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21 agosto 2006

Il Sud che poteva essere

di Davide Cristaldi


Che storia avremmo avuto se Ferdinando II di Borbone non fosse morto nel 1859? Quale “risorgimento” ci sarebbe stato se Francesco II fosse andato di persona a difendere la Sicilia nel ’60? Che Sud avremmo avuto se i Borbone avessero governato magari fino ad oggi? Quale cultura e quale economia avrebbe avuto il Regno delle Due Sicilie senza l’invasione piemontese?

Se è certo che dopo l’unificazione italiana fummo costretti ad essere prima briganti e poi emigranti, è altrettanto certo che i Meridionali, senza le imposizioni piemontesi e senza le violenze fisiche e morali arrivate insieme alle baionette dei bersaglieri, non avrebbero mai iniziato una guerra tanto devastante come quella che in pochi mesi si diffuse in tutto il Regno.
Nella storia del nostro Sud, del resto, per motivazioni di carattere essenzialmente religioso e culturale, raramente i popoli Meridionali avevano impugnato spade, picche o fucili: non a caso questo succede proprio nel 1799 (Repubblica di Murat) e nel 1860 di fronte, cioè, a due invasioni straniere che stavano minacciando la vita stessa di un popolo anche nei suoi valori più profondi e radicati.
I Meridionali capirono che era necessaria una difesa proprio perché si trovavano contro un nemico che avrebbe condizionato anche la loro storia futura.

Nessun brigante, allora, sarebbe sceso in guerra se i Borbone avessero avuto la possibilità di governare nel Sud. E briganti sarebbero rimasti quei pochi delinquenti comuni che pure esistevano nel regno borbonico come in tutti gli altri paesi del mondo, in percentuali pari a quelle degli altri Paesi anche italiani e certo non tali da giustificare l’invio di centinaia di migliaia di soldati piemontesi per oltre dieci anni: basterebbe semplicemente e banalmente questo dato per distruggere le basi di una tesi storiografica molto diffusa presso la cultura ufficiale e accademica secondo la quale il brigantaggio post-unitario continuava una storia iniziata quasi nel periodo medioevale.

Pietrarsa: la locomotiva Bayard che percorse
la prima tratta ferroviaria italiana, il 3 ottobre 1839

E nessun emigrante, probabilmente, avrebbe conosciuto l’America o l’Australia o il Belgio o la Germania. Prima dell’unificazione italiana nessuno era stato costretto ad emigrare e senza le scelte politiche ed economiche del nuovo governo unitario avremmo continuato a lavorare e a vivere dignitosamente nella nostra terra.

Né briganti né emigranti, dunque, nel Sud che poteva essere e che non è stato.Né briganti né emigranti se riflettiamo magari sui fatti più significativi degli ultimi anni e degli ultimi mesi di vita del Regno delle Due Sicilie, cercando di capire quali prospettive avrebbe avuto il Sud in uno stato ancora autonomo.È opportuno prima di tutto indicare alcune linee di sviluppo dell’economia meridionale pre-unitaria:

Le monete degli antichi Stati italiani al momento dell’annessione ammontavano a 686 milioni così ripartiti (valori espressi in milioni):

Regno delle Due Sicilie, 443,2
Lombardia 8,1
Ducato di Modena 0,4
Parma e Piacenza 1,2

Roma 35,3
Romagna, Marche e Umbria 55,3

Sardegna 27,0
Toscana 85,2
Venezia 12,2


Il Regno delle Due Sicilie avea due volte più monete di tutti gli altri Stati della penisola uniti assieme.(Francesco Saverio Nitti, Scienza delle Finanze, 1903)

Modellino del piroscafo a vapore Sicilia (1856)

Una delle risorse più ricche di prospettive era e sarebbe stata quella del mare: i Borbone dimostrarono di aver capito concretamente l’importanza commerciale e strategica del Mediterraneo. Nel 1856 nella sola capitale c’erano 25 compagnie di navigazione; la prima, la più poderosa in Italia, era la Società di navigazione delle Due Sicilie: le navi napolitane toccavano tutti i porti del Mediterraneo, attraversavano l’Atlantico arrivando fino a New York, Boston, fino al Brasile, alla Malesia o all’Oceania.
Nel giugno del 1854 per la prima volta una nave italiana a vapore, dopo 26 giorni di navigazione, arrivò a New York: era il piroscafo Sicilia, voluto da Ferdinando II «per il tragitto periodico tra i Reali Dominii e le Americhe [...] spezialmente pel traffico di quelle derrate che in lungo viaggio soggette andrebbero a deteriorarsi»

Alcuni anni dopo l’unità d’Italia, lungo la stessa rotta, quelle derrate saranno tragicamente sostituite da milioni di Meridionali costretti ad emigrare.

Quali briganti e quali emigranti avremmo avuto se avessero assecondato lo sviluppo dei cantieri di Castellammare (il cantiere più grande e moderno d’Europa nel 1860) con i suoi 1800 operai?

A Pietrarsa avevamo la più grande fabbrica metalmeccanica con 1050 operai mentre l’Ansaldo a Genova ne occupava solo 480 e la FIAT non era ancora nata.

Per non parlare degli oltre 2000 addetti complessivi delle ferriere di Mongiana in Calabria.

Chiusero quasi tutte queste fabbriche perché fummo conquistati ed era normale che i conquistatori facessero di tutto per chiuderle e per farci diventare una loro colonia. Ed è normale che oggi anche pasta e pomodori vengano dal Nord.
Chiusero perché delle 600 locomotive occorrenti alle ferrovie italiane solo 70 furono ordinate a Pietrarsa. E agli operai della nostra antica fabbrica voluta da Ferdinando II «per affrancarci dal braccio straniero», quando si riunirono nel cortile per protestare contro i licenziamenti, spararono con le baionette: quattro di loro furono ammazzati e sono stati dimenticati anche se sono stati i primi martiri della storia operaia. Chiusero quelle fabbriche, vittime delle 34 nuove tasse del governo di Torino o schiacciate dalle politiche prima liberistiche e poi protezionistiche funzionali solo allo sviluppo delle industrie dell’Italia del Nord.

Mongiana – ruderi della fonderia

Che Sud ci sarebbe stato senza quell’unificazione sbagliata?
In questa sintesi troppo breve si è cercato solo di trovare qualche indicazione. Un Sud certamente senza briganti e senza emigranti, dove certamente non tutto sarebbe stato perfetto ma un Sud con una precisa identità culturale, religiosa, politica ed economica. Un Sud dove magari industria, agricoltura, commercio o turismo avrebbero avuto un loro sviluppo forse lento ma adeguato alle esigenze del territorio. Un Sud che in una confederazione di Stati italiani sarebbe stato rispettato e avrebbe avuto il ruolo che gli spettava, un Sud rispettato e protagonista anche in Europa e soprattutto nel Mediterraneo.

Se la storia dei se rischia spesso di perdere la sua scientificità, è davanti ai nostri occhi la storia vera, quella che ha portato alla rivolta di un intero popolo per oltre dieci anni, al suo massacro fisico e culturale, alla distruzione della sua economia, alla sua colonizzazione, ad una diaspora che non ha pari nella storia dell’umanità e che non è ancora terminata.
È storia di ieri e di oggi la totale assenza di una classe dirigente veramente legata al Sud: quel rapporto diretto che avevamo con chi ci governava e che spingeva Ferdinando II a dare fino a 50 udienze al giorno lo abbiamo perduto per sempre nel 1860 ed è da allora, forse, che il Sud non è stato più difeso e rappresentato come meritava.

19 agosto 2006

I Ladroni del Terrorismo

Mentre l'Onu prepara le missioni di contrapposizione in Libano, con uno schieramento di forze internazionali, in Europa dilaga l'allarme terrorismo. Il panico scatenato nell'aeroporto di Londra ha azionato un meccanismo di terrore e allarmismo, che cade nella paranoia, che porterà sicuramente ad una condizione di insicurezza e diffidenza tale che giustificherà la guerra al terrorismo e all'islamismo della Comunità Europea.

Nonostante la mancanza di prova sui fatti e i colpevoli, sono stati rafforzati i livelli di minaccia e sono state presentate le cosiddette misure di sicurezza che hanno creato caos nella gestione del traffico aereo e violato la privacy e i diritti democratici dei passeggeri. Le persone sono state sottoposte ad un trauma ed uno stress assurdo: sono state sequestrate le valigie costringendo le persone a viaggiare con buste di plastica, le hanno private delle bevande e dell'acqua e hanno raggiunto davvero il limite quando le hostess hanno dovuto sorvegliare una mamma che allattava suo figlio. Cinque giorni dopo il fantomatico attacco le autorità del Regno Unito hanno arrestato 24 musulmani Britannici e hanno annunciato che allo stesso modo in America era stata sgominato un colpo per far esplodere l'aero in partenza da Londra e diretto nelle capitali degli Stati Uniti. Tuttavia né gli inglesi né il governo americano hanno prodotto prove e fatti per giustificare le loro atroci sevizie sulle persone. Non è stato fornito alcun dettaglio, e noi non abbiamo sentito alcuna versione inconfutabile sui fatti che giustificherebbe l'arresto di così tante persone o l'imposizione di misure di sicurezza che hanno devastato gli aeroporti di Stati Uniti e Britannia.
Ventitrè cittadini britannici rimangono in prigione, alle loro condizioni, negando loro per il momento un leale processo e il rispetto dei loro diritti democratici; non posso avere alcun contatto con i familiari, né con un'assistente legale, e li stanno sottoponendo ad trattamento abusivo, incluso la detenzione in celle fredde e al buio. Sono stati incolpati di crimini inesistenti e arrestati senza alcun rispetto della normale procedura, proprio grazie a leggi di anti-terrore recentemente emanate, secondo le quali, per esempio, è previsto un periodo di prevenzione preventiva di più di 28 giorni.
I nomi e le fotografie dei terroristi sono stati pubblicati sui giornali ed i loro beni sono stati confiscati dal Tesoro britannico, negando così la presunzione dell'innocenza .

In questi giorni stiamo davvero toccando il fondo, la realtà superando ogni immaginazione più incredibile, e questi dovrebbero essere le tutele della nostra incolumità? Perché i nostri tutori non hanno provveduto a prevedere e ad evitare operazioni del genere?Se si ha il sospetto di un attentato si dovrebbe fare di tutto per non espandere terrore e panico nella folla, invece è proprio quello che è accaduto perché è questo quello che si intende creare, è questo l'unico obiettivo perché altrimenti le azioni sarebbero tenute nel massimo riserbo. Come sempre i "maestri" inglesi hanno sempre molto da insegnarci su queste subdole tecniche di persuasione, sono i guru degli imbrogli dall'inizio della storia del colonialismo, non a caso fu la Banca di Inghilterra a creare la carta moneta. Hanno ritrovato sui treni in Germania borse contenenti esplosivo, mentre in Spagna l'Eta si è risvegliata dal torpore, misteriosamente, dopo la resa incondizionata del mese di marzo. Non ci meraviglierebbe affatto che qualche fanatico si facesse vivo anche in Italia, a Roma o a Milano: la guerra è guerra!

