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05 novembre 2008

Mosca chiede la guida della riforma del sistema finanziario mondiale


Il Presidente russo Medvedev lancia la riforma strutturale del sistema economico internazionale sulla base di "principi" economici sostenibili. Consiglia di aumentare i poteri delle istituzioni finanziarie mondiali, sulla base di un'intesa tra Stati, di stabilizzare il sistema finanziario aumentando le valute di riserva e si stabilire delle norme internazionali per regolamentare il sistema di gestione dei rischi .

Dinanzi al divampare della crisi finanziaria anche nell’economia russa, il Presidente Dmitri Medvedev ha chiesto l’immediata applicazione delle misure governative per stabilizzare l'impatto della crisi finanziaria mondiale sulla Russia. Un pacchetto di norme volte a ridurre al massimo le conseguenze della crisi in Russia, a risanare il sistema bancario e a sostenere alcuni settori dell'economia, sbloccando lo stesso apparato burocratico al fine di far arrivare i fondi richiesti alle piccole attività economiche operanti nel settore agricolo, delle costruzioni meccaniche, dell’edilizia e delle società d'armamento. Allo stesso tempo, chiede alle istituzioni finanziarie russe di accelerare il passaggio al rublo nel pagamento delle esportazioni di petrolio e di gas, al fine di rafforzare il ruolo della valuta nazionale come moneta di regolamento degli scambi a livello internazionale. Inoltre, chiede di incentivare la collocazione dei nuovi titoli d'emissione denominati in rubli sia sul mercato russo che all’estero, in maniera tale da fare della valuta un punto di riferimento all’interno del mercato regionale.

Accanto a tali misure russo-centriche, Medvedev lancia una netta riforma strutturale del sistema economico sulla base di "principi" economici diversi, in maniera tale da disciplinare in futuro anche all'assetto finanziario mondiale. "In primo luogo, occorre aumentare i poteri delle istituzioni finanziarie mondiali, cioè rafforzare le basi legislative delle loro attività - afferma nel corso della riunione di preparazione al vertice del G20 di Washington - un processo che deve derivare da un'intesa tra Stati. In secondo luogo - continua - occorre stabilizzare il sistema finanziario internazionale moltiplicando le valute di riserva ed i centri finanziari mondiali. Infine il sistema di gestione dei rischi deve essere regolamentato da norme internazionali. Mi riferisco, dunque ad un sistema armonizzato, diverso da quello che esiste attualmente", ha precisato il Presidente russo. Questi dunque propone di elaborare norme uniche ed applicabili in ogni Paese indipendentemente dalle leggi che disciplinano le economie nazionali, accanto all’emanazione di norme di comportamento del mercato finanziario mondiale. Ritiene inoltre che il rafforzamento dei centri finanziari consente di elevare sempre più l'interdipendenza generale, che sarà la forza dei mercati emergenti e l’agente assicurativo contro i rischi dell’espansione del mercato finanziario di ogni economia.

"Qualsiasi paese deve adottare un comportamento onesto, adeguato, ponderato e motivato - afferma Medvedev - certamente, la formazione di un nuovo sistema finanziario internazionale richiederà anni, ma dobbiamo cominciare immediatamente". La Russia è pronta inoltre a contribuire al superamento della crisi finanziaria mondiale, come affermato dal capo della diplomazia russa Sergei Lavrov, in visita a Tokio. "Siamo pronti ad apportare il nostro contributo, non soltanto intellettuale ma anche materiale grazie alle riserve finanziarie che la Russia ha accumulato", afferma Lavrov, secondo il quale solo la Russia dispone di riserve di valute dal volume comparabile a quelle del fondo monetario internazionale (FMI). Osserva infatti come una massa impressionante di risorse finanziarie è concentrata oggi nelle mani dei Governi dell’emisfero orientale del mondo, e questo pone la regione fra i principali attori della Comunità internazionale per riformare l'architettura finanziaria mondiale. Si fanno, dunque, sempre più insistenti le pressioni del Cremlino sulla possibilità di guidare l’équipe che stabilirà la nuova "Bretton Woods", cosciente della sua importanza strategica all’interno dell’economia mondiale, sia come potenza energetica che industriale.

Sia le proposte presentate che le argomentazioni a sostegno delle tesi russe, sono giuste e verosimili, ma anche scontate, velate della convinzione di Mosca di essere un leader imparziale. In realtà la grande depressione, anche nelle mani della Russia, vuole essere un modo per rafforzare la presenza dello Stato nell’economia, soprattutto nei settori strategicamente rilevante, nonché il suo ruolo in campo internazionale. Un’operazione che riuscirà nella misura in cui si arriverà ad un accordo storico con gli Stati Uniti, guidati ora dal nuovo Presidente, volto a stabilire un nuovo ordine economico e politico nelle zone di influenza. È questa infatti l’occasione per chiudere con la vecchia propaganda della Guerra Fredda, per ufficializzare degli accordi sottoscritti da tempo e non ancora riformati, non essendovi in passato il clima politico "democratico" adatto. Dai Balcani, al Vicino Oriente, dal Caucaso al Mediterraneo, la Russia sarà disponibile ad accettare un nuovo compromesso a fronte di un riconoscimento del proprio potere.