Non abbiamo ancora ben capito a che gioco sta giocando questo governo. Ogni settimana c'è il rilancio della finanziaria di qualche milioni di euro: erano 33 milioni, poi sono diventati 40 milioni, grazie all'introduzione di nuove tasse e ai tagli alla scuola. E mentre gli occhi dell'Italia intera sono puntati all'incidente della Metropolitana di Roma, la finanziaria passa in secondo piano e sembra quasi che, almeno per un giorno, gli italiani abbiano problemi più importanti che pensare al futuro dell'economia e della Nazione. Un fondo di verità di tanto panico può esservi, ma dovremmo accettare l'idea che tra errore umano e errore dei sistemi di sicurezza elettronici esista un filo sottile, che è il sabotaggio. Solo poche settimane fa abbiamo assistito ad un incidente in Francia molto simile: le indagini saranno fatte e repentinamente troveranno un colpevole, forse il capro espiatorio per una macchina che si è messa in moto tempo fa. Chiedersi il perché di un incidente non ha molto senso, perché la vera domanda è "se potevamo fare qualcosa per evitarlo". Allora, se il problema dei trasporti è la manutenzione della linea, chi deve salvaguardare la sicurezza della rete? Se lo Stato non è in grado, quale privato invece può farlo meglio?Non è ancora possibile dire cosa questo incedente porterà nei prossimi mesi, ma sicuramente ha già portato smarrimento e triste gioia, perché dinanzi alle sciagure non ci sono tasse che tengano.
Molti sentimenti si sollevano, e tra questi vi è anche quello nel rendersi conto che lo Stato non ci salvaguardia, e ancora, che le imprese statali sono "dei vecchi carrozzoni" destinati al fallimento. Sono frasi queste pensate e dette, soprattutto in questi giorni di gioco al rialzo della finanziaria e di gioco al ribasso per Alitaria e Autostrade. Per la prima si prepara il fantasma del fallimento, o della vendita a minor prezzo onde evitare il crack e il blocco dei sindacati, già sul sentiero di guerra pronti a banchettare sulle ferite dell'Alitalia come iene.
La seconda invece è stata data "in sposa" ad Abertis, e a consacrare il matrimonio sontuoso è la Commissione Europea in persona, con l'inoltro di un avviso di messa in mora dell'Italia per l'azione ostruzionistica contro una fusione giusta. La Bonino festeggia, Di Pietro incassa il duro colpo, si difende come può, almeno ha provato la sua guerra ai mulini a vento: non ha voluto ascoltare Romano quando gli diceva che la fusione si sarebbe fatta, proprio perché si faceva la Tav e non il Ponte di Messina.
Intanto, mentre ci complimentiamo con la politica liberista, la finanziaria cresce come una "lupa" alle porte degli inferi, scarna e gonfia, perché è ricca di soldi ma priva di alcuna riforma che possa dare la speranza al Pil di crescere. La nota di aggiornamento al documento di programmazione economica dice che grazie ai correttivi il trend delle entrate erariali migliorerà, e che il rapporto debito/PIL, a seguito dell'inclusione tra i conti delle operazioni di cartolarizzazione dei debiti sanitari, ossia di vendita del debito della sanità, arriverà al 107,6% , per ridursi poi fino al 97,8% nel 2011.
È da notare che l'incidenza degli interessi ( ca. 4% ) è la stessa dell'incidenza dell'indebitamento: potremo quasi dedurre che abbiamo fatto una finanziaria per pagare gli interessi dei nostri debiti.
Insomma se tutto va bene, rientreremo nella zona rossa di Maastricht, ma senza nulla di nostro: la nostra economia sarà al "rent", tutto in affitto perché non potremmo permetterci l'accesso al credito.
Hanno corretto la finanziaria facendo della lotta all'evasione uno dei principi guida, perché prima di ogni altra cosa aumenterà la pressione fiscale non le entrate erariali. Le Agenzie delle Entrate hanno da tempo ricevuto precise istruzioni di controllare gli incarti dei condoni, per verificare il contenuto e il pagamento delle una tantum, di verificare gli studi di settore, che dovranno essere sottoscritti da chi ha rinviato l'adesione. La concessione delle deduzioni IRAP per le nuove assunzioni, porteranno ulteriori controlli. Le dichiarazioni dovranno essere trasmesse in via telematica, e liquidate mediante un conto corrente bancario, perché occorre tracciare e controllare i versamenti.
