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28 ottobre 2008

L'Albania ancora colonia dell'Italia


Il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini si reca in visita ufficiale a Tirana per rafforzare il sostegno dell'Italia nelle fasi di integrazione e sostenere la cooperazione in campo energetico e industriale. Frattini promette, a nome dell’Italia, che l’Albania continuerà ad essere sostenuta, sia all’interno della sua sfera economica, che nel quadro dell’adesione alla NATO e all’Unione Europea. Ma tutto questo avrà un prezzo, ossia il libero accesso alle risorse e alle concessioni per le infrastrutture energetiche e civili.

Guerra contro il crimine organizzato e introduzione del sistema biometrico per i documenti di identità: queste le condizioni essenziali dettate dal Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ai fini della liberalizzazione dei visti e dell'ulteriore integrazione euro-atlantica dell'Albania. Frattini promette, a nome dell’Italia, che l’Albania continuerà ad essere sostenuta, sia all’interno della sua sfera economica, che nel quadro dell’adesione alla NATO e all’Unione Europea.
Introduce così la presenza dell’Italia in Albania con una vera e propria opera di diplomazia economica, per dare poi una "personale" chiave di lettura dell’evoluzione dei Balcani. "Eravamo abituati a vedere i Balcani come una zona consumatrice di sicurezza. È questa l'eredità della difficile esperienza degli anni novanta sino ai primi anni di questo secolo", scrive Frattini in un suo elaborato per i media albanesi, nel quale traccia il nuovo ritratto dei Balcani, con la fine delle guerre e dei conflitti. Traccia così il cammino che dovrà fare l'Albania, a partire dalla completa integrazione dell`Albania e della regione nella comunità euro-atlantica, per poi sfociare nello sviluppo economico, grazie all'aumento dell’attrattività dei settori produttivi e degli investimenti diretti dall'estero, con la creazione di un ambiente economico favorevole, attuando la modernizzazione dell'infrastruttura, la semplificazione burocratica. Infine indica come elemento essenziale la totale stabilizzazione dei Balcani attraverso l'approfondimento della collaborazione regionale e la completa conciliazione tra i popoli, l'intensificazione dei scambi politici, economici e umani tra i Paesi della regione.

Dalle parole del capo della diplomazia italiana, sembra che l’Unione Europea sia già pronta a concedere la liberalizzazione dei visti ai cittadini albanesi entro il prossimo giugno, ma tutto questo avrà un prezzo, ossia il libero accesso alle risorse e alle concessioni per le infrastrutture energetiche e civili. L'Italia non nasconde infatti il suo interesse nei confronti del settore energetico e dei corridoi dell’Albania, chiedendo ora a Berisha di rispettare le promesse fatte tre anni fa nel corso dell'incontro svolto con gli imprenditori italiani a Roma. La cooperazione bilaterale italo-albanese si estende dunque da interessi comuni nel settore dell'agricoltura, per il quale presto sarà firmato un accordo di cooperazione, a progetti capital intensive come la realizzazione del Corridoio VIII, immensa opera che si pone come obiettivo quello di trasformare il Sud dei Balcani, e gli investimenti delle singole imprese italiane.

A margine dell’incontro vengono così ratificati importanti contratti, tra cui quello della Ansaldo per la ricostruzione della sottostazione elettrica "Tirana 2" grazie ad un finanziamento dalla Cooperazione per lo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano. In secondo luogo, l’Associazione degli imprenditori italiani in Albania ha ottenuto la concessione per realizzare il Parco industriale della città nord-occidentale di Koplik, con la realizzazione e la gestione di tutte le infrastrutture connesse, tra cui strade, acquedotti e fognature, per attrezzare una zona industriale orientata all’insediamento di imprese sia italiane che internazionali. Infine, il Gruppo Marseglia ha siglato un memorandum di intesa per la realizzazione del polo energetico della città settentrionale di Lezha, ed un accordo per il riconoscimento reciproco delle patenti di guida. E' stata inoltre discussa la possibilità di un investimento nel nucleare, con la costruzione di una centrale nucleare in Albania da parte dell'Enel. Il Ministro Frattini ha tuttavia precisato che si tratta di un'ipotesi da valutare, fermo restando l'interesse delle imprese italiane alle fonti di energia rinnovabile, come eolico e idroelettrico. L'Italia, in tal senso, presenterà presto un piano energetico, che prevede "a regime" un terzo della produzione nucleare, distribuita fra l'Italia e i paesi confinanti, e tra questi, l'Albania è quello meglio dislocato per la vicinanza alla costa italiana.

Infine, il Governo italiano firma l’accordo di conversione e riconoscimento delle patenti di guida, e concede un finanziamento di circa 25 milioni di euro - consegnando per l’occasione i primi 5 milioni - per il programma di sostegno alle piccole e medie imprese, sovvenzionato dalla Cooperazione di Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano. In tale cornice, le trattative politiche sembrano essere una semplice apripista dei veri obiettivi che giustificano la visita di Frattini, probabilmente accorso in Albania subito dopo che importanti gruppi tedeschi hanno programmato investimenti e lauti finanziamenti nel settore energetico. L'Italia non sembra disposta a rinunciare alla sua colonia economica e, presentandosi come ambasciatrice per l'integrazione europea, traccia i confini territoriali della sua zona di influenza, sia come colonia energetica e infrastrutturale, che come partner di investimenti e scambi.