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16 luglio 2008

Il predicatore di Tirana diventa il capro espiatorio degli Usa


Il caso della triangolazione del traffico di armi Stati Uniti- Albania(Cina)- Afghanistan lascia i tribunali e le procure per approdare tra i media che assumono ora un ruolo determinante per risolvere il grande intreccio. Tutto è cominciato da un reportage del New York Times, prontamente smontato in ogni suo elemento dai servizi dei media dei Balcani, tra cui la stessa Rinascita Balcanica ( si veda Il NYT al servizio delle lobbies delle armi ). Successivamente sono sempre i media statunitensi che, dopo aver difeso l’ambasciata degli Stati Uniti in ogni fase dello scandalo Gerdec, decide di attaccarla e ridicolarizzarla, utilizzando le sue stesse parole e la figura ambigua di Whiters, così fuori luogo in un contesto come quello dell’Albania. ( Foto: Fatmir Mediu e Ambasciatore John L.Withers II)

Lo scandalo del traffico d’armi tra Albania e Afghanistan finanziato dal Pentagono, dopo gli ultimi rilievi che provano il coinvolgimento dell’Ambasciata Americana di Tirana comincia ad avere, sempre più, derive politiche. A tirare in ballo l’ambasciatore americano di Tirana John L. Withers II è stata l’inchiesta del deputato repubblicano nonchè capo della Commissione di Monitoraggio e delle Riforme Governative, Henri Waxman, che, in una lettera inviata al Segretario di Stato Condoleeza Rice, ha messo in dubbio l’assoluta estraneità allo "scandalo armi" dei rappresentanti diplomatici statunitensi. A gettare benzina sul fuoco sono ancora i media americani, che, dopo aver pubblicato in anteprima la notizia dell’apertura dell’indagine contro l’ambasciatore, riporta la dettagliata missiva destinata a Condoleeza Rice sui movimenti di Whiters e sul suo presunto incontro con l’ex Ministero della Difesa albanese Fatmir Mediu, smentendo le sue stesse dichiarazioni rilasciate subito dopo lo scoppio dello scandalo. L’articolo del Los Angeles Times cita la prima intervista dell'ambasciatore Withers rilasciata al “The Times”, in cui dà la propria versione dei fatti sul contenuto del colloquio con il Ministro della difesa Mediu, posta così in netta contraddizione con la requisitoria di Waxman.

Secondo la versione ricostruita da Waxman, l`ambasciatore USA in Albania aveva incontrato l`ex ministro della Difesa Mediu in totale segretezza per coprire gli scandali della AEY Inc. nell’operazione di fornitura di armi all’esercito Afghano, che ha violato la legislatura americana che vieta l’utilizzo di armi di provenienza cinese. In particolare, secondo l’accusa, la AEY Inc. con sede a Miami e posseduta dal 22enne Efraim Diveroli, ha sottoscritto un contratto con la società Meico albanese in qualità di contractor del Pentagono, acquisendo tuttavia munizioni di origine cinese, e compiendo dunque una truffa. In tale operazione, sembra che l’ambasciatore Withers abbia avuto un ruolo chiave per mascherare la frode ed individuare un sistema per nascondere le prove, concordando le modalità e i movimenti proprio in occasione dell’incontro con l’ex Ministro della Difesa Mediu.

