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02 ottobre 2008

Perfide imposture: Terra di Lavoro val bene una militarizzazione


Mentre passo davanti al terzo posto di blocco in pochi metri percorrendo, come ogni giorno, la strada che mi conduce a casa, continuo a ripensare alla giornata di ieri ed al clamore mediatico suscitato dalla notizia della morte di due poliziotti durante un inseguimento. Voci tremanti e cronache da guerra civile hanno scandito le ore di una giornata uguale a tante altre per i cittadini di Terra di Lavoro. La località di Santa Maria a Cubito, al confine tra Giugliano e Villa Literno, sembrava essere diventata simile a Bassora, con soldati inglesi e miliziani iracheni a fronteggiarsi lungo la strada. La guerra civile "paventata" dal ministro dell'interno Maroni era esplosa in tutta la sua violenza. Forze dell'ordine e casalesi impegnati in una lotta senza quartiere a colpi di arma da fuoco.Uomini dello stato che cadevano tragicamente sotto il fuoco nemico nell'estremo tentativo di assicurare alla giustizia dei pericolosi superboss dei casalesi a bordo di potentissime auto che procedevano a velocità supersonica. Tutto vero, ma solo nella fantasia di qualcuno o, meglio ancora, nelle cronache fasulle di chi,per militarizzare il territorio e puntare all'adozione di leggi speciali, ha deciso di far apparire all'esterno Terra di Lavoro come un teatro di guerra dove si spara all'impazzata tra la folla e si cade ogni minuto sul campo di battaglia. Cosa è accaduto realmente nell'enclave casertana?

L’auto-pattuglia su cui viaggiavano tre poliziotti è finita sulla carreggiata opposta ed è precipitata da un cavalcavia, finendo in un campo e sbattendo con la parte posteriore contro un albero. I tre poliziotti provenivano dal Piemonte e si trovavano nel casertano da alcuni giorni, appoggiati presso il commissariato di Polizia di Aversa. Appartenevano ai 400 uomini, tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, inviati per potenziare gli organici delle forze dell'ordine dopo la strage di Castelvolturno. Uno di loro, Francesco Alighieri, 41 anni, di Vercelli, assistente del reparto prevenzione crimine Piemonte, è morto subito. L’altro collega, il sovrintendente Gabriele Rossi, 30 anni di Torino, è stato ricoverato d’urgenza presso l’ospedale “Moscati” di Aversa e poi trasferito al “San Sebastiano” di Caserta, dove è morto poco dopo in sala di rianimazione. Il terzo, l'agente scelto Davide Venerando Fischetti, anch’egli 30enne di Torino, che era alla guida, invece ha riportato gravi ferite ed è in prognosi riservata. Secondo le prime ricostruzioni, intorno alle 9.30 di ieri, una Fiat Panda, non una ferrari o un jet a quattro ruote, ha forzato un posto di blocco a Villa Literno formato da tre auto della polizia. Una di queste, su cui erano a bordo i tre poliziotti, si è lanciata all’inseguimento e giunta all’altezza di un cavalcavia sul territorio di Casapesenna è uscita fuori strada ed è precipitata.Successivamente, intorno alle 13, la Fiat Panda è stata ritrovata abbandonata a Giugliano, al confine tra le province di Napoli e Caserta, territorio che si raggiunge proseguendo dopo alcuni chilometri proprio sulla strada dell'incidente.

Sul posto sono giunti il vicedirigente del commissariato di Aversa e coordinatore del posto fisso di Casapesenna, dottor Luigi Graziano, altre pattuglie ed una squadra di vigili del fuoco che hanno estratto dalle lamiere gli agenti ed in seguito hanno provveduto a rimuovere l’auto,completamente distrutta, dal campo. Nelle stesse ore del tragico incidente era in corso, al Teatro comunale di Caserta, un convegno sulla legalità con il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha immediatamente espresso il proprio cordoglio alle famiglie dei poliziotti. Il presidente della Provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, ha fatto pervenire al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il proprio cordoglio e quello dell’Amministrazione. “Esprimo la mia vicinanza e sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e al corpo della Polizia di Stato, – ha scritto De Franciscis – sempre in prima linea nella difesa della legalità, consapevole del sacrificio a tutela e a difesa dei tanti cittadini onesti della Terra che mi onoro di rappresentare”.

