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14 giugno 2007

L'America in Albania nel progetto di rebalcanizzazione


L'accesa discussione sul destino del Kosovo sta assumendo dei toni a dir poco ridicoli in un certo senso, in quanto si sta creando un caso diplomatico internazionale su qualcosa che non dovrebbe neanche essere messa in discussione. La visita di George Bush in Europa ha fatto molto discutere, ma gli Stati Uniti ne escono duramente sconfitti, e danneggiati soprattutto nell'immagine, da episodi ridicoli e un po' surreali che rendono questo Presidente pittoresco e quasi un elemento folcroristico di questa America che cerca nuovi alleati.
Bush va in Albania e perde l'orologio: che sia vero o falso, non importa molto perché ormai la notizia è entrata nelle menti delle persone, e resterà il fatto che è stato l'unico Presidente americano a farsi rubare l'orologio e a rimanere in panne a Roma. Durante la sua visita, acclamato dalla folla parla dell'Indipendenza del Kosovo, ma nonostante tante premure per questa terra il Presidente Berisha non ha invitato a Tirana, per partecipare alla manifestazione, nessun esponente delle Autorià kosovare, e questo è alquanto strano. Un atteggiamento così disinteressato del Governo di Tirana infonde il lecito dubbio che gli albanesi di Tirana non vogliano unirsi al Kosovo, perché sono due entità molto aliene l'una dall'altra che non hanno mai convissuto nella pace. Per capire di ciò che stiamo parlando, basti immaginare alla situazione in cui un Presidente Americano arrivi in Sicilia e proclami la Regione sovrana e indipendente perché "i siciliani non sono italiani".
Abbiamo a lungo dimostrato che i crimini e le guerre della Bosnia e Erzegovina sono state il frutto della convivenza tra Nazione Unite e Mujiahedin, sotto il controllo di Bernard Kouchner, fondatore di Medici Senza Frontiere, e capo della missione in Kosovo (MINUK).
Quando il Segretario di Stato Americano dice che la Serbia ha perso la guerra nel 1999 dice una grandissima bugia perché allora, quando tutte le televisioni del mondo annunciavano che il Presidente Slobodan Milosevic non aveva accettato il piano di pace non dissero il perché. In realtà il Presidente serbo non aveva accettato l'entrata delle truppe Nato in tutto il territorio della Federazione Jugoslava, e così anche in Serbia, chiedendo che l'incursione avvenisse solo nella zona del Kosovo. Ovviamente questa era una proposta per l'America inaccettabile, anche perché la guerra serviva a indebolire e bombardare le fabbriche che poi dopo la caduta del regime hanno privatizzato. Il Trattato di Kumanovo sul Kosovo era molto chiaro e parlava di un accordo bilaterale, ma poi è stato stravolto dai media che hanno creato la famosa guerra umanitaria : oggi tutta quella falsità sta venendo a galla. Tanto è vero che esiste la risoluzione n. 1244, che sancisce la territorialità serba sul Kosovo.

Quello che sta succedendo oggi è una follia, non esiste alcun rispetto per i principi della Carta Costituzionale, ma solo la legge delle lobbies che vogliono un accerchiamento intorno alla Russia. Le manovre degli Stati Uniti e dell'Europa per appropriarsi del controllo del petrolio dell'Asia Centrale e togliere il Kosovo alla Serbia, e così all'influenza della Russia, vanno interpretate come parte di un piano generale che prevede una rete di fornitura alternativa a quella russa. Oggi dunque è in atto un processo di ribalkanizzazione che dà alla Serbia un importante ruolo per via del progetto della pipeline che attraverserà i territori dei Balcani per approvvigionare l'Europa del gas e del petrolio proveniente dal Mar Caspio e dall'Iraq e Iran. Dopo le tante umiliazioni che la Serbia ha dovuto subire, i demiurghi di Washington hanno cambiato strategia nei confronti dei Balcani al fine di controllare questa regione prima che lo faccia la "diplomazia" di Putin.

Stati come l'Italia, si permettono di fare una politica estera quando è stata sempre il servitore e l'usciere delle grandi potenze. D'Alema ha dichiarato che per il Kosovo l'unico piano possibile da attuare è quello presentato da Ahtisaari, perché l'Europa ha bisogno di una missione in Kosovo, affermando inoltre che l'Italia appoggerà l'entrata della Turchia in Europa, senza considerare che nessuno dei Paesi Europei hanno dato il loro assenso, proponendo addirittura un Trattato semplificato o l'Unione del Mediterraneo. Vorremmo dunque sapere in quale Europa oggi ci troviamo. Quelle delle banche, della Federazione economica che esiste da 50 anni senza aver unito gli Stati in una entità politica. In realtà non si può parlare di Europa, quando un Presidente Americano si autoproclama giudice della ripartizione dei territori di Stati Sovrani.