Se l'Onu non ha potuto esprimere il proprio consenso di fronte alla problematica della interpellanza di quindici marinai britannici arrestati dall'Iran, la Unione Europea si è espressa in maniera chiara e diretta sull'obbligo in capo all'Iran di liberare i marines. I 27 ministri degli affari esteri riuniti a Brema, hanno rilasciato la loro dichiarazione di solidarietà alla Gran Bretagna stimando così che i soldati britannici erano stati arrestati nelle acque irachene, e non iraniane come afferma Tehran. Ecco un'ulteriore decisione della Unione Europea che anticipa in qualche modo in verdetto dell'Onu, pronunciandosi proprio come un'entità politica nonostante non possa avere questa qualificazione, poiché alcuni degli Stati componenti l'Unione ha bocciato il progetto di Costituzione Europea.
Il governo iraniano "protesta perciò, fermamente contro questo atto illegale", sottolineando la "responsabilità del governo britannico nelle conseguenze delle tali violazioni". Molto probabilmente l'arresto dei soldati britannici è stato in un certo senso provocato, per indurre in una trappola Teheran che, vedendo dei Marines Britannici violare le acque territoriali, non avrebbero certo aspettato un'infiltrazione dell'esterno e per tale motivo avrebbe subito arrestato i soldati, non avendo altra scelta. I Marines si saranno probabilmente spinti troppo in una zona altamente controllata da satelliti e radar, per provocare la reazione di Teheran e costringerli ad arrestare.
l rapimento dei soldati britannici si è trasformato così in un fenomeno mediatico alimentato da una parte, dallo stesso regime iraniano che cerca di spuntare le migliori condizioni presso l'Onu, e dall'altra dai media occidentali che si scandalizzano al punto da minacciare un intervento armato se non vi sarà l'immediato e incondizionato rilascio.
Per gli interessi che concentra nel suo territorio, e rispetto anche agli Stati del Medioriente, l'Iran non può cadere sotto il controllo dell'America, deve conservare una sua indipendenza per non nuocere anche lo stesso equilibrio mondiale. Per la Russia, l'Iran rappresenta una fonte di potere più che di risorse, in quanto rientra pur sempre nei suoi progetti per costruire la Borsa del petrolio e la Banca che ha nel gas il suo principale controvalore.
Per tale motivo la Russia non resterà ferma a guardare mentre all'interno del golfo avanzano i sottomarini e le navi guerra britannici, mentre gli Americani dispongono a poche miglia della costa iraniana un arsenale da combattimento che può sostenere una guerra di mesi.
Le operazioni e i movimenti degli eserciti adesso in corso permettono di preparare un intervento militare dal limitato impiego di forze ma in grado di distruggere uno Stato e compromettere le infrastrutture in maniera irreparabile, per poi finire di stremare la popolazione con l'embargo bancario che non permette di vendere sul mercato le proprie risorse per ottenere altre risorse in cambio. Ci aspettiamo di assistere, in caso di attacco, ad una guerra molto simile a quella del Libano, che ha distrutto il Paese ma non ha invaso come l'Iraq, non ha chiesto l'intervento di eserciti, ma ha garantito l'indebolimento del popolo Libanese che ha dovuto accettare, non avendo altra alternativa, l'offerta di ricostruzione della Comunità Internazionale.
Allora, infatti, sono state colpite le infrastrutture, i porti e le strutture per lo stoccaggio del petrolio, senza che un esercito di carrarmati abbia solcato le strade del Libano.
L'America non può entrare nell'Iran, non ha le forze militari sufficienti a battere un territorio vasto e ostico come quello Iraniano, ma può colpirlo nei suoi punti più vitali per stremarlo, più di quanto non lo sia già.
Esiste già un pericolo per l'Iran, come denunciato apertamente del governo di Teheran che ha accusato l'AEIA di aver permesso ripetutamente la fuga di informazioni riservate sugli impianti del nucleare, mettendo così in pericolo la sicurezza del paese. L'Iran per questo teme un attacco da parte di Israele o dell'America, e respinge le pressioni dell'Onu di aprire ulteriormente gli stabilimenti agli ispettori e alle telecamere volte al monitoraggio costante delle attività di arricchimento dell'uranio nelle ubicazioni sotterranee di Natanz. Si tratta di impianti ancora non messi in funzione, tuttavia le ispezioni fotografiche sono considerate cruciali per gli esperti dell'AEIA, ma per Teheran sono viste come un vero abuso perché rappresenterebbe un vero attentato alla sicurezza nazionale.
La Russia stessa, che ha fornito la tecnologia necessaria, non prenderebbe con grande favore questa decisione, nonostante prenderebbe le dovute precauzioni per evitare la fuga di informazioni che costituiscono segreti militari o di sicurezza nazionale. Al momento fonti ufficiali russe affermano che sono in corso nel Mare del Giappone delle manovre della flotta navale russa , che ha incrociatori di missili subacquei e strategici, con reattori nucleari e sottomarini, portaerei per l'attacco dei litorali, portaerei dotate di una flotta di aerei, che può far riferimento a truppe di terra. In particolare, sono in corso delle esercitazioni per la ricerca e la distruzione di sottomarini.
Tuttavia, le manovre della flotta navale, non sembra l'unica contromisura adottata dalla Russia, perché il Consiglio della Federazione (la più alta camera del parlamento russo), ha proposto di elevare la carica presidenziale a 5 o 7 anni, e di consentire di ammettere la possibilità di cumulare tre volte le elezioni del Capo di Stato. di portare il vaglia presidenziale in Russia a cinque-sette anni e di prevedere la possibilità di cumulare tre vaglia di capo dello stato.
Una riforma costituzionale questa in tutto e per tutto ad hoc per consentire a Putin la reggenza per ulteriori sette anni, forse per dargli modo di completare il suo piano che vuole restituire alla Russia il ruolo di forza sullo scenario mondiale, come punto di riferimento di una vasta zona di influenza.
La tensione che si sta creando in Iran certo non potrà che avere ulteriori conseguenze sul resto del mondo, perché per sanare delle profonde ferite occorrerà creare un contraccolpo che vada a distrarre l'attenzione sul Medioriente, o vada a creare la vera motivazione necessaria per dichiarare guerra. Il rapimento di 15 soldati non può giustificare una guerra, mentre un attentato, semmai in Paesi europei che possiedono il nucleare, fornirebbe l'alibi ideale per l'America di attaccare l'Iran. Un ulteriore spiraglio per poter risolvere una situazione di stallo è lo scoppio della crisi in Kosovo, che è stata da tempo svegliata ed alimentata dalla decisione del Parlamento europeo, e che si presta ad essere teatro di scontri solo per creare caos e confusione nelle persone per consentire un controllo al meglio delle pipelines e dei gasdotti che sboccano sul Mediterraneo. Infatti, mentre il Kosovo rivendica sempre più la propria indipendenza la Egl ha annunciato il completamento dell’ingegneria di base per il gasdotto transadriatico (Tap), per collegare l’Italia con l’Albania e la Grecia, dove da luglio inizierà a arrivare gas avzero attraverso la Turchia. Per tale motivo hanno posto un grande e diffuso silenzio sulla crisi del Kosovo, nell'attesa che accada un grande evento per rendere l'intervento militare necessario, prima che scadano i giorni di mandato di Blair.
Mancano poco più di 40 giorni prima della scadenza del mandato di Blair, e quindi Londra preme alla risoluzione di questo problema.