L' Institute for Italian-American Studies ha realizzato un'indagine per mettere a confronto la lista degli elettori fornita loro dal Ministero dell'Interno con la reale situazione del popolo elettorale degli italiani del mondo. Su un campione del Nord e Centro America è stato rilevata un' alta percentuale di persone che si considerano cittadini italiani, hanno il passaporto italiano e si sono registrate all'AIRE ma non erano incluse nell'Elenco Ufficiale. L'Istitute for Italian-American Studies ha così rilevato che tra il 1988 e il 2007 sia stato perpetrato un vero e proprio 'Etnocidio Elettorale', che purtroppo è ancora in corso.
Con la legge n. 470/1988 il Parlamento Italiano approva la legge Tremaglia che predispone un vero "Censimento" degli italiani all'estero da condursi contemporaneamente a quello nazionale, e ciononostante questo censimento non è stato ancora effettuato : la legge stabiliva che i Comuni fossero i responsabili primari per l'AIRE affidando poi va al Ministero degli Esteri il compito di rintracciare gli Italiani all'estero usando tutti i mezzi disponibili "all' indirizzo comunque accertato".
Nel caso non fosse poi rintracciato si poteva passare al cancellamento della voce come soggetto irrangiugibile. In questi venti anni sono stati messi a disposizione dallo Stato Italiano 150 milioni di euro, ma, secondo l'analisi effettuata alla base della mancata realizzazione del censimento vi è l'errore di aver dato ai Comuni - che non hanno la struttura adatta per essere la fonte primaria delle informazioni desiderate; inoltre che i Consolati non disponevano di mezzi e delle rirorse per effettuare una rilevazione così precisa, e infine il fatto di non aver fatto benchè minimo ricorso alle metodologie già esistenti in combinazione tra di loro, come l'uso dei Comites, e dei registri delle 8.000 e più associazioni di Italiani all'estero. Il risultato da tale disorganizzazione, nonostante gli ingenti mezzi profusi, è stato solo un gran pasticcio perché il censimento elettorale non è stato portato a termine e molte persone sono state escluse.
Secondo i dati ISTAT gli italiani residenti all'estero e con cittadinanza italiana erano 5.115.747, senza contare poi le migliaia di emigrati che avevano chiesto la cittadinanza e non l'avevano ottenuta. 7.787: in base ai dati disponibili, i responsabili hanno dichiarato la non ammissibilità del voto di circa 50% dei connazionali iscritti negli schedari consolari".
Per cui solo 1.871.344 di persone sono state inserite, mentre 2.447.787 dell' Elenco degli Elettori, non sono stati contattati. Il 29 settembre 2004 il Ministero dell'Interno riportava che dal 1990 al 2004 ben 3.443.768 di cittadini si erano iscritti all'AIRE e che pertanto questo era il numero dei cittadini italiani residenti all'estero. Ciononostante al 7.12.2004 il MAE, in base all'anagrafe consolare dei 220 Consolati del mondo dichiara che vi sono nei cinque continenti un totale di 4.026.403 di italiani con passaporto e cittadinanza italiana. La situazione evolve ancora e al 31 dicembre 2005 il loro numero degli italiani con diritto di voto diminuisce a 2.614.839 e così tutti gli altri iscritti e possibili votanti venivano eliminati. Dopo le elezioni l'Institute for Italian-American Studies ha codotto un sondaggio telefonico da cui è emerso che tra i cittadini con diritto al voto circa il 30% non ha neanche ricevuto il plico necessario per votare.
Vedendo da vicino i dati di ciascuna città è stato rilevato che in ogni città, piano piano scomparivano circa 1/4 degli elettori dai registri nel giro di pochi mesi.
Lo studio effettuato mette dunque in evidenza che i Ministeri dell'Interno (Comuni) e degli Esteri ( Consolati) non si sono ben coordinati tra di loro né con le associazioni, tanto da causare nel tempo la scomparsa dai registri degli italiani con diritto al voto e dei plichi stessi. Inoltre non è stata fatta alcuna attività di controllo da parte del Consiglio Generale degli Italiani all'estero e Comites, accusati di non aver messo il giusto impegno perché non interessati alle elezioni. Tale disorganizzazione viene percepita dalla comunità italiana all'estero che preferisce così estraniarsi dalla vita politica, e ad abbandonare il loro diritto al voto che diventa ormai quell'avamposto dell'italianità nostalgica.
