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20 novembre 2007

Gli italiani colonizzatori in Albania


Mentre la politica italiana continua ad essere tormentata dal rilancio delle fazioni partitiche che si contendono la futura leadership, il Governo italiano tesse importanti relazioni soprattutto all'interno dei Balcani. Si attende infatti per il prossimo dicembre la visita di Prodi a Tirana per discutere i principali dettagli della cooperazione bilaterale tra Italia e Albania.

È stato proprio il premier albanese Sali Berisha, in occasione del Forum Mondiale per l'Energia tenutosi a Roma lo scorso 12 novembre, a ricordare che l'Italia è un importante partner nel settore energetico, avendo già da tempo concluso accordi per l'esportazione di energia e l'importazione di tecnologia italiana. Enel che dovrebbe costruire sulle coste albanesi una grande centrale elettrica a carbone, mentre Terna sta elaborando un progetto volto a collegare il sistema elettrico italiano a quello albanese attraverso il cavo sottomarino dell'Adriatico, infine la Camuzzi S.p.a. ha già preso contatti con il Governo albanese per la costruzione del primo impianto nucleare in Albania. Al momento le società italiane stanno curando due importanti progetti, rimasti all'oscuro dei media europei nonostante il loro grande impatto mediatico sulla popolazione albanese, nonché sull'economia dell'Italia. Stiamo parlando del progetto della Petrolifera, nel porto di Valona, volto a costruire un complesso di depositi di stoccaggio per il petrolio e un terminal per le petrolifere che attraversano l'Adriatico, e della discarica di Tirana, in località Sharra, ad opera di una Associazione Temporanea di Imprese (ATI), che sarà poi connessa ad un termovalorizzatore destinato a ricevere rifiuti dall'Italia.
Entrambi, come si può notare, vedono come protagoniste delle società italiane, e hanno come scopo quello di mettere in collegamento l'Italia e l'Albania, sia per il trasporto delle fonti energetiche, sia per la produzione di energia destinata all'esportazione. Inoltre, i progetti che al momento sono giunti nella loro fase di realizzazione, con il patrocinio del Governo di Prodi, sono stati ideati e programmati dalla squadra di Governo di Berlusconi, proprio com'è accaduto con gli accordi bilaterali conclusi con il Presidente Vladimir Putin. È evidente che l'apparente contrasto dei due leader italiani, non sono che la faccia della stessa medaglia, portando avanti gli interessi delle società italiane all'estero, camuffati da "politica estera" o "relazioni bilaterali" per la cooperazione degli Stati, calpestando così i diritti della popolazione locale. I cittadini albanesi, che da mesi subiscono il continuo sabotaggio del sistema energetico, viene costretto dal Governo di Berisha ad accettare le scelte delle lobbies occidentali, che sbarcano in Albania come dei veri conquistatori. Spiace ammetterlo, ma l'Italia sta assumendo in questa terra un ruolo che non gli appartiene, ossia quello del colonizzatore, che esporta "immondizia e rifiuti nucleari" per ottenere in cambio energia elettrica pulita, trasportata attraverso il canale sottomarino previsto nella realizzazione del Corridoio VIII.
Dopo aver respinto la proposta di indire un referendum popolare per il progetto della Petrolifera, gli studenti di Valona insorgono e, in occasione della riunione di discussione con popolazione, trattano "a pesci in faccia" i rappresentanti della società italo-romena.
Il mese scorso la Commissione Centrale per le elezioni (KQZ) ha respinto, con 5 voti pro e 3 voti contro, la richiesta presentata al Consiglio Comunale di Valona di svolgere un referendum popolare in relazione alla costruzione del complesso dei depositi di petrolio e del terminale delle navi petrolifere, progettato dall'azienda italo-romena “La Petrolifera”. La Commissione ha motivato la sua decisione affermando che "non esiste alcuna legittima motivazione che possa giustificare tale richiesta". Il problema della Petrolifera è emerso nella giornata di ieri, durante l'incontro tra i rappresentanti della Petrolifera e gli studenti di Valona, a cui è seguito un "increscioso incidente". Gli studenti dell' Università di Ismail Qemali si recano alla riunione portando con sé dei cartelloni che recitano "NO alla Petrolifera", e, durante il discorso del rappresentante della Petrolifera Gazmend Shalsi, hanno iniziato a lanciare uova e petrolio mostrando tutto il loro sdegno contro l'incursione della società italo-romena nel porto di Valona. Gli studenti hanno continuato a ripetere: "Uscite fuori, Valona è nostra, non vogliamo più incontri e nessuno può convincerci che Valona non è nostra", dato che "si è visto a cosa hanno portato questi incontri sino ad oggi". Tra le urla e proteste, uno degli studenti versa un contenitore con pesci morti e petrolio per versarlo sul viso di Gazmend Shalsi che nel frattempo sta spiegando in progetto da implementare. La situazione è oltremodo peggiorata quando, dopo che uno degli studenti ha versato del petrolio sul viso del rappresentante della Petrolifera, questi si è alzato nel tentativo di colpirlo. L'emergenza è poi rientrata quando Gazmed Shalsi ha lasciato la sala.