Se ciò non bastasse abbiamo assistito all'introduzione di tasse assurde, come quelle di soggiorno, i ticket sul pronto soccorso, il taglio alla scuola con la cancellazione di migliaia di nuove assunzioni. Non dimentichiamo l'introduzione dell’aliquota del 20% sugli affitti con meccanismi che devono poi far emergere l’affitto pagato in nero, di regola frutto dei piccoli trucchi di sopravvivenza quotidiana, ma senza questo correttivo si creerebbe un buco di 1-2 miliardi di euro. Tutto questo dimostra, se ce ne fosse ancora il bisogno, che ad essere colpiti sono i piccoli contribuenti, le piccole imprese, il medio reddito sui quali un aumento delle tasse si traduce in una "perdita di opportunità" e dunque incide molto di più.
Si pensi ancora al TFR. A partire dal primo gennaio 2007, i dipendenti dovranno decidere se lasciare che le loro pensioni confluiscano automaticamente nei fondi pensione di categoria, o se optare per quella statale. In questo caso metà resterà nell'impresa e metà andrà all’Inps per finanziare il bilancio dello stato. L'effetto di tale manovra sarà, nonostante le apparenze, quello far confluire le pensioni nei grandi fondi di investimenti, come hanno sempre voluto che
avvenisse, perché l'idea che i TFR vadano a finanziare il bilancio pubblico è terrorizzante per un uomo che lavora per un'intera vita. Il sistema pensionistico italiano prevede che le pensioni attuali siano pagati dai lavoratori, ma se i soldi dei lavoratori non vanno a pagare l'assistenza previdenziale ma il debito pubblico, per quanto tempo può durare questo meccanismo prima di collassare? Per questo si sta creando la strada alternativa del fondo pensioni, perché lo Stato, ancora una volta, è fallito nel suo sistema, non sa garantire un presente, figuriamoci un futuro. L'INPS non può prendere il TFR perché non è suo, è dei lavoratori, a disporne può essere soltanto il legittimo proprietario. Il fatto che venga pagato dall'impresa a fine rapporto lavorativo, non significa che lo Stato può rubarlo prima e pagare il debito pubblico.
Forse davvero si è persa la bussola dei principi della Costituzione, si è perso il codice della democrazia, e ora la Commissione Europea, insieme alla "comitatologia" e al FMI, sta costruendo la nuova Bibbia. È il SIS II, è la Costituzione Europea, è la Borsa Mondiale: nessuno lo dice, nessuno lo sa, ma è già realtà, è nel nostro futuro imminente, da qui a cinque i dieci anni. L'informazione è assente, la disinformazione dilaga, la controinformazione si distrae, e intanto le persone non sono pronte ad entrare nella nuova era. Questo significa che non la sapranno gestire, la subiranno, saranno schiacciati o eliminati democraticamente, diventeranno un codice a barra e si comporteranno da tale.
Molti sentimenti si sollevano, e tra questi vi è anche quello nel rendersi conto che lo Stato non ci salvaguardia, e ancora, che le imprese statali sono "dei vecchi carrozzoni" destinati al fallimento. Sono frasi queste pensate e dette, soprattutto in questi giorni di gioco al rialzo della finanziaria e di gioco al ribasso per Alitaria e Autostrade. Per la prima si prepara il fantasma del fallimento, o della vendita a minor prezzo onde evitare il crack e il blocco dei sindacati, già sul sentiero di guerra pronti a banchettare sulle ferite dell'Alitalia come iene.
La seconda invece è stata data "in sposa" ad Abertis, e a consacrare il matrimonio sontuoso è la Commissione Europea in persona, con l'inoltro di un avviso di messa in mora dell'Italia per l'azione ostruzionistica contro una fusione giusta. La Bonino festeggia, Di Pietro incassa il duro colpo, si difende come può, almeno ha provato la sua guerra ai mulini a vento: non ha voluto ascoltare Romano quando gli diceva che la fusione si sarebbe fatta, proprio perché si faceva la Tav e non il Ponte di Messina.
