russia vuole il mercato europeo e cinese, e per averli deve controllare il Mediterraneo, il Medioriente e l'Iran. Ha improvvisamente deciso di sostenere l'Iran nella sua crociata del diritto alla produzione del nucleare, ed ora monitora la situazione tenendo a ricordare all'Europa che l'Ucraina soffre se in Siberia comincia a fare molto freddo. Questa situazione ricorda molto quanto è accaduto in Kossovo, mentre questo tentava di ottenere una proposta di referendum per l'indipendenza, in occasione della venuta dei Rockfeller nei balcani per minacciare e convincere la Serbia di un necessario sacrificio del Montenegro. La Russia a tale provocazione rispose che nessuno avrebbe violato quei territori, altrimenti avrebbe chiuso i rubinetti del gas e li avrebbe lasciati a buio.
Gli americani ora vogliono controllare l'Iran perchè tramite di esso possono controllare la Cina, che è la sola che può sostenere o può deprimere l'economia americana con le sue merci e i suoi Bond denominati in dollari. Il problema è che l'America non ha più i mezzi per fare una guerra, non ha più uomini disposti a morire "per la patria" perché il popolo statunitense è stanco delle eterne guerre al terrorismo che, nonostante i grandi artefizi mediatici, non convincono più, perché la povertà comincia ad essere davvero patologica e diffusa. Per tale motivo sfrutta il conflitto in Palestina, perché allo stato attuale Israeliani e musulmani sono gli unici popoli che vogliono ancora la guerra. L'uno rivendica un diritto all'esistenza che l'Inghilterra e il Barone Rothschild gli avevano promesso, l'altro difende una terra che gli è sempre appartenuta, ma entrambi reclamano 50 anni di storia negata. Finanzia e controlla le basi tattiche di Israele, chiede a gran voce l'intervento delle forse internazionali, e dato che in seno all'Onu la Russia ha fatto ostruzionismo, si è rivolta alla Nato. Aznar ha infatti pubblicamente dichiarato che, se verrà richiesto da Israele, facente parte del patto atlantico, la Nato presterà il suo appoggio per attaccare il Libano. Ormai vogliono la guerra a tutti i costi, e dato che nessun consenso popolare acconsentirà ad un intervento militare offensivo, si ricorre ai Contractors della NATO.
Questa non è una guerra di religione, ma una guerra politica e economica, che porterà alla globalizzazione e al controllo di fatto di quella ragione. Ciò che combattono non è il terrorismo, dato che ormai gli unici combattenti sono gli Ezbollah che non sono altro che una setta, un movimento fondamentalista controllato dai dittatori arabi, che sono direttamente pagati dai governi occidentali. Il fondamentalismo musulmano è ora anch'esso un'arma che si rivolta contro le stesse popolazioni arabe, perché porta a negare quanto un popolo ora sta soffrendo, mentre i Principi Sauditi continuano a costruire lussuosi alberghi a Dubai. Sfruttano il malessere e la profonda sofferenza di questi popoli, la cui rabbia viene continuamente fomentata dalle guerre, condotte nell'esclusivo interesso interesse delle lobbies, e sanno bene che basta poco per far sollevare questi popoli e farli gridare alla Jihad. In 50 mila hanno reclamato un "visto" nelle piazze algerine, mentre il loro Presidente viene colto in flagrante con i dollari in tasca.
Hanno da tempo tollerato l'ascesa al potere in Iran di un Presidente suicida, ben sapendo che la sua personalità è adatta a fomentare odi e rancori.
Se da un lato vediamo schierati America, Israele e Nato, dall'altro vi saranno sicuramente schierati la Russia e i Paesi arabi, ai quali si aggiunge anche l'Europa. La Comunità Europea, nonostante questo continuo barcamenarsi diplomatico, sta conducendo una campagna mediatica in favore dei popoli musulmani, anche perché saranno loro gli Stati che pagheranno i debiti della guerra e del sistema energetico e obsoleto. La Russia vuole l'Europa, questa invece vuole il gas e vuole espandere i propri confini verso l'est europeo e nel mediterraneo, sino a raggiungere il cuore della mesopotamia, creando innanzitutto una Banca per queste aree di libero scambio.