L'Italia considera i suoi connazionali all'estero come parassiti o come estranei, si ricorda di loro solo quando occorrono i voti per riparare ad una situazione politica insostenibile. Invece l'Italia non sa che gli italiani all'estero non vogliono dimenticare le proprie origini, ma più che altro allontanarsi da quel sistema corrotto e perverso della burocrazia italiana, inefficiente e insostenibile. L'italianità nel mondo vive e si sviluppa sempre più grazie alle loro sole forze, e non certo grazie agli sforzi e ai finanziamento provenienti dal Governo Italiano, mentre l'Italia sopravvive a stento e si adagia sulle glorie del passato.
I finanziamenti che dovevano sostenere i progetti del censimento sono serviti solo a sostenere la rete organizzativa in sé, composta dai mille funzionari che si sono accaparrati una quota dei progetti, e in venti anni non hanno prodotto nulla. Vi è dunque la forte esigenze di cambiare i retaggi del passato e di affrontare il prossimo Censimento del 2010, con diversi strumenti. Lo studio L'Institute for Italian-American Studies propone allora un vero censimento basato sulla raccolta sul campo e in tempo reale dei dati attuali sulla comunità italiana all'estero ma soprattutto su un sistema decentrato nei diversi Stati. Occorre dunque adottare le metodologie utilizzate nei diversi Paesi, usufruendo anche delle strutture delle autorità locali, delle migliaia di associazioni presenti sul territorio. Il principio deve essere quello di unire gli italiani nel mondo utilizzando proprio le strutture che nel tempo sono sorte, le uniche in grado di arrivare in maniera capillare all'interno della Comunità italica.
Questa soluzione potrebbe contrastare in parte quell'etnocidio elettorale dai danni della comunità italiana nel mondo al solo scopo di manipolare le elezioni a vantaggio della classe politica. Se tutto questo non verrà fatto, senza un'organizzazione più efficiente anche il voto elettronico sarà una grande farsa, o meglio, un pericolo ancora più insidioso in quanto il sistema potrà essere ancora di più manipolato in maniera invisibile.
Con la legge n. 470/1988 il Parlamento Italiano approva la legge Tremaglia che predispone un vero "Censimento" degli italiani all'estero da condursi contemporaneamente a quello nazionale, e ciononostante questo censimento non è stato ancora effettuato : la legge stabiliva che i Comuni fossero i responsabili primari per l'AIRE affidando poi va al Ministero degli Esteri il compito di rintracciare gli Italiani all'estero usando tutti i mezzi disponibili "all' indirizzo comunque accertato".
Nel caso non fosse poi rintracciato si poteva passare al cancellamento della voce come soggetto irrangiugibile. In questi venti anni sono stati messi a disposizione dallo Stato Italiano 150 milioni di euro, ma, secondo l'analisi effettuata alla base della mancata realizzazione del censimento vi è l'errore di aver dato ai Comuni - che non hanno la struttura adatta per essere la fonte primaria delle informazioni desiderate; inoltre che i Consolati non disponevano di mezzi e delle rirorse per effettuare una rilevazione così precisa, e infine il fatto di non aver fatto benchè minimo ricorso alle metodologie già esistenti in combinazione tra di loro, come l'uso dei Comites, e dei registri delle 8.000 e più associazioni di Italiani all'estero. Il risultato da tale disorganizzazione, nonostante gli ingenti mezzi profusi, è stato solo un gran pasticcio perché il censimento elettorale non è stato portato a termine e molte persone sono state escluse.
Secondo i dati ISTAT gli italiani residenti all'estero e con cittadinanza italiana erano 5.115.747, senza contare poi le migliaia di emigrati che avevano chiesto la cittadinanza e non l'avevano ottenuta. 7.787: in base ai dati disponibili, i responsabili hanno dichiarato la non ammissibilità del voto di circa 50% dei connazionali iscritti negli schedari consolari".