In maniera parallela e contemporanea, si è svolta a Sharra, nei pressi di Tirana, l'inaugurazione dei lavori per la costruzione dell'Impianto per lo stoccaggio di rifiuti urbani, nel piano del progetto di realizzazione di un termovalorizzatore, destinato a produrre energia elettrica. Tra le autorità presenti, il Ministro dei Lavori Pubblici, dei Trasporti e delle Telecomunicazioni Sokol Olldashi, il Ministro dell’Ambiente, Foreste e Regolamentazione del Territorio Lufter Xhuveli, l’Ambasciatore d’Italia in Albania, Saba d’Elia, Edi Shalsi in rappresentanza della Municipalità di Tirana, Flavio Lovisolo in rappresentanza dell’Ufficio per la Cooperazione Italiana allo Sviluppo. La messa in opera del progetto di "gestione dei rifiuti urbani di Tirana” mira a ridurre il rischio per la salute e l`ambiente, derivante da un'amministrazione inadeguata del sistema di accumulazione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, e così migliorare la qualità di vita della popolazione. Tuttavia, rappresenta anche una delle prime misure volte a consentire al territorio albanese di ricevere la raccolta di ingenti quantità di rifiuti proveniente dall'Europa - e in particolar modo dall'Italia - che saranno poi bruciati all'interno di un termovalorizzatore.
Non stupiamoci dunque delle recenti scelte del Governo italiano volto a ravvicinare sempre più l'Italia all'Albania, su un doppio filo di cooperazione e sfruttamento reciproco, ai danni tuttavia della popolazione locale. Il filo-atlantico Berisha vuole fare dell'Albania una superpotenza energetica, tempestando le coste dell'Albania con centrali termoelettriche e nucleari, con impianti di stoccaggio di gas e petrolio, e costruendo rigassificatori e gasdotti, nell'illusione di entrare così nelle grazie della Comunità Europea e delle Nazioni Unite. Allo stesso tempo l'Italia ha bisogno della terra albanese per stabilire le basi logistiche delle proprie società, che avranno in Durazzo e in Valona dei trampolini di lancio verso i traffici di merci ed energia all'interno del Mediterraneo. Tali progetti, rappresentano ovviamente il risultato di una complessa politica diplomatica, che ha avuto inizio con il Governo di Berlusconi nel 2001 - una volta che la guerra balcanica fosse archiviata e gli antichi odi messi da parte - che ha stretto forti amicizie con Fatos Nano, che ha curato l'evolversi della situazione in tutti i suoi aspetti. È chiaro dunque che l'eterno contrasto tra centro-destra e centro-sinistra è solo una messinscena per alimentare la propaganda politica e nascondere la dura realtà che entrambi viaggiano sottobraccio, per concludere nei consigli di amministrazione delle multinazionali i loro successi personali, nel nome dell'interesse nazionale.