Il gioco delle lobbies viene poi perfettamente tenuto dai politici europei, che sanno benissimo, da un po' di tempo a questa parte, che i loro conti correnti esteri, nei quali sono confluiti illeciti trasferimento di denaro, sono tutti tracciati, nulla può sfuggire al sistema di Clearstream e di Swift. Probabilmente non vi sarà alcun conflitto mondiale e nucleare, vi sarà invecela guerra della liberalizzazione, dei blackout energetici, della globalizzazione che porta CocaCola e McDonald nelle città arabe, che spinge ad adottare una nuova moneta, mentre l'oro viene rubato. Forse questo è uno scenario un po' drammatico, e il potere invisibile della Borsa Globale, delle Telecomunicazioni e dei nuovi magnati, che sulle macerie costruiranno il suo Nuovo Ordine Mondiale.
Quello statunitense è uno Stato allo sbando, è un giocatore che come una malattia chiede credito per poter continuare a giocare alla roulette e recuperare quanto ha perso, per questo è una minaccia per l'intero pianeta. Nessuno ormai gli fa credito, persino il Giappone, perché a causa della sua politica monetaria rischia il fallimento quanto l'America, e gli stessi cittadini americani che si rifiutano di comprare debito pubblico statunitense, nonostante gli appelli all'ottimismo di Bush e di Bernanke .
Le borse asiatiche sono infatti in deciso ribasso, proprio perché se il dollaro dovesse crollare i primi paesi a trascinare con sé sarebbero proprio i paesi dell'Estremo Oriente. Queste economie sono agganciate al dollaro, perché le loro bilance commerciali sono in attivo, grazie all'avanzo di esportazioni, e sono ricche di dollari. Se il dollaro dovesse perdere quota, anche la loro economia perderebbe valore a causa della svalutazione delle partite correnti dello Stato, tale da scoraggiare gli investimenti e spingere gli investitori a liquidare i fondi e i titoli. A parte le speculazioni, che non mancano mai, il crollo del dollaro causerebbe sicuramente un crollo delle borse asiatiche, e il loro ribasso è un primo campanello di allarme della disfatta dell'America. A questo punto occorre aspettare e vedere se questa è una tendenza o se si stabilizza intorno ad un calo patologico- Ciò potrebbe nuocere anche alla Cina, che essendo un'economia in continua crescita, non ha avuto la possibilità di diversificare le sue valute, detenendo più euro e meno dollari, come invece hanno fatto i Principi arabi. La Cina probabilmente non venderà mai sul mercato i suoi titoli in dollari, perché oltre a far cadere l'America danneggerebbe anche sé stessa. Ha bisogno più di ogni altra cosa di energia, e per tale motivo si affianca alla Russia in ogni sua decisione, nei cui confronti è fortemente dipendente come per l'Iran. America e Cina non si faranno mai la guerra in maniera diretta, non conviene a nessuna delle due perché questo significherebbe sono dilaniarsi a vicenda senza soluzione.
L'unico protagonista forte, quasi irriducibile, è la Russia che nel silenzio ha ricostruito la sua forza facendo leva sul maggior punto debole delle economie occidentali e orientali in questa congiuntura di transizione, che precede l'avvento della fusione nucleare: il gas. La Russia vuole il mercato europeo e cinese, e per averli deve controllare il Mediterraneo, il Medioriente e l'Iran. Ha improvvisamente deciso di sostenere l'Iran nella sua crociata del diritto alla produzione del nucleare, ed ora monitora la situazione tenendo a ricordare all'Europa che l'Ucraina soffre se in Siberia comincia a fare molto freddo. Questa situazione ricorda molto quanto è accaduto in Kossovo, mentre questo tentava di ottenere una proposta di referendum per l'indipendenza, in occasione della venuta dei Rockfeller nei balcani per minacciare e convincere la Serbia di un necessario sacrificio del Montenegro. La Russia a tale provocazione rispose che nessuno avrebbe violato quei territori, altrimenti avrebbe chiuso i rubinetti del gas e li avrebbe lasciati a buio.
