Sono trascorsi diversi mesi dallo scoppio della crisi eclatante dei mutui subprimes, e molte sono state le previsioni dell'imminente crollo del sistema finanziario, che dovrebbe trascinare nel baratro della recessione gli Stati Uniti nonché l'Europa. Ogni giorno le borse continuano a "bruciare" bilioni di dollari di capitalizzazione, le monete si svalutano e le società falliscono, ma il sistema nel suo insieme regge perfettamente il colpo e dinanzi ai nostri occhi si trasforma senza che nessuno se ne accorga.
La crisi dei mutui subprimes, con il suo grande impatto mediatico, ha portato alla luce tutto il marcio che covava nel mondo finanziario, cosicchè tutti i giornali di ogni parte del mondo parlano da mesi del "fallimento del sistema bancario e dei controllori". Ma quando una banca come la Nortern Rock fallisce lasciando che tutti vedano la famosa corsa agli sportelli e il panico dell'insolvenza, e quando la Banca di Londra si piega a garantire la solvenza della Banca e si scusa per non aver vigilato sui risparmiatori inglesi, allora c'è qualcosa che non torna. Per placare la paura di investitori e risparmiatori e tamponare il buco nero delle migliaia di miliardi di dollari scomparsi senza una chiara e valida spiegazione, le Banche Centrali hanno stabilito, di comune accordo, di creare dei fondi di garanzia per il rischio subprimes e il rischio di insolvenza, al fine di impedire che la patologia del 1929 si abbattesse sull'economia degli Stati Occidentali. Così gli Stati, attraverso le loro Banche Centrali, hanno in un certo senso pagato amaramente la crisi liquidità innescata dalle truffe e dalle manipolazioni dei fondi di investimento e delle Banche d'Affari, mettendo in discussione la propria autorevolezza e la propria credibilità. Ciò che è crollato non è stato certo il sistema creditizio o bancario - che al contrario si è rafforzato in ragione dell'aumento dei costi di gestione - ma quello dei controlli e della vigilanza, che viene regolamentato dalle leggi nazionali e attribuito alle Banche Centrali, in qualità di alte Istituzioni. Così le Banche centrali sono state trascinate nel baratro della crisi finanziaria, e sono fallite su tutti i fronti: persino la grande Federal Reserve e la Banca di Inghilterra si sono rivelate inefficienti e sistematicamente in ritardo sugli eventi, non essendo riuscite a prevenire in alcun mondo il collasso del sistema interbancario, nonchè la diffusione delle informazioni al fine di tamponare l'emorragia finanziaria.
La crisi dei subprimes è stata così il "cavallo di troia" che ha consentito di portare alla luce l'esistenza dei collaterali - i cdd. CDOs, collateralized debt obligations - ossia titoli di debito al portatore emessi senza alcuna garanzia reale e senza alcun valore fruttifero, con i quali tuttavia sono stati gonfiati gli assets di tutti gli istituti finanziari americani ed europei. Scambiati sul mercato finanziario regolamento e su quello parallelo, i collaterali sono stati il motore degli hedge-funds che con le operazioni di leva finanziaria, come il Leverage Buy-Out, o riscatto grazie alla leva finanziaria, o di Merger and Acquisition, o con le IPO e le scalate in borsa, hanno acquistato tutto ciò che era strategico ed importante da acquistare, per avere sotto di sé i principali operatori.I CDOs sono stati in questi ultimi anni l'arma più subdola ed efficace delle Banche d'investimento e degli Hedge funds, in quanto hanno permesso di portare a termine acquisizioni, fusioni, concentrazioni bancarie e consolidamenti, ossia una serie di operazioni di riorganizzazione societaria del sistema bancario e finanziario, per racchiuderlo nelle mani pochi operatori all'interno di una piramide a stretto controllo.
Ora che il vaso di pandora è stato aperto, occorre però richiuderlo e riportare, sulla scia di un nuovo ordine mondiale, il normale corso degli eventi. Tutto questo ci ha fatto capire che le Banche Centrali e le Istituzioni di governo sono soggetti inaffidabili, a cui non più possibile affidare il controllo di meccanismi complessi e virtuali come quelli finanziari. La loro credibilità è stata calpestata, così come è stato screditato l'intero sistema fondato su una gerarchia stabilita dalla legge degli Stati e che vede i circuiti finanziari concentrati in un'entità centrale, come può essere la Borsa, coordinata poi da enti di controllo e di vigilanza. Il sistema va cambiato: lo chiedono i consumatori, gli investitori e le banche.
