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22 giugno 2007

La Serbia: il ponte verso la Russia


A partire dagli inizi degli anni '90 il Governo della Repubblica Serba si è impegnato ad individuare delle Zone Franche all'interno del suo territorio per consentire l'insediamento e lo sviluppo delle imprese estere nei Balcani. Sono state individuate 13 Zone Franche, quali Subotica, Sombor, Senta, Novi Sad, Srmeska Mitrovica, Sabac, Belgrado, Kovin, Smederevo, Prahovo, Lapovo, Pirot, Vladicin, Han. Queste più che essere delle zone di esenzione fiscale sono dei sistemi logistico-produttivi integrati che permettono alle imprese estere di insediarsi e poi successivamente espandere la loro attività o esportare al di là dei confini. Le zone franche possono essere costituite e gestite da società nazionali o straniere , previa autorizzazione del Ministero delle Finanze della Serbia. Al momento sono state istituite tre zone franche che godono di una serie di agevolazioni fiscali e di incentivi all'insediamento, nonché dell' esenzioni da tasse locali e di tariffe agevolate sulle forniture di energia e acqua. Si tratta delle zone di Subotica, che si trova a 10 km dal confine con l'Ungheria, Zrenjanin, importante per la sua posizione logistica nei pressi dell'aeroporto internazionale di Belgrado, e la zona di Pirot, a 15 km dalla Bulgaria. Al loro interno è prevista l'esenzione dei dazi doganali all'importazione e all'esportazione, l'esenzione IVA, non viene applicata alcuna tassa patrimoniale né imposizioni locali. È esente dall'applicazione dei dazi anche l’importazione dell'attrezzatura e del materiale necessario per la costruzione dell'impianto, mentre viene consentita la temporanea uscita delle merci, in regime di esenzione, al di fuori dalla zona franca nel caso in cui dovesse subire delle lavorazioni ulteriori. L'insediamento inoltre viene protetto da diversi provvedimenti che vietano la nazionalizzazione o l'espropriazione dello stabilimento. Infine, il trasferimento degli utili e dei capitali investiti avviene in totale assenza di una tassazione. La creazione di queste zone franche ha consentito l'insediamento di molte imprese italiane che hanno così installato degli stabilimenti produttivi, per poi esportare le merci prodotte: si pensi dunque a quali possano essere i vantaggi per le piccole aziende che intendono accedere in nuovi mercati potendo avere l'esenzione delle tasse.

Le zone Franche sono a loro volta inserite all'interno di un sistema normativo e istituzionale considerato tra i più efficienti in Europa, dal punto di vista delle agevolazioni per l'internazionalizzazione delle imprese. Infatti queste sono coordinate all'accordo di libero scambio cha la Serbia ha con la Russia, essendo così l'unico Paese al fuori del CIS ad aver ratificato tale accordo. Volto a migliorare ed ampliare il libero scambio e la cooperazione economica tra la Russia e la Serbia, l'accordo pone le condizioni necessarie per creare un flusso gratis di beni e capitali, come stabilito dalle regole dell'Organizzazione di Commercio mondiale. Le parti si sono così impegnate a liberalizzare il loro mercato di frontiera, con l'obiettivo di ampliare e incentivare lo scambio bilaterale e la cooperazione economica, puntato ad accelerare lo sviluppo dei due Paesi, il miglioramento del tenore di vita e della stabilità finanziaria. Secondo il trattato, le parti di impegnano a porre in essere tutte le condizioni che assicurano la leale concorrenza fra le entità economiche dei due Paesi, nonché l'armonizzazione delle procedure doganali.
In forza di tale accordo molte aziende croate, slovene e italiane si sono insediate in Serbia proprio perché hanno la possibilità di affacciarsi sul mercato russo, senza sostenere costi doganali. Per molte categorie merceologiche le imprese potrebbero sfruttare questo canale serbo-russo, per poter migliorare la propria competitività, crescere o divenire più forti. Ed è proprio per tale motivo che la Tela vuole arrivare sino a Mosca, utilizzando questo corridoio commerciale serbo-russo.

La posizione strategica nei mercati europei, asiatici, e del Medio Oriente, fa di lei la porta verso l'Oriente per eccellenza oltre ad offrire molte opportunità di sviluppo, il relazione al suo regime normativo agevolato. La cosa che tuttavia nessuno dice, e intorno alla quale c'è una grande disinformazione, è che l'Italia per molto non ha potuto accedere alle zone franche, le sue imprese sono state cacciate proprio a causa della politica incoerente e assurda della sinistra. Da partner commerciale, l'Italia è divenuta per la Serbia un'antagonista portando lì la guerra e i bombardamenti ad uranio impoverito. Non riusciamo dunque a capire perché ad esempio D'Alema, uomo di sinistra concesse le basi Italiane all'America per bombardare la Serbia che allora era comunista. Da grande estimatore dei popoli comunisti ha deciso oggi invece di stare dalla parte dei "capitalisti", "regalando" ad altri le terre serbe, senza che ne abbia alcun potere. Evidentemente, se un politico italiano è spinto sino al punto di sentenziare il destino di uno Stato sovrano, allora vuol dire che o è un politico ricattato, oppure è molto incoerente con se stesso, con il proprio passato.
Di quale Sinistra fa parte l'Onorevole d'Alema? Ma dovrebbe invece sapere che la politica estera non è coprire le malefatte dei grandi, non è far distribuire dalla massonerie lauree a destra e manca. Dovrebbe a questo punto essere sincero, e dire perché è andato via dalla Serbia, e se forse non è stato proprio cacciato. Chi ha permesso che uscissero le registrazioni in Italia sono proprio gli stessi poteri occulti che vogliono l'indipendenza del Kosovo. Il Governo italiano non dovrebbe più sottostare a certi ricatti e dovrebbe pensare soprattutto alle sue imprese perché i cinesi sono sbarcati persino a Piazza Navona, hanno già alzato le loro bandiere in Italia e se migliaia di piccole imprese falliranno, i nostri politici ne saranno direttamente responsabili.