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Una base aerea in Romania (la Mihail Kogalniceanu) e due in Bulgaria (Bezmer e Graf Ignatievo), poste dai due Stati al servizio di Washington, serviranno all'aviazione americana quali possibili aree militari di attacco contro le istallazioni civili, nucleari e petrolifere, dell'Iran.
L'attacco potrebbe avvenire nel prossimo aprile 2007, come ipotizza il britannico Sunday Herald, citando notizie veicolate dall'agenzia Novinite.com di Sofia e riprese da un quotidiano arabo di lingua inglese, l’Arab Times.
L'imminenza di un tale attacco sarebbe stata confermata, secondo la pubblicazione britannica, da "una fonte ufficiale americana".
D’altra parte anche qui a Bucarest si nota una certa accelerazione delle politiche di servaggio atlantico e di annullamento della propria sovranità nazionale. Sui quotidiani rumeni, si legge anche oggi tra le righe - nei commenti alla famosa lettera dei “sei ambasciatori” (romeno incluso) al governo di Roma per una conferma dell’impegno in Afghanistan - che gli stessi movimenti di truppa ordinati dal presidente Usa George W. Bush potrebbero essere non tanto una semplice diversione, quanto una vera e propria preparazione di un attacco contro l'Iran. In appoggio a queste speculazioni sono citate le notizie sui rafforzamenti e dispiegamenti delle truppe americane nel mondo. Tra l’altro, in Bulgaria si parla di già iniziato assemblaggio degli hangar e dei serbatoi di combustibile per i bombardieri, in concomitanza con l’arrivo dei primi 3000 militari americani attesi alla fine di marzo nelle basi messe a disposizione degli statunitensi secondo l'accordo firmato tra Washington e Sofia lo scorso anno.
Anche in Romania, intanto, alla base Mihail Kogalniceanu sono in pieno sviluppo lavori di estensione del complesso militare, per un controvalore di circa quattro milioni euro. L’impegno massimo si avrà tra l’ 11marzo e il 10 aprile, quando la pista di atterraggio sarà modernizzata e l'aeroporto internazionale Mihail Kogalniceanu verrà chiuso temporaneamente. Il direttore del aeroporto, Corneliu Balan, si è rifiutato di confermare all'agenzia romena Mediafax qualsiasi collegamento tra i lavori e la presenza militare americana. Ma il collegamento emerge dall’ accordo romeno-americano del dicembre 2005 secondo il quale 1500 militari americani arriveranno in Romania entro il 2008. I militari, come in Bulgaria, devono essere addestrati e pronti a impegni (aggressivi) rapidi in qualsiasi zona di conflitto è il più probabile dispiegamento – neanche a sottolinearlo - è nel Vicino Oriente. Verranno usate le istallazioni militari di Babadag, Mardan e Cincu e, nello stesso tempo, all'aeroporto Kogalniceanu dovranno essere custoditi gli aerei caccia americani e dovrà venire alloggiato il personale militare della US Air Force. Questi sono solo alcuni dei tanti movimenti decisi dal Pentagono e riferiti dalla stampa locale dopo il servizio del Sunday Herald. Lo stesso giornale inglese, si badi bene, aveva indicato che la "Romania, l'altro paese dalla riva del Mar Nero che ospita una base americana (...) è un elemento vitale nello scenario del attacco all’ Iran". In base a questo scenario, l'altro braccio della tenaglia chi gli atlantici vorrebbero stringere intorno al Iran era stato completato dall’annuncio di Bush riguardante lo spostamento nel Golfo Persico della portaerei americana USS John Stennis (con otto squadriglie aeree a bordo e accompagnato da 7 incrociatori e fregate, affiancati da due sottomarini). Non è peraltro un caso che per la prima volta dal febbraio 2003, nelle acque internazionali prossime all’Iran si trovino due gruppi navali guidati da portaerei (l’altra è la USS Dwight Eisenhower). Gli effettivi statunitensi nel Golfo sono intanto cresciuti di altre 16.000 unità e Teheran sa che si tratta di una minaccia contro la propria sovranità nazionale. Non a caso la settimana scorsa le televisioni iraniane hanno trasmesso immagini con una portaerei americana, le prime mai catturate da un aereo spia di fabbricazione iraniana.