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha dichiarato di aver appreso con dolore e commozione la notizia del tragico incidente stradale avvenuto nel casertano tra Villa Literno e Casapenna, in cui hanno perso la vita i due poliziotti ed ha espresso dolore e cordoglio alle famiglie dei due poliziotti attraverso un telegramma inviato al Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli. Il ministro ha inoltre manifestato la propria vicinanza all’agente scelto Davide Fischietti, anch’egli a bordo dell’auto coinvolta nel tragico incidente. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Manganelli il seguente messaggio: ''Ho appreso con sentimenti di dolore e vivo rimpianto le notizie dei tragici episodi che hanno visto coinvolti, in aree diverse del paese, appartenenti ai reparti anticrimine della Polizia di Stato, impegnati in attività di servizio. In questa triste circostanza, desidero esprimere alla Polizia di Stato il profondo sentimento di vicinanza dell'intero paese per la scomparsa dell'assistente capo Daniele Macciantelli, colpito proditoriamente a Genova mentre tentava di comporre un dissidio privato, dell'assistente capo Francesco Alighieri e del vice sovrintendente Gabriele Rossi, deceduti in provincia di Caserta nel corso di un'operazione di prevenzione. La prego di far pervenire ai familiari delle vittime le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio e all'agente rimasto ferito i piu' fervidi auguri di pronta guarigione''.

Solidarietà è stata espressa anche dal mondo sindacale. Il Siulp, Sindacato italiano unitario lavoratori polizia, ha ricordato che sono morti tre agenti in meno di 24 ore, uno a Genova (Daniele Macciantelli, accoltellato da uno squilibrato) e i due nel casertano, ed ha sottolineato una ulteriore determinazione nella lotta alla camorra. “Siamo vicini alle famiglie dei colleghi Macciantelli, Alighieri e Rossi che hanno sacrificato la propria vita nell’espletamento del loro dovere a difesa dei valori della democrazia e della sicurezza del nostro Paese”, ha affermato in una nota Felice Romano, segretario generale del Siulp, per il quale si è trattato di “un sacrificio che evidenzia come le scelte operate dal Capo della polizia e dal ministro Maroni vanno nella giusta direzione per contrastare una criminalità agguerrita che sta martoriando il territorio casertano. Ed è per questo - ha concluso Romano - che è bene che la camorra sappia in modo inequivocabile che anche le gravissime perdite dei nostri cari colleghi non arresteranno la determinazione di tutti i poliziotti a contrastare la sua azione e riportare in quei territori legalità, sicurezza e sviluppo”.

Il sindacato autonomo Consap,invece,ha puntato il dito contro i tagli alle forze dell'ordine ed ha dichiarato : “Se l’episodio di Genova, può essere inquadrato nella variabile impazzita di chi è impegnato per la sicurezza di tutti, i fatti di Caserta denunciano responsabilità importanti da parte di chi dovrebbe garantire condizioni ottimali per svolgere il servizio”. “Si dimostra nei fatti - ha proseguito la Consap - che la lotta alla camorra è impegno di assoluto rischio e non può vivere sull’improvvisazione di reparti prevenzione crimine che pur vivendo in continua emergenza operativa, non hanno mezzi idonei per svolgere al meglio il servizio. Non tutto può essere ricondotto alle carenze di uomini e probabilmente qualche centinaia di migliaia euro destinati ai militari potevano essere spesi per dotare i mezzi di polizia di un sistema di protezione, sul mercato un rollbar (dispositivo di protezione ribaltamento) costa poco meno di mille euro, sarebbe bastato questo per salvare la vita ai colleghi”. Il sindacato aveva più volte denunciato la carenza di addestramento e di disponibilità di mezzi per i reparti prevenzione crimine della polizia, nuclei di specialisti che in realtà sono tali solo sulla carta, in quanto soffrono della stessa inadeguatezza di disponibilità economiche di tutti gli apparati di sicurezza nazionali.
Nell’esprimere il cordoglio per la giovani vite spezzate, per le loro famiglie e per i colleghi - ha sottolineato il sindacato - auspichiamo che il vertice di ieri in prefettura a Caserta possa riuscire laddove la Consap non ha ottenuto risultati, ossia nel far giungere ai reparti prevenzione crimine impegnati in Campania mezzi e tecnologie adeguate, senza le quali la polizia rischia di continuare a pagare prezzi altissimi in termini di vite umane”.