A quest'episodio se ne sono susseguiti tanti altri con un'escalation davvero impressionante: già due gli aerei fermati con atterraggi di emergenza negli Stati Uniti, e l'allarme è giunto oggi anche in Italia bloccando sui cieli di Brindisi un boeing proveniente da Londra. E mentre scoppia il terrorismo del traffico aereo, Air France muove la sua offerta ad Alitalia, già svalutata nel mesi scorsi, e ora dipinta come una nave che sta affondando, salvabile solo dall'acquisizione francese. La misericordia di AirFrance costerà all'Italia anche la rinuncia all'estensione di Enel su Suez: come suol dirsi, "dopo il danno anche la beffa". Non ci sono parole per descrivere questi vermi, non hanno limiti, sono viscidi e senza vergogna, parlano sicuri della loro impunità, si fanno scherno di tutto e di tutti.
L'affare del terrorismo è davvero senza fondo, perché dopo la cancellazione dei voli, il mancato rimborso dei biglietti e dei risarcimenti delle assicurazioni, ecco che si concretizzano delle fusioni e delle acquisizioni già da tempo annunciati. Se da una parte, dunque, permette di continuare la guerra in Libano, dall'altro frutta fior fior di bilioni. D'altronde, se le autorità investigative ora si soffermassero più sui trasferimenti di denaro, sulle assicurazioni e gli accordi dei CdA delle Banche, davvero si scoprirebbero i veri terroristi. Vorremmo proprio sapere a cosa serve la Magistratura, la Corte di Giustizia, dell'Aja o la polizia amministrativa, forse solo a denunciare i macellai e la corruzione dei governi, o le resistenze alla liberalizzazione dei mercati.
Vi rendete conto delle persone che ora hanno in mano i nostri destini, la nostra vita, i mano ai pazzi. Questi sono i veri pazzi, ci porteranno alla guerra mondiale, i nostri soldati moriranno lì in Libano, non basteranno lacrime a bagnare le bare dei nostri: al confronto Nassirya sembrerà una missione di pace.
Ma basterebbe un manipolo di dieci uomini a portare la rovina questi Baroni Ladroni, e questo loro lo sanno: solo dieci uomini e tutti i loro giochi finiranno. La vera "storia" potrebbe distruggere davvero tutto, che una bomba farebbe davvero prima.
Non penserete davvero che crediamo a tutta questa montatura, a questa grande farsa? Credete che siamo stupidi, che non sappiamo cosa avete intenzione di fare o che ci faremo ingannare dai terroristi islamici per non denunciare i veri criminali?

18 agosto 2006

Le false rivoluzioni

Il governo della Repubblika Srpska ha concluso nella giornata di ieri un importante accordo per la distribuzione del gas con Gazprom, che si conferma la maior detentrice indiscussa del monopolio nel mercato del gas europeo. La sua posizione viene maggiormente confermata dall'armistizio sul gas firmato tra Mosca e Kiev, che prevede prezzi bloccati e maxiforniture fino alla fine dell'anno, in modo da ristabilire le riserve terminate dal gelido inverno scorso.
La notizia viene accolta con piacere anche dall'Eni, che vede in questo accordo spiragli positivi per la fornitura di gas anche per l'Italia, che potrà così superare anche quest'inverno. Va comunque frenato l'entusiasmo, perché, come ricorda Scaroni, siamo un paese troppo dipendente, e probabile preda dell'asse russo-algerino, l'opec del gas; tuttavia la soluzione da questi individuata, ossia la costruzione di gassificatori sulla costa del mediterraneo per poter fruire di fonti di approvvigionamento diversificate. Stiamo andando infatti incontro ad un'epoca in cui il mercato del gas si stabilizzerà intorno ad un prezzo e il suo aumento verso punti critici, chiederà l'introduzione di una nuova energia. Questo punto limite sicuramente verrà raggiunto molto prima di quanto non sia accaduto con il petrolio, considerando che in questo delicato momento il gas si è già apprezzato del 30% in America. Il gas naturale è pur sempre una fonte fossile, destinata ad esaurirsi anche in breve tempo, ma sarà ancora utile alle lobbies petrolifere per poter intanto fare gli investimenti per creare nuovi cartelli, come quello dell'acqua per esempio. Le infrastrutture che si intendono costruire non sono altro che dei legacci e delle gabbie in cui noi stessi ci rinchiudiamo perché ci costringono ad anni di ammortamento degli investimenti fatti, e ritardano sempre più quelli per l'energie alternative e per l'avvento della free energy. Questa è una trappola voluta e studiata per asservire una nazione, non con la minaccia di chiudere i rubinetti, bensì con dei vincoli per evitare che si renda indipendente energeticamente. È ovvio che la free energy dovrà partire dal basso e non dall'alto.

Si è giunti dunque a questa situazione di "sicurezza energetica" nelle mani della Russia grazie proprio alle false rivoluzioni che hanno portato migliaia di persone a sfilare in piazza: credendo di combattere per un colore politico, hanno fatto il loro stesso gioco. Ci riferiamo ovviamente alle pressioni per le liberalizzazioni del mercato energetico contro i cartelli Enel e Eni, e a quella che nei mesi scorsi è stata definita la "rivoluzione arancione". Era costata più di 65 milioni di dollari quella rivoluzione all'America, e solo un anno e mezzo dopo il grande colpo pare fallito, perché i partiti filo-russi sono tornati al potere, dopo la lunga crisi politica seguita alle elezioni del 26 marzo. Non avendo trovato un accordo sulla formazione del nuovo governo, e a causa delle pressioni dell'Unione Europea che gridava ai brogli elettorali, si è deciso per la nomina in qualità di primo ministro il leader dell’opposizione filo-russa Viktor Yanukovych, che intanto aveva dato vita a una coalizione di maggioranza nel Parlamento ucraino. Yanukovych viene nominato primo Ministro a condizione che continui la politica filo-occidentale portata avanti sino ad ora, con riferimento all'integrazione nella Nato, nell’Ue e nel Wto, e soprattutto nella rete di gasdotti occidentali che parte dal Mar Caspio tramite la pipeline-bretella Odessa-Brody: una manovra questa affine alla politica dell’Europa nelle forniture di gas dalla Russia. Tutto questo non sarebbe stato possibile, tuttavia, senza la rivoluzione popolare, che ha così legittimato una certa classe politica che si è così definita "espressione della sovranità popolare". La fine della rivoluzione si è avuta così come il suo inizio, ossia tramite un accordo delle due grandi potenze che si sono elegantemente divise le competenze dopo essersi scontrati in Ucraina durante un lungo inverno freddo. Alla rivoluzione arancione, la Russia ha risposto chiudendo il gas, mentre ora il governo arancione cede il premeriato chiedendo in cambio del favore dell'accordo con Gazprom, il sostenimento di decisioni pro-occidente. L'accordo tacito tra Russia e Usa qui è stato proprio eclatante, o comunque maggiore rispetto a quanto è avvenuto in Georgia e Libano, trascorso nel completo silenzio.

La Russia vede aggirati i suoi territori tramite una pipeline della British Petroleum, ma il silenzio sulla risoluzione emanata la dice lunga sulla posizione "comoda" di Putin: cercherà infatti di spuntare le migliori condizioni economiche per le sue imprese.Quando in Albania il Presidente Sali Berisca ha deciso di far luce sui lavori della British Petroleum all'interno dell'Albania, chiedendo una perquisizione da parte della guardia di finanza, l'intera nazione è stata privata della luce per mesi: il governo dovette porgere pubblicamente le sue scuse al FMI.


Ormai le associazioni di categorie si sono vendute e sono le armi delle multinazionali, così come "la rosa nel pugno", che abbaia sempre al momento opportuno, che non è né di destra né di sinistra, ma dei Banchieri : con i loro scioperi della fame in realtà ingrassano.
La famosa strage di Beslan, di cui la stampa parlò come di un attentato dei separatisti ceceni collegati con le cellule terroristiche di Al Queda, e diede indirettamente la responsabilità di quel macabro gesto alla Russia. In realtà quella strage è stata organizzata da veri contractor, da agenzie private, e infatti il governo russo pubblicamente dichiarò che proveniva dall'estero quell'attentato, così come il governo Indiano ha parlato dello tsunami come catastrofe, e non come un fenomeno naturale.

Dobbiamo essere molto vigili perchè l'Italia oggi è costretta a fare la guerra dell'America, perché è la nazione europea più debole. Il nostro esercito correrà un grandissimo rischio, che non avrà nulla a che vedere con quanto accaduto a Nassirya. Vi è il rischio che le forze israeliane boicotteranno, ammazzeranno e tradiranno le forze della coalizione per dare la responsabilità a Hezbollah: deve rifarsi infatti dell'umiliazione subita e sta ora giocando una partita per la soppravvivenza, e per riacquistare un equilibrio freddo con l'Europa.

Stanno ora allo stesso tempo uccidendo i musulmani e fomentando una guerra interna e intestina in Europa, mediante leggi e provvedimenti che favoriscano innanzitutto i movimenti migratori verso l'Occidente, per poi cancellare gradualmente le loro origini e adeguare la loro cultura ed etnia ai cdd. standard europei. Questo senz'altro porterà a scontri civili, a malumori tra cittadini originari e cittadini assimilati, così come alla frammentazione dei musulmani: quelli laicizzati si scontreranno contro quelli religiosi, e poi tutti contro il modello europeo. Quelli che cresceranno un domani in Europa, serviranno come dirigenti di comitati e istituzioni politiche nei paesi da colonizzare, per difendere le lobbies da eventuali proteste inaspettate dei governi locali. Stiamo dunque creando i nuovi laici, persone che verranno poste al governo di un Paese dopo il suo destabilizzamento politico-monetario, come infatti è accaduto all'Iraq e all'Afganistan. Questo viene definito "governo in esilio", composto da persone molto spesso cacciate dai loro paesi natii, che volevano prendere il potere, personaggi che politicamente aveva preso soldi dalle ong oppure dalle ambasciate. Vengono così create queste false istituzioni perché in ogni caso nessuno sa nulla di queste persone spiantate, che una volta giunte al potere predicano e pretendono di essere dei padroni. I servizi segreti europei e americani pagano agenti del servizio segreto locali per farsi consegnare prove di corruzioni che poi verranno usate dalle multinazionali che finanziano le piccole associazioni.

17 agosto 2006

Il sabotaggio ci porterà alla Guerra Mondiale

Le minacce di terrorismo alle linee aree in rotta verso l'oltreoceano stanno avendo gli sperati risultati, ma soprattutto è la strategia del sabotaggio che la fa da padrona sconvolgendo le nostre vite e la percezione della realtà che abbiamo. In un periodo di completa stasi economica in cui tutto sembra fermarsi, mentre tutti sono in vacanza, abbiamo assistito a delle importanti decisioni che hanno segnato l'inizio della guerra dell'Unione Europea. È questo il primo conflitto sponsorizzato e combattuto sotto l'alea della Comunità Europea che in sede Onu ha trovato un tacito accordo per affrontare la situazione di crisi.

