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01 ottobre 2006

Multa per l'Italia di 310 milioni

perchè i controllori non hanno funzionato!


Un'istruttoria della Commissione Europea ha stabilito che l'Italia deve restituire 310,8 milioni di euro dei 317,3 che sono stati spesi in maniera irregolare nell'ambito delle Politiche Agricole Comuni, da parte degli Stati Membri [ pdf ]. Il residuo deve essere pagato da altri Stati membri nella misura di : 2,4 mil a carico della Spagna, 2 mil del Regno Unito, 1,3 mil della Francia, 0,6 mil a carico della Germania. Queste somme, quasi irrisorie per il resto dell'Europa, sono gravi e a dir poco eccezionali per l'Italia, che deve così far fronte al secondo colpo duro dell'Europa nel giro di pochi giorni. Considerando lo stato attuale dei conti pubblici e della insostenibilità della finanziaria, che, per il suo contenuto, rappresenta un preoccupante segnale della precaria situazione dell'economia italiana, questa multa cade come un fulmine a ciel sereno.

Queste somme dovranno essere pagate dagli Stati membri, in quanto esiste una responsabilità in capo alle autorità nazionali dei pagamenti, del controllo delle spese e del recupero di quelle indebitamente versate. Di solito questo tipo di incidenti vanno a gravare sul bilancio comunitario ma in questi casi la Commissione ha ritenuto che gli Stati hanno peccato di negligenza nelle procedure di recupero delle somme, messe a loro disposizione dal Fondo europeo di orientamento e di garanzia (FEAOG), che costituisce la metà del bilancio della CEE. La Politica agricola Comunitaria ha subito, tra le altre cose, una profonda modificazione volta a renderla vicina agli interessi dei consumatori, e - quasi in via residuale - alle esigenze degli agricoltori. Gli Stati possono utilizzare i fondi comunitari a condizione cha mantengano una certa correlazione tra sovvenzioni e produzione, nel rispetto delle norme in materia di salvaguardia ambientale e sicurezza alimentare. Questo tipo di decisione rafforzerà sicuramente la anche posizione dell'UE nelle trattative presso la WTO.
Ecco quindi spiegato come fanno ad arrivare gli standard della globalizzazione nella nostra economia, nella nostra agricoltura, andandola a stravolgere e privandola della sua etnia, della sua biodiversità: chi finanzia infatti può dettare regole sul proprio investimento. In questo caso l'agricoltura deve sfornare prodotti che siano apprezzati dall'universo degli utenti, senza tra l'altro pensare alle tante variabili che incidono sull'agricoltura.
Per quanto riguarda poi i progetti, questi vengono analizzati da un Comitato che di volta in volta formula delle opinioni su un determinato progetto e fa una valutazione preventiva degli stanziamenti, e sulla base di tale procedura la Commissione prende i relativi provvedimenti. È da notare che il meccanismo decisionale e consultivo su direttive e provvedimenti, segue una procedura definita di comitatologia [pdf]: la Commissione e il Parlamento sono infatti attorniati da un numero indefinito di comitati che danno parere più o meno vincolanti sui progetti, e delle direttive, se si pensa anche al procedimento legislativo. Di questi comitati non si conoscono i componenti, né altre informazioni che permettono di risalire ad un ente o ad una struttura materiale, e viene detta infatti solo la sigla del comitato. Esistono più di 3000 commissioni che attorniano la Commissione Europea nelle sue decisioni, e nessuno dei suoi componenti è eletto mediante un procedimento democratico [ vedi comitatologia.pdf ]. Tanto potere dunque concentrato nelle mani di pochi che non rappresentano un popolo o uno Stato, ma rappresentano un libero mercato e la libera circolazione di persone, beni e capitali.

