Il neo-liberismo e i meccanismi del post-capitalismo hanno causato la completa perdita del controllo sull'economia delle nazioni da parte dei governi. Lasciano che il mercato faccia il suo normale decorso, mentre la popolazione si impoverisce e diviene un'informe massa di consumatori senza diritti. In realtà tutto questo è solo l'effetto di gravi e importanti scelte prese anni fa, delle sconfitte democratiche delle classi politiche, e delle strutture che i governi hanno usato per gestire uno Stato.
Oggi sembra di attraversare lo stato terminale della politica, all'interno degli Stati sembra che esista una regia occulta che ricatta i capi di governo, e provoca delle gravi distorsioni sui mercati e sulle leggi, perché non corrispondono alla volontà popolare. In Italia il Presidente del Consiglio è ricattato dagli stessi uomini che invece dovrebbero difendere la classe dirigente dagli scandali per garantire la stabilità del paese. È assurdo vedere Prodi esposto dinanzi all'intera opinione pubblica europea da rapporti sul suo patrimonio o su quello di sua moglie: un colpo davvero basso, in un periodo molto delicato in cui alla pressione delle agenzie di rating, si aggiungono le tensioni delle riforme impopolari.
Come l'Italia, anche il Belgio, per la questione della privatizzazione di GdF, l'Albania, per i consorzi di costruzione dei gasdotti, la Serbia, che deve arretrare ancora di più, e persino la Francia, con la eco di Clearstream. Quel caso non è ancora archiviato, e di tanto in tanto diventa più incisivo per ricordare alla classe dirigente che esiste ed è attuale la minaccia della grande tangentopoli che farebbe cadere il loro potere e lo stato stesso. Quando una banca, o meglio la tesoriera di un gruppo bancario, è coinvolta essa stessa in un grande scandalo Internazionale, e minaccia di rivelare i conti tracciati delle transazioni e degli scambi illeciti che reciclano i soldi dell'Onu, per i quali si è combattuta una guerra nel Kuwait, allora vuol dire che può uscire distrutto dallo scandalo solo lo Stato. Per anni quei conti sono stati occultati, e ad un tratto uno scoop giornalistico li ha tirato fuori in modo da continuare a fare gli interessi delle Banche, che possono beneficiare del ricatto dei politici.
Medesima trappola è stata tesa all'Italia, che non ha saputo imparare dagli errori del passato e tutt'ora continua a farli. Il caso Abu Omar è stato studiato a tavolino per ricattare l'Italia, i suoi politici e i servizi ufficiali, che non potevano non sapere cosa stesse accadendo sul suolo italiano, per poi travolgere anche la Telecom, responsabile della fuga delle informazioni e per aver effettuato le intercettazioni. Per bloccare una situazione che rischiava di generare sempre di più, è stato imposto il segreto di Stato, ma era chiaro che chi controllava il traffico dei telefoni era una centrale di ascolto clandestina, delle zone di influenza e di interesse dei privati: politici e diretti concorrenti, o comunque vari personaggi che intralciavano determinati affari. La storia di Milano e di Abu Omar è stata una trappola per far piegare un centro di ascolto clandestino, e riversare su di loro la responsabilità di un'operazione proveniente dai servizi esteri. L'Italia, così come gli altri Stati, si rivolgono oggi a dei contractor, ai fiduciari che sono i fusibili del sistema, posizionati in modo che quando saltano, la fonte non si scopre mai e la macchina non fallisce nel suo complesso.
