Scontri a piazza Navona contro gli studenti
Scontri a piazza Navona contro gli studenti - 2
Abbiamo ritenuto opportuno dare spazio a tale lettura degli eventi, ben sapendo tuttavia, che questo tipo di manifestazioni vengono inevitabilmente manipolate dalle forze politiche, sia di Governo che di opposizione, per controllare l’esito della protesta. Ciò è reso possibile grazie al ruolo così "malleabile" degli "utili idioti", che facilmente si fanno trasportare e persuadere da chi vuole sabotare qualsiasi forma di protesta. Partecipare ad una manifestazione già muniti di spranghe e caschi, toglie ogni dubbio sulla fine della protesta, e comincia già viziata da questi stupidi tentativi di ribellione. A nulla infatti è servito l’avvertimento di Cossiga, che ha cercato di spiegare "tra le righe" che ogni tipo di protesta, da sempre, viene manipolata e gli scontri violenti servono semplicemente a stancare la gente per ritornare in breve tempo alla normalità. I centri sociali, i collettivi studenteschi, i sindacati, le associazioni, dovrebbero sapere bene cosa vuole dire manifestare oggi in Italia, in un clima di forte indifferenza e di totale depravazione politica, fatta di avarizia, egoismo e clientelismo.
Il sessantotto è finito da un pezzo, e i cosiddetti sessantottini che hanno fatto gli "anni di piombo" si sono poi appropriati delle cattedre, delle dirigenze e dei posti fissi nello Stato, affondando le loro radici inestirpabili ormai da cinquant’anni. Con la loro falsa propaganda anarchica hanno distrutto la politica, che è diventata un semplice strumento per rivendicare privilegi e riempire le noiose ore di lavoro dietro le loro scrivanie ammuffite. Facendo così hanno tolto ogni possibilità alle generazioni future, speculando sull’istruzione, sulle cattedre universitarie, sui concorsi pubblici e le carriere dirigenziali: per continuare ad ingrassare la loro avida magrezza, hanno tolto ossigeno e vita ai giovani e all’Italia stessa. Con l’avvento della crisi è tuttavia accaduto qualcosa di molto strano. Le classi medie e basse, abituate ai sacrifici e a trasformare in poco tempo le loro abitudini, oggi continuano a lavorare, a chiudere in parità i loro bilanci, seppure con fatica. Al contrario, i medio-alti borghesi, che hanno sempre vissuto nel parassitismo, cominciano a subire i primi tagli, con la riduzione dei diritti e dei privilegi, rendendosi ormai vitale e necessario un taglio netto degli sprechi. Ecco che, a questo punto, si mobilitano le masse, si fomentano i giovani e gli studenti dicendo loro che le riforme compromettono il loro futuro, e nascondono altri dettagli che toccano, prima di ogni cosa, le vecchie generazioni.
Diciamo la verità, l’auto-distruzione dell’università è iniziata molto tempo prima della finanziaria 2008, e il modello europeo implementato da Prodi ha inferto il vero colpo mortale: il risultato è stato un radicale appiattimento della formazione, nella speranza di raggiungere la "specializzazione" delle professioni, e uno smodato moltiplicarsi di corsi di laurea e di cattedre assolutamente inutili. Non vi è stata alcuna specializzazione in quanto l’insegnamento universitario e la ricerca sono rimasti dei canali chiusi a pochi, mentre la formazione è diventata sempre più teorica e speculativa, senza fornire reali strumenti pratici per affrontare un mondo del lavoro dinamico e flessibile, per emergere nella propria individualità. Ora, i nostri cari professori, impauriti dal taglio degli stipendi, dicono ai loro studenti di scioperare, di protestare, nell’illusione di creare un incontro generazionale assolutamente innaturale. L’Italia, nei fatti, non è la Francia, dove la mobilitazione di massa ha provocato la paralizzazione dello stato e la revoca della legge sul lavoro e università, e questo è stato reso possibile in quanto ogni classe di interesse ha deciso di protestare senza avere alle spalle una forza politica. Non lasciamo, dunque che questi "utili idioti" continuino ad usarci, a rovinare quanto di diverso e di importante è rimasto dell’Italia, ossia una generazione giovane e brillante che ha solo bisogno di un’occasione per rivelare le sue potenzialità, che ha bisogno di spazio e non dei "vecchi vampiri".