Motore di ricerca

19 gennaio 2007

La morte nel silenzio del vice-governatore della Banca Centrale Russa


Mosca, 15 gennaio - Ordinato l'arresto del banchiere Alexeï Frenkel sospettato di avere finanziato l'omicidio del vice-governatore della Banca centrale Russa, Andreï Kozlov, lo scorso 13 settembre. Una vicenda che cade nel silenzio sulla stampa occidentale, a differenza del gran clamore sollevato invece dal caso Litvinenko, che ha dato vita ad un vero caso di spionaggio internazionale alimentato soprattutto dalle supposizioni prive di fondamento dei media, nel pieno stile hollywoodiano.
Viene ucciso il vice-governatore della banca centrale russa, impiegato nel settore per la concessione delle licenze bancarie, di attività finanziarie e assicurative, nel bel mezzo di indagini ispettive volte ad accertarne la correttezza. Koslov non solo stava indagando sull'attività corrente degli istituti finanziari, ma stava investigando anche sui trascorsi scandali finanziari che avevano ridotto in povertà decine di migliaia di piccoli risparmiatori cittadini russi che avevano affidato i propri risparmi agli enti creditizi, ritrovandosi sul lastrico nel giro di poche ore. Queste indagini rientravano pienamente nel quadro governativo di mettere luce sulla finanza russa che spesso era stata foriera di speculazioni e di manovre illecite da parte di grandi magnati, sia russi che stranieri, sino a provocare il grave crack finanziario del 1998 che svalutò il rublo sino a ridurlo carta straccia. L'economia russa è stata così invasa dal dollaro, moneta forte e accreditata come unico mezzo di pagamento per il prodotti petroliferi: la Russia ha aspettato più di dieci anni per smaltire le proprie riserve di petrodollari e onorare il suo debito nei confronti del FMI e dei paesi occidentali. La ripresa economica, spinta dalla strategica politica di nazionalizzazione e di controllo delle risorse statali, doveva necessariamente essere accompagnata dalla ristrutturazione dell'intero sistema finanziario: dopo che il sangue cattivo si era mischiato a quello buono, occorreva fare pulizia e dettare nuove regole per chi intendesse investire in Russia.
Le investigazioni bancarie di Kozlov hanno portato alla luce gigantesche evasioni fiscale delle banche russe, esportazione illegale e la provenienza sospetta di capitali, con la conseguenza che molte licenze bancarie sono state ritirate, tra cui anche licenze di banche d'affari estere, oltre che alle sanzioni amministrative miliardarie e alla detenzione per i responsabili. Negli ultimi mesi, aveva fatto annullare le licenze a 44 delle 1 200 banche che esistono in Russia e alcuni giorni prima della sua morte, aveva dichiarato di volere vietare l'accesso al mercato russo "a vita" alle banche implicate in un'attività di riciclaggio. Ammonta a circa a 10 miliardi di dollari all'anno il montante di capitali che passano attraverso le banche russe e provengono dall'estero. È una cifra enorme ma è probabilmente solo una stima che minimizza il reale giro di denaro messo in piedi: questo non è che la punta dell'iceberg.
È stata così messa in atto una vera caccia alle streghe, un'operazione di trasparenza che ha coinvolto molti nomi illustri e ha sicuramente leso importanti interessi, ma non sappiamo fin dove Kozlov, o meno, la Banca Centrale Russa si sono spinti. Non dimentichiamo infatti che quello che è stato colpito non è un uomo o un dirigente, ma un'istituzione governativa, che stava portando avanti una politica internazionale molto dura nei confronti dell'alta finanza occidentale. Presto sarà lanciata la Borsa del petrorublo che accentrerà lo scambio dei prodotti petroliferi provenienti dalla Russia e dall'Asia centrale, con delle conseguenze sul mercato del petrolio molto prevedibili: cambiamento della moneta di riferimento negli scambi, ed energia e risorse in controvalore. Potremmo continuare ancora ed elencare all'infinito gli interessi che la Banca centrale russa stava danneggiando, per spiegare che non si tratta di un semplice regolamento di conti da parte della "mafia russa".
Come affermato da Putin stesso, all'interno della Russia si muovono forze, infiltrandosi, che vogliono far crollare questa macchina quasi perfetta che è stata messa in moto per essere scagliata contro l'Europa e gli Stati Uniti. Molte persone sono state fermate nella cornice dell'inchiesta condotta portando all'arresto di sette persone, che hanno poi condotto al banchiere Alexeï Frenkel, iscritto anch'egli nella lista dei finanzieri colpiti dalle ispezioni sulla regolarità delle attività. Si sono già avanzate delle ipotesi che renderebbero Frenkel innocente, in quanto alcuni non intendono ridurre l'omicidio al "regolamento di conti", tuttavia la stampa russa ha posto il silenzio sul caso, e ha lasciato trapelare solamente informazioni vaghe e approssimative sull'attività di Kuzlov e sulle indagini in corso.

Questo, in ogni caso, è il terzo banchiere russo ucciso, dopo Konstantin Mechtcheriakov, vicepresidente della banca Spetssetstroïbank, e il direttore di una succursale della banca Vnechtorgbank, Alexandre Plokhine: tutti legati da un filo conduttore legato al circuito bancario. Da tenersi invece distinti gli omicidi della giornalista Anna Politkovskaïa, e dell'esule politico Alexandre Litvinenko: entrambi strumentalizzati dai media per alimentare una propaganda anti-sovietica e far così scoppiare un caso da guerra fredda.
E ancora, il 7 gennaio a Londra viene rinvenuto il cadavere di Yuri Golubev, uno dei fondatori della Yukos, il gigante petrolifero sovietico che stava per essere ceduto alla Exxon ExxonMobil e Chevron Texano prima che cadesse fagocitata dalla Gazprom, dopo che è caduto in disgrazia con l'arresto di Mikhail Khodorkosvkiy. La Yukos al momento dell'arresto di Khodorkovskiy nell'ottobre 2003 era la prima compagnia petrolifera russa, dopo la fusione con la Sibneft, e ora prima che venisse smembrata, per poi essere nazionalizzata, stava per cadere in mani americane. Un altro omicidio sospetto nella città di Londra, altri interessi che vengono lesi, altra scenografia.

Molte probabilmente sono "le mafie" e le intelligence coinvolte, in un circolo di contractors e servizi paralleli, entrambi invece controllati da quello che è il servizio segreto ortodosso che riesce in ogni caso a domare le vicende e a proteggere i suoi uomini. Putin ha dietro di sé un sistema talmente chiuso ed efficiente, che anche alla scadenza del suo mandato continuerà ad operare perché è riuscito a cambiare il pensiero: i suoi amici sono al potere, i suoi nemici denigrati, ma entrambi sono ricattati e ricattabili.