Gli agricoltori albanesi protestano contro i "semi suicidi" che non danno raccolto, ma solo una distesa di vegetazione e migliaia di pannocchie vuote, con gravi danni alle piccole aziende, dopo inutili spese sia per la semina che per preparazione del terreno. Nel mirino delle polemiche, la Agro-Blend, la società albanese concessionaria della distribuzione dei semi,e la società francese esportatrice. Da parte sua, il rappresentante della Agro-Blend, nonchè sindaco del comune di Vora, Fiqiri Ismali ha dichiarato due giorni fa che circa 10 tonnellate di semi di mais sono state importate dalla Francia, e a sua discolpa ha affermato che il mancato raccolto deriva da problemi durante le fasi dell'impollinazione a dalle condizioni atmosferiche, non avendo un'idea chiara del fenomeno.
"Da circa dieci giorni abbiamo constatato dei problemi con questo tipo di seme di mais, importato dalla Francia, in particolare da una delle più grandi società d'esportazione di semi in Europa - afferma Fiqiri Ismali - durante la produzione abbiamo notato un problema con l'impollinazione, che in questo caso non avviene. Si tratta però di un’azienda molto seria del settore , che ha venduto più di 200 tonnellate di semi di mais in Albania, su cui 10 tonnellate - vendute a Burrel, Peshkopia, Elbasan, Peqin e a Gramsh - hanno presentato dei problemi nella fase di impollinazione", afferma Ismaili. Dal canto loro, gli abitanti di Pajove, della provincia di Peqin, hanno dichiarato che denunceranno l'azienda e richiederanno un risarcimento per il danno subito e i vani investimenti, minacciando altre proteste di massa. Hanno inoltre chiesto la sospensione della concessione di esclusiva nella distribuzione della Agro-Blend, attribuita dalla Direzione dell'Agricoltura, dell'Alimentazione e dei Consumatori e dall'Ente Statale dei Semi.
Dopo la scandalo del seme del mais a Mat, Gramsh, e Peqin dove gli agricoltori hanno raccolto solo delle spighe di mais completamente vuote, si pronuncia finalmente il Ministero dell'Agricoltura. In una conferenza stampa, il ministro dell'Agricoltura Jemin Gjana ha dichiarato che il risarcimento degli agricoltori è solo un’eventualità, e si avrà solo dopo che le analisi proveranno che il colpevole per la produzione a rendimento zero sono i semi i mais. "In base ai risultati si deciderà sulle misure legali che si dovranno prendere nei confronti dell'azienda, nonché sul risarcimento delle famiglie degli agricoltori che sono stati danneggiati - ha detto il Ministro Jemin Gjana aggiungendo che - Secondo le nostre verifiche su circa 99 ettari coltivati, i comuni che hanno registrato una maggiore superficie coltivata sono rispettivamente Mat, Gramsh, ed infine Peqin e Pajova. Il fatto che tale fenomeno si è verificato in due regioni del Paese, dove vi sono le temperature più alte o più basse, dunque sono soggette a forti cambiamenti climatici, ci fa capire che la questione, in un modo o nell'altro, è legata sia al seme che ad altri fattori agronomici". Secondo il capo del dicastero dell'Agricoltura, l'azienda distributrice Agro-Blend, tra le compagnie principali del paese come dal 1993, non è responsabile della rovina del raccolto.
"Le autorità hanno svolto un efficace controllo presso l’azienda Agro-Blend evidenziando delle ottime condizioni", spiega inoltre il Ministro difendendo la Agro-blend. "Perché la Agro-Blend deve essere il capro espiatorio di questo scandalo?In quanto azienda distributrice, non ha prodotto i semi, che sono stati invece prodotti da un’altra impresa, che, come ho detto più volte, è di grande fama mondiale. E né Agro-Blend, né altri in Albania, poteva immaginare che i semi, dopo essere stati piantati e aver prodotto 3 raccolti, potesse dare dei frutti sterili", ha dichiarato il Ministro Gjana.
Giunge così nel cuore dell'Europa Orientale il cancro dei semi definiti suicidi perchè producono un raccolto sterile, destinato ad essere improduttivo negli anni successivi. Frutto delle manipolazioni genetiche di multinazionali come Monsanto, DuPont e Dow Chemicals, i semi suicidi producono un solo raccolto, ossia danno vita a frutti sterili, dai quali non è possibile estrarre dei semi per ricominciare il ciclo vitale: i coltivatori in questo modo sono costretti a rivolgersi ogni volta al suo fornitore per ogni semina. Una terribile invenzione che nasconde una catastrofica operazione commerciale per distruggere l'economia dei paesi, che diventano dipendenti da una società privata per la fornitura e la distribuzione dei semi. Sembrava tutto così lontano da noi, eppure i semi suicidi sono giunti in Albania, e hanno distrutto tonnellate di raccolto essenziale per la sopravvivenza di interi villaggi, totalmente dediti alla coltivazione agricola. Non si tratta di un Paese in via di sviluppo, ma di uno Stato che si appresta ad entrare nell'Unione Europea, una delle principali economie partner per l'Italia sia per l'interscambio che per gli investimenti. Nei suoi confronti è stato commesso un vero e proprio crimine, che rischia di compromettere l'intero ecosistema, tanto atroce quante più certificazioni ha alle spalle. Come spiegherà ora la società francese l'esportazione di semi che danno raccolto al mercato europeo, ma soprattutto cosa dirà la Commissione Europea che continua a finanziare la selezione delle specie agroalimentari e le quote di produzione.
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02 settembre 2008
Semi suicidi in Albania
Giunge nel cuore dell'Europa Orientale il cancro dei semi definiti suicidi perchè producono un raccolto sterile, destinato ad essere improduttivo negli anni successivi. Frutto delle manipolazioni genetiche di multinazionali come Monsanto, DuPont e Dow Chemicals, i semi suicidi producono un solo raccolto, ossia danno vita a frutti sterili, dai quali non è possibile estrarre dei semi per ricominciare il ciclo vitale: i coltivatori in questo modo sono costretti a rivolgersi ogni volta al suo fornitore per ogni semina.