La presa di posizione dell'Europa sul terrorismo è stata quasi "obbligata" o scontata dopo il caos sulle linee aeree londinese che ha, con effetto domino, colpito anche gli altri aeroporti europei con ritardi e voli cancellati. L'evento è stato così traumatizzante, sia per chi era quel giorno in aeroporto, sia per chi indirettamente ha assistito a quelle scene di vero panico, che i suoi effetti saranno ancor più disastrosi. Non deve a questo punto meravigliare quanto è infatti accaduto sul volo partito da Londra e diretto a Washington, che ha cambiato rotta e fatto un atterraggio di emergenza a causa del "turbolento" comportamento di una passeggera di 60 anni. In un primo momento si è addirittura sparsa la voce su di un suo possibile collegamento con il mondo islamico-terrorista, ma non sono stati trovati né il cacciavite, o i fiammiferi e neanche un block di appunti Al Qaida. La signora, colta da un evidente attacco di panico, ha scatenato da sola un inferno e ha costretto l'aereo ad atterrare prima di provocare un vero ammutinamento a bordo: come si è visto non occorre un islamico per dirottare un aereo.

Ora la nostra civiltà è vittima di questi trucchi psicologici che stanno ricattando i nostri governi, oltre alle palesi minacce energetiche e economiche che si nascondono in un sistema di usura a grandi livelli. Si fa tutto questo innanzitutto per creare smarrimento, in modo che il popolo impaurito digerisca più facilmente l'idea dell'inizio di una guerra, in modo che, mettendoci l'uno contro l'altra si perda un contatto con la società e gli individui. Eventi come l'annuncio dello smarrimento del filmato originale dello sbarco sulla Luna, è un chiaro modo per attirare l'attenzione degli italiani in spiaggia, onde escludere quasi del tutto il discorso della guerra e degli attentati. In tutto questo, si sta preparando un'evidente situazione economica di crisi, che, per quanto siano convinti del contrario i nostri strani politici, non risolleverà il portafogli dei consumatori, ma lo pregiudicherà portando poi con sé malessere sociale. Molti imprenditori non riescono a pagare i loro debiti, compiono crimini e cose insensate, ma in un certo senso sono costretti a farlo: il malessere economico, la disperazione li spinge a compiere dei reati se non vogliono pregiudicare l'onore e la vita della loro impresa.
Dinanzi a tutto questo, la religione, i nostri capi spirituali, ci abbandonano a noi stessi, che siamo ormai rimasti senza un'istituzione o una struttura che ponga come primaria importanza innanzitutto l'uomo. Oggi la nostra religione sono i credo dei nuovi predicatori che, accerchiati da guardiani e difensori, formano sette ed Entità che si impossessano di noi. Quando testimoniamo dinanzi ad un tribunale giuriamo sulla Bibbia, ma poi la legge ci condanna: anche questo è un vero e proprio rito a cui partecipiamo. Allora, vorremmo chiedere al nostro Papa, di "darci il nostro pane quotidiano", di fare qualcosa per noi, e di smettere di predicare, proprio ora che ci stanno ammazzando. Migliaia di persone hanno compiuto atti criminali perché costretti, perché è troppo difficile restare onesti a affrontare la vita nel suo quotidiano. La banda della "Uno bianca" dei fratelli Savi è stata creata dal sistema, così come un padre che ammazza sua figlia drogata dopo averla assicurata con una polizza a vita, anche lui è una vittima del sistema. Il marito si suicida dopo aver ucciso la moglie, perché il suo animo è ormai usurato da una vita fatti di stenti e di difficoltà economiche, di umiliazione. Noi siamo stanchi di vedere la nostra gente che muore giorno dopo giorno, per mantenere un sistema di baronie, di Baroni Ladroni mentre gli agenti del servizio segreto non fanno altro che prendere uno stipendio, venendo poi nei nostri uffici a dire che sono impotenti perché hanno una famiglia.

La cosa che più ci delude è che sicuramente sanno cosa di cui stiamo parlando, è assurdo pensare che non sappiano nulla. La nostra economia è in mano a dei politici, e dei falsi imprenditori "berlusconiani", che si sono da sempre fatti le leggi per sé, per i propri interessi, continuando a mangiare del filetto di primo taglio e lasciando poi a noi wursterl di gomma.

Basta pensare a cosa hanno fatto con l'anatocismo, che l'unica causa che si dovrebbe intentare sarebbe quella di genocidio nei confronti dei nostri politici, e non quella di recupero delle briciole degli interessi nei confronti delle Banche. Gli uomini hanno poteri nazionali e sovranazionali, posso agire in difesa della propria sopravvivenza, perchè possiamo provare l'etnocidio che stato perpetuato ai danni dell'umanità: questo lo sanno benissimo ma spesso lo dimenticano.

La guerra in Libano ha subito una svolta, ma tutto questo ha un prezzo, il nostro sangue, il sangue degli italiani, dei francesi, degli israeliani e dei palestinesi per combattere una guerra che non appartiene a nessuno, la guerra degli Stati Uniti. Prodi così ha deciso di inviare in meno di 15 giorni una forza di interposizione, un dispiegamento di 3500 uomini, assieme alla portaerei Garibaldi e alla San Marco, il secondo contingente più grande dopo quello della Francia. Una decisione questa che ha messo in po' tutti d'accordo, sia la destra che la sinistra, sia Berlusconi che la Bonino, lasciando poi Bossi urlare perché non vi sono i soldi per la missione. Speriamo che almeno sappiano perché mandiamo lì un esercito. Mentre a Malta l'Eni firmava un contratto, alla stazione di Bologna scoppiava una bomba: questo accadeva 30 anni fa, e oggi la storia si ripete come una maledizione.L'Italia, come la sua posizione in politica estera, è finita nella mani di persone come Prodi e Berlusconi, degli agenti di commercio, degli ambasciatori, che prenderanno posto nei governi per vendere e annunciare privatizzazioni delle imprese degli stati sconfitti. I servizi segreti italiani continueranno a pagare in dollari nuovi di zecca gli informatori, per ricattare i politici locali dei paesi poveri,che si oppongono alle liberalizzazioni e alle riforme. Hanno esiliato gli uomini di Stato e coloro che con coraggio hanno tentato di combattere, è stato tutta una premeditazione.

La Francia, come l'Italia, non ha scelta perché alle sue spalle vi è un rischio di attentato alle sue centrali nucleari, allarme questo che è stato lanciato molti mesi fa, denunciando l'insicurezza degli stabilimenti e distribuendo nelle farmacie circolari informative mediante le quali viene spiegata la procedura di emergenza in caso di "attacco nucleare". L'America dunque vuole combattere una guerra senza però schierare un solo uomo, garantirà però l'armamento sia ad una parte che all'altra.
Questa non è una forza di contrapposizione, ma un vero e proprio inganno, una truffa ai danni degli Stati sovrani che ora permettono ad altri di amministrare la loro politica estera. Evidentemente non hanno altra scelta, questo la Francia lo sa bene, e dopo ciò che è accaduto a Londra, ha riflettuto bene, più di una volta, sulla decisione di opporsi alla risoluzione.

La minaccia esistente a cui tutti devono rispondere è quella dell'islamizzazione dei popoli occidentali, e questo il governo lo sapeva bene quando ha deciso di emanare una legge per conferire la cittadinanza ad extracomunitari residenti da più di 5 anni in Italia. È questo un modo per accelerare l'integrazione, per garantire anche l'afflusso all'interno dello Stato: i movimenti di emigranti certo non si fermeranno e daranno vita così alla grande Europa democratica, fatta però di cittadini di serie A e cittadini di serie B. La naturalizzazione degli extracomunitari renderà la società sempre più instabile e fragile, si intraprenderà la strada degli "equilibri instabili", degli scontri e delle continue rivendicazione dei "nuovi cittadini" di essere italiani, e dinanzi a queste richieste noi risponderemo con un nazionalismo che aizzerà ancora di più il malcontento di questi popoli. Questa eventualità è nel nostro futuro perché è già nel presente della Francia: è solo una questione di tempo e vedremo anche noi i propri sintomi di una società multietnica malata.

Il rischio di un attentato in realtà non c'è, perché il colpo doveva già esserci e se non c'è stato è dovuto al fatto che i nostri governi hanno risposto a questa minaccia, hanno anticipato quanto poteva accadere e hanno preso le decisioni che intimavano di prendere. Il terrorismo ora viene utilizzato per ricattare gli Stati, per indurli a fare una guerra al posto dell'America. La psicosi degli attentati, le menzogne e i ricatti energetici rischiano di aizzare una guerra civile senza che nessuno se ne accorga. Per tale motivo destra e sinistra si sono messe d'accordo, sono tutti concordi e se a questo punto si farà un attentato, tutti lo sapranno bene e capiranno che è anche nel loro destino se non agiranno di conseguenza.

In Bosnia tre giorni fa è stato siglato un contratto tra il governo e la Gazprom, e questo sicuramente darà via libera al Tribunale dell'Aja per intentare una grande sceneggiata con la cattura di Mladic. La Russia infatti nel frattempo sta organizzando la rendita che dopo la guerra avrà; basta infatti che Gazprom si accordi con British Petroleum per la condivisione e dei gasdotti e poi davvero potranno fare ogni tipo di guerra. Alla Russia infatti interessa solo il controllo dei gasdotti, e avuto questo non ha nulla da rivendicare né motivo per opporsi. Putin non ha proferito parola sulla decisione dell'Onu, ma si è attivato per concludere un accordo con l'Ucraina: la Russia ora deve difendersi, e per far questo usa l'unica arma che ha. In fin dei conti la lobby del petrolio va ora a caccia di terreni per coltivare l'olio di colza.

L'Iran adesso è stato abbandonato, è stato davvero lasciato solo, e forse il suo bluf non durerà ancora a lungo. Sa bene Ahamaneajad's che la bomba nucleare la può concedere solo l'America, e sta usando l'armamento nucleare perchè vuole costringere la Russia e la Cina a esporsi. In realtà sta facendo una guerra solo con le parole: minaccia la fine di Israele gridando al mito dell'Olocausto, e vuole la morte dei Sionisti. È un chiaro messaggio che lui sa il gioco che stanno tentando di fare, ma è un vero Presidente suicida perché le sue controparti più vicine, come la Russia, possono ancora ingannarlo, mentre la Cina non muoverà un dito senza il consenso dei suoi finanziatori esteri.