Intanto, mentre ci complimentiamo con la politica liberista, la finanziaria cresce come una "lupa" alle porte degli inferi, scarna e gonfia, perché è ricca di soldi ma priva di alcuna riforma che possa dare la speranza al Pil di crescere. La nota di aggiornamento al documento di programmazione economica dice che grazie ai correttivi il trend delle entrate erariali migliorerà, e che il rapporto debito/PIL, a seguito dell'inclusione tra i conti delle operazioni di cartolarizzazione dei debiti sanitari, ossia di vendita del debito della sanità, arriverà al 107,6% , per ridursi poi fino al 97,8% nel 2011.
È da notare che l'incidenza degli interessi ( ca. 4% ) è la stessa dell'incidenza dell'indebitamento: potremo quasi dedurre che abbiamo fatto una finanziaria per pagare gli interessi dei nostri debiti.
Insomma se tutto va bene, rientreremo nella zona rossa di Maastricht, ma senza nulla di nostro: la nostra economia sarà al "rent", tutto in affitto perché non potremmo permetterci l'accesso al credito.
Hanno corretto la finanziaria facendo della lotta all'evasione uno dei principi guida, perché prima di ogni altra cosa aumenterà la pressione fiscale non le entrate erariali. Le Agenzie delle Entrate hanno da tempo ricevuto precise istruzioni di controllare gli incarti dei condoni, per verificare il contenuto e il pagamento delle una tantum, di verificare gli studi di settore, che dovranno essere sottoscritti da chi ha rinviato l'adesione. La concessione delle deduzioni IRAP per le nuove assunzioni, porteranno ulteriori controlli. Le dichiarazioni dovranno essere trasmesse in via telematica, e liquidate mediante un conto corrente bancario, perché occorre tracciare e controllare i versamenti.
Se ciò non bastasse abbiamo assistito all'introduzione di tasse assurde, come quelle di soggiorno, i ticket sul pronto soccorso, il taglio alla scuola con la cancellazione di migliaia di nuove assunzioni. Non dimentichiamo l'introduzione dell’aliquota del 20% sugli affitti con meccanismi che devono poi far emergere l’affitto pagato in nero, di regola frutto dei piccoli trucchi di sopravvivenza quotidiana, ma senza questo correttivo si creerebbe un buco di 1-2 miliardi di euro. Tutto questo dimostra, se ce ne fosse ancora il bisogno, che ad essere colpiti sono i piccoli contribuenti, le piccole imprese, il medio reddito sui quali un aumento delle tasse si traduce in una "perdita di opportunità" e dunque incide molto di più.
Si pensi ancora al TFR. A partire dal primo gennaio 2007, i dipendenti dovranno decidere se lasciare che le loro pensioni confluiscano automaticamente nei fondi pensione di categoria, o se optare per quella statale. In questo caso metà resterà nell'impresa e metà andrà all’Inps per finanziare il bilancio dello stato. L'effetto di tale manovra sarà, nonostante le apparenze, quello far confluire le pensioni nei grandi fondi di investimenti, come hanno sempre voluto che
avvenisse, perché l'idea che i TFR vadano a finanziare il bilancio pubblico è terrorizzante per un uomo che lavora per un'intera vita. Il sistema pensionistico italiano prevede che le pensioni attuali siano pagati dai lavoratori, ma se i soldi dei lavoratori non vanno a pagare l'assistenza previdenziale ma il debito pubblico, per quanto tempo può durare questo meccanismo prima di collassare? Per questo si sta creando la strada alternativa del fondo pensioni, perché lo Stato, ancora una volta, è fallito nel suo sistema, non sa garantire un presente, figuriamoci un futuro. L'INPS non può prendere il TFR perché non è suo, è dei lavoratori, a disporne può essere soltanto il legittimo proprietario. Il fatto che venga pagato dall'impresa a fine rapporto lavorativo, non significa che lo Stato può rubarlo prima e pagare il debito pubblico.
Forse davvero si è persa la bussola dei principi della Costituzione, si è perso il codice della democrazia, e ora la Commissione Europea, insieme alla "comitatologia" e al FMI, sta costruendo la nuova Bibbia. È il SIS II, è la Costituzione Europea, è la Borsa Mondiale: nessuno lo dice, nessuno lo sa, ma è già realtà, è nel nostro futuro imminente, da qui a cinque i dieci anni. L'informazione è assente, la disinformazione dilaga, la controinformazione si distrae, e intanto le persone non sono pronte ad entrare nella nuova era. Questo significa che non la sapranno gestire, la subiranno, saranno schiacciati o eliminati democraticamente, diventeranno un codice a barra e si comporteranno da tale.