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08 gennaio 2007

La Nuova europa è il prossimo bersaglio della borsa mondiale


Con l'ingresso di Romania e Bulgaria l'Unione Europea giunge ad una quota di ventisette adesioni, mentre l'adesione all'euro della Slovenia apre nuovi scenari per il mercato unico. Il processo di ampliamento dell'Unione subirà ora una lenta battuta d'arresto dopo i problemi nelle negoziazioni con la Turchia e il rigetto della ratifica del Trattato Costituzionale, aspettando poi che facciano il loro ingresso, prima della fine del decennio, la Croazia, Cipro, Malta, i paesi baltici e la Slovacchia, e quanto prima le più importanti economie dell'est, la Polonia, l'Ungheria, la Repubblica ceca, che da sole costituiscono lo 0,4% del Pil europeo.
Quello dell'estensione dell'Unione Europea è un processo obbligato, quanto irreversibile, considerando che allo stato attuale è più vitale l'ampliamento ai paesi dell'Est e del Mediterraneo che il consolidamento delle istituzioni all'interno dei Paesi fondatori.
Non a caso, mentre la Costituzione Europea fallisce, e la Francia dichiara guerra aperta all'euro e ai burocrati della BCE, vanno avanti le contrattazioni per dare all'economia europea nuovi mercati per sostenere il PIL.

La Slovenia è la prima tra i nuovi membri dell'UE ad adottare la moneta comune, senza però molta euforia perché molti sono i timori per l'aumento dei prezzi e la svalutazione dei salari, come è accaduto in tutti gli altri paesi, anche se con un'economia molto forte. Il reddito di un operaio sarà di circa 300€, mentre di un medico oscillerà intorno ai 1000€, rischiando così di perdere il vecchio potere di acquisto che sosteneva la normale circolazione della moneta.
La Banca centrale della Slovenia ha già annunciato inoltre il trasferimento del resto del contributo del paese alla Banca centrale europea (BCE) di 17,1 milioni di euros, e di 22 milioni di dollari, ritirando poi dalla circolazione la vecchia moneta del tolar che andrà totalmente sostituita con gli euro.

L'integrazione monetaria è stata più veloce di quanto si pensi, considerando che sono bastati solo tre giorni che la società che gestisce il mercato italiano a paneuropeo dei titoli di Stato (MTS), ha annunciato la nascita di un listino del debito pubblico della Slovenia. Euronext-Nyse, che possiede la maggioranza del capitale della Holding che controlla MTS insieme a Borsa Italiana, entra subito nella "nuova europa" balcanica prendendo in gestione il mercato dei titoli di debito statali, aprendo così un nuovo mercato finanziario per gli investitori internazionali. La penetrazione del mercato finanziario sloveno da parte di Mts, e poi presto in tutti gli altri paesi che faranno il loro ingresso in Europa, preannuncia senz'altro l'invasione delle grandi società di intermediazione e delle grandi Banche d'Affari che vorranno estendere lì il piano della borsa internazionale. Il mercato finanziario si sta preparando infatti a diventare un unico circuito con l'abbattimento definitivo di ogni ostacolo, legislativo e tecnico, alla circolazione dei capitale, come stabilito appunto dalla direttiva MIFID. Le vecchie istituzioni di controllo, le autority e le stesse Borse valori nazionali perderanno il loro ruolo nella gestione degli scambi di titoli e valori mobiliari, per essere sostituiti dalle grandi banche d'affari. I Banchieri si stanno infatti organizzando in veri e propri consorzi per creare delle borse valori indipendenti e alternative da quelle ufficiali, venendo meno l'obbligo di concentrare gli scambi all'interno dei mercati regolamentati. Si darà origine ai mercati di negoziazione multilaterali, e questi nel loro insieme saranno il vero sistema della borsa mondiale, al cui interno si perderà non solo le tracce del flusso dei capitali, ma anche le società e le imprese quotate. I capitali affluiranno maggiormente in quelle borse più accreditate, perché gestite dalle Banche più potenti, e anche il diritto di quotazione diventerà oggetto di scambio, che le società dovranno contendersi.
Inoltre, alla vigilia della scomparsa della moneta cartacea per fare posto alla sola moneta elettronica o bancaria, questa rete telematica agganciata ai circuiti finanziari mondiali è l'unico mercato monetario futuro possibile.

L'euro rappresenta dunque un grande investimento per i Banchieri, europei e non, in quanto ovunque entra la burocrazia europea, si apre un mercato di liberalizzazione e di deregolamentazione, perché tutti gli Stati sono obbligati a sottoscrivere i patti di stabilità e a recepire le direttive. Per tale motivo, le implicazioni dell'ingresso nell'area euro non si circoscrivono ai soli problemi legati all'inflazione, ma anche a quelli legati agli scenari del mercato finanziario, economico e politico.
La Francia e la Germania, da tempo hanno rimesso in discussione il sistema euro, criticando aspramente le scelte di politica economica della BCE, troppo penalizzanti per le esportazioni e per il potere d'acquisto dei cittadini. Le critiche mosse sono molto profonde, sino a rivendicare la propria sovranità monetaria, e rispondono a coloro che minimizzano il "no" alla Costituzione Europea, che parlano dell'euro come un alibi alla cattiva gestione dell'economia nazionale, dicendo che l'euro non è solo una moneta. L'euro è un veicolo di potere, è lo strumento che occorre per prendere il controllo di un'economia, per consentire poi l'applicazione in maniera uniforme e diffusa delle direttive e dei regolamenti delle Commissioni, che vogliono un'economia in cui i servizi pubblici e le infrastrutture siano in mano ai privati, che l'economia sia controllata e gestita dalle Banche e non dalle istituzioni pubbliche, che le decisioni di politica sociale siano approvate dagli organi sovranazionali. È ovvio dunque che l'Olanda, la Francia o la Germania non vogliono questa Europa, è altrettanto ovvio che non la vogliono neanche la Turchia e le ex Repubbliche comuniste, perché sarebbe per loro una perdita di sovranità. I paesi dell'Est rappresentano la soluzione ai problemi pensionistici della vecchia Europa, la Turchia e i Balcani quella legata agli sbocchi marittimi all'approvvigionamento energetico.