Un botta e risposta tra il Sottosegretario di Stato americano, Nicholas Burns, e il rappresentante russo presso la NATO, Dmitri Rogozin . Alle parole del diplomatico statunitense che propone l'ingresso del Kosovo all'interno dell'Alleanza Atlantica, risponde Rogozin affermando che la Russia userà ogni suo mezzo per risolvere la crisi balcanica. ( Foto: Dmitri Rogozin e Nicholas Burns )
Nicholas Burns ha affermato che il nuovo Stato del Kosovo dovrà essere riconosciuto al più presto possibile come membro delle Nazioni Unite. "Io sosterrò tale obiettivo, e sarò sempre di quest'opinione", dichiara Burns aggiungendo che, prima di tale traguardo, trascorrerà ancora molto tempo, in quanto alcuni Stati "sicuramente nei primi tempi ostacoleranno questa iniziativa", ma alla fine, "il Kosovo diventerà membro dell'ONU", conclude Burns. "L'obiettivo ultimo è questo e tutti noi dobbiamo lavorare per la stabilità e la pace dei Balcani, perchè i popoli che vi vivono, la meritano", afferma Burns. Anche noi siamo dell'opinione, come il "professore" , che sempre ci dà delle lezioni, ma dobbiamo chiederci il motivo per cui è cosi preoccupato per il Kosovo quando sappiamo bene le sue intenzioni circa la possibilità di creare delle aziende in Kosovo insieme con la Signora Madeleine Albright, la stessa che - "dio la benedica" - decise di bombardare la Serbia, "per la pace", naturalmente. Uomini di professione per la pace come Burns, non ci lasceranno mai in "pace" . Anche i popoli dei Balcani vogliono la pace, ma vorrebbero crearla da soli, nella propria terra. Non meritano questo, secondo loro?
Dalla sicurezza di tali affermazioni, possiamo notare che Nicholas Burns non sembra affatto preoccupato del fatto che la Serbia e la Russia non permetteranno che tale proposta giunga all'interno del Consiglio di Sicurezza, in quanto membri dell'ONU, e assicura che il Kosovo entrerà nella NATO. Non occorre una grande mente per capire che lo scopo degli Stati Uniti è di far diventare il Kosovo un membro della NATO. Per tale motivo, non ci stupiamo molto quando il rappresentante russo presso la NATO, Dmitri Rogozin, afferma che "Burns dichiara sempre il falso". Infatti, non a caso, lo stesso Burns, senza vergogna, dichiara che "gli Americani sono amici dei serbi", e poi con un'ipocrita doppia faccia aggiunge : "Noi rispettiamo il popolo serbo, ma la Serbia si deve adeguare ai cambiamenti nella realtà in cui vive, e deve dichiararsi pronta a vivere in pace con tutti i cittadini del Kosovo". Affermare ciò, in un momento così delicato per la Serbia, è una totale mancanza di rispetto. In verità, siamo abituati a questi cowboy, con cui abbiamo convissuto per anni, in situazioni ben più difficili per la politica serba.
Nicholas Burns afferma che distruggere un'ambasciata è "un atto non civile", dando lezioni di civiltà non solo alla Serbia ma anche alla Russia, alla quale chiede di essere più responsabile "con le dichiarazioni pubbliche sul kosovo". Ed è proprio con responsabilità che Dimitri Rogozin, ha affermato che "Burns non deve più mentire in pubblico". Rispondendo agli attacchi nei confronti del Governo russo sulle dichiarazioni sul Kosovo, ha aggiunto che la Russia ha intenzione di usare la forza militare per calmare la situazione balcanica. "La Russia ha abbastanza autorità politica e morale, sopratutto nei Balcani e nel mondo, per proteggere la sua posizione con mezzi di pace e senza usare la forza militare", dichiara Rogozin. Egli inoltre aggiunge che se la situazione nei Balcani si svilupperà senza seguire una via legittima e senza rispettare gli accordi presi presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, allora vuol dire che vivremo in un mondo che non viene guidato con legislazione internazionale, ma dal diritto della forza e della violenza, anche militare.
Subito dopo, a modo suo, facendo sempre il professore, Burns dichiara alla Fox Tv che "Mosca deve richiamare Rogozin, per la sua dichiarazione senza nessuna responsabilità". "In Kosovo i russi non sono presenti, e non fanno niente per aiutare i kosovari", ha dichiarato subito dopo Burns commentando la forte replica della Russia, che non ha escluso di usare la forza militare in Kosovo se le missioni della EU e della NATO non rispetteranno la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Conoscendo bene, dunque, i modi del "professore" Burns, anche Rogozin ha risposto allo stesso modo. "Consiglio al Signor Burns di farsi preparare meglio i suoi commenti la prossima volta, di usare fonti più sicure per le proprie informazioni, e così non farà diffamazione e dirà evidenti falsità", dichiara Rogozin. Nicolas Burns, reso cieco dai soldi che devono arrivare dal Kosovo nelle sua tasche, ha perso i freni che, nella diplomazia e nella professione, devono sempre esistere. Il suo prossimo lavoro dovrebbe essere come rettore dell'Università, ma a Pristina, perché la sua consulenza - come è stato facile constatare - non serve a nessun altro, ma solo ai kosovari.
Biljana Vukicevic