Al contrario Withers afferma che fu Mediu a richiedere un incontro urgente con l'ambasciatore americano per sottoporgli delle questioni "urgenti e delicate", tale da far pensare, secondo Withers, ad una questione "sensibile" riguardante un’operazione di terrorismo. Tuttavia Mediu - continua il suo racconto Withers - con un tono molto diverso e in preda ad uno stato emozionale, gli ha suggerito strani stratagemmi per poter ostacolare il reporter del New York Times che sarebbe giunto, per indagare sul commercio di armi tra Albania e Afghanistan, proprio all'aeroporto di Rinas dove venivano eseguite le operazioni di imballaggio delle munizioni di origine cinese. Withers inoltre ha aggiunto che nessuno dei membri dell'Ambasciata si è comportato in maniera tale da far pensare che sarebbero state sostenute "le strane idee di Mediu", chiedendo invece di preparare una replica qualora l`articolo sarebbe stato pubblicato. Secondo l’ambasciatore di Tirana, il rapporto redatto nel corso dell’investigazione di Waxman ha frainteso interamente lo scopo dell’incontro, rivolgendogli così delle accuse infondate. La sua indignazione arriva al punto tale da inviare una lettera allo stesso Waxman, pubblicata l`11 luglio, dove chiede di un incontro riservato per chiarire la verità sul suo ruolo e sull'ambasciata nello scandalo AEY, e lo richiama per aver trasmesso ai media il rapporto di investigazione destinato a Condoleeza Rice, prima di comunicarglielo di persona.
"Nella sua lettera de 23 giugno diretta al Segretario di Stato, Rice, ha insinuato che vi fossero dei collegamenti tra l'ambasciata americana e l’inchiesta contro la compagnia AEY Inc. di Efraim Diveroli. Sono certo che questi legami sono assolutamente infondati", scrive Withers sottolineando che "la lettera è stata trasmessa ai media, prima che giungesse al Segretario di Stato e alla parte direttamente interessata, in questo caso io". “In segno di rispetto, vi chiedo un incontro faccia a faccia per descriverle la versione della mia Ambasciata circa le attività della AEY, per smentire ogni dichiarazione che possa rovinare la reputazione di un personaggio pubblico che serve un'Ambasciata Americana nella Repubblica d`Albania", afferma nella lettera di Withers.

Da parte sua, Mediu reagisce contro le accuse di Whiters di aver agito per ostacolare l`investigazione del traffico d`armi del reporter del “New York Times”, affermando che ogni accordo è stato fatto nella nella più totale trasparenza, senza avere nulla da nascondere a riguardo. Infatti, secondo Mediu, il contratto sottoscritto con l’AEY Inc. viola la sola legislazione americana, ma non quella albanese che non prevede alcun impedimento alla vendita di munizioni cinesi e russe. Per tale motivo, Mediu afferma di aver agito nel rispetto delle leggi nazionali e con trasparenza nei confronti della AEY Inc, che era pur sempre un contractor della Difesa Statunitense. A maggior ragione, Mediu smentisce di aver chiesto all’ambasciatore Whiters di impedire che il giornalista del Times potesse scoprire l’origine cinese dei proiettili che venivano portate in Afghanistan. "La MEICO vende munizioni e armamenti a partire dagli anni '90 e continua a farlo tutt`ora", afferma Mediu lasciando intendere che sapeva che l'Albania esportava verso l'Afghanistan munizioni cinesi. Resta tuttavia da chiarire se Mediu ha comunque delle responsabilità nei confronti dello stato americano, in quanto lo stesso Diveroli ha affermato che "lui stesso non sapeva che gli albanesi stavano consegnando delle munizioni cinesi". In tal modo Diveroli si discolpa da ogni responsabilità relativa alla violazione del contratto nei confronti del Pentagono, e getta sull’Albania ogni tipo di accusa.

Il caso-telenovela della triangolazione del traffico di armi Stati Uniti-Albania(Cina)-Afghanistan lascia dunque i tribunali e le procure per approdare tra i media che assumono ora un ruolo determinante per risolvere il grande intreccio. Tutto è cominciato da un reportage del New York Times, prontamente smontato in ogni suo elemento dai servizi dei media dei Balcani, tra cui la stessa Rinascita Balcanica. Successivamente sono sempre i media statunitensi che, dopo aver difeso l’ambasciata degli Stati Uniti in ogni fase dello scandalo Gerdec, decide di attaccarla e ridicolarizzarla, utilizzando la figura ambigua di Whiters, così fuori luogo in un contesto come quello dell’Albania. Il loro obiettivo infatti è di fare dell’ambasciatore Withers il capro espiatorio degli Stati Uniti, essendo ormai troppo esposti per dichiarare ogni tipo di estraneità dei fatti, per coprire così, insieme alla condanna di Diveroli, il Pentagono e le sue strutture. Così, mentre Mediu è il sacrificio dell’Albania per ripagare le vittime di Gerdec e il mancato controllo sui tipi di contratti effettuati, Whiters è lo scotto da pagare degli Usa, ormai abbandonato da tutti e ferito con le stesse armi riservate all’ultimo della catena.

Rinascita Balcanica