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24 ottobre 2006

Il fumo negli occhi di Mastella


In visita ufficiale negli Stati Uniti il Guardasigilli Clemente incontra l' "Attorney general" Alberto Gonzales, per stringere una reciproca collaborazione della risoluzione di alcune questioni in tema di giustizia rimaste in sospeso. Si è parlato di procedere alla nomina di un magistrato di collegamento presso l'Ambasciata di Washington per risolvere in qualche alcune questioni pendenti tra i due Stati, all'insegna della piena collaborazione fra Italia e Stati Uniti.
Mastella ha così parlato all'Attorney della situazione di 25 italiani detenuti oggi negli Stati Uniti per vari reati, nessuno di essi è accusato di terrorismo o reati politici. Sono tutti in attesa di una risposta da parte delle autorità statunitensi, ma hanno chiesto da tempo l'applicazione del Trattato di Strasburgo e dei Patti bilaterali per l'estradizione e il trasferimento dei prigionieri. Un procedimento questo da tempo bloccato in seguito al caso di Silvia Baraldini, condannata per associazione sovversiva e trasferita in Italia il 1999 dopo che le è stato diagnosticato un tumore, e l'evoluzione della trattativa ha lasciati gli americani un po' amareggiati.
Tuttavia sono ancora tanti i problemi da risolvere e che aspettano una risposta da parte delle autorità statunitensi, che aggirano le risposte da vero "stato garantista". Non è stata fatta luce ad esempio sul caso Callipari, per il quale arrivano ancora le scuse ufficiose e ufficiali, ma nessuna inchiesta per individuare le responsabilità di quell'incidente, forse perché uno "stato garantista" non ha alcun dovere di dare spiegazioni.

Gli Stati Uniti non intendono cedere su questo fronte, e anche l'ipotesi del magistrato di collegamento non convince nessuno, in quanto la pretesa di considerare attentamente ogni singolo caso, e promuovere su ognuno una lotta a se stante è una battaglia persa nel principio. Una possibilità di manovra è però offerta dal caso Abu Omar, che ha come carta vincente i procedimenti pendenti su 22 agenti della Cia, accusati di essere coinvolti nel rapimento. In tal senso allora è possibile capire il messaggio nascosto di Mastella nel parlare di tale episodio, anche perché la coincidenza nei numeri è evidente: 22 agenti della Cia per 25 Italiani all'estero, più il decadimento delle indagini su Callipari e la consegna di un prete Americano indagato in Italia:

ADLER Monica Courtney
CHANNING Drew Carlyle
DUFFIN John Kevin
HARBAUGH Raymond Michael
HARBISON James Thomas
HARTY Ben Amar
JENKINS Anne Linda
KIRKLAND James Robert
LOGAN Cynthia Dame
ASHERLEIGH Gregory
CARRERA Lorenzo Gabriel
CASTALDO Eliana
CASTELLANO Victor
FALDO Vincent
GURLEY John Thomas
IBANEZ Brenda Liliana
LADY Robert Seldon
MEDERO Betnie
PURVIS L. George
RUEDA Pilar
SOFIN Joseph
VASILIOU Michalis

Molte sono le storie che sono riemerse e sono state ridiscusse, tra le quali anche quella di Carlo Parlanti, che è ora in attesa dell'udienza in appello e spera nel suo esito positivo, perché in caso contrario dovrà affrontare altri 4 gradi e sperare alla fine di ottenere il trasferimento detenuti. Per tale motivo, approfondendo bene i casi, uno per uno, si capirà che sono tutti imbavagliati dalla macchina burocratica dei trattati e della giurisdizione: non è possibile infatti ottenere l'estradizione di un concittadino che si trovi all'estero se è ancora in corso il procedimento e se non è perseguibile in Italia per un reato identico.
Noi conosciamo il Caso di Carlo Parlanti, e possiamo dire che probabilmente non è su quella lista perché il processo non si è ancora concluso con una condanna definitiva, a meno che siano le parti stesse a porvi fine.
Possiamo dunque capire che la proposta di Mastella è tanto fumo negli occhi, e basta, è una cosa che stata costruita su misura nel vano tentativo di far credere che la situazione si stia sbloccando. In realtà questo è un tentativo per insabbiare il caso Abu Omar, chiudendo il procedimento a carico degli Agenti della Cia e non aprendo invece le frontiere per riportare gli italiani a casa. La carta di scambio è come al solito impari, ed è una situazione voluta e studiata, una tipica strategia statunitense: prendere e non pagare, oppure prendere con la sicurezza che non si potrà dare per via delle leggi esistenti.
I politici così come le autorità statunitensi sono consapevoli che tutti i media sono pronti a schierarsi a favore degli italiani all'estero condannati da un sistema fatto di pregiudizi e di carceri violente, e per tale motivo propongono una speranza per ingannare l'opinione pubblica.

Ad esempio tutti noi sappiamo che il processo di Carlo Parlanti è una farsa, come una farsa è il rapimento di Abu Omar, che altro non è che una trappola tesa per l'Italia e la Telecom stessa. La logica vorrebbe che, quanto meno, si desse ad un cittadino italiano il diritto ad una difesa equa, che faccia decadere falsità e spergiuri che in qualsiasi tribunale europeo sarebbero crollati sul nascere. Saremmo disposti, per risolvere tale incidente diplomatico a fornire al Guardasigilli Mastella la lista dei nominativi, dei passaporti e dei numeri di telefono utilizzati, nel caso non li avesse per presentare almeno una prova dinanzi agli Stati Uniti.
Come sempre, non avremo niente, e il caso di un fantomatico Imam, che non era nessuno prima del suo rapimento, è molto più importante della vita di 25 italiani. Era ovvio aspettarsi anche questo, perché uno Stato che getta su una popolazione inerme 150 mila bombe, per dire a distanza di cinque anni di aver fatto qualche errore di valutazione, non può fare altro che prendere senza dare. Sono passati circa 50 anni, durante i quali gli Italiani hanno costruito parte dell'America, e ancora siamo considerati gli usceri della politica internazionale. Stiamo parlando di uno Stato che contribuisce al dilagare dell'ignoranza e della povertà del suo popolo, che si prepara al dominio dello spazio e ha speso circa 8 milioni di dollari per costruire un software in grado di catalogare tutta la stampa mondiale, per dividere i giornali, siti web e i blog, tra quelli pro e quelli contro al sistema.
Lottiamo, ancora una volta contro tutto il sistema, che non è in grado di risolvere il caso singolo, tuttavia questo può rappresentare il fulcro su cui far leva per far cadere tutto il castello. Siamo consapevoli che ammettere degli errori giudiziari da parte di uno "stato garantista" significa poi ammettere gli errori del caso Callipari e poi su altri milioni di persone morte con un errore di valutazione. Tuttavia, vincere il singolo caso è la vera rivoluzione perché da lì si può scardinare il sistema, da lì si può poi alzare la testa e chiudere capitoli e faccende ben più gravi da affrontare.