Gli americani ora vogliono controllare l'Iran perchè tramite di esso possono controllare la Cina, che è la sola che può sostenere o può deprimere l'economia americana con le sue merci e i suoi Bond denominati in dollari. Il problema è che l'America non ha più i mezzi per fare una guerra, non ha più uomini disposti a morire "per la patria" perché il popolo statunitense è stanco delle eterne guerre al terrorismo che, nonostante i grandi artefizi mediatici, non convincono più, perché la povertà comincia ad essere davvero patologica e diffusa. Per tale motivo sfrutta il conflitto in Palestina, perché allo stato attuale Israeliani e musulmani sono gli unici popoli che vogliono ancora la guerra. L'uno rivendica un diritto all'esistenza che l'Inghilterra e il Barone Rothschild gli avevano promesso, l'altro difende una terra che gli è sempre appartenuta, ma entrambi reclamano 50 anni di storia negata. Finanzia e controlla le basi tattiche di Israele, chiede a gran voce l'intervento delle forse internazionali, e dato che in seno all'Onu la Russia ha fatto ostruzionismo, si è rivolta alla Nato. Aznar ha infatti pubblicamente dichiarato che, se verrà richiesto da Israele, facente parte del patto atlantico, la Nato presterà il suo appoggio per attaccare il Libano. Ormai vogliono la guerra a tutti i costi, e dato che nessun consenso popolare acconsentirà ad un intervento militare offensivo, si ricorre ai Contractors della NATO.
Questa non è una guerra di religione, ma una guerra politica e economica, che porterà alla globalizzazione e al controllo di fatto di quella ragione. Ciò che combattono non è il terrorismo, dato che ormai gli unici combattenti sono gli Ezbollah che non sono altro che una setta, un movimento fondamentalista controllato dai dittatori arabi, che sono direttamente pagati dai governi occidentali. Il fondamentalismo musulmano è ora anch'esso un'arma che si rivolta contro le stesse popolazioni arabe, perché porta a negare quanto un popolo ora sta soffrendo, mentre i Principi Sauditi continuano a costruire lussuosi alberghi a Dubai. Sfruttano il malessere e la profonda sofferenza di questi popoli, la cui rabbia viene continuamente fomentata dalle guerre, condotte nell'esclusivo interesso interesse delle lobbies, e sanno bene che basta poco per far sollevare questi popoli e farli gridare alla Jihad. In 50 mila hanno reclamato un "visto" nelle piazze algerine, mentre il loro Presidente viene colto in flagrante con i dollari in tasca.
Hanno da tempo tollerato l'ascesa al potere in Iran di un Presidente suicida, ben sapendo che la sua personalità è adatta a fomentare odi e rancori.
Se da un lato vediamo schierati America, Israele e Nato, dall'altro vi saranno sicuramente schierati la Russia e i Paesi arabi, ai quali si aggiunge anche l'Europa. La Comunità Europea, nonostante questo continuo barcamenarsi diplomatico, sta conducendo una campagna mediatica in favore dei popoli musulmani, anche perché saranno loro gli Stati che pagheranno i debiti della guerra e del sistema energetico e obsoleto. La Russia vuole l'Europa, questa invece vuole il gas e vuole espandere i propri confini verso l'est europeo e nel mediterraneo, sino a raggiungere il cuore della mesopotamia, creando innanzitutto una Banca per queste aree di libero scambio.
Il gioco delle lobbies viene poi perfettamente tenuto dai politici europei, che sanno benissimo, da un po' di tempo a questa parte, che i loro conti correnti esteri, nei quali sono confluiti illeciti trasferimento di denaro, sono tutti tracciati, nulla può sfuggire al sistema di Clearstream e di Swift. Probabilmente non vi sarà alcun conflitto mondiale e nucleare, vi sarà invecela guerra della liberalizzazione, dei blackout energetici, della globalizzazione che porta CocaCola e McDonald nelle città arabe, che spinge ad adottare una nuova moneta, mentre l'oro viene rubato. Forse questo è uno scenario un po' drammatico, e il potere invisibile della Borsa Globale, delle Telecomunicazioni e dei nuovi magnati, che sulle macerie costruiranno il suo Nuovo Ordine Mondiale.