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13 giugno 2007

La Banca dati delle Intelligenze italiane nel mondo


Il Ministero Affari Esteri lancerà a settembre il Progetto Columbus, una nuova piattaforma telematica che costituirà la banca dati delle Professionalità e Personalità degli italiani residenti all'estero. Il progetto nasce con lo scopo di monitorare la "mobilità internazionale dei connazionali altamente qualificati", costruendo una Banca Dati che farà un censimento delle varie tipologie professionali. Il Columbus è stato accolto con grande entusiasmo dalla comunità italiana all'estero, ma i primi dubbi cominciando già ad emergere soprattutto a causa della possibile discriminazione degli italiani che si trovano all'estero esclusi dai criteri di iscrizione alla piattaforma.
Quello che sarà un vero e proprio portale, avanzato rispetto all'esistente database Da Vinci, darà la possibilità agli iscritti di usufruire di un'area riservata che permetterà loro di visionare le statistiche sui professionisti italiani all'estero, ricevere informazioni sulle opportunità di collaborazioni con l'Italia, inserire e visionare news ed eventi interessanti, partecipare o proporre progetti ed iniziative che sono in fase di realizzazione. I vari iscritti potranno inoltre contribuire alla creazione di una biblioteca di documenti sugli italiani all'estero, e, infine di dialogare e interagire con gli altri professionisti appartenenti alla Columbus tramite una sezione specifica, al fine di creare un vero e proprio network di comunicazione.
Per entrare a far parte del database delle intelligenze italiane nel mondo occorrerà tuttavia possedere i requisiti minimi della nazionalità italiana , di residenza all'estero e dell'appartenenza ad una delle categorie professionali specificate .
Le "categorie discriminanti sono in grandi linee quelle tutte quelle che abbracciano un'attività di consulenza, amministrativa e professionale, andando ad escludere imprenditori e piccole professionalità non riconosciute da un albo o dal mondo accademico. Un grande neo questo perché potrebbe rivelarsi un progetto riduttivo perché troppo elitario, nonché, da un certo punto di vista, inutile e lesivo per la comunità di italiani residenti nel mondo che per la maggior parte è costituita da operai e piccoli imprenditori che. La loro grande importanza non è da sottovalutare perché costituiscono una grande parte dell'italianità nel mondo, l'ossatura essenziale del made in italy e delle esportazioni, e, per tale motivo, un grande punto di riferimento per la logistica all'estero.


Oggi giunge il Columbus come progetto rivelazione, ma forse non tutti sanno che l'Italia è già in ritardo su questo, in quanto già la legge del 1988 che disciplinava il censimento dei cittadini italiani all'estero con diritto di voto, prevedeva la costruzione di un database completo sull'italianità nel mondo: sono passati ormai vent'anni e nulla è stato fatto. Ci troviamo di fronte ad uno Stato che non sa neanche quanti sono nel mondo i cittadini italiani che hanno diritto al voto, che non conosce com'è composta quell'immensa comunità che si chiama italica. Sino ad oggi è stata la comunità italiana all'estero, le associazioni e le iniziative individuali, a fare un'attività di censimento delle sue intelligenze e delle attività economiche create nel mondo, dando così vita a banche dati di numerosità 10 volte superiore a quelle costruite dallo Stato italiano. La stessa banca dati dell'Aire, ossia dell'associazione italiani residenti esteri, è un progetto fallimentare in certo senso, in quanto le liste elettorali sono solo una farsa, assolutamente inefficienti e inadatte a rispondere alle esigenze degli italiani che desiderano esercitare il loro diritto di voto.
Il problema che ruota oggi intorno all'italianità è molto complesso, ha in sé nascosti molti aspetti poco chiari che vanno ad intrecciarsi tra di loro. La tendenza dello Stato italiano è quella di modificare i criteri di cittadinanza, andando ad incidere sulla possibilità o meno degli oriundi di acquisire la denominazione di cittadino italiano: ciò significa che l'Italia, vorrà, ad un certo punto negare l'appartenenza italiana, agli italiani figli dell'immigrazione e dell'etnocidio di cui è stato vittima il popolo. Si nega l'esistenza di una diaspora italiana, e ancor più viene ignorata perché non si vuole che si crei un'entità ben più forte ed estesa della stessa comunità italiana. Non si deve scherzare con chi ha dato la sua vita al made in italy, e l'Italia non deve e non ha nessun diritto di dimenticare la sua gente, Italiani venduti per il carbone. Tutti i progetti destinati ad unire l'Italia sono stati abbandonati, sabotati perché nessuno ha mai voluto che la comunità italiana e italica si unisca e vada a formare un'entità, forse ben più potente di quella esistente all'interno dello Stato. Nel caso specifico del Columbus, ritroviamo ancora una volta un progetto che ha tardato vent'anni ad arrivare, ma che non rappresenta l'italianità nel mondo: è un mero archivio dei professionisti italiani che esercitano la loro attività all'estero, che sia strettamente definita dai criteri espressi. Saranno molti gli italiani esclusi dal progetto, e il problema del censimento italico si riproporrà sistematicamente in quanto non verrà mai realizzato un vero e proprio network di italiani nel mondo.