Per molto tempo una certa classe dirigente e la lobbies bancaria ha utilizzato questi sistemi per ricattare ed eliminare delle pedine scomode, come Storace, poi Fazio, per poi sfiorare Fassino e D'Alema con il caso Unipol, e rimanere coinvolti nello scandalo Abu Omar senza soluzione di uscita. I grandi gruppi Bancari e le multinazionali si sono tutti dotati di un servizio interno di sorveglianza, per gestire lo spionaggio industriale e sabotare la concorrenza colpendo l'anello più debole della catena. Lo scandalo delle intercettazioni ha travolto in un primo momento Telecom, che ha dovuto subito prendere le distanze su determinate scelte, e ha dovuto spiegare la morte di un suo dirigente che stava indagando su delle operazioni di ascolto non autorizzate. Questo evento si è, stranamente, combinato con la scadenza dei termini per la riorganizzazione di Olimpia s.p.a. con l'uscita delle due grandi banche finanziatrice, che ha portato alla decisione di dismissione della rete mobile onde recuperare l'emorragia finanziaria. L'annuncio della vendita ha scatenato una polemica parallela, obbligando alle dimissioni Tronchetti Provera, il quale, rivolgendosi poi al Financial Times, ha imposto a Prodi di rendere conto al Parlamento sul destino di Telecom. In realtà i due eventi sono strettamente legati, in quanto l'attacco a Prodi in quell'occasione ha preannunciato quello successivo alla chiusura del caso di Abu Omar. Oggi Telecom annuncia che la telefonia mobile non sarà venduta, e contemporaneamente deve prepararsi a recepire le raccomandazioni di Ficht sul licenziamento del 25% del personale del settore della telefonia fissa.
E mentre Telecom lotta con questi meccanismi, arrivano gli scontri legali e strategici con Vodafone, che da un lato denuncia l'abuso della posizione dominante e dall'altro fa una politica pubblicitaria molto aggressiva diretta soprattutto a contrastare Tim.
Per cui, volendo fare un'ipotesi assurda, una grande società della telefonia mobile, per rubare mercato e acquisire una posizione incontrastata nelle telecomunicazioni, assume dei contractors per sabotare il suo diretto concorrente. Sono gli stessi componenti dei servizi che lavorano per le imprese private, e, con le scusa dei tradimenti coniugali, acquisiscono materiale per intercettare politici, banchieri e imprenditori.
Possiamo dunque capire adesso Putin che parla di "mafia", precisando che "maffia" non è una parola russa, che infatti si traduce in "organijzatia". L'Italia, origine di questa parola, è ora la patria dei ricatti, è totalmente infiltrata, e utilizza gli schemi mafiosi per rubare alle imprese.
Putin ha dunque voluto dire che lui non si nasconde dietro nessuno, mandando i contractor a ricattare i politici, ma va avanti con le forse dello Stato sovrano, pagando il suo debito e costruendo una tela di contatti. La Russia sa che rischia di essere infiltrata dalla mafia, e per tale motivo in occasione della strage di Beslan, ha sempre sostenuto che quell'attentato non proveniva dagli ambienti ceceni, ma ha retto il gioco per dare all'opinione pubblica un colpevole e chiudere la questione prima che degenerasse troppo. Il gesto di Putin in occasione del sequestro del teatro fu una prova di coraggio per far capire che lui non aveva pietà. In coerenza con tale politica, ha chiuso anche le ONG in Russia appartenenti agli organismi internazionali, ossia quelle organizzazioni di gente che è stipendiata per creare l'azione di disturbo quando è più necessaria.
Il ricatto oggi ricade sui politici che sono costretti a firmare i contratti che di volta gli vengono proposti: se non firmano scendono in pazzia quella specie di comitati che diranno subito che non sono stati rispettati gli impegni nel taglio delle bollette. In ogni caso sarà pronta un'altra forza politica, altri uomini ricattati, che diranno che tutto viene fatto per il bene del Paese ma in realtà servono agli stessi interessi: entrambi infatti sono d'accordo a rilanciarsi a vicenda la patata bollente. Oggi molti servizi giornalistici sono già stati studiati, perché non sono più i giornalisti che fanno la notizia, ma sviluppano l'input che proviene dall'alto. Un esempio lampante è il caso dell'immigrazione: prima di approvare un'importante legge sul flusso immigratorio controllato, sono state dati migliaia di servizi e trasmissioni sulla questione femminile negli Stati musulmani. Questo perchè vogliono dire agli italiani che se stanno male è colpa degli immigrati e non della finanziaria, come sempre serve un colpevole e una distrazione. Infatti, se i barconi sbarcano sulle coste italiane è perché i fiduciari fanno il lavoro sporco dei visti presso consolati e ambasciate.