Anche l’Ugl, accanto al cordoglio per la morte degli agenti, ha espresso la propria “rabbia”, denunciando insufficienza di mezzi e di organico in Procure e Tribunali, che “rischiano di far uscire delinquenti che dovrebbero stare in carcere”. Secondo il sindacato, infatti, “sicurezza e giustizia non possono viaggiare separate”, e i “due poliziotti hanno dato la vita per assicurare dei delinquenti alla giustizia”, ma “la giustizia è allo sbando”.
Per i poliziotti deceduti, “oltre al cordoglio c’è la rabbia. La rabbia di dover nuovamente assistere ad episodi così gravi in un territorio martoriato dalla criminalità ma anche la rabbia di non vedere viaggiare di pari passo la sicurezza e la giustizia”, ha dichiarato il segretario provinciale della Ugl di Napoli Francesco Falco, che ha definito illogico impostare una strategia sulla sicurezza senza tenere conto delle carenze organiche e strutturali di tribunali e procure. “In altre parole - ha spiegato Falco - tanto sacrificio e vite in gioco per assicurare alla giustizia dei delinquenti e poi si rischia di vederli fuori per intercorsi tempi di custodia cautelare, cavilli burocratici e, peggio ancora, per l’indulto”.

Dichiarazioni di rito, molto generiche,che hanno fatto il giro d'Europa, non chiarendo la dinamica dei fatti. E la Panda jet guidata da pericolosi sicari che fine ha fatto? Nel corso della giornata di ieri si è appreso che la Fiat Panda che ha forzato il posto di blocco innescando l’inseguimento durante il quale sono morti due agenti di polizia apparteneva ad una donna di Giugliano . La donna è stata rintracciata, ma agli investigatori, secondo quanto si è appreso, ha detto che l'auto era in uso ai figli che,a loro volta,hanno dichiarato di averla venduta ad una terza persona. Dove sono dunque finiti i pericolosi superboss che procedevano a folle velocità? Come faceva una Panda a procedere a velocità elevata? Per la cronaca nella giornata odierna si è costituito ai carabinieri il conducente della Panda che ha forzato il posto di blocco. Si chiama Sebastiano Maglione ed è nativo di Qualiano, cittadina a nord di Napoli. E' stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e omicidio colposo plurimo: accusa scaturita dall'incidente occorso ai due agenti messisi all'inseguimento della Panda. L'uomo, residente a Giugliano, guidava, secondo la polizia,sotto l'effetto di stupefacenti. L'auto era priva di assicurazione e lui sprovvisto di patente. Sull'accaduto sta indagando il pm della procura di Santa Maria Capua Vetere Maurizio Giordano. Un tossicodipendente, dunque, e non un pericoloso boss dei casalesi. Un elemento che smonta il teorema modaiolo e polivalente del casalese e dimostra che si sta cercando di fare l'equazione casertano=casalese e casalese=camorrista, che per proprietà transitiva diventa casertano=camorrista. Forse dopo l'aggravante della clandestinità si vuole introdurre l'aggravante della casertanità? Non bastano i parà? Forse per Terra di Lavoro c'è bisogno anche dei check point? Quello di ieri è stato un tragico incidente su cui si è costruito un teorema solo perchè è accaduto nel casertano. Bisogna fare molta, moltissima attenzione...

Ernesto Ferrante
Rinascita Campania