Per molti anni abbiamo portato avanti la nostra lotta contro il Crimine Invisibile, cercando di spiegare alle persone semplici concetti non intuitivi ma reali, tratti dall’analisi dei fatti che si susseguono. Molte volte la gente ascolta interessata, qualcuno capisce, qualcuno sorride. Si chiedono cosa sia "praticamente" il Crimine Invisibile, fingono di non capire, ma in realtà non vogliono conoscere la verità. Hanno paura, d’altronde una paura legittima perchè qualsiasi cosa accada bisogna continuare ad affrontare la vita quotidiana nella consapevolezza di essere usato e ingannato. È giunto però il momento di aprire un serio dialogo di discussione con i nostri parlamentari su un progetto di legge molto importante per affrontare il futuro della società che evolve verso l’ "immateriale", verso il dominio dei software, che sostituiranno il pensiero dell’uomo.
Il Parlamento italiano, nella sua storia, ha visto passare nella sua Assemblea tanti personaggi che hanno fatto le loro propagande senza sapere bene ciò che dicevano. Spesso hanno attaccato progetti di legge senza neanche esaminarli a fondo, per poi riproporli dopo pochi anni ben riformulati con parole diverse, per essere così accettati. Dall'altra parte vi sono i siti della controinformazione, che contengono solo teorie trite e ritrite, personaggi di un cinema all’interno del quale non possono fare assolutamente nulla, oltre che propagandare un copione già scritto. Il sistema è stato creato in maniera tale che i cittadini divengano degli utenti, "vacche da mungere", capre da tosare, e chi si è opposto ha pagato un caro prezzo: è fallito, è stato deriso ed umiliato. Alla fine chi ha potuto, ha scritto un libro che non ha comprato nessuno, e sarà sempre ricordato per delle foto da paparazzi, e così via, di generazione in generazione. Circa trent’anni fa i nostri politici parlavano dell’Europa come mezzo, che ci avrebbe portato ad un livello di vita sostenibile, ma invece siamo caduti nel baratro dell'illusione e dei sogni, dove esiste un mondo televisivo e uno reale, fatto di bollette, tasse ed usura.
Guardiamo i politici attraverso i filtri della finzione mediatica, in quella statola da allevamento planetario nata come strumento di informazione, e divenuta canale di propaganda. Così per sopperire alle lacune della televisione, si sono aperte le autostrade dell’internet, e la cosiddetta "rete" è divenuta la parola chiave dei comizi dei nuovi miti. Grazie a lei sono stati organizzati refendum, raccolte di firme, petizioni, manifestazioni, i "vaffanculoday", associazioni di casalinghe annoiate, di vittime del consumismo, e dei truffati dalle banche. Tuttavia nessuno si è mai mobilitato per il cosiddetto crimine invisibile che ha perpetrato un silenzioso etnocidio. Anche quest’ultima è una parola cancellata dai codici civili e penali, dai progetti di legge, dai libri di storia, quasi per eliminare una parte della nostra umanità, fatta anche di tragedie. Dietro agli eventi inspiegabili vi sono delle forze "invisibili", delle entità immateriali che non sono altro che i CdA delle multinazionali che controllano materie prime, trasformazione e produzione, collegate a loro volta a società marittime, di armamento e di distribuzione, all’interno di una rete capillare e finissima. Loro stessi hanno creato la leggenda delle cosiddette "società segrete", dei massoni e dei Templari, tuttavia mentre il Bilderberg è solo un grande cinema per gli appassionati, le riunioni dei consigli di amministrazione sono le vere "assemblee" che decidono le sorti dell’economia planetaria.
Combattere contro questi giganti è come essere un kamikaze, che si scontra contro un muro invisibile insormontabile, ma ciò implica che questa grande barriera non venga scalfita. L’obiettivo di tutti noi è cominciare con piccoli passi un sabotaggio silenzioso, utilizzando i loro stessi mezzi, senza sosta. Nonostante vi sia la certezza che non vedremo in questa vita un traguardo a questa lotta, da anni lavoriamo insieme per portare a termine questo progetto. Un progetto che molti hanno definito come "la resistenza", altri "una truffa", altri "intelligence parallela" di qualche complotto giudaico massonico. Tutto questo a noi non importa perché ognuno ha il diritto di costruire il suo cinema, e questo certo non potrà fermarci. Se ognuno di noi farà un piccolo passo per il bene del Paese e rimboccherà le maniche, allora piano piano scompariranno i fannulloni, i pensatori che lottano per hobby. Dunque, superata questa "triste" fase di propaganda che non ha portato a nulla, crediamo sia giunto il momento di cominciare un dialogo serio su questioni che saranno l’asse portante della nostra vita futura. La nostra intenzione è quella di proporre una proposta di legge che abbia al suo interno un concetto molto profondo: non quello del "Parlamento pulito", ma del "Crimine invisibile", che non si può dimostrare o condannare, e dunque che non esiste.
Ogni legge infatti è scritta avendo come riferimento dei fatti materiali, evidenti e comprovabili, mentre per ciò che riguarda i beni e i soggetti immateriali non esiste una vera disciplina giuridica. Esistono dei principi di diritti universali, che attualmente non sono applicati nei fatti, tranne che alcune sporadiche categorie giuridiche costruite per proteggere le grandi lobbies, come i brevetti, i marchi, i diritti di proprietà intellettuale, la diffamazione, il danno biologico, e in alcuni Stati il mobbing. Tuttavia non vi sono regolamentazioni che sanciscono i criteri sulla base dei quali devono essere costruiti i grandi cervelli dei sistemi informatici, le strutture elettroniche delle reti di informazione e di comunicazione, mentre tutto è lasciato alla discrezionalità delle grandi società private. Contatori telematici delle utenze e dei servizi, autovelox, sistemi di trasmissione dei dati riservati, database di informazioni sensibili, server ed elaboratori. Si tratta di sistemi che non sono sottoposti al controllo di nessuna struttura pubblica o normativa internazionale, ragion per cui ogni manomissione o imperfezione viene segnalata solo se produce un danno nei confronti della società stessa, ma non dei cittadini. I grandi programmi di gestione vengono "auto certificati" dalle società che li producono, che offrono una garanzia a cui credere incondizionatamente.