Per cui solo 1.871.344 di persone sono state inserite, mentre 2.447.787 dell' Elenco degli Elettori, non sono stati contattati. Il 29 settembre 2004 il Ministero dell'Interno riportava che dal 1990 al 2004 ben 3.443.768 di cittadini si erano iscritti all'AIRE e che pertanto questo era il numero dei cittadini italiani residenti all'estero. Ciononostante al 7.12.2004 il MAE, in base all'anagrafe consolare dei 220 Consolati del mondo dichiara che vi sono nei cinque continenti un totale di 4.026.403 di italiani con passaporto e cittadinanza italiana. La situazione evolve ancora e al 31 dicembre 2005 il loro numero degli italiani con diritto di voto diminuisce a 2.614.839 e così tutti gli altri iscritti e possibili votanti venivano eliminati. Dopo le elezioni l'Institute for Italian-American Studies ha codotto un sondaggio telefonico da cui è emerso che tra i cittadini con diritto al voto circa il 30% non ha neanche ricevuto il plico necessario per votare.
Vedendo da vicino i dati di ciascuna città è stato rilevato che in ogni città, piano piano scomparivano circa 1/4 degli elettori dai registri nel giro di pochi mesi.
Lo studio effettuato mette dunque in evidenza che i Ministeri dell'Interno (Comuni) e degli Esteri ( Consolati) non si sono ben coordinati tra di loro né con le associazioni, tanto da causare nel tempo la scomparsa dai registri degli italiani con diritto al voto e dei plichi stessi. Inoltre non è stata fatta alcuna attività di controllo da parte del Consiglio Generale degli Italiani all'estero e Comites, accusati di non aver messo il giusto impegno perché non interessati alle elezioni. Tale disorganizzazione viene percepita dalla comunità italiana all'estero che preferisce così estraniarsi dalla vita politica, e ad abbandonare il loro diritto al voto che diventa ormai quell'avamposto dell'italianità nostalgica.
L'Italia considera i suoi connazionali all'estero come parassiti o come estranei, si ricorda di loro solo quando occorrono i voti per riparare ad una situazione politica insostenibile. Invece l'Italia non sa che gli italiani all'estero non vogliono dimenticare le proprie origini, ma più che altro allontanarsi da quel sistema corrotto e perverso della burocrazia italiana, inefficiente e insostenibile. L'italianità nel mondo vive e si sviluppa sempre più grazie alle loro sole forze, e non certo grazie agli sforzi e ai finanziamento provenienti dal Governo Italiano, mentre l'Italia sopravvive a stento e si adagia sulle glorie del passato.
I finanziamenti che dovevano sostenere i progetti del censimento sono serviti solo a sostenere la rete organizzativa in sé, composta dai mille funzionari che si sono accaparrati una quota dei progetti, e in venti anni non hanno prodotto nulla. Vi è dunque la forte esigenze di cambiare i retaggi del passato e di affrontare il prossimo Censimento del 2010, con diversi strumenti. Lo studio L'Institute for Italian-American Studies propone allora un vero censimento basato sulla raccolta sul campo e in tempo reale dei dati attuali sulla comunità italiana all'estero ma soprattutto su un sistema decentrato nei diversi Stati. Occorre dunque adottare le metodologie utilizzate nei diversi Paesi, usufruendo anche delle strutture delle autorità locali, delle migliaia di associazioni presenti sul territorio. Il principio deve essere quello di unire gli italiani nel mondo utilizzando proprio le strutture che nel tempo sono sorte, le uniche in grado di arrivare in maniera capillare all'interno della Comunità italica.
Questa soluzione potrebbe contrastare in parte quell'etnocidio elettorale dai danni della comunità italiana nel mondo al solo scopo di manipolare le elezioni a vantaggio della classe politica. Se tutto questo non verrà fatto, senza un'organizzazione più efficiente anche il voto elettronico sarà una grande farsa, o meglio, un pericolo ancora più insidioso in quanto il sistema potrà essere ancora di più manipolato in maniera invisibile.