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04 gennaio 2007

Nuovi scenari del sistema finanziario europeo: la creazione delle Borse Valori dei Banchieri

È stato dato il definitivo via libera alla fusione New York Stock Exchange-Euronext, per dare così vita ad un sistema finanziario mondiale che porterà ad uno sconvolgimento dell'attuale sistema delle Borse Valori.
La fusione delle Borse Europee con quella americana non è che un frammento del programma che porterà alla creazione di un sistema finanziario unico, proiettato al mercato globale, in cui le Borse Valori cesseranno di avere quel carattere di servizio pubblico, con una regolamentazione statale. La direttiva Mifid (2004/39/CE Markets in Financial Instruments Directive ) sopprime l'obbligo di centralizzare gli scambi, nelle Borse o nei mercati regolamentati dallo Stato per consentire agli operatori finanziari, come Banche e Società di investimento, di costruire il proprio circuito di scambio dei titoli: il sistema di negoziazione multilaterale. Il gestore privato del mercato regolamentato dovrà seguire le norme della direttiva comunitaria per scrivere il protocollo in base al quale dovranno svolgersi gli scambi, e in che modo le informazioni dovranno circolare e dovranno essere fornite al mercato. La direttiva per la creazione dei mercati di negoziazione multilaterale, dovrà essere recepita entro gennaio 2007 e poi applicata entro novembre del 2007, ma vi sono già i piani per la sua realizzazione.

E' già arrivata in Europa la SIA, Societa' Interbancaria per l'Automazione, che ha annunciato, il lancio del Modulo "Execution Policy Monitoring for MiFID", ossia la piattaforma tecnologica interamente dedicata al monitoraggio e al controllo dell'operativita' effettuata su tutti i mercati finanziari.Attraverso questo nuovo modulo gli operatori finanziari potranno analizzare automaticamente l'intero traffico effettuato sulle diverse piazze finanziarie europee.

Inoltre, sette delle più grandi banche di investimento europeo hanno già annunciato il lancio di una nuova piattaforma di commissione paneuropea, un consorzio, partecipato da Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Morgan Stanley e UBS. Questo consorzio sarà l'infrastruttura degli scambi europei, alternativa a quella dei mercati regolamentati nazionali, che frammentano le negoziazioni sulla base della residenza delle società o degli investitori. Queste banche da sole, rappresenterebbero più di un terzo della totalità delle transazioni realizzate sulle azioni europee e il loro ingresso sul mercato sconvolgerà totalmente l'intero sistema, in quanto faranno da polo per attirare capitali e rompere quei confini che volevano la creazione di una borsa in mano agli Stati nazionali. Le borse valori, dopo essere divenute delle società commerciali come le altre, sottoposte ad un sistema di concorrenza e soggette alle regole di acquisto e di vendita del mercato, entreranno in competizione con le Banche e le altre imprese d'investimento . Inoltre, la completa eliminazione degli ostacoli all'utilizzo del "passaporto unico" per le imprese d'investimento che operano nell'Ue, consentirà agli operatori esteri di avere ampia possibilità di entrare nei mercati nazionali in virtù di un'autorizzazione con validità anche al di fuori dei confini nazionali. Verrà allargato l'accesso ai mercati a soggetti anche diversi dagli intermediari, investitori indipendenti compresi.
Cadranno le frontiere sia tra i paesi, che tra i differenti figure di operatori e competitori, con l'eliminazione di qualsiasi barriere all'entrata, una deregolamentazione piena che metterà alla prova le Borse, gli intermediari e anche le attuali infrastrutture informatiche che avranno dimensioni gigantesche.

La creazione di Euronext, come consorzio tra le maggiori Borse europee, è stato il primo segnale di questo progetto di globalizzazione dei mercati finanziari, e l'evolversi degli eventi condurrà alla moltiplicazione degli operatori alternativi. Oggi esistono negli Stati Uniti già una trentina di entità che si autogestiscono e autoregolano attirando al loro interno capitali e investitori da tutto il mondo. Ovviamente Euronext nasce nel tentativo di dare al mercato europeo una sorte di indipendenza onde trasformarlo in un centro in cui far confluire i capitali da tutto il mondo; tuttavia il fallimento di un accordo con la Germania ha rovinato questo progetto e ha dato vita ad un mercato internazionale. Oggi, la Borsa di Londra subisce i tentativi di scalata da parte del Nasdaq, che ha recentemente lanciato una nuova offerta di 4 miliardi di euro per aumentare la sua partecipazione che raggiungeva già il 28%. Le manovre verso le borse europee hanno fatto sì che anche le borse americane si rivalutassero riprendendo i vecchi regimi di quotazione, grazie anche alla depressione delle borse asiatiche.

La deregolamentazione delle contrattazioni di borsa è una tendenza futura che coinvolgerà tutti i mercati esteri, perché è un sistema da tempo presente in America e che sbarca oggi in Europa mediante una direttiva di chiaro stampo statunitense e anglosassone, essendo stata concepita dal FSA ( Financial Services Autority) del Regno Unito, che nel suo "International Regulatory Outlook 2006" delinea un quadro di riferimento delle norme. Questo segue le impostazioni del Financial Services Action Plan (FSAP), organismo del FMI. È dunque il sistema finanziario del futuro, e ben presto sarà in vigore in ogni Stato, sostituendo gli organi di controllo statali, con i mercati regolamentati autonomi. In tale ottica si preparano, ad esempio, anche le Borse Asiatiche, anch'esse pronte a lanciare il proprio consorzio di borse sino alla globalizzazione dei mercati valutari. Identica evoluzione potrebbe avere il sistema economico finanziario dei Paesi del Golfo, anche se oggi ancora ad uno stato embrionale ma già pronto ad una sua immediata trasformazione. Il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ha già annunciato al sua intenzione di realizzare l'unione economica e monetaria entro il 2010, su consiglio della Banca centrale europea, per l'Arabia Saudita, il Bahrein, gli Emirati, il Kuwait e il Qatar, per concludere quel processo di integrazione cominciato nel 1981. L'unione finanziaria sarà esclusivamente virtuale, con la possibilità che questo stesso mercato si agganci anche a quello europeo, russo e americano.
Economicamente sarà sicuramente un grande business per i cdd. Investori, ossia i grandi fondi di investimento e per gli operatori finanziari, essendo un mercato finanziario a cui i risparmiatori non potranno accedere. Loro costituiranno un circuito a parte, per i quali varranno regole diverse: saranno semplici utenti che saranno garantiti non più dai controlli dello Stato, ma dalle società intermediarie che non saranno responsabili della certezza dell'investimento, garantito invece dalla "sintesi del prospetto informativo". Un sistema automatizzato venderà pacchetti di investimento dotati di una spiegazione sui rischi e sui guadagni, e accettate le condizioni la società sarà sollevata di qualsiasi responsabilità. Nell'illusione di risolvere i crack finanziari derivanti dalla manomissione dei bilanci e dalla complicità alla truffa delle banche, si creerà un sistema in cui la lettura delle informazioni dell'investimento basterà a garantire il risparmio . Il gigantismo e l'automatizzazione degli scambi e delle negoziazioni trasformerà gli investitori in speculatori efficienti, e i risparmiatori in utenti responsabili delle truffe dei mercati.