Oggi sembra di attraversare lo stato terminale della politica, all'interno degli Stati sembra che esista una regia occulta che ricatta i capi di governo, e provoca delle gravi distorsioni sui mercati e sulle leggi, perché non corrispondono alla volontà popolare. In Italia il Presidente del Consiglio è ricattato dagli stessi uomini che invece dovrebbero difendere la classe dirigente dagli scandali per garantire la stabilità del paese. È assurdo vedere Prodi esposto dinanzi all'intera opinione pubblica europea da rapporti sul suo patrimonio o su quello di sua moglie: un colpo davvero basso, in un periodo molto delicato in cui alla pressione delle agenzie di rating, si aggiungono le tensioni delle riforme impopolari.
Come l'Italia, anche il Belgio, per la questione della privatizzazione di GdF, l'Albania, per i consorzi di costruzione dei gasdotti, la Serbia, che deve arretrare ancora di più, e persino la Francia, con la eco di Clearstream. Quel caso non è ancora archiviato, e di tanto in tanto diventa più incisivo per ricordare alla classe dirigente che esiste ed è attuale la minaccia della grande tangentopoli che farebbe cadere il loro potere e lo stato stesso. Quando una banca, o meglio la tesoriera di un gruppo bancario, è coinvolta essa stessa in un grande scandalo Internazionale, e minaccia di rivelare i conti tracciati delle transazioni e degli scambi illeciti che reciclano i soldi dell'Onu, per i quali si è combattuta una guerra nel Kuwait, allora vuol dire che può uscire distrutto dallo scandalo solo lo Stato. Per anni quei conti sono stati occultati, e ad un tratto uno scoop giornalistico li ha tirato fuori in modo da continuare a fare gli interessi delle Banche, che possono beneficiare del ricatto dei politici.
Medesima trappola è stata tesa all'Italia, che non ha saputo imparare dagli errori del passato e tutt'ora continua a farli. Il caso Abu Omar è stato studiato a tavolino per ricattare l'Italia, i suoi politici e i servizi ufficiali, che non potevano non sapere cosa stesse accadendo sul suolo italiano, per poi travolgere anche la Telecom, responsabile della fuga delle informazioni e per aver effettuato le intercettazioni. Per bloccare una situazione che rischiava di generare sempre di più, è stato imposto il segreto di Stato, ma era chiaro che chi controllava il traffico dei telefoni era una centrale di ascolto clandestina, delle zone di influenza e di interesse dei privati: politici e diretti concorrenti, o comunque vari personaggi che intralciavano determinati affari. La storia di Milano e di Abu Omar è stata una trappola per far piegare un centro di ascolto clandestino, e riversare su di loro la responsabilità di un'operazione proveniente dai servizi esteri. L'Italia, così come gli altri Stati, si rivolgono oggi a dei contractor, ai fiduciari che sono i fusibili del sistema, posizionati in modo che quando saltano, la fonte non si scopre mai e la macchina non fallisce nel suo complesso.