Speriamo dunque che non succederà come nel 1945, quando gli Ambasciatori Inglesi tornarono con la pace fatta con la Germania, e il giorno dopo Hitler cominciò i bombardamenti.
Il nostro pensiero va ora ai nostri professori, che con un illustre curriculum hanno saputo rovinare il mondo, immaginiamo cosa sarebbero stati capaci di fare se non avessero studiato. In fondo Simon Perez è un blasonato "premio Nobel per la Pace", per questo ha ucciso più di 300 bambini in Libano.

12 agosto 2006

L'Apocalisse è già arrivata

Un altro attentato sventato dalle intelligence internazionali, ancora terrore e caos per evitare l'apocalisse dell'Europa e dell'America. È tutto così assurdo, inverosimile, ma soprattutto tutto così falso, vorremmo davvero sapere chi ormai è disposto più a credere a tanta follia. Dopotutto dovevamo aspettarcelo, perché i segnali si erano già da tempo manifestati e ricorrono ancora tutti i presupposti per spiegare il perché di questa grande farsa.
Primo tra tutti il ricorrere della data del numero 11, dopo l'11 luglio per aspettare l'11 settembre, e condire il tutto con un grande spettacolo mediatico. Ancora una volta si parla di "rotte del terrore", tra Londra e New York, con una fantomatica banda di terroristi pakistani pronti a prendere il controllo dei boeing con armi sofisticate e allo stesso fatti da componenti acquistabili liberamente in commercio.
Hanno individuato l'arma, una "bomba all'esplosivo liquido" azionabile mediante un comunissimo lettore mp3, una rivoluzionaria invenzione dei terroristi per eludere i controlli, costruita con banalissimi componenti ovunque reperibili.


Una nuova arma che utilizza l'acqua sicuramente esiste, ben più pericolosa e invisibile di quello che vogliono far credere, ma certamente non è questa: ciò che ci danno è solo la spicciola verità a cui dobbiamo abboccare per assecondare i grandi piani del sabotaggio. Infatti l'azione dei servizi per bloccare il grande attentato ha scatenato panico e una vera apocalisse in terra, con danni e vittime di gran lunga maggiori di una guerra o di un attentato: non c'è prezzo o azione che possa guarire i popoli dal terrore, che possa indurli a fidarsi di nuovo del proprio vicino. Hanno privato le persone in viaggio in un periodo di afa e caldo dell'acqua, dei liquidi, persino dei biberon per il proprio bambino, hanno sequestrato le valigie e ogni avere, costringendo questa massa di gente a restare nell'aeroporto per un'intera giornata. Tutti i voli sono stati cancellati, con disservizi e ritardi in tutti gli altri aeroporti del mondo, proprio in un periodo di grande deflusso su scala internazionale per via delle vacanze.
Quest'azione è in realtà una scatola cinese, studiata e progettata nei minimi dettagli perché funzionale e rispondere a molti obiettivi, tra cui quelli economici e finanziari sono una componente molto importante. Questa manovra costerà ai passeggeri milioni di euro, così come alle compagnie assicurative che, tra ritardi e procedure di rimborso, non risarciranno tutti i soldi. Sarebbe davvero interessante verificare i bilanci e i conti trimestrali delle compagnie aeree e delle società di armamento dopo questo blitz antiterroristico. Non bisogna inoltre escludere l'ipotesi che si è voluto anche bloccare la movimentazioni di circolante e soldi contanti dall'Inghilterra verso le madri patrie degli emigranti residenti all'estero.
A tutto questo occorre aggiungere il grande risultato di spostare l'attenzione mediatica dall'aggressione delle potenze occidentali della terra musulmana, alla guerra per il terrorismo e il fondamentalismo islamico che mina la nostra sicurezza. Non sono ritardati i primi arresti in massa di immigrati musulmani in tutt'Europa: sono stati prelevati e condotti nelle questure senza alcun motivo, e vedrete che dopo interrogatori, legnate e celle di isolamento ammetteranno di essere una cella di al queda. Sono ormai settimane che giungono dalla rete le minacce di Al queda all'america se non lascerà l'Iraq, se proverà ad attaccare l'Iran e se non ritirerà le truppe dell'Afganistan. Oltretutto il governo Iraniano ha rilasciato il figlio di Bin Laden, e ormai per la stampa si prepara ad essere un nuovo personaggio carismatico dei combattenti libanesi. Lanciare il pericolo del terrorismo consentirà l'approvazione di un'importante risoluzione Onu che decreterà l'avanzata dell'America verso l'Iran, e la parziale vittoria contro la Russia. Potrà così risolvere in parte il grave problema del crack finanziario americano,e da quella privilegiata situazione controllare il mercato energetico, attraverso il presidio delle pipeline che attraversano il medioeriente, e poi quello delle merci provenienti dalla Cina e dall'India.
È ora in atto la strategia del sabotaggio che porta con sé panico e smarrimento, al quale i media e i guardiani delle lobbies rispondono con il ricatto morale dell'occidente: dinanzi a tale situazione i nostri governi devono prendere decisioni impopolari come decidere interventi aerei e forze di contrapposizione. A questi poi seguiranno i provvedimenti invasivi della privacy, per tracciare i conti correnti, i movimenti delle persone e persino della carta moneta.

11 agosto 2006

Se voi avete origini nobili, noi veniamo dalle fogne?


Ciò che la Etleboro da anni vanta è una profonda conoscenza dei "sistemi", che "I signori delle bugie", accattoni e prostitute del dio denaro, nascondono offrendo solo chiacchiere alle nostre Televisioni. Bonus, incentivi, provvigioni, contratti di collaborazione continuativa: sono le nuove parole dei "predicatori", gente che ha venduto sé stessa per avere una poltrona, oltretutto zoppa perché se fosse dritta almeno riuscirebbero ad avere il sangue al cervello al giusto livello.Poi chi non riesce ad ottenerla fa di tutto per averla, e butta fuori dalla bocca qualsiasi cosa le venga in mente, come se mettesse merda nel ventilatore.

Nell'affrontare alcuni discorsi le persone incredule ascoltano e chiedono di essere convinti, di avere prove e fatti di una realtà che contraddice quella che hanno acquisito come verità con un atto di fede, perché è scritto sui libri o perchè lo ha detto la televisione. Hanno creato delle nuove materie, come la psicologia o la statistica, una nuova scienza, e così facendo hanno dato vita ad un nuovo linguaggio, a figure o stereotipi che entrando nella nostra mente alterano il pensiero. Si sono impossessati delle parole e delle immagini per collegare ad esse poi un marchio, un'idea e un messaggio: questo è un etnocidio perché pian piano le nostre parole scompaiono e si tramandano quelle di Vodafone, delle pubblicità fatte da persone che conoscono bene la natura della psiche umana. Per tale motivo oggi siamo molto orgogliosi che le nostre parole comincino ad essere capite e usate da chi ci segue, perchè solo così potremo andare avanti, solo usando le nostre parole e bandendo le scienze sconosciute avremo la possibilità di non cancellare il nostro pensiero. Molti ora parlano di Tela, di tecnicismi, stanno facendo rivivere la stessa parola Etnocidio che era stata cancellata, anche se qualcuno, si è subito impossessato di questa parola, per farne un business, vantando di essere migliori di altri, ma niente di diverso rispetto a ciò che abbiamo già.

Sentiamo persone che dicono di provenire da antiche stirpi, da nobili origini, senza sapere che è stata questa gente a ridurci in questo stato, e che se oggi abbiamo questo tipo di problemi è perché abbiamo ascoltato le loro prediche, i predicatori che sono saliti su un pulpito a parlare. Chi siete, vogliamo sapere chi siete voi che tanto predicate,vogliamo i vostri nomi: noi li stiamo facendo e non ci fate certo paura, perchè voi potete avere tutte le armi più potenti, ma non avrete mai l'Intelligenza. Con tutte le loro leggi e i loro grandi mezzi, hanno comunque paura di noi; l'unica cosa che spaventa questi accattoni, venduti, traditori criminali, depravati, cocainomani, che si credono super uomini, è la Scienza. Sarà la scienza a cancellare la legge, perchè le leggi servono a questi Baroni Ladroni, per impossessarsi del nostro pensiero.
Chi dice di avere origini nobili, allora ha le origini dei ladri, chi parla di società Rettiliane è un predicatore per depistare, mentre chi parla dell'esistenza degli extraterrestri allora vuole incutere timore. Dietro tutto questo ed altro ancora vi sono persone manipolate che non sanno neanche di esserlo e così, senza saperlo, fanno il gioco dei Baroni Ladroni. Le cdd. o a strutture rettiliane, non sono altro che dei Sosia, che, grazie alla plastica facciale, sono davvero irriconoscibile.Tutto questo e quello che vediamo è una fiction surreale, è nealla nostra testa e la scienza vera, non ha nulla a che vedere con il marketing, la statistica, la comunicazione, che pruducono esperti e consulenti. Ma esperti di cosa, di rapine?


Le nostre lunghe ricerche ci hanno condotto a Nikola Tesla, un'unica grande mente che ci ha catapultati in quest'era moderna, ma ancora non viene riconosciuto. Ancora oggi l'Italia e la scienza italiana non riconosce la scoperta della Radio a Nikola Tesla, bensì a Guglielmo Marconi, mentre dal 1950 una sentenza del Tribunale Americano stabilisce il contrario: ancora oggi noi siamo circondati da gentaglia che fa finta di non capire. Questo perchè dietro una menzogna si nascondo il segreto di una società Elettromagnetica, delle poche verità, e una di queste è la risposta alle domande millenarie dell'esistenza dell'uomo: da dove veniamo e chi siamo.

Queste organizzazioni non devono essere all'interno dei movimenti per controllarli, non devono infiltrare spie nelle nostre istituzioni, né nel cosiddetto terrorismo, perchè riescono a controllarci e manovrarci da ben lontano. La teoria del crimine Invisibile è una teoria che spiega chiaramente come avvengono i sequestri, gli attentati, ma nessuna intelligence è capace di preventivare un'azione diretta da multinazionali e centri di poteri, dalle entità economiche, che hanno a disposizione eserciti e contractor. Basti pensare alla DTS, una società Americana, che è un esercito privato con navi, aerei ed elicotteri a disposizione, nonché centri in quasi in tutto il mondo: carne da macello per operazioni di sabotaggio, e di sequestri.

Sabotare la mente della gente equivale a farle credere delle cose sbagliate con l'illusione, la speranza di lavorare con laute parcelle, con bonus e incentivi. Ma chi sono questi personaggi? Chi erano i loro padri,ditecelo ,chi erano I vostri antenati? Diteci i loro nomi, i nomi dei ladri ma che ora sono la potere e annunciano le decisioni prese. Allora, signori nobili, ditecelo allora chi siete, perché se noi, per le nostre umili origini, veniamo dalle fogne, voi per caso siete degli extraterrestri, dei rettili? Le cene con le ostriche e lo champagne, il caviale, le donne, le case con le piscine, i cani di razza, le auto lussuose, e ancora i gioielli, da dove vengono, sono caduti da quale cielo queste cose? Sapete qual è il nostro, allora dite il vostro. I nobili delle famiglie di nobili, ladri e a loro volta figli di ladri, ladrone tramandato di generazione in generazione. Vino veritas.