Tornando alla questione dei pagamenti, la procedura di liquidazione prevede che "gli Stati membri si devono assicurare che i loro enti erogatori recuperino i pagamenti", e per far questo essi "devono installare un sistema integrato di gestione e di controllo", ricorrendo anche a tecniche sofisticate di fotografia aerea o satellitare per controllare i campi e confrontare le domande con le banche dati informatizzate.
Da questo sistema si può dedurre che gli Stati possono demandare a terzi il controllo delle istruttorie di pagamento, non necessariamente strutture statali, e che questi nel farlo utilizzano banche dati informatizzate, o comunque un sistema integrato di comunicazione.
Non è infatti una novità che lo Stato e le amministrazioni locali attualmente ricorrano a delle società private per l'Assistenza Tecnica nelle procedure di controllo dei progetti e dei pagamenti di fondi delle politiche comunitarie. La KPMG, multinazionale di consulenza ad altissimi livelli, presta la sua consulenza per esempio al Ministero delle Politiche e delle Infrastrutture, fungendo da controllore di determinate operazioni per conto dello Stato, nonché una vera e propria attività di revisione dei conti. Quello della KPMG è l'anomalo caso in cui il privato controlla lo Stato, firma i progetti, e in tale posizione, ha dunque accesso ai database statali. I seguenti documenti infatti mostrano semplicemente che alcune Regioni abbiano nominato come "assistenza tecnica" la KPMG nelle procedure di controllo dei progetti finanziati dalla PAC:
- Regione Calabria [ doc]
- Regione Sicilia [ pdf ]
Come sempre è la logica aziendalista a prevalere, non quella del rigor di logica, in quanto dovrebbe essere lo Stato ad occuparsi dei suoi affari interni. Tuttavia all'interno della Unione Europea nulla viene più delegato allo Stato, che deve acconsentire così al fatto che determinato "enti o organismi" specializzati si infiltrino.
Nonostante la disorganizzazione statale sia stata colmata dall'efficienza del privato, l'Italia ha ora un'istruttoria per la restituzione di 310 milioni di euro, mentre la Francia e la Germania poco più di un milione: come mai questo? Forse perché non è dotata, a differenza di altri, di un'infrastruttura telematica solida, che snellisca l'amministrazione e la burocrazia e renda inutili, non solo costi aggiuntivi, ma la miriadi di controllori.
Strutture come la KPMG all'interno dell'Amministrazione Pubblica non avrebbero senso
di esistere, lo Stato sarebbe forte e competitivo, una macchina perfetta e precisa.
Questo poteva essere se il progetto del Polo Informatico fosse stato accolto dai politici, se Maastricht non fosse stato firmato, se lo Stato esistesse ancora. In realtà lo Stato non esiste se si ammette che possano esistere 3000 commissioni che decidano della politica della nostra nazione. Non dimentichiamo che Di Pietro stava vincendo il caso Abertis, ma una lettera da Bruxelles lo ha fermato: se oggi i politici continuano a firmare è perché devono esporsi e prendere le colpe al momento opportuno. Ormai i nostri deputati sono degli attori, il Parlamento Italiano è un circo, con tanto di carri di tendone, ma il Governo non è questo, e tutto da un'altra parte. Loro mentono, non potranno mai mantenere una sola promessa di quelle che dicono.
Drogano la nostra economia con il denaro per infiltrarsi, e la testimonianza che si tratta di aiuti "suicidi", anzi omicidi, come i semi Terminator, è evidente e basta guardare lo stato dell'agricoltura Italiana, che sta morendo.

Tutti temono le teorie complottiste, ma negare certe evidenze significa che agli Italiani piace pagare le tasse, gli interessi alla banca, e ora anche i debiti "stranamente non accertati". Man mano che il tempo passerà avremo sempre meno accesso a queste notizie, perché lo Stato non avrà più il controllo di nulla, e allora le persone si ricorderanno di quando si nascondevano davanti alle teorie complottiste. Se succede qualcosa, com'è accaduto in Ungheria, non servirà scendere in piazza, perché arriverà subito il FMI a finanziarci, ad indebitarci. Le false istituzioni sono state create per inculcare e far entrare nel pensiero delle persone l'idea di Europa, mentre dietro di esse si nascondo società private, la cui guerra è per la rapina delle parole. Spendono miliardi per costruire delle parole, come "finanziaria", che è in realtà il pizzo che dobbiamo pagare al fondo monetario.

Oggi la Commissione Europea impone un altro macigno sulle spalle degli Italiani, che, dopo questa decisione, dovranno rendersi conto dell'assurda situazione in cui si trovano e, invece di parlare di complotti, cerchino di capire.