La Etleboro incontra Federico Lippi, ex funzionario dell'Istituto Mobiliare Italiano,ed esperto di tecnica bancaria, avendo seguito per più di 25 anni le procedure per il finanziamento delle piccole e medie imprese. Federico Lippi svolge oggi un'attività di consulenza legale e finanziaria nelle cause contro le pratiche di usura e anatocismo delle Banche nei confronti dei singoli individui e delle imprese. Sulla base della sua esperienza ha così costruito un software, il CheckBanck, che consente di monitorare il corretto funzionamento dei conti correnti bancari, di ogni tipologia di credito prevista dalla L. 108/96, evidenziando così le distorsioni nelle pratiche delle Banche.
D: Cosa le ha insegnato la sua esperienza all'IMI?
D: Cosa intende lei per strutture invisibili?
D: Qual è la situazione economica italiana secondo lei?
D: Secondo lei ci avviamo dunque alla recessione?
R: Secondo me ci stiamo avviando verso la deflazione, che è molto più pericolosa perché va a svalutare la forza lavoro e le materie prime. Ciò che potrebbe innescare questo shock è la bolla immobiliare, ma in Italia non arriverà per colpa di ciò che accade in America. Occorre conoscere infatti la storia economica del Settore del Credito, e sapere che intorno agli anni '70 le Banche investivano molto nel settore immobiliare, in quanto avevano comunque la sicurezza della riserva aurea dello Stato garantita sino a quegli anni. Poi hanno scoperto che era più vantaggioso investire nelle grandi società, come Alitalia, Cirio, Parmalat, Danone, e così dismettendo le partecipazioni immobiliari hanno finanziato le società a partecipazione pubblica. Il settore azionario rispose bene a questa operazione, e così decisero di speculare sulle azioni delle società che loro stesse avevano finanziato. Hanno comprato in massa tutte le azioni delle società portando al rialzo i prezzi, e poi le hanno rivendute lucrando così sulla differenza. Poi le leggi sulla cartolarizzazione, che hanno permesso alle Banche di vendere i loro crediti in sofferenza, e quelle che hanno dato potere alle Banche di compravendere le azioni di diverse società anche se concorrenti tra di loro, hanno consentito loro poi di rimettere tutti i loro debiti al pubblico. Finita la loro tornata di alta finanza hanno rivoluto indietro le loro proprietà immobiliari, portando al fallimento le imprese solo per riprendere possesso degli immobili, tra case e stabilimenti. Ora non ci resta che dire: lasciamo pure che questo serpente si mangi anche la testa.
D: Qual è oggi la tendenza del settore bancario?
R: Nella corsa alla Banca Universale, le Banche di un certo tenore si sono accorpate per creare delle strutture grandi e con dei giochi di bilancio sono riusciti ad accorpare sistematicamente le altre piccole Banche . Oggi si teme che da queste operazioni di fusione si possa giungere a quella che è la Banca Universale: ecco cos'è questo serpente che si mangia la coda.
D: Lei pensa che i database siano un pericolo per la società?
R: I database sono una minaccia, e a mio parere non hanno neanche motivo di esistere, soprattutto quelli bancari: non sono umanamente concepibili. Oggi se non pago il mio debito, vengo iscritto alla Centrale Rischi (CRIF) e il mio nome sarà schedato anche se ho pagato il mio debito e se ho ottenuto una sentenza passata in giudicato a me favorevole. Una Banca può così iscrivere il mio nome anche solo per indurmi al fallimento e prendermi la casa. Alla fine le Banche possono essere insolventi ed evasori ed avere sempre dignità e prestigio, mentre il piccolo imprenditore sarà perseguito a vita. A questo punto credo che non sono i politici ad andare contro lo Stato o contro i magistrati, ma sono le Banche che vogliono mettersi al di sopra degli Stati. Oggi esistono, tra l'altro, molti database come il CRIBIT, il CTC, EXPERIAN, EXCELL, ognuno collegato all'altro ma tutti che confluiscono nella centrale rischi CRIF.
D: Dott. Lippi, perché lei ha creato questo programma per monitorare i conti correnti bancari?
R: Sono fermamente convinto che ogni giorno il cittadino e le imprese restano vittime inconsapevoli di una serie di abusi da parte delle Banche, che violano sistematicamente le leggi dello Stato e del codice civile. Usano un linguaggio contorto e difficile, con continui rimandi ad altre leggi, che non vengono mai riportate o spiegate, impedendo a chi legge di capire le clausole contrattuali: il sistema giuridico italiano ha più di 400 000 leggi, e non basterebbe una vita a conoscerle tutte. Tuttavia le Banche continuano a scrivere dei contratti con clausole vessatorie, e una volta che l'impresa o il cittadino le firma è obbligato ha rispettarle, e a veder violata la sua privacy senza alcun limite. Il principio che "la legge non ammette ignoranza" non è valido, perché nella Costituzione leggiamo che la legge non produce effetti nei confronti dei cittadini che non sono stati messi nelle condizioni di conoscere la legge e di capire a cosa vanno incontro: questa norma è stata stravolta e oggi con una semplice firma il cittadino perde ogni diritto. Le violazioni dunque sono tantissime e l'impresa o il cittadino non ha il tempo di studiare tutte le leggi, né di controllare la giusta applicazione per prevenire le truffe e l'usura. Per tale motivo ho creato un programma basato sulle leggi e le formule finanziarie che le Banche dovrebbero applicare e non fanno. Stiamo ottenendo così degli ottimi risultati, perchè è divenuto un valido strumento per produrre delle prove schiaccianti nelle cause contro l'anatocismo e l'usura: ormai il Checkbank è noto nel Transatlantico come il programma ammazzabanche.
D: Crede che il progetto della Tela di Etleboro riesca ad aiutare le imprese a combattere la disinfomazione e questo crimine invisibile?
R: Certo, in quanto questa iniziativa permette alle imprese di essere supportate da una struttura informata e ferrata in tutte le problematiche inerenti le loro attività comprendendo anche i rapporti spesso pericolosi con il settore del credito, senza sottacere la importanza di farle lavorare unite , mettendole in condizione di interagire tra loro, senza sovrastrutture anche burocratiche allo scopo di ottimizzare i prezzi e permettere ai piccoli e medi imprenditori di riacquistare la loro funzione e titolarità di motore principale della economia del Paese.