Una prova di ciò a cui ci stanno portando basta dare uno sguardo all'assurdità che oggi in Inghiterra ha causato ore di caos e confusione, in nome delle azioni di intelligence per arrestare dei terroristi pronti a fare dell'Inghilterra la nuova "11 settembre". Questo è ciò che mesi fa definimmo sabotaggio, ossia manovre volte a creare solo smarrimento e panico, in modo da controllare le persone e i popoli occidentali, persi delle carte di credito e nell'indebitamento al consumo. La guerra all'Iran e alla Siria può essere rilevante o meno, in quanto non è ormai questo il vero obiettivo: il terrore confusionario crea anarchia e maggior controllo mediatico. Tutto questo è reso possibile proprio dall'opera dei nuovi profeti che da un'emittente privata, o da testate giornalistiche, parlano di terrorismo, quando poi, molto probabilmente si tratta di un gruppo di ragazzi musulmani raggruppati su di un aereo da un'agenzia di viaggio. Si troveranno così nel posto sbagliato al momento sbagliato, saranno arrestati e dopo una carica di legnate saranno rinchiusi in una cella di isolamento: da 2 mesi saranno disposti a confessare di aver avuto le visioni di Bin Laden in persona.
Se non esiste il controllo delle menti, i loro piani sarebbero vani, così se noi tutti ci fermassimo per pochi istanti capiremmo l'assurdità delle storie che ci stanno raccontando.

10 agosto 2006

La Bonino Telecomandata


La violazione della legge della privatizzazione del 1997 ha giustificato l'opposizione del governo alla vendita di Autostrade, che essendo una "golden share" non può essere venduta senza l'autorizzazione del governo, dell'ente concedente. Questa resistenza del governo giunge un po' inaspettatamente, dopo la convinta approvazione di Prodi e l'esecuzione della fusione senza molti problemi. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, è un'eccezione ragionevole e intelligente, ma forse vana perché presto si attiverà quel "meccanismo invisibile" della Comunità Europea che sbaraglia le ragioni nazionali nell'interesse della "libera circolazione dei capitali".

Di tale timore se ne carica subito Emma Bonino, divenuta Ministro delle Politiche Comunitarie e del Commercio Internazionale, dopo aver smesso di fingersi no-global insieme con il Banchiere Soros. Ammiriamo molto la tempestività dei suoi interventi, che, in maniera ormai automatica se non "telecomandata", giungono non appena sono in discussione temi di liberalizzazione o di privatizzazione. Ricordiamo benissimo l'enfasi delle sue "lotte radicali" quando denunciò l'esistenza di 450.000 profughi kossovari, genocidi e treni blindati: urlò così tanto che decisero un intervento aereo per farla smettere.
La sua sfolgorante ed illustre carriera l'ha condotta ad assumere una posizione importante sia all'intero del governo che sulla scena internazionale, evidentemente le lotte radicali hanno dato i suoi frutti.

Ora che è divenuta Ministro può permettersi di parlare per il bene del Paese, e rilasciare dichiarazioni di grande effetto che non giungono mai casualmente e dissipano con poche parole gli sforzi sinora fatti per impedire che Autostrade sia venduta. Se la legge giustamente impedisce l'acquisizione di Autostrade da parte di un costruttore, e se la Commissione Europea è riuscita solo a sollevare solo dei dubbi di procedura e di forma, allora, secondo la Bonino, va cambiata la legge. L'Italia ha bisogno di investimenti esteri diretti, dato il deficit di 115 miliardi di euro nel bilancio delle grandi opere, e per tale motivo vanno eliminati tutti gli ostacoli o ogni semplice segnale che faccia sospettare la resistenza alla penetrazione di investitori esteri. Dunque va eliminata quella clausola che vieta l'integrazione verticale tra concessionari e concedenti, nonché quella della Golden Share e qualsiasi norma che possa provocare una fuga di capitali. Spinge dunque verso la liberalizzazione e la deregolamentazione, come quelle norme che impediscono la creazione di imprese nel giro "di sette ore" come accade a Dubai. È inutile qua ricordare al nostro Ministro il tipo di "imprese", se così si posso chiamare, che vengono aperte nel giro dei poche ore: sicuramente quelle dei Baroni Ladroni fatte di un solo computer in una stanza anonima di un grattacielo, ecco tutto.
La Bonino ha dichiarato che, nel momento in cui si intensificheranno gli scambi commerciali nel Mediterraneo provenienti dal vicino Oriente, l'Italia deve essere dotata di autostrade, linee ferroviarie e porti ben attrezzati a smaltire tali traffici. Per far questo ci occorrono i capitali esteri, e dobbiamo dunque uscire da questo nostro provincialismo, e soprattutto risolvere il problema del commissariamento dell'Italia per 260 cause. Occorre ridurre così i tempi burocratici del recepimento delle direttive europee, che devono essere introdotte per "direttissima", come se fossero decreti o provvedimenti amministrativi.
Insomma la situazione è alquanto surreale, perché se una "lavandaia" deve aver il potere di decidere della vitalità dell'economia di un paese vuol dire che l'Italia non ha più menti che possano amministrarla.
Stesso delirio insensato segue la chiusura del Doha Round. Si dichiara costernata e dispiaciuta che un progetto di liberalizzazione degli scambi "multilaterali" sia fallito, perché da esso sarebbe derivato un utile globale di bilioni di dollari, metà dei quali sarebbero finiti nelle bilance commerciali dei paesi poveri. La Bonino ha forse le idee un po' confuse, perché la causa ultima della povertà degli Stati è il capitalismo occidentale, sono i paesi industrializzati e le organizzazioni come la Wto, un'Entità sovranazionale i cui consulenti e le cui riunioni sono sempre tenuti nell'oscurità. L'unico modo che hanno gli Stati poveri per cautelarsi è il protezionismo, la tutela delle proprie risorse dalle mire colonialistiche delle multinazionali. Il Venezuela ha capito, per esempio, che per riacquistare una certa sovranità deve controllare e possedere le attività di estrazione del petrolio, dicendo finalmente "basta" ai contratti "buy back" delle maior del petrolio. La globalizzazione è un processo che, agendo sulla distribuzione della ricchezza, indebolisce i paesi poveri, che chiedono solo di essere lasciati in pace: non vogliono né la nostra tecnologia né la nostra democrazia. Tutti dovrebbero sapere che il debito del Terzo Mondo è una pura menzogna, non sono altro che gli interessi che maturano su un capitale che risale all'era del colonialismo, inventato dagli Inglesi per avere il controllo di quelle terre. E se spesso sentiamo dire che uno Stato riduce il suo credito verso il Terzo mondo, dobbiamo essere coscienti del fatto che ciò che viene ridotto è il monte interessi ma non il capitale.

Siamo davvero sconcertati che una convinta combattente radicale neghi quest'evidenza e continui a fare gli interessi dei Banchieri. O forse dovremmo pensare che il partito radicale sia un prodotto del "governo invisibile" per sviare e controllare la controinformazione e l'opposizione ai movimenti di globalizzazione??!
Non sappiamo dare una risposta, ma il fatto sta che Pannella ad ogni sciopero della fame ingrassa di due chili!
Sarebbe meglio a questo punto che la Sig.ra Bonino si dia alla cura della casa, e lasci stare la politica, sempreché non faccia tutto questo per aspirare ad un grande ruolo nella politica internazionale, sulla scia del successo della Carla del Ponte.

09 agosto 2006

Autostrade: l'ultima parola è sempre dell'Europa


Con una lettera inviata all'Anas, il governo si è dichiarato contrario alla fusione tra Autostrade e Abertis, in forza di una normativa che vieta la partecipazione nell’ "azionariato stabile" di soggetti che hanno un conflitto di interesse, perché titolari di un'attività di costruzione. La fusione determinerebbe poi anche un cambiamento del soggetto controllante, che sarebbe anche concessionario statale di Autostrade, e per tale motivo si teme una modifica degli obiettivi strategici e dei servizi erogati. Nel suo complesso l'opposizione del governo sembra ben strutturata, sicuramente volta ad aggirare il problema della partecipazione di un soggetto estero, che farebbe, in automatico scattare la censura della Comunità Europea perché discriminante rispetto a soggetti non residenti.
Tutti sono infatti coscienti della vera preoccupazione del governo, ossia dell'acquisizione del controllo di un asset statale così importante, soprattutto in vista dell'acuirsi dei redditi sulle merci, da parte di enti esteri. Un timore ancor più fondato nell'ipotesi in cui Benetton decida di cedere totalmente la partecipazione detenuta, ma su di essa ben poco può incidere il governo soprattutto dopo la privatizzazione della società.

Alla lettera che nega l'autorizzazione del governo alla fusione risponde la Commissione Europea, nella persona del Commissario alla Concorrenza, Neelies Kroes, descrivendo tutte le sue preoccupazioni su di un'operazione poco chiara. Se la lettera inviata all'Anas rappresenta un atto di rifiuto "formale" - si intenda "ufficiale" - andava prima di tutto notificata alla Commissione e poi annunciata. Per cui, qualora la posizione del governo sia ufficiale, questa sarebbe comunque viziata da un dettaglio procedurale, che la renderebbe così attaccabile presso la Corte di Giustizia. Nel caso contrario non vi è molta differenza, perché qualora sia solo un'analisi preliminare, darebbe loro l'opportunità di sindacare nel merito della questione.
Per quanto riguarda il merito infatti, la CE ritiene che questa eccezione sollevata dall'Italia rappresenti comunque una violazione della libertà di stabilimento e di circolazione dei capitali, sancita dal Trattato CE. A chi oppone che si intende censurare il conflitto di interesse tra la società appaltante e i soggetti appaltatori, e dunque costruttori, si può anche rispondere che lo statuto di Autostrade non impone l'assenza di costruttori. Il riferimento all' "azionariato stabile" può essere visto come un limite che vieta la vendita ad un costruttore per i primi 36 mesi dall'acquisto della partecipazione. Tra l'altro non si può parlare di conflitto di interessi quando i Benetton, controllante del gruppo, intrattiene rapporti d'affari con Inpregilo.
Diciamo che la situazione è molto complessa, ma soprattutto è ancora aperta e molto si deve ancora decidere, perché all'orizzonte si prospetta una schermaglia tra avvocati e Commissione Europea, nonché con la Abertis che non intende cedere. Anzi, in Spagna è già iniziata la polemica che dipingerebbe l'Italia un paese protezionistico, con molte riserve e limiti soprattutto nei confronti di società spagnole, e queste polemiche getterebbero l'Italia in pasto ai leoni senza un reale motivo.