Per molto tempo una certa classe dirigente e la lobbies bancaria ha utilizzato questi sistemi per ricattare ed eliminare delle pedine scomode, come Storace, poi Fazio, per poi sfiorare Fassino e D'Alema con il caso Unipol, e rimanere coinvolti nello scandalo Abu Omar senza soluzione di uscita. I grandi gruppi Bancari e le multinazionali si sono tutti dotati di un servizio interno di sorveglianza, per gestire lo spionaggio industriale e sabotare la concorrenza colpendo l'anello più debole della catena. Lo scandalo delle intercettazioni ha travolto in un primo momento Telecom, che ha dovuto subito prendere le distanze su determinate scelte, e ha dovuto spiegare la morte di un suo dirigente che stava indagando su delle operazioni di ascolto non autorizzate. Questo evento si è, stranamente, combinato con la scadenza dei termini per la riorganizzazione di Olimpia s.p.a. con l'uscita delle due grandi banche finanziatrice, che ha portato alla decisione di dismissione della rete mobile onde recuperare l'emorragia finanziaria. L'annuncio della vendita ha scatenato una polemica parallela, obbligando alle dimissioni Tronchetti Provera, il quale, rivolgendosi poi al Financial Times, ha imposto a Prodi di rendere conto al Parlamento sul destino di Telecom. In realtà i due eventi sono strettamente legati, in quanto l'attacco a Prodi in quell'occasione ha preannunciato quello successivo alla chiusura del caso di Abu Omar. Oggi Telecom annuncia che la telefonia mobile non sarà venduta, e contemporaneamente deve prepararsi a recepire le raccomandazioni di Ficht sul licenziamento del 25% del personale del settore della telefonia fissa.
E mentre Telecom lotta con questi meccanismi, arrivano gli scontri legali e strategici con Vodafone, che da un lato denuncia l'abuso della posizione dominante e dall'altro fa una politica pubblicitaria molto aggressiva diretta soprattutto a contrastare Tim.
Per cui, volendo fare un'ipotesi assurda, una grande società della telefonia mobile, per rubare mercato e acquisire una posizione incontrastata nelle telecomunicazioni, assume dei contractors per sabotare il suo diretto concorrente. Sono gli stessi componenti dei servizi che lavorano per le imprese private, e, con le scusa dei tradimenti coniugali, acquisiscono materiale per intercettare politici, banchieri e imprenditori.
Possiamo dunque capire adesso Putin che parla di "mafia", precisando che "maffia" non è una parola russa, che infatti si traduce in "organijzatia". L'Italia, origine di questa parola, è ora la patria dei ricatti, è totalmente infiltrata, e utilizza gli schemi mafiosi per rubare alle imprese.
Putin ha dunque voluto dire che lui non si nasconde dietro nessuno, mandando i contractor a ricattare i politici, ma va avanti con le forse dello Stato sovrano, pagando il suo debito e costruendo una tela di contatti. La Russia sa che rischia di essere infiltrata dalla mafia, e per tale motivo in occasione della strage di Beslan, ha sempre sostenuto che quell'attentato non proveniva dagli ambienti ceceni, ma ha retto il gioco per dare all'opinione pubblica un colpevole e chiudere la questione prima che degenerasse troppo. Il gesto di Putin in occasione del sequestro del teatro fu una prova di coraggio per far capire che lui non aveva pietà. In coerenza con tale politica, ha chiuso anche le ONG in Russia appartenenti agli organismi internazionali, ossia quelle organizzazioni di gente che è stipendiata per creare l'azione di disturbo quando è più necessaria.
Il ricatto oggi ricade sui politici che sono costretti a firmare i contratti che di volta gli vengono proposti: se non firmano scendono in pazzia quella specie di comitati che diranno subito che non sono stati rispettati gli impegni nel taglio delle bollette. In ogni caso sarà pronta un'altra forza politica, altri uomini ricattati, che diranno che tutto viene fatto per il bene del Paese ma in realtà servono agli stessi interessi: entrambi infatti sono d'accordo a rilanciarsi a vicenda la patata bollente. Oggi molti servizi giornalistici sono già stati studiati, perché non sono più i giornalisti che fanno la notizia, ma sviluppano l'input che proviene dall'alto. Un esempio lampante è il caso dell'immigrazione: prima di approvare un'importante legge sul flusso immigratorio controllato, sono state dati migliaia di servizi e trasmissioni sulla questione femminile negli Stati musulmani. Questo perchè vogliono dire agli italiani che se stanno male è colpa degli immigrati e non della finanziaria, come sempre serve un colpevole e una distrazione. Infatti, se i barconi sbarcano sulle coste italiane è perché i fiduciari fanno il lavoro sporco dei visti presso consolati e ambasciate.