Come confermato dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in occasione del suo intervento presso il Centro di Studi Finanziari di Francoforte, "l'integrazione finanziaria ed internazionale è aumentata" e, sulla spinta dalla deregolamentazione e dell'innovazione, sorgono "nuove opportunità e nuovi rischi", che hanno portato al "consolidamento di un modello nuovo di intermediazione" che nasce sulle ceneri di quello detto dall'emittente al distributore. Il questi ultimi anni le operazioni bancarie transfrontaliere sono aumentare tra il 20 e 25 percento, sino a concentrare in un breve lasso di tempo, 30 grandi fusioni con almeno 100 miliardi di euro in beni. Dopo la concentrazione, è intervenuta l'innovazione finanziaria che ha permesso di rendere sempre più efficienti i circuiti delle transazioni e degli scambi finanziari, spingendo le Banche ad aumentare sempre di più l'investimento nelle infrastrutture telematiche per la costruzione di piattaforme sovranazionali. Tali investimenti ora necessitano di una nuova rete, di una nuova autostrada, tale che il vecchio sistema della negoziazione che si serve di "distributori" va cambiato, occorrono invece dei grandi operatori che sostituiscano allo stesso tempo gli organi di vigilanza, le Banche Centrali e gli intermediari. "La deregolamentazione ha promosso la competizione rimuovendo barriere legali e promuovendo il consolidamento - riporta l'intervento di Draghi - tale che i grandi conglomerati finanziari sono emersi", sono diventati globali, e ora occorre "una maggiore armonizzazione della contabilità e direttive". Ecco che Draghi preannuncia che le fusioni avranno sempre più uno scenario internazionale, in quanto lo stesso mercato nazionale non avrà più senso di esistere: verranno tracciati nuovi confini, che saranno virtuali e invisibili. Parole queste che preannunciano l'era della Borsa mondiale, intesa come unico sistema all'interno del quale si diramano le singole borse valori, che saranno gestite da Banche e Fondi di investimento, che fungeranno da authority e da intermediari delle transazioni. La creazione di Euronext, come consorzio tra le maggiori Borse europee, è stato il primo segnale di questo progetto di globalizzazione dei mercati finanziari, e l'evolversi degli eventi condurrà alla moltiplicazione degli operatori alternativi. A decidere il cambiamento del sistema è innanziatutto la direttiva Mifid che abolisce l'obbligo di concentrazione nei mercati regolamentati, dando ai privati il potere di creare "una borsa valori di proprietà" in cui saranno negoziati ogni tipo di titolo, e le autorità nazionali saranno a tutti gli effetti sostituite da entità private affiancate dalle associazioni di consumatori.
Accanto alla globalizzazione delle Borse, vi sarà l'adeguamento dei sistemi di pagamento che utilizzano esclusivamente il canale interbancario telematico, con nuovi strumenti finanziari: bonifici SEPA, addebiti preautorizzati SEPA, pagamenti SEPA con carta. Questi saranno accessibili in tutta l'area dell'euro, mediante un solo conto bancario, dal quale disporre bonifici e addebiti preautorizzati in euro in qualsiasi luogo dell’area: in un'ottica di lungo termine tali strumenti di pagamento verranno utilizzati soltanto in forma elettronica, con fatturazione elettronica, l'invio delle istruzioni di pagamento tramite telefono cellulare o Internet.
L'intero sistema sarà incentrato totalmente sulla moneta elettronica, al punto che mira a far scomparire le transazioni cash, le piattaforme come Euronext, Nasdaq, NYSE, diverranno le nostre Banche Centrali, controllando al loro interno gli scambi di titoli, di moneta, di derivati, nonché la contrattazione di finanziamenti e di investimenti: il mercato finanziario si fonderà perfettamente con quello bancario, tale che non sarà pià possibile distinguerli.
Il Mifid e la SEPA saranno le nostre nuove "bibbie" , le direttive e le leggi che tutti dovranno conoscere, essendo il prontuario del nuovo sistema che si sta aprendo ai nostri occhi. La moneta diventerà monetica, gli scambi saranno transazioni, i trasferimenti dei processi telematici, i confini saranno tracciati dagli utenti che aderiranno alla piattaforma. Ecco che il vaso di pandora si chiude, portando via con sé tutti i mali della crisi del credito, della liquidità dei collaterali, la corsa agli sportelli e il fallimento delle Banche, gli scenari apocalittici e il panico della recessione. Tutto questo ben presto scomparirà, e il sistema verrà cambiato senza che nessuno riesca a capire come è stato possibile tutto questo, sotto gli occhi dei Governi e delle Istituzioni. I tecnicismi e la complessità del mondo in cui entriamo a far parte non ci permetterà di capire fino in fondo i veri rischi o le opportunità del nuovo mondo della Monetica, ma tutti si renderanno conto di essere rinchiusi e usurati da qualcosa di invisibile.