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19 novembre 2008

Quei “bravi ragazzi” della CIA


La CIA rende pubblico un rapporto secondo il quale le forze estremiste kosovare, ex membri dell’UCK, sono pronti a colpire i politici serbi e funzionari dell’amministrazione internazionale. Un rapporto che cerca di mettere in guardia il Governo serbo, ma potrebbe anche nascondere il tentativo di rafforzare la militarizzazione della provincia e la presenza di forze internazionali.

Estremisti kosovari, ex membri dell’Uck, (Ushtria Clirimtare e Kosov), finanziati da terroristi arabi stanno preparando un attentato, per colpire politici serbi e funzionari dell’amministrazione internazionale.” Questo quanto dichiarato dalla Cia nel suo ultimo rapporto, inviato alla polizia serba. “Le cellule di estremisti non guardano più solo ai serbi e alla città di Belgrado come principali nemici - si legge nel rapporto - ma il suo sguardo si è esteso più a Ovest, su Washington e Bruxelles. Appartengono a un gruppo di fondamentalisti islamici e, in quanto tali, hanno come unico scopo quello di attaccare tutti i ‘non credenti’. Ci sono le prove - continua - che i componenti del gruppo facevano parte dell’UCK, che a sua volta aveva diretti contatti con Al Qaeda.” Nel rapporto non sono stati specificati i nomi dei possibili politici nel mirino dei terroristi, ma evidenzia con certezza che saranno colpite le più alte cariche delle Istituzioni Internazionali, del Governo serbo nonché obiettivi sensibili, preannunciando così per il Kosovo "uno scenario da Afghanistan". I possibili ‘covi’ degli estremisti, individuati sono Dakovica, Srbica, Vucitrn. I politici albanesi del Kosovo ora hanno un ruolo molto importante perchè possono controllare la situazione anche a proprio vantaggio, ma questo forse non durerà ancora per molto, in quanto l’equilibrio interno potrebbe degenerare. Gli estremisti, secondo la CIA, credono di avere la strada libera davanti a sé dal momento che l’indipendenza del Paese non è stata ancora perfezionata, e difficilmente lo sarà nel breve periodo.
Con questo rapporto sembra che l’America abbia finalmente confermato la sua impotenza nel controllare la situazione locale e internazionale, informando di questo la Serbia, che non potrà controllare parte del territorio. Come sempre, quando le cose non vanno o dopo il fallimento di una politica che ha impoverito i popoli, si accusa Al Qaeda, e dopotutto è sempre più facile riversare la colpa sul terrorismo, i movimenti estremisti e la criminalità organizzata. Ora si rievoca una vecchia storia e si terrorizza di nuovo il popolo serbo, parlando di possibili attacchi estremisti, quando in realtà tutt’oggi in Kosovo, molte persone muoiono a causa dell'uranio impoverito lanciato nei bombardamenti del ’99 da parte della Nato, quindi dell’America stessa. Come riportato in un rapporto dal titolo “La Nato uccide ancora persone in Kosovo”, i malati di cancro in Serbia sono triplicati dopo i bombardamenti, e il numero è destinato a crescere sempre più a causa dei proiettili imbottiti di uranio impoverito, che si trovano in oltre 112 siti in tutto il Kosovo. L’UNSP ha stilato una mappa, presentata a Ginevra, che ha confermato che la Nato ha gettato 31.000 proiettili all’uranio impoverito, violando le convenzione internazionali per i diritti umani, mentre secondo l’esercito Jugoslavo sarebbero 50.000 i proiettili lanciati in 78 giorni di bombardamento, mentre fonti russe riportano una cifra ben più elevata, pari a 90.000 proiettili radioattivi.

Secondo una ricerca condotta dall’ospedale di Kosovska Mitrovica, nel 2005 i malati erano il 38% in più rispetto al 2004. La media mondiale registra il 6% di malati di cancro, ogni 1000 abitanti, mentre in Kosovo la percentuale è decisamente più alta, pari al 20% della popolazione. Lo stesso ospedale di Pristina ha confermato che i casi di cancro maligno sono aumentati, e solo tra il 2004 e il 2005 sono stati evidenziati 3500 casi di cancro tra i cittadini albanesi, come dichiarato dal direttore dell’istituto radiologico a Pristina, Dzavit Bicaj. Non bisogna poi dimenticare i danni subiti dalle truppe della KFOR dislocate in Kosovo: sono oltre 150 i militari italiani che si sono ammalati, in stanza a Dakovica e Decani, dove sono stati esposti ad una massiccia concentrazione di radiazioni, maggiore rispetto a qualsiasi altra zona del Kosovo. Tra il 2000 e il 2004, diversi team di esperti hanno condotto numerose indagini sul territorio del Kosovo e di Metohija, per analizzare la radioattività delle terre, delle acque, della vegetazione e degli animali, rilevando che tutti i luoghi colpiti dai bombardamenti avrebbero dovuto essere evacuati per questioni di sicurezza. Finora, però, nessuna legge regolamenta quelle zone. I rilievi ha dimostrato che la radioattività beta e gamma ha superato i limiti di quella consentita, ritrovando tracce radioattive persino nel latte di mucca, e per neutralizzare la radioattività di un territorio sono necessari almeno 250 anni.

Da questo punto di vista, è proprio inutile che la CIA parli ora di pericolo islamico in Kosovo, dopo che ha letteralmente ignorato gli avvertimenti delle intelligence europee e dei Balcani che denunciavano la pericolosità dei movimenti di estremismo islamico che si venivano a creare nella provincia. Per anni il governo della ex Jugoslavia ha combattuto i movimenti estremisti del Kosovo e della Bosnia, e per questo è stata persino bombardata. Stati Uniti e Europa hanno preso le loro posizioni nei Balcani affermando di portare la democrazia, ma oggi diventa sempre più evidente che la situazione sta sfuggendo dal loro controllo. In Kosovo aumentano sempre di più gli attacchi dimostrativi, e non solo verso il popolo serbo che si trova nel nord della provincia, ma persino contro gli Uffici delle missioni Internazionali, che evidentemente hanno sottovalutato la pericolosità di queste "cellule dormienti". Dopo aver dichiarato che la “situazione potrebbe essere fuori dal loro controllo”, non è da escludere che sarà aumentata la militarizzazione del territorio usando l’alibi di Al Qaeda per dislocare quante più forze militari a controllo del territorio. Non dimentichiamo che, nei piani dell’America, il Kosovo doveva divenire la base statunitense nell’Europa Orientale per eccellenza: un progetto questo che resta a tutti gli effetti ancora valido. La Cia non è mai stata una "buona amica" della Serbia, quindi bisogna sempre prendere con le pinze questi consigli gratuiti dei "benefattori" che hanno devastato e inquinato un intera provincia.