Tra l'altro, la dichiarazione del governo di combattere il conflitto di interesse taglia un po' le ali alle Banche d'Affari e ai fondi del private equity, come Clessidra, formato da imprese di costruzione italiane. A promuovere tali progetti volti ad acquisire partecipazioni nella Nuova Abertis, controllante della fusione, o della stessa Autostrade, vi è Deutsche Bank, ma anche Banca Intesa e Credit Suiss.

Ciò premesso ora non possiamo che aspettare l'evolversi degli aventi, e l'unica ipotesi che possiamo formulare è sul perché si è deciso di interrompere la fusione. Possiamo ipotizzare che il Buon Di Pietro abbia indovinato una formula tecnica per aggirare l'ostacolo, mentre gli altri glielo hanno permesso ben sapendo la mole del muro contro cui si andava a scontrare. Diversamente, date le pretese dei fondi di investimento su Autostrade, non è da escludere che altre entità vogliano appropriarsene sottraendola a Banca Caixa, dietro la quale si muove il Banco Santander.
Può essere questa un'altra guerra tra Banche che, usando politici e associazioni, tentano di appropriarsi di parte del controllo, o di spuntare dei costi più bassi. A vigilare sullo svolgimento dell'operazione vi è sempre la Comunità Europea alla quale, noi stessi, abbiamo conferito poteri che vanno al di là della stessa politica monetaria, e che rappresenta oggi un' Entità più che un'istituzione. Il suo potere sovranazionale sconfina un po' ovunque, e il suo influire a tal punto sull'economia di un paese conferma che lo Stato, la magistratura e le associazioni sono completamente inermi, perché passivamente subiscono direttive e ordini dai loro finanziatori.

08 agosto 2006

Una risoluzione che non si poteva accettare

Se vi erano ancora dubbi sullo scopo della guerra di Israele contro il Libano, la risoluzione Onu pubblicata in questi giorni che richiede la "cessazione delle ostilità " dovrebbe definitivamente dissiparli. Questa risoluzione, che si atteggia più a comunicato, è un documento redatto in maniera del tutto unilaterale da una rappresentanza della coalizione americo-israeliano. È stato infatti sottoposto ad approvazione degli Stati Uniti un elenco di richieste come se fossero emendamenti, cosicchè l'approvazione di Israele sembrerà un gesto in nome della pace mentre il Libano e gli Hizbullah, ad un rifiuto, saranno considerati terroristi, negando ogni tentativo di mettere fine alle ostilità. Questa risoluzione così come è scritta è una vera trappola per gli Hizbullah e per lo stesso Libano, perché il suo rifiuto giustificherà l'occupazione da parte d'Israele del Libano meridionale, da cui poi avanzare verso l'Iran, e probabilmente verso la Siria.

Il nodo principale della questione sarà quella che obbligherà gli Hizbullah a interrompere il fuoco per iniziare poi un processo di disarmo, mentre le forze israeliane ancora staranno occupando il territorio libanese. Inoltre tale decisione permetterà comunque ad Israele di continuare le sue operazioni militari per scopi difensivi, in particolare sulla striscia di Gaza o nella regione occidentale. Sarà in ogni caso facile per Israele controllare un paese piccolo come il Libano, senza un esercito ufficiale e diviso in molte sette, disposte a collaborare con le forze invasive se ben pagate. L'obiettivo sarà proprio rompere la solidarietà che si è creata tra le varie etnie, con una guerra civile, semmai finanziando la setta sciita con i cd. "missili intelligenti".
Israele ha poi chiesto che vengano rimosse le basi di Shaba, ma tale proposta sarà sicuramente respinta dall'America, il trasferimento della forza armata in capo del governo libanese e poi l'incursione dell'UNIFIL, e dell'ONU. Inoltre è stato richiesto di istituire un embargo internazionale ed esplicito sui trasferimenti a Hezbollah. Infine si è proposto di rimuovere l'autorità delle "operazioni militari offensive di Israele."Hizbullah ha capito benissimo che la proposta di autorizzare un contingente di forze di pace non è altro che una trappola e sarà disposto anche ad uccidere questa forza straniera, ottenendo però come risultato l'avere l'intera comunità internazionale contro. La risoluzione è stata intenzionalmente concepita per non essere accettata da Hizbullah, che certo non può consentire una vera a o propria invasione da parte di Israele: il Libano deve rifiutare e poi deve essere attaccato.
Questo è un vero crimine, invisibile e non esistente sui nostri codici, ma pur sempre una piaga per gli Stati. Quest'evento ricorda molto , quanto è accaduto con l'arresto di Milosevic, quando si rifiutò di accettare un documento che legittimasse la penetrazione in tutto il territorio della Bosnia delle forze ONU, perché necessarie solo nel Kosovo. Dinanzi a queste manovre infime, non si può fare altro che continuare la guerra, considerando che hanno ucciso già 300 bambini.

Hizbullah, accettando o rifiutando la tregua, verrà comunque colpito da ritorsioni che si traducono in un'aggressione "difensiva" israeliana, per giungere al vero obiettivo, che è l'Iran. Infatti le parole di minaccia e di sfida del presidente suicida non sono mancate: il suo obiettivo e proprio quello di cancellare i sionisti dalla terra araba.
L'Ambasciatore dell'ONU per la Francia, ha infatti già detto che l'ONU dovrà dunque decidere una tregua nel Medio Oriente, e una volta rivisto il documento sarà sottoposto di nuovo alla Lega araba che sta rappresentando il Libano, in assenza di una loro rappresentanza in seno al consiglio di sicurezza. Solo in questa occasione si è assistito al sollevamento degli Stati arabi che sino ad oggi sono rimasti nel completo silenzio, senza rilasciare alcuna posizione ufficiale e lasciando parlare per loro delle truppe irregolari.
Intanto Bush nega in maniera categorica l'arretramento delle truppe dal libano meridionale, per evitare che si posso riarmare: forse, più che altro, si vuole evitare che si riarmi da qualcuno diverso dall'esercito americano, forse russo.
Mentre l'azione militare pare evolvere, dal punto di vista politico il popolo di Israele sta premendo per un atteggiamento più forte nei confronti delle regioni da cui provengono i razzi, come ad esempio un'azione militare anche nucleare, che annienti gli stabilimenti, ma anche le persone, è bene non dimenticarlo. C'è tuttavia un'altra variabile da non escludere, derivante dalla manovra speculativa delle società petrolifere per dare un piccolo incentivo alla guerra, e arrivare ad accorciare i tempi che vedono l'inizio di un attacco all'Iran. La British Petroleum ha infatti chiuso il giacimento dell'Alaska, provocando un rimbalzo del prezzo del petrolio prossimo agli 80$, mettendolo così sulla strada dei 100$. L'America sarà costretta ad attaccare se non vuole cadere nella crisi energetica e nella recessione economica che darebbe un grande smacco alla sua potenza indiscussa.
Ancora una volta, il nostro destino è rimesso nelle mani di questi Baroni Ladroni che muovono pedine e sollevano conflitti solo per fomentare una guerra che consentirà loro di reggere il vecchio sistema capitalistico.

07 agosto 2006

Qualcuno ha scoperto l'Opec del Gas

Putin - Miller
Qualcosa sta cambiando: decisioni che, per quanto illogiche e disapprovabili, erano state prese e approvate, sono state in questi giorni in parte ribaltate. Questo capovolgimento dei fronti indica, sopra di ogni altra cosa, la manifestazione di un volere o la semplice intenzione di prendere tempo per poter profittare maggiormente in futuro.

Mosca ha dato vita ad un'alleanza russo-algerina, tra Gazprom, Lukoil e Sonatrach per dar vita a dei progetti di comune interesse e portati a termine da un'azione comune, quali lo scambio di attività nelle società coinvolte nella distribuzione del gas, investimenti in paesi terzi e aumento della produzione di Gas Liquefatto. La maior russa Lukoil e la Sonatrach algerina forniranno petrolio e gas alla Gazprom, che invece si estenderà come piovra su tutta la rete distributiva del gas. Questo accordo segna la nascita di una vera e propria Opec del Gas, riproponendo così il progetto degli inizi degli anni '90, che darà a Russia ed Algeria, un potere indiscusso e metterà in seria crisi i sistemi energetici dei paesi europei fortemente dipendenti rispetto ai mercati degli idrocarburi, e anche se il rischio si è proposto da molto tempo nessuno lo hai mai preso seriamente in considerazione.L'oleodotto del Galsi
Inoltre, Sonatrach sarebbe disposta a cedere a Gazprom una quota della sua partecipazione nel gasdotto sottomarino "Galsi" che collega l'Italia all'Algerina facendo tappa in Sardegna, in modo da poter entrare subito nella rete distributiva del Sud Italia. Fra poco arriverà il gas del bacino dello Shtokman, alla cui estrazione parteciperanno solo 3 tra la Statoil e la Hydro (norvegesi), la Total, e poi la Conoco-Philips e la Chevron, fermo restando che la Russia vuole collaborare con il team norvegese e con nessun soggetto americano. Gazprom e Lukoil sono in corsa per aggiudicarsi in Venezuela il diritto di sfruttamento per 25 anni di sei campi estrattivi di metano.
Tale situazione di pericoloso monopolio è stata denunciata dalla EU che giudica questo evento come unaa presa di potere della Russia e dell'Algeria, dietro la quale si nasconde anche la Francia. Non è un caso che Gaz de France ha ceduto alcune delle sue navi cisterne da utilizzare per portare il gas liquefatto in America.
Mentre Gazprom cresceva e invadeva tutti i mercati, l'Italia, grazie al decreto Bersani per l'Energia imponeva ad Eni la dismissione di Finam e Snam, ossia della sua rete distributiva. Allo stesso tempo Prodi ha intanto stretto un accordo con la Russia per la creazione di una banca per promuovere l'integrazione del mercato del gas, il quale, secondo tali accordi, dovrà essere scambiato in "rubli convertibili" e non più in dollari.

Ora sembra che l'atteggiamento sia veramente cambiato, e che ora, dinanzi ad un conflitto dal potenziale potere distruttivo, l'UE comincia a schierarsi contro il blocco Russia-Francia che si era formato durante un vertice di discussione per la pace del G8. Non solo esiste un collegamento tra le due sfere politico-economico, ma sta cominciando a delinearsi proprio una presa di posizione sul mercato che altri Stati vogliono fermare.

In questa guerra diplomatica, l'Italia assume sempre una situazione molto flessibile, perché mentre risuona la denuncia della Comunità Europea sulla pericolosità della formazione di questo cartello energetico, forse solo per chiudere e fermare la Russia, Bersani mette decide per la cessione della Snam nonostante Scaroni fosse contrario. Questi ha sempre sostenuto che sebbene l'Eni riesca ad acquistare lo sfruttamento di alcuni giacimenti in Russia, avrebbe comunque perso il canale della distribuzione senza un reale vantaggio in termini di costi per i consumatori.

Allo stesso tempo, Bersani si prepara ad affrontare l'inverno con due decreti che si dovrebbero aiutare a non intaccare le scorte di gas, deregolamentando i limiti delle quote di importazione, imponendo lo sfruttamento del gas nelle stagioni di consumo e di importazione, e prevedendo che nelle società di energia il 10% di contratti di importazione siano inamovibili. Insomma l'Italia deve risparmiare energia se vuol fare passare quest'inverno senza le crisi energetiche dell'Ucraina: non conviene mai scontrarsi con la Russia.

Evidentemente, il gasdotto BTC sponsorizzato dalla coalizione Anglo-americano-israeliana consentirà di far concorrenza alla Russia togliendole mercato e potere sulla scena internazionale. Questo che si sta facendo è un gioco un po' pericoloso, perché cambiare di colpo idea non è sempre un buon segno: la nostra controparte è comunque una grande potenza che può mettere in ginocchio l'economia nazionale.

Ora a questo punto nuove domande si pongono, e prima tra tutte il perché il governo abbia deciso di negare la fusione di Abertis-Autostrade. Non si è detto nulla sino ad ora, mentre adesso si parla si conflitto di interessi del costruttore all'interno dell'azionariato della società controllante l'impresa che è titolare della concessione statale. Nella lettera di Padoa-Schioppa e Di Pietro viene spiegato che la fusione non è compatibile con il rapporto di concessione, con le regole della privatizzazione e con gli impegni presi della concessionaria. Infatti la fusione provocherebbe un cambiamento del soggetto che, a conti fatti, è il proprietario della società e dunque il concessionario di fatto.
La cosa che tuttavia resta da chiarire, è che il Governo ha detto che la fusione potrebbe essere approvata se si cambia l'assetto delle partecipazioni, per cui una condizione è stata dettata, in un certo senso. E poi, come mai i soci di Abertis sono così convinti che Prodi "non abbia nessun interesse a bloccare questa operazione"?
Un altro cambiamento di politica, che pone molti altri interrogativi, ai quali potremo dare risposta solo quando a settembre sarà finalmente reso noto il piano delle grandi opere da realizzare. Vedremo dunque l'importanza che sarà data a ciascuna e rileveremo se davvero qualche cosa è cambiato in vista di questo grande conflitto mediorientale.

04 agosto 2006

Gli Stati Uniti eviteranno la recessione

La Bce ha annunciato il rialzo dei tassi di interessi, per continuare la stretta monetaria e contribuire al ribasso dell'inflazione che, nel mercato comunitario, si stima raggiungere il 2%. L'atteggiamento di Trichet non può certo dirsi che sia controcorrente in quanto in un certo senso riprende la tendenza dell'intero mercato monetario: non esiste "Stato" che in questo momento faccia una politica monetaria espansiva, ossia riducendo i tassi e dando moneta al mercato.
La risposta a tale decisione, può essere macroeconomica, ossia legata all'aumento generalizzato dei prezzi che tra l'altro è dovuto all'aumento delle materie prime e della circolazione di denaro, e politica, ossia volta a sottrarre al dollaro investitori che, nonostante gli interessi elevati, privilegiano mercati più stabili. Attualmente in America il Governo e il Congresso sostengono incondizionatamente la politica di Bernanke che, assieme ai suoi consulenti, lotta con tutti i mezzi per convincere gli investitori a non perdere fiducia nell'America.

Lo Standard & Poor's, ha reso noto che l'economia americana non conoscerà necessariamente una recessione se il prezzo del barile di petrolio raggiungesse i 100 dollari, ma i consumatori ne subirebbero le conseguenze e la crescita rallenterebbe oltre la previsione. Occorrerebbe solo un uragano, un attacco su di grandi aree produttive o l'interruzione delle provviste di un grande produttore come l'Iran per portare a quei livelli il corso del petrolio. L'aumento del costo di tale materia prima, più che essere una causa della crisi del sistema è il sintomo della fine di un'epoca, la conseguenza di un sistema impostato su di una fonte di energia obsoleta per assecondare la lobby delle sette sorelle.

Se si accetta tale chiave di lettura, si riesce anche a capire che la guerra in Libano è l'evento dall'impatto sconvolgente, che segna il passaggio da un'era capitalistica, basata sulla moneta senza controvalore, all'economia delle merci e delle materie prime. Noi stiamo cambiando, la nostra economia non sarà più quella convenzionale che tutti conosciamo, molto probabilmente la moneta, come concetto a cui siamo legati oggi, non esisterà affatto: sarà completamente virtualizzata ad inserita in un circuito telematico di portata mondiale che porterà anche confondere la sovranità di una Banca Centrale. Passaggio intermedio rispetto a tale risultato finale è stata la creazione di una borsa globale, in cui le borse mondiali si fondono e le società ivi quotate si internazionalizzano proprio in virtù di questo circuito telematico globalizzato. Qui la moneta si smaterializzerà ancora di più e sarà davvero difficile definire con sicurezza il valore di una valuta, sempre che esso sia ancora legato al valore di uno Stato. La fase successiva è alquanto immediata, perché una volta creato il circuito finanziario, dotato della giusta tecnologia, sarà a tutti accessibili mediante un unico apparecchio che costituirà la carta di credito del futuro.

Tutti gli Stati si stanno muovendo in sincrono con tali eventi, e risulta davvero difficile capire bene oggi chi si contrappone ad una potenza e chi invece la sostiene. Deve far riflettere ad esempio il comportamento della Cina che, nonostante detenga molta valuta denominata in dollari, e titoli di debito pubblico in quantità da poter mettere fine a questa egemonia politica, asseconda le richieste della Fed di rivalutare lo Yuan che risulta ancora troppo svalutato rispetto al dollaro e rischia di tenere la bilancia dei pagamenti ancora troppo in rosso.
L'economia della Cina, cresciuta in maniera esponenziale grazie all'eccesso di offerta di lavoro che ha tenuto bassi i salari, è tra le più produttive ma è anche dipendente, sia perché ha bisogno dei mercati di sbocco e dunque di aver accesso ai corridoi di merci, ma anche di energia. Ne ha un bisogno talmente disperato che dinanzi all'esigenza è pronta senz'altro ad allearsi con i suoi nemici per sopravvivere.

La guerra in Libano da questo punto di vista, sta prendendo una tendenza che rispecchia perfettamente sia l'esigenza dell'America, che quella della Cina e della stessa Europa. Con riferimento a quest'ultima, la politica estera adottata non ha preso ancora una forma, è molto eterogenea ed è stata da tempo decisa nei consigli di amministrazione di Gazprom, in quanto se l'Europa vorrà riscaldarsi durante quest'inverno dovrà seguire le indicazioni del suo più elevato esponente. L'ingerenza di questa entità economica non va sottovalutata, basti infatti osservare cosa è accaduto in Ucraina, in cui, dopo un breve soggiorno del presidente eletto, si è rovesciato il governo per darlo ad un altro filo-russo, che probabilmente riuscirà a rimpinguare i serbatoi ucraini svuotati a causa dell'ostracismo di Mosca durante il grande gelo.

La notizia di un probabile attacco da parte dell'America di Siria e Iran, confermata anche dalle parole di Blair che ha parlato dei due Stati come la patria del terrorismo, è la dimostrazione del vero motivo della guerra. Prendendo l'Iran, infatti, l'America avrà la possibilità di tenere il presidio dei pozzi di petrolio e dei gasdotti ivi presenti, e anche il controllo dello sbocco a mare delle materie prime trasportate da queste pipelines. Infatti già da tempo vi è un movimento di contingenti in quelle zone, e lo stesso buio dei radar italiani è stato un atto di boicottaggio per consentire lo spostamento nel mediterraneo delle flotte. I contingenti sono già lì, nel vicino Afganistan meridionale, sono in missione di pace e hanno ora il compito di controllare la pipeline che discende dalla Russia, attraversa l'Afganistan e si incrocia con quella che proviene dall'Iran.

L'America, controllando l'Iran potrà controllare il popolo musulmano, ora in balìa dei gruppi rivoluzionari che finiscono per rovinare la loro vita, l'offerta del petrolio più prezioso, dunque anche a vantaggio delle Banche sponsor, e infine l'offerta energetica della Cina. Sarà l'America a fornire alla Cina la linfa di cui ha bisogno e questa sarà così ancora più dipendente da essa, che sarà il suo mercato di esportazione e il diretto fornitore di energia e valuta. Questo potrà davvero evitare la recessione degli Stati Uniti, che avranno nel nuovo mercato cinese una controparte di riferimento, e nel Medioriente un pozzo di energia per arginare l'avanzata dei russi verso l'Asia e il Mediterranneo orientale, presieduto dagli alleati Turchia e Israele.

03 agosto 2006

L'America attaccherà l'Iran e la Siria?


Nonostante il bilancio delle vittime civili stiano aumentando vorticosamente, il Presidente J. W. Bush non ha esitato a sostenere il proseguimento del conflitto. Appoggia così incondizionatamente Israele che è adesso lo stato aggressore, e che ha deciso di non cessare gli "interventi aerei" fin quando non sarà inviata una forza internazionale in Libano per placare gli scontri. Non riusciamo tuttavia a ben capire come può una presenza estera portare la pace in Mediorente, se i presupposti sono tutt'altro che pacifici, considerando le dichiarazioni del Ministro Ehud Olmert contrarie alla tregua immediata perché ogni giorno la sua guerra lotta e indebolisce le guerriglie.
Fin dall'arrivo della una forza internazionale, Israele spera di creare una zona cuscinetto provvisoria in una regione che ha occupato per 18 anni fino al 2000. Non è ancora molto chiaro quali eserciti formeranno questa forza di contrapposizione, ma l'idea ufficiale pare che sia, a prescindere dai componenti, quella di controllare la forza militare libanese e i confini meridionali del paese dove gli Hezbollah stanno lanciando i razzi d'attacco su Israele. E poi, perché bloccare gli aiuti umanitari di cibo e medicinali alla popolazione intrappolate nel sud del paese, perché aprire il fuoco sulle forze dell'Onu se poi si richiede la loro presenza per affrontare la situazione??

I dubbi a questo punto sorgono, e possiamo formulare un'ipotesi alternativa su questa forza internazionale che dovrebbe penetrare il territorio e dare una svolta al conflitto. I servizi segreti iraniani hanno previsto, lanciando così l'allarme all'intera comunità internazionale, che l'America stia preparando un attacco definitivo e simultaneo di Siria e Iran, entro ottobre. Allo stesso tempo hanno denunciato la debole e gioca reazione del Pakistan e in generale dell'intero blocco islamico, evidentemente perché gli stessi governi sono corrotti o retti dai uomini delle Banche e delle Società petrolifere, che possono così controllare l'intera regione. In un territorio come questo, travagliato da scontri interni allo stesso mondo arabo, assistere al silenzio degli stessi popoli musulmani equivale ad un tradimento ben più oltraggioso di quello dei popoli occidentali, in quanto questi stati sono dittature la cui reggenza viene comunque attribuita da sovrani di comodo. Non bisogna dimenticare inoltre che secondo delle testimonianze di cittadini libanesi, la corrente sciita stia raccogliendo i malcontenti di quelle regioni dinanzi a tale scempio assurdo. Le mani del libano sciita sono state armate dall'America, per cui il conflitto esiste solo in virtù di questo atteggiamento di ignavia nei confronti della verità che non ci fa vedere di quali bassezze sono capaci questi personaggi. Questo è il loro obiettivo, e la resistenza in tal caso è quella di fermarsi e di non credere alle bugie che pubblicano. A titolo di esempio, l'Iran ha annunciato il rilascio di uno dei figli di Bin Laden il quale si è subito proclamato padre della resistenza. Ma Al queda non esiste, la sua era solo una menzogna per infiltrare agenti in diverse società, per cui credere che un rivoluzionario faccia l'interesse del popolo è un po' assurdo. Se AL queda governerà la resistenza in libano, la cia e i servizi esteri la governeranno in realtà, per cui occorre spezzare il circolo vizioso in cui con guerriglie e truffe vogliono fomentare questa guerra per poi condurre missioni di pace.

Analizzando lo scenario di guerra, è possibile notare che la guerra ha in sé fattori politici e strategici e nonostante "usino Israele come scudo" per realizzarli, ricorrano anche allo stesso Iran per servire una guerra che non viene combattuta per la religione, ma per il petrolio nero di oggi e quello blu di domani.
Secondo l'intelligence il conflitto è stato già in parte perso da Israele e America in Libano, dove le masse si sono unite contro il furioso israeliano, e l'unione si è rivelata importante ma non determinante, o almeno non quanto sarebbe stata se Saddam non fosse stato deliberatamente truffato dalle banche e dai governi occidentali. Sul fronte terrestre hanno sicuramente perso, e per tale motivo ora resisteranno fin quando non interverrà la forza esterna, ma non interromperanno i raid che colpiscono la popolazione e che stanno trasformando l'Iran in un cumulo di macerie. Palazzi, strade e centrali elettriche, e poi ancora scuole ed edifici di uffici e di abitazione, utilizzando gli armamenti più infimi che siano avanzate dalle scorse incursioni.

I servizi infine immaginano che dopo l'incursione lampo di Iran e Siria, toccherà ineluttabilmente all'Arabia Saudita e al Pakistan. Tale ipotesi, sembra di difficile applicazione perché sarebbe assurdo credere che la Russia permetterà che lo scempio avvenga, mentre sembra ancora più coerente se si considerano gli interessi sui corridoi che spingono a tale guerra. Infatti, mediante l'Iran, vi sarebbe il blocco dell'economia e delle forniture di energia, e dello stesso sbocco sul mare delle pipelines di Gazprom, che ora lì di trovano. Stretta la Russia, alla Cina non resterà altro che accettare perché è davvero in stretta dipendenza con il destino degli Stati Uniti, per cui ora fa la bella presenza fin quando le conviene.

02 agosto 2006

Le pipelines dell'acqua

Dopo venti giorni di bombardamenti e di stragi tra i civili, la comunità internazionale si è limitata ad organizzare vertici in cui il Fmi e la Banca Mondiale hanno incontrato i rappresentati dei governi delle grandi nazioni per discutere di risoluzioni e forze di contrapposizione. Ora si riapre, in contemporanea e non casualmente, le discussioni presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per redigere una risoluzione che incontri le esigenze di tutti e consenta di proseguire in questa guerra assurda. Allo stesso tempo, riaprono le conferenze del G8 nella quale cominciano ad apparire le prime divisioni tra le Potenze, i cui interessi possono arrivare a scontrarsi fino a creare un conflitto dalle conseguenze inaspettate.

Come è stato spesso chiarito, se si combatte questa guerra e se le potenze occidentali si mobilitano per accordarsi è perché vi sono segreti da proteggere, interessi da coltivare e risorse da depredare.
È la guerra per tenere in piedi il vecchio capitalismo, per l'accaparramento dei traffici delle merci e delle materie energetiche, ma è soprattutto la guerra per l'acqua.


È trascorsa infatti nel silenzio l'inaugurazione della pipeline di Ceyhan-Tblisi-Baku (BTC) che collega il mar Caspio al Mediterraneo Orientale, avvenuta il 13 luglio, il giorno prima dell'inizio dei bombardamenti, in presenza dei principali partner e azionisti del progetto, nonché i capi di Stato e i dirigenti di società petrolifere. Promotore e capogruppo del consorzio che si occuperà del progetto è la British Petroleum (30.1%); assieme a AzBTC (25.00%), Chevron (8.90%), Statoil (8.71%), TPAO (6.53%), Eni (5.00%), Total (5.00%), Itochu (3.40%), INPEX (2.50%), ConocoPhillips (2.50%) e Amerada Hess (2.36%).

Era presente anche il Ministro dell'Energia e delle Infrastrutture, ricevuto dal Presidente Turco e alcuni esponenti del Governo Inglese e Americano. La pipeline aggira e evita completamente il territorio della Federazione russa, transitando attraverso l'Azerbaijan e la Georgia, entrambe divenute dei "protettorati" degli Stati Uniti e con esse strette da un'alleanza militare, assieme ai paesi della Nato, oltre che dagli accordi di cooperazione militare con l'Israele. Nel 2005 hanno infatti ricevuto 24 milioni di dollari dall'America in contratti militari derivanti dal programma di finanziamento Militare .
Tale conduttura, se da un lato avvantaggia Israele dandole un notevole ruolo strategico nel Medioriente per proteggere così anche gli sbocchi sul Mediterraneo Orientale, va a intaccare l'area di influenza della Russia. Il bombardamento del Libano fa dunque parte di una road map militare machiavellicamente progettata e coordinata, perché la guerra avrà senz'altro una eco in Iran e Siria.
La pipeline di BTC, controllata da British Petroleum, ha sicuramente cambiato la geopolitica del Mediterraneo Orientale: l'Inghilterra e l'America hanno creato così un nuovo blocco con Azerbaijan, Georgia, Turchia ed Israele.

Le società petrolifere, attraverso tale asse di Stati, potranno attingere direttamente dai giacimenti del Mar Caspio, e attraverso il porto israeliano di Ashkelon si collegheranno al sistema di conduttura principale di Israele, e così al Mare Rosso. Questo darebbe un nuovo mercato di approvvigionamento alla Cina; il petrolio di Baku viaggerà dal porto turco di Ceyan passando per il porto di Eilat sino all'India e all'Estremo Oriente. Inoltre, nell'aprile del 2006, Israele e Turchia hanno annunciato la costruzione di quattro condutture subacquee che aggirerebbero la Siria e il Libano. È importate capire che queste linee non sono destinate esclusivamente al trasporto di petrolio, ma anche a quello del gas naturale, dell'elettricità e dell'acqua.
Non bisogna dimenticare che le risorse idriche dell'intera regione mediorientale sono detenute da Giordania e Turchia, la quale con un sistema di dighe e deviazione dei corsi ne conserva il controllo, con il conseguente potere di potere da un giorno all'altro prosciugare il Tigri e l'Eufrate e la stessa Israele. Per tale motivo la pipeline turco-israeliana ha un grande valore strategico perché potrà portare le risorse del Tigri e dell'Eufrate in Anatolia, mettendo in ginocchio Siria ed Iraq.

Il corridoio dell'Asia Centrale che va ad alimentare il Mediterraneo Orientale, sotto la protezione militare israeliana, per riesportarlo in Asia, serve innanzitutto a minare il sistema di corridoi che collegano Asia Centrale, Russia ad Asia Meridionale, nonché Cina e l'Estremo Oriente. Questo disegno può indebolire il ruolo della Russia in Asia Centrale, in quanto potrebbe sottrarle il ruolo di leader nella fornitura di petrolio e gas alla Cina, e può anche isolare l'Iran. È ovvio che questa gara di accaparramento dei mercati tra British Petroleum e Gazprom si traduce in una vera e propria guerra tra Stati, perché in realtà gli Stati non esistono più, i loro politici siedono nei consigli di amministrazione delle società divenendone i portatori di quegli interessi. Le condutture della Gazprom si estendono come ragnatela sino alla Georgia, e hanno un collegamento con la Turchia mediante la Blustream che da Djubga, in Russia, giunge a Samsun, in Turchia; poi attraversano il Turkemenitan sino all'Afganistan per poi connettersi con la grande pipeline dell'Iran.

Pipeline di Gazprom in Asia Centrale




Infatti Mosca, nel frattempo, ha risposto all'asse americano-israeliano-turco con la militarizzazione della costa del Mediterraneo orientale con un progetto per impiantare una base navale russa nel porto Siriano di Tartus, che si trova a 30 km dal confine libanese. Inoltre, Mosca e Damasco hanno stretto un accordo di modernizzazione delle forze d'aria della Siria, dei suoi MIG-29 così come del suo sottomarino.

Il percorso della conduttura sotterranei non abusano apertamente della sovranità territoriale del Libano e della Siria, mentre lo sviluppo di corridoi in superficie richiederebbe la militarizzazione della linea costiera del Mediterraneo orientale, estendendosi dal porto di Ceyhan attraverso Siria e Libano al confine libanese-israeliano. La guerra dunque dà proprio la possibilità alla British Petroleum, e a tutto il consorzio della BTC, di aprire uno squarcio in quella fitta nebbia di stati che dà la possibilità ad Israele di controllare un territorio enorme che si estende dal confine libanese attraverso la Siria a Turchia.

Il sacrificio di centinaia di vittime del Libano evidentemente è necessario perché il controllo dei corridoi è adesso di fondamentale importanza perché consente il futuro approvvigionamento delle risorse. Non ci riferiamo esclusivamente al petrolio o al gas, ma soprattutto all'acqua e all'elettricità in quanto sono queste le fonti di energia che alimenteranno le nostre industrie e le nostre economie.
Ciò che accade per i corridoi del Libano è già accaduto in Jugoslavia e in Albania, o in Afganistan, è storia vecchia, la conosciamo benissimo: la guerra di oggi porterà domani al caos, alla confusione in quanto l'unico modo per controllare una nazione è creare conflitti interni, nonché guerriglie tra resistenza e occupanti. Tutti sono coinvolti, per questo non abbiamo ancora assistito al cessate il fuoco ufficiale, e man mano che il conflitto prosegue vediamo come prendono forma i blocchi che si contrappongono: Russia e Francia, Inghilterra-Usa-Turchia-Israele. Non abbiamo citato la Cina, in quanto sebbene si sia schierato accanto alla Russia, la sua economia reale dipende troppo dall'America mentre la politica energetica dalla sua antagonista: la sua posizione potrebbe cambiare da un momento all'altro, soprattutto con l'avanzare della crisi del dollaro, oppure potrebbe essere sempre statica.
L'Iran dal suo canto, può sicuramente contare sulla difesa della Russia, ma sa bene che può resistere solo con una guerra psicologica che faccia a tutti capire